di Antonella Golino Classe II Sezione i . Ottaviano Claudio Tiberio Nerone Caligola 41-54 d.c Claudio 14-37 d.c. Tiberio Nerone 37-41 d.c. Caligola 27-14 d.c. Ottaviano 54-68 d.c. Quadro storico -La dinastia giulio-claudia mirò ad opporsi alla vecchia, aristocratica, nostalgica dell’antica libertas, e ad accentrare nelle proprie mani il potere, privando di autorità il Senato e ingigantendo l’apparato burocratico. Si creò in questo modo ben presto un clima di sospetti e repressione. -In politica estera tese a difendere i confini, senza mire espansionistiche. Unica eccezione fu Claudio in Britannia dal 43 al 56. -Con sempre maggior frequenza viene concessa la cittadinanza a provinciali, come fa ad esempio Claudio con gli aristocratici della Gallia Transalpina. Questa è una delle concause dell’emergere delle province, non più totalmente succubi di Roma che cominciano ad avere il loro peso economico e politico. Quadro culturale Tutta l’età sembra percorsa da un’ansia di ricerca del divino. Il Cristianesimo assume importanza e tutto viene teso ad una continua ricerca di interiorizzazione alla scoperta del divino che è dentro di noi. Molti storici non sono d’ accordo su chi sia il primo imperatore della dinastia. Alcuni iniziano da Cesare perché appartiene direttamente alla gens Giulia, altri invece sostengono che sia stato Ottaviano a dare ufficialmente origine alla dinastia e altri ancora che Cesare e Ottaviano non siano stati dei veri e propri imperatori e quindi parlano della “dinastia dei quattro” facendola partire da Tiberio. Io, con dinastia giulio-claudia ho voluto indicare la serie di imperatori che governarono l'impero romano dal 27 a.C. al 68 d.C. e cioè Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone. Il loro principato è stato caratterizzato da rapporti sempre problematici con l’aristocrazia senatoria, che diminuirono solo sotto il governo di Claudio. La dinastia viene così chiamata dal nomen (il nome di famiglia) dei primi due imperatori: Caio Giulio Cesare Ottaviano, adottato da Cesare e dunque membro della gens Iulia e Tiberio Claudio Nerone figlio di Livia, moglie di Augusto, appartenente gens Claudia. Ottaviano(63 a.C.-14) Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto meglio conosciuto come Ottaviano, fu il primo imperatore romano. Restò sul trono sino alla morte, e il suo principato fu il più lungo della Roma imperiale (dal 27 a.c. al 14 d.c.).L'età di Augusto rappresentò un momento di svolta nella storia di Roma e il definitivo passaggio dal periodo repubblicano al principato. La rivoluzione dal vecchio al nuovo sistema politico contrassegnò anche la sfera economica, militare, amministrativa, giuridica e culturale. Come Imperatore, Augusto organizzò le faccende dell'Impero con molta padronanza; si deve in larga misura al suo genio se l'Impero sia rimasto tanto a lungo come lo aveva strutturato lui. Fu adottato per testamento come figlio ed erede da Cesare e dopo l'uccisione di Cesare (15 marzo 44a.c.) tornò per reclamare i suoi diritti di erede. Pur essendo un uomo apparentemente pacifico, il suo principato fu il più travagliato da guerre di quanto non lo siano stati quelli della maggior parte dei suoi successori. Sul retro del sesterzio di Augusto, riproposto anche dal suo successore, è rappresentato l’altare di Lione, dedicato a Roma e ad Augusto. Il principato L'ambizione di Augusto era quella di essere fondatore di un optimus status, facendo rivivere le più antiche tradizioni romane e nel contempo tenendo conto delle problematiche dei tempi. Ottaviano, una volta ricevuti i necessari poteri da parte di Senato e Popolo romano, cominciò ad assumere misure atte a dare all'Italia ed alle Province il sospirato benessere, dopo oltre un decennio di guerre civili. Divise l'Italia in undici regioni arricchendola di nuovi centri e migliorò la situazione di Roma, capitale dell'impero e riorganizzò l'amministrazione finanziaria dello Stato romano e l’esercito. Numerosi furono gli edifici, le opere pubbliche ed i monumenti celebrativi costruiti o restaurati durante il suo principato: Teatro di Marcello • Fece ristrutturare la Curia (sede del senato); • Fece ristrutturare il Tempio di Giove sul Campidoglio; • Fece costruire un nuovo foro accanto al Foro di Augusto; • Fece costruire numerosi templi ,oltre al Pantheon,al Teatro di Marcello, al primo anfiteatro in pietra, alle Terme di Agrippa ed un nuovo ponte sul Tevere e altri numerosissimi monumenti in tutte le province imperiali; • Creò numerosi municipi e colonie; • Fece di Roma una monumentale città di marmo, la fornì di corpi di polizia e fece fare Curia Iulia costruzioni capaci di proteggerla da eventuali inondazioni; • Aumentò l'approvvigionamento idrico con la costruzione di due nuovi acquedotti; • Curò personalmente gli approvvigionamenti di cibo necessari alla popolazione della capitale; • Incrementò, infine, il livello di sicurezza cittadina ponendo a salvaguardia dell'Urbe tre nuove prefetture affidate a tre prefetti. L'età di Augusto è considerata uno fra i più importanti e fiorenti periodi della storia della letteratura mondiale e i principi politici di Augusto erano appoggiati dalle aspirazioni degli uomini di cultura del tempo. Del resto lo stesso Augusto fu un letterato dalle molteplici capacità: scrisse in prosa ed in versi, dalle tragedie alle opere storiche. Il secondo triumvirato Molti dei cesariani si schierarono dalla sua parte contro Antonio, suo diretto avversario nella successione politica a Cesare. Il senato, e in particolare Cicerone, invece lo vedevano come un principiante inesperto data la sua giovane età, in realtà da subito il giovane rivelò un'autonomia e un'abilità politica notevole. Nel 43 aiutato da Lepido, riuscì ad avere un colloquio privato con Antonio a Bologna, da cui nacque un accordo a tre, tra lui, Antonio e Lepido della durata di cinque anni. Si trattava del secondo triumvirato. Antonio Lepido Ottaviano Secondo l'opinione di alcuni storici, questa data segna la fine della Repubblica romana. Il patto prevedeva la divisione dei territori romani: ad Ottaviano toccarono Siria, Sardegna ed Africa proconsolaris; Poi Antonio e Ottaviano, lasciato Lepido al governo della capitale, si scontrarono due volte con Bruto e Cassio e li sconfissero a Filippi. I due si suicidarono. Dopo lo scontro a Filippi, Ottaviano, Antonio e Lepido trovandosi padroni, ora, dei territori orientali procedettero ad una nuova spartizione delle province: a Lepido furono lasciate la Numidia e l'Africa proconsolaris, ad Antonio, la Gallia, la Transpadania e l'Oriente romano, ad Ottaviano spettarono l'Italia, la Sicilia, l'Iberia, e la Sardegna e Corsica. Successivamente Ottaviano cercò un'intesa con Sesto Pompeo. Poi Antonio cercò di sbarcare a Brindisi con l'aiuto di Sesto Pompeo, ma la città gli chiuse le porte. Con il trattato di Brindisi si venne ad una nuova divisione delle province: ad Antonio restò l'Oriente, ad Ottaviano l’Occidente compreso l'Illirico; a Lepido l'Africa e la Numidia; a Sesto Pompeo fu confermata la Sicilia per metterlo a tacere, affinché non arrecasse problemi. Poi però Sesto Pompeo iniziò a diventare un alleato scomodo e Ottaviano decise di disfarsene; infatti di lì a poco ruppe l’alleanza. La Sicilia cadde e Sesto Pompeo fuggì in Oriente, dove poco dopo fu assassinato dai sicari di Antonio. Ottaviano si liberò così di un altro rivale. Poco dopo fu anche la volta di Lepido. Questa eliminazione graduale di tutti i contendenti nell'arco di sei anni, da Bruto e Cassio, a Sesto Pompeo e Lepido, determinò parecchi contrasti tra i due triumviri restanti, tanto da sfociare in una vera e propria guerra civile. Successivamente Antonio ripudiò la sorella di Ottaviano e così i due vennero ad aperte ostilità. Ma il conflitto fu proprio inevitabile quando Ottaviano venne a sapere dell’ intensione di Antonio di lasciare i territori orientali di Roma a Cleopatra d’Egitto ed ai suoi figli. Roma dichiarò guerra a Cleopatra, la quale fu sconfitta con Antonio ad Azio, nel 31 a.C. e l'anno successivo si suicidarono in Egitto. Fu in questo periodo che a Roma ebbe fine la Repubblica. Ritratto di Ottaviano ai tempi della Battaglia di Azio Concezione dispotica: monarchia assoluta . Difesa dei valori tradizionali: repubblica e potere del senato Dominio di Marco Antonio sull’Oriente Dominio di Ottaviano sull’ Occidente Scontro inevitabile: Battaglia di Azio (31 a.c.) vittoria di Ottaviano •Riforma l’ esercito; •Riorganizza l’amministrazione finanziaria •Crea dei prefetti; Ottiene un vasto consenso popolare per la cessazione di guerre civili Pieno potere di Ottaviano che: Aureo raffigurante Antonio ed Ottaviano. Alla morte di Antonio, Ottaviano divenne il padrone assoluto di Roma. Il senato gli conferì progressivamente onori e privilegi (imperium, tribunicia potestas, Pontefice massimo,Pater Patriae), il titolo più importante però lo ricevette nel 27 a.C. quando il Senato gli conferì il titolo di Augustus cioè "degno di venerazione ". Nello stesso anno riorganizzò le province dal punto di vista amministrativo e creò inoltre numerosi municipi e colonie. Ritratto di Augusto come pontefice massimo in tarda età. Il problema della successione Il controllo che ebbe sull'Impero fu talmente assoluto che gli permise di nominare il successore, costume che a Roma era stato abbandonato fin dalla fondazione della Repubblica. La successione, fu una delle più grandi preoccupazioni della vita di Augusto. Per alcuni anni Augusto sperò di avere come erede Marcello il quale morì prima di salire al trono, così Augusto pensò ad Agrippa, ma morì anch’ lui e quindi la sua scelta dovette cadere sul figlio adottivo Tiberio. La cosiddetta Gemma augustea, la cui complicata iconografia è una celebrazione delle gesta di Augusto. La morte Augusto morì il 19 Agosto del 14 d.c. a Nola. Ricevette onori divini e la sua salma fu trasportata dai soldati a Roma e collocata nel vestibolo della sua casa. Tiberio (42 a.C. – 37) Tiberio nacque a Roma nel 42 a.c. da Tiberio Claudio Nerone e da Livia Drusilla, di circa trent'anni più giovane del marito. Tanto dal ramo paterno che da quello materno, apparteneva alla gens Claudia, un'antica famiglia patrizia giunta a Roma nei primi anni dell’ età repubblicana e distintasi nel corso dei secoli per il raggiungimento di numerosi onori e alte magistrature. Fu adottato da Augusto così entrò a far parte della gens Giulio Claudia e alla morte del padre adottivo poté succedergli nel ruolo di principe. Fu il secondo imperatore romano che governò dal 14 al 37. Moneta raffigurante Tiberio e sul retro la madre Livia Drusilla. In gioventù Tiberio si distinse per il suo talento militare conducendo brillantemente numerose campagne lungo i confini settentrionali dell'Impero e in Illirico. Infatti, dopo un periodo di volontario esilio sull'isola di Rodi, rientrò a Roma condusse la spedizione in Germania e quella in Illirico: Le campagne di Tiberio e del suo legato, Saturnino in Germania nel 4-6. La campagna di Tiberio in Illirico nel9. Successivamente operò alcune importanti riforme in ambito economico e politico, e pose fine alla politica di espansione militare, limitandosi a mantenere sicuri i confini. L’impero di Tiberio Dopo la morte del nipote Germanico, Tiberio favorì sempre più l'ascesa del prefetto del pretorio Seiano, allontanandosi da Roma per ritirarsi nell'isola di Capri. Quando il prefetto mostrò di volersi impadronire del potere assoluto, Tiberio lo fece uccidere, ma evitò ugualmente di rientrare nella capitale. Tiberio trascorse l'ultima parte del suo regno sull'isola di Capri, lì fece costruire dodici ville, per poi risiedere in quella che preferiva. Si dice che a Capri Tiberio non abbia trascurato i propri doveri continuando a lavorare nell’ interesse dello Stato. Veduta aerea dei resti dei bagni di Tiberio a Capri. Tiberio possedeva però varie dimore come la “Villa Iovis”a Capri, la villa a Sperlonga ed una grotta sempre a Sperlonga: Piantina del complesso della Villa Iovis Resti della villa di Tiberio a Sperlonga. Costruita in epoca repubblicana. L’ingresso alla grotta di Tiberio a Sperlonga. Poi Tiberio lasciò Capri, come aveva già fatto in precedenza, forse con l'idea di rientrare finalmente in Roma per trascorrervi i suoi ultimi giorni; intimorito però dalle reazioni che il popolo avrebbe avuto, si fermò a sole sette miglia dall'Urbe, e decise di tornare indietro verso la Campania. Qui fu colto da malore e trasportato a Miseno dove cadde in uno stato di delirio e fu creduto morto. Mentre molti già si apprestavano a festeggiare l'ascesa di Caligola, Tiberio si riprese ancora una volta, suscitando scompiglio tra coloro che avevano già acclamato il nuovo imperatore; il prefetto Macrone, tuttavia, mantenendo la lucidità, ordinò che Tiberio fosse soffocato tra le coperte e così morì all'età di settantasette anni. Morte di Tiberio, Jean Paul Laurens. La plebe romana reagì con grande gioia alla notizia della morte di Tiberio. Molti monumenti che celebravano le imprese dell'imperatore furono distrutti, così come numerose statue che lo raffiguravano. In molti tentarono di far cremare il corpo di Tiberio a Miseno, ma fu comunque possibile trasportarlo a Roma, dove fu cremato nel Campo Marzio e sepolto nel Mausoleo di Augusto. Il mausoleo di Augusto che raccolse le ceneri di tutti gli imperatori e famigliari della dinastia giulio-claudia. Mentre l'imperatore defunto riceveva queste modeste onoranze funebri, Caligola era già stato acclamato princeps dal senato. CONCLUSIONE "Eccellente condottiero ed ottimo amministratore, Tiberio cerca di consolidare l'impero piuttosto che ampliarlo. E' senza dubbio un grande sovrano la cui cattiva fama, specie quella relativa alle dissolutezze a cui si sarebbe abbandonato negli ultimi anni della sua vita, dipende in gran parte dai cronisti dell'epoca" Tiberio non si distinse mai per nessuna tendenza al rinnovamento. Durante il suo regno dimostrò, anzi, un rigido rispetto per la tradizione augustea, cercando di osservare tutte le istruzioni di Augusto. Suo scopo era quello di salvaguardare l'Impero, assicurandone la tranquillità interna ed esterna, oltre a consolidare il nuovo ordinamento. Tiberio risultò eccellente nella gestione finanziaria, tanto da lasciare alla sua morte un avanzo memorabile nelle casse dello stato Riguardo alla politica estera Tiberio mantenne e consolidò la barriera contro i Germani lungo il Reno. Tiberio fu duramente criticato dagli storici antichi, ma la sua figura è stata rivalutata dalla storiografia moderna come quella di un politico abile e attento. L’esame della sua opera, mettendo in luce virtù e difetti, meriti e colpe, conduce ad un giudizio nettamente positivo per l’amministrazione dell’Impero, parzialmente negativo per l’uomo, come capo della sua famiglia e depositario dell’idea del Principato. Nell'amministrazione delle provincie aveva fatto sentire la sua mano forte, ma senza essere oppressivo. In Tiberio si salva, in ogni caso, l’onestà che lo porta ad essere considerato come uno dei migliori Imperatori. Incoronazione di spine, opera di Tiziano(conservata a Parigi, museo del Louvre). A destra, in alto, è visibile il busto di Tiberio e l'iscrizione TIBERIVS CAESAR, a memoria del fatto che l'arresto e la crocifissione di Gesù avvennero sotto il regno dell'imperatore. Come Augusto, fu rispettoso delle prerogative del Senato. Proprio all'inizio del suo Principato l'importanza del Senato fu accresciuta da un importante cambiamento, cioè dal completo trasferimento delle funzioni elettive dal popolo al Senato, che diventava corpo elettorale. Tiberio non fu l'autore di questo cambiamento, ma, semplicemente, realizzò un progetto che Augusto aveva formulato e lasciato scritto. Da allora in poi il Senato divenne l'unico organismo elettorale, mentre il popolo chiaramente non aveva voce in capitolo. Questa fu una delle ragioni per cui, fin dall'inizio, presso le classi umili, la figura dell'Imperatore apparve sotto una cattiva luce. Durante tutto il suo Principato, Tiberio si comportò con il Senato con gran deferenza e rispetto, consultandolo spesso, anche su questioni minori. Fu, comunque, deluso dall’apatia e dall’incapacità di un Senato che non raccolse i suoi stimoli. La Curia Iulia era l'antica sede del senato, posta al culmine del Foro Romano. Si tratta di un grande edificio in mattoni posto all'angolo tra l‘Argileto(la strada che la separa dalla basilica Emilia) e il Comizio. Caligola Gaio Giulio Cesare Germanico meglio conosciuto come Caligola(da “caliga”, particolare tipo di calzari che usava indossare), era figlio di Agrippina Maggiore e di Germanico (adottato da Tiberio). Fu il terzo imperatore romano, appartenente alla dinastia giulio-claudia, e regnò dal 37 al 41. Le fonti storiche pervenute lo hanno reso noto per la sua stravaganza, eccentricità e depravazione. L'esiguità delle fonti fa comunque di Caligola il meno conosciuto di tutti gli imperatori della dinastia. Si tratta di un personaggio discusso, molto popolare fra la gente romana ma politicamente avverso alla classe sociale e al ceto dal quale provenivano gli storiografi. Fronte Asse di Caligola in bronzo Retro Da ragazzo accompagnava i genitori nelle spedizioni militari in Germania dove usava indossare la Caliga cioè una particolare calzatura da cui il soprannome "Caligola", datogli dai soldati. Caliga Piede in marmo Quando il padre morì lasciò la Germania e tornò con la madre in Italia. L'imperatore Tiberio volle Caligola con lui nel 31, anno in cui divenne Pontifex (sacerdote). Alla morte di Tiberio il Senato ne annullò il testamento, che lasciava la guida dell'impero a Caligola e a Tiberio Gemello, nipote del defunto imperatore, sostenendo che al momento della stesura Tiberio fosse insano di mente e proclamò Imperator Caligola nel37. Il nuovo imperatore, per evitare problemi adottò Tiberio Gemello nominandolo suo erede. Ma successivamente, per evitare comunque che Tiberio Gemello reclamasse la co-reggenza che gli Asse di Caligola spettava, lo fece uccidere o lo indusse al suicidio. Caligola salì al potere con l'appoggio di tutti: Senato, esercito e popolo. Le ragioni di questa approvazione sono varie: la sua giovane età, la popolarità del padre, l'infanzia trascorsa negli accampamenti, la parentela sia con Augusto che con Marco Antonio e la sua devozione verso i familiari. Si pensava che Caligola avrebbe proseguito la politica del padre, Germanico, ma non fu così. Il breve impero di Caligola fu caratterizzato da una serie di massacri nei confronti degli oppositori interni e da atti che tendevano a una continua umiliazione della classe senatoria. Si dice che aveva frequenti attacchi d'ira e veniva definito “pazzo”. Caligola adottò una politica di assolutismo monarchico, voleva diventare un sovrano cui si rendevano onori divini sul modello delle monarchie orientali, esasperando il noto processo di divinizzazione degli imperatori defunti. Egli si rese popolarissimo e pretese che gli venisse eretto un tempio. Stando alle fonti, Caligola, al culmine del suo regno, avrebbe voluto essere proclamato dio. Potrebbe trattarsi dell'ennesima manifestazione della sua follia, oppure di una subdola politica per aumentare il suo potere presso i popoli ellenici, abituati da tempo a considerare il loro sovrano una divinità. Insomma, il tentativo religioso di un principe giovane di mantenere il potere con tutti i mezzi. Questo però provocò scontento a molte popolazioni. A differenza di altri imperatori che mantenevano legami con la parte occidentale dell’ impero, egli mirò sensibilmente verso oriente, verso una forma di potere assoluto a quel tempo ancora sconosciuto in Italia. Morte: Caligola morì assassinato in una congiura di Pretoriani nel 41. Insieme a lui persero la vita sua moglie e la loro bambina, che fu schiacciata brutalmente contro un muro. A lui succedette lo zio Claudio. Claudio(10 a.C. – 54) Fu il quarto imperatore romano(41-54) della dinastia giulioclaudia, ed il primo a nascere fuori dall’ Italia(Lugdunum, in Francia). Figlio di Druso maggiore e Antonia minore, era considerato dai suoi contemporanei come un candidato improbabile al ruolo di imperatore, soprattutto in considerazione di una qualche infermità da cui era affetto. Ma alla morte di Caligola, Claudio divenne imperatore in quanto unico maschio adulto della dinastia. Malgrado la mancanza di esperienza politica egli dimostrò notevoli qualità: fu un abile amministratore, un grande patrono dell'edilizia pubblica, espansionista in politica estera e un instancabile legislatore, che presiedeva personalmente i tribunali e che giunse a promulgare venti editti in un giorno. Tuttavia, la sua posizione era resa poco sicura dall'opposizione della nobiltà, cosa che condusse Claudio a mettere a morte molti senatori. Moneta di Claudio raffigurante Nerone Claudio era un giovane membro della più importante famiglia di Roma che fu tenuto lontano dalla vista del popolo fino all’ età di 47 anni, quando tenne il consolato assieme al nipote Caligola. La ragione di ciò risiede nel fatto che Claudio era nato con dei difetti fisici in una società, come quella romana, che disprezzava la debolezza: i membri della sua famiglia ritenevano che il suo essere costantemente ammalato, il suo sbavare e la sua balbuzie fossero un sintomo di debolezza mentale. Inoltre, poiché la famiglia riteneva che la sua condizione dipendesse da una mancanza di volontà, venne tenuto sotto la tutela di un precettore ben oltre la maggiore età, come avveniva per le donne; Claudio stesso si lamentò del fatto che gli gli fosse stato come precettore «un barbaro, un ex-ispettore delle stalle», il cui compito era di impartirgli una dura disciplina. Il giudizio dei suoi parenti non era certo lusinghiero: La madre di Claudio,Antonia Minore, la quale non aveva una buona opinione del figlio, che riteneva un mostro e uno stupido L’imperatore, al contrario, si disse sorpreso dalle capacità oratorie del nipote, ma comunque non gli diede nessun incarico pubblico, né lo inserì tra gli eredi principali nel proprio testamento, lasciandogli appena dei soldi alla propria morte. Se la sua famiglia non perdeva occasione per dimostrare di non averne grande stima, il popolo romano, al contrario, pare lo tenesse in una qualche considerazione. Di fronte a tutte queste critiche, Claudio rinunciò a qualunque aspirazione di carriera politica, dedicandosi ai suoi studi di storia. Ascesa al potere (37-41) Sotto Caligola, figlio di suo fratello Germanico, Claudio ottenne il consolato per due mesi come collega del nipote. Una volta compiuti i 50 anni, egli fu destinato a diventare il nuovo imperatore di Roma. Proclamazione di Claudio imperatore, di Lawrence Alma-Tadema; Claudio fu trovato nascosto dietro una tenda dai pretoriani, che lo nominarono imperatore. Carattere del principato di Claudio (41-54) Claudio si propose di essere un buon governante e, sotto molti aspetti, vi riuscì. Egli seppe, infatti, scegliere validi collaboratori ed imporre le proprie linee politiche. Per prima cosa rafforzò la sua posizione pacificando i vari partiti interni al senato, cancellando la memoria del regno di suo nipote Caligola e richiamando gli esiliati con un'amnistia generale. Si dimostrò pronto a tornare al principato di Augusto . Soppresse i processi per tradimento in senato e si guadagnò popolarità con l'abolizione delle nuove tasse imposte da Caligola e con la concessione di gare e spettacoli. Il governo di Claudio dimostrò una certa avvedutezza: egli condannò gli uccisori di Caligola solo perché servisse da esempio, ricompensò i pretoriani che lo avevano eletto, ampliò il porto di Ostia, costruì un nuovo acquedotto, bonificò diverse zone, sostituì i governatori delle province, che spesso diffidavano dalle sue direttive, con i suoi liberti e conquistò la parte sud della Britannia. Fu però rovinato dalle donne che sposò. Rapporto con il Senato Si mostrò inoltre rispettoso del Senato e dei magistrati partecipando attivamente alle sue sedute. La presenza alle riunioni era rigorosamente obbligatoria per i membri del senato e l'assenteismo punito. Claudio infatti voleva accattivarsi le simpatie del Senato. Egli, infatti, tentò di stabilire una sincera collaborazione con quest'organo istituzionale, secondo le linee della politica di Augusto, facendo un uso frequente di Senatus consulta e difendendo la posizione sociale dei senatori, riservando loro i posti migliori. Restituì, pertanto, al senato l'Acaia e la Macedonia. Spartì le province acquisite durante il suo principato fra gli ordini equestre e senatorio. Claudio rivide l'intera lista senatoria, eliminando quei membri inadatti ed introducendo solo uomini che avessero maturato meriti anche in provincia, poiché voleva che il senato fosse formato dalle migliori menti dell'impero. Cammeo dell'imperatore Claudio L'impero di Claudio. Opere pubbliche Ultimò la costruzione di due acquedotti e ne restaurò anche un terzo. Diede un grande impulso alla costruzione di strade e canali in Italia e nelle province. Poi costruì un canale navigabile sul Tevere . Infine bonificò la piana del Fucino nell'Italia centrale attraverso lo scavo di un emissario che faceva defluire le acque del lago nel fiume Liri però quest’ opera fu ridicolizzata, perché il progetto fu sbagliato per ben due volte . Porto di Claudio Titolatura imperiale I.Assunse al momento dell'ascesa al trono il pontificato massimo; II.La tribunicia potestas, che gli offriva la facoltà di opporsi alle decisioni del Senato, controllandone la politica; III.Poi gli venne conferito il titolo di Pater Patriae, "padre della patria"; IV.Tenne il consolato per cinque volte; V.Per i suoi successi militari ricevette il titolo Imperator per 27 volte, onore mai più ricevuto da nessun imperatore fino a Costantino I Morte (54) Nonostante i suoi difetti dimostrò capacità e temperamento e coprì il ruolo meglio di altri. Morì nel 54 improvvisamente, dopo aver mangiato un piatto di funghi. Non è difficile pensare che sia stato avvelenato da Agrippina, anche se era ormai sicura della successione di Nerone. Ella potrebbe aver desiderato vedere il figlio sul trono mentre era ancora abbastanza giovane per seguire i suoi consigli e le sue volontà. Morto Claudio, Agrippina e Nerone si preoccuparono di far sparire anche Britannico, figlio naturale di Claudio e aspirante al trono; questo evento testimonia l'implicazione di Agrippina nella morte dell'imperatore. L'augusta, però, dedicò sul Celio il tempio del Divo Claudio al defunto marito. La fama di Claudio presso gli storici antichi non fu certo positiva, al contrario tra i moderni molte delle sue opere furono rivalutate. Nerone (37 – 68) Fu il quinto ed ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia e governò dal 54 alla sua morte, avvenuta all'età di 30 anni. Nacque da Agrippina Minore (sorella di Caligola)e Gneo Domizio Enobarbo(appartenente a una stirpe considerata di "nobiltà plebea" ovvero recente). Asse di Nerone, raffigurante l‘ Ara pacis. Il principato….. primi anni Quando la madre lo pose sul trono Nerone aveva 17 anni. Per i primi 5 anni furono la madre Agrippina, Seneca e Burro ad avere la gestione dell’impero. Nerone intorno al 60 prese in mano le redini del potere, ripudiò la moglie e uccise la madre, e iniziò una serie di riforme che andavano incontro all’esigenze delle province e dei ceti meno abbienti, ma che erano completamente improvvisate. Dopo un inizio promettente, Nerone prese a limitare il potere dei senatori e si avviò a un esercito sempre più dispotico della sua autorità. Il suo principato fu quello più ricco di scandali: Il primo scandalo del regno di Nerone coincise col suo primo matrimonio, considerato incestuoso, con la sorellastra Claudia Ottavia, figlia di Claudio; Nerone uccise Britannico, figlio legittimo di Claudio poiché, essendo il futuro erede, rappresentava una minaccia; Nerone uccise anche la madre Agrippina perché stava organizzando una congiura contro di lui; Allo scoppio del grande incendio di Roma nel 64, l'imperatore si trovava ad Anzio, ma raggiunse immediatamente l'Urbe per conoscere l'entità del pericolo e decidere le contromisure. Sebbene avesse organizzato in modo efficiente i soccorsi, venne accusato di aver provocato egli stesso l'incendio, di cui furono poi incolpati i Cristiani di Roma, dando inizio ad una poderosa persecuzione, mettendo a morte moltissimi cristiani. La questione è tuttavia ancora controversa. Sembra addirittura che abbia aperto i suoi giardini per dar scampo alla popolazione e che abbia partecipato egli stesso allo spegnimento. Per la ricostruzione l'imperatore dettò nuove regole edilizie. Nerone fu coinvolto anche in un altro scandalo, dovuto al fatto che fosse considerato sconveniente per un Imperatore dare spettacolo recitando, cantando e suonando la lira. Successivamente l'imperatore viaggiò fra le isole della Grecia, mentre a Roma, Ninfidio Sabino andava procurandosi il consenso di pretoriani e senatori. Prima di lasciare la Grecia, annunciò personalmente presso Corinto, prima della celebrazione dei giochi panellenici, la decisione di restituire la libertà alle poleis, eliminando il governo provinciale di Roma. Opere pubbliche Nerone, oltre alla famosa ricostruzione di Roma a seguito dell'incendio, intraprese altre opere pubbliche tra cui due imprese sovrumane iniziate, ma mai completate: il taglio dell'istmo di Corinto e un canale lungo la costa dall'Averno a Roma. La prima opera, già tentata in precedenza da molti sembrava non portare fortuna a chi la intraprendeva, tutti morti in modo violento. Gli scavi si interruppero con la morte dell'ideatore. Il canale dall'Averno a Roma (lungo 250 km)non fu mai completato a causa degli infiniti problemi tecnici. Tomba di Nerone Morte e sepoltura Quando Nerone fece ritorno a Roma, dovette subire le ribellioni di tutti… come Gaio Giulio Vindice, governatore della Gallia Lugdunense, il generale governatore nelle province ispaniche dichiarò la sua fedeltà al Senato ed al popolo romano, non riconoscendo più l'autorità di Nerone, che gli aveva ordinato di suicidarsi. Si ribellò anche il comandante della III legione Augusta in Africa, bloccando la fornitura di grano per la città di Roma. Anche i pretoriani si ribellarono a Nerone. Infine il Senato lo depose e Nerone si suicidò nel 68, si dice, aiutato da una schiava. Venne sepolto in un'urna di porfido, sormontata da un altare di marmo, collocata nel Sepolcro dei Domizi.Con la sua morte terminò la dinastia giulioclaudia. Cammeo dell'Imperatore Nerone in vesti apollinee L’ opinione degli storici su Nerone L'immagine negativa di Nerone è stata tramandata anche dagli storici cristiani in quanto egli sarebbe stato l'autore della prima persecuzione contro i cristiani. Si è ritenuto, addirittura, che Nerone fosse l'anticristo, poiché la somma del valore numerico delle lettere che compongono le parole "Cesare Nerone" in lingua ebraica è 666, il numero della Bestia di Satana. In realtà non c'è alcuna traccia di un decreto di Nerone contro i cristiani. Egli si limitò, infatti, soltanto all'arresto degli incendiari, veri o presunti. Le tradizioni cristiane attribuiscono a Nerone l'uccisione di numerosi santi, improbabili o leggendari. La figura di Nerone ci è stata tramandata in modo del tutto negativo anche dai resoconti degli storici: ciò è dovuto principalmente alla politica condotta dall'imperatore che favorì apertamente i ceti popolari in opposizione alla classe senatoriale, alla quale apparteneva la maggior parte degli storici dell'epoca. Inoltre, Nerone attuò una grande riforma economica, svalutando la moneta d'oro (moneta senatoriale) e dando maggiore potere economico alla moneta d'argento, usata prevalentemente dal ceto borghese. Ciò contribuì ad inasprire ulteriormente il contrasto tra Nerone e gli storici. . Politica estera Mantenimento dei confini stabiliti da Ottaviano Tiberio Concezione del potere e politica interna Politica economica Politica interventista e aggressiva Claudio Controllo della spesa pubblica •Tiberio •Claudio Monarchia assolutistica di stampo ellenistico Progetto di monarchia illuminata •Caligola •Nerone Nerone Provvedimenti propagandistici molto costosi Promozione di opere pubbliche •Caligola •Nerone Claudio