LAVORO E COSTITUZIONE Classe 1^C a.s. 2013-2014 Istituto Comprensivo Campagnano Lavoro = Libertà e dignità. Un progetto multidisciplinare SENZA LAVORO NON SI E’ LIBERI “Mi dica in coscienza, lei può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli ed educarli? Questo non è un uomo libero! Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è libertà. La libertà senza giustizia sociale è una conquista vana” (Sandro Pertini) La nostra Costituzione Discorso sulla costituzione di Pietro Calamandrei discorso qui riprodotto fu pronunciato da Piero Calamandrei nel salone degli Affreschi della Società Umanitaria il 26 gennaio 1955 in occasione dell’inaugurazione di un ciclo di sette conferenze sulla Costituzione italiana organizzato da un gruppo di studenti universitari e medi per illustrare in modo accessibile a tutti i principi morali e giuridici che stanno a fondamento della nostra vita associativa. http://www.youtube.com/watch?v=2j9i_0yvt4w Il lavoro nella nostra Costituzione Tra i diritti fondamentali e principi fondamentali Art.1 L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro, la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione Art. 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il DIRITTO AL LAVORO e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il DOVERE di svolgere secondo le proprie possibilità e la proprie scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società Art. 3 Rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando la libertà, l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona e l’effettiva partecipazione politica, economica, sociale del Paese. Art. 35 Ribadisce la tutela del lavoro, in tutte le sue forme ed applicazioni. Garantisce una cura particolare per la formazione e l’elevazione professionale del lavoratore, regolamentazione intenzionali dei diritti del lavoro formazione Art. 36 Diritto alla giusta retribuzione – es. salario, alle ferie al riposo, … Art. 37 Diritto della tutela della donna lavoratrice e dei minori Art. 38 Previdenza sociale Art. 40 Diritto di sciopero Art. 46 Collaborazione tra i lavoratori Art. 51 ultimo comma Conservazione del posto di lavoro per chi è chiamato a funzioni pubbliche L’art. 4 è una norma programmatica!!!!! Secondo l’onorevole Romano “Il diritto al lavoro (art. 4) è un diritto sfornito di azione, VUOTO DI CONTENUTO. Più che parlare di diritto, si dovrebbe dire che la Statuto promuove le condizioni per eliminare la disoccupazione, quindi è una norma programmatica che non vincola lo Stato a dare pieno impiego a tutta la popolazione attiva. Inteso così non garantisce il diritto all’occupazione né la conservazione del lavoro. In ogni caso il diritto del lavoro è alla base del diritto alla libertà.” IL LAVORO Va garantito Va tutelato, anche per gli italiani all’estero(art.35) Dà diritto ad una retribuzione, proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto (art.36) La legge ha il compito di determinare la durata massima della giornata lavorativa e il limite minimo di età per il lavoro salariato (articoli 36, 37) Va previsto il diritto del lavoratore al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite (art.36) Ci deve essere l’uguaglianza tra uomo e donna anche in ambito lavorativo (art.37) Alle donne vanno date condizioni di lavoro che consentano l’adempimento delle funzioni familiari (art.37) LAVORO Libertà Dignità guadag no attività profitto salario autono ma dipendent e imprenditoriale onorario stipendio ECONOMI A settori del lavoro primari o secondario terziari o quaterna rio SETTORE PRIMARIO Sono attività che nascono dallo sfruttamento delle materie prime (colture, allevamento del bestiame, ittico, attività estrattive minerarie, forestali, …) SETTORE SECONDARIO Sono le attività che trasformano le materie prime in prodotti finiti (industrie, artigianato,costruzioni …) SETTORE TERZIARIO Sono le attività che offrono servizi (scuole, uffici, ospedali, commercio, banche assicurazioni, trasporti, turismo, arte e cultura, attività professionali, ricerca,…) Settore terziario avanzato o quaternario I SINDACATI Associazioni libere tra persone che svolgono la loro attività nello stesso settore della produzione o dei servizi costruite per la tutela degli interessi comuni. Più sindacati di categoria possono unirsi per costituire Confederazioni o Federazioni di Lavoratori oppure padronali. BREVE STORIA DEI SINDACATI Prima industrializzazione sociali e urbanesimo Modificazi onisociali Doloroso mutamento nella vita dei ceti operai Il quarto stato Il quarto stato Il Quarto Stato è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo nel 1901, inizialmente intitolato Il cammino dei lavoratori. Pesanti ritmi e orari di lavoro Sfruttamento di donne e bambini Drammatiche condizioni abitative e igieniche Ricorrenti crisi e disoccupazione Solidarietà tra lavoratori MUTUO SOCCORSO I PRIMI SINDACA TI Mancava però il carattere di organizzazione di massa, erano poco più che associazioni di mestiere (corporazioni: esperienza già dei Comuni medievali!) Emblemi delle corporazioni medievali e il mutuo soccorso tra 1700 e 1800 Emblemi delle corporazioni medievali Mutuo soccorso tra 1700 e 1800 Tra il 1700 e il 1800, la Rivoluzione Industriale fu all’origine dello sconvolgimento dei precedenti assetti sociali: la meccanizzazione del lavoro non necessitava più di competenze, abilità e capacità creative. I lavoratori inurbati di estrazione contadina vivevano nelle fabbriche l’intera giornata, in condizioni di precarietà igienica e di insicurezza. Ma è proprio dal quotidiano contatto e dal sentimento di condivisione dei bisogni che spontaneamente presero corpo relazioni interpersonali forti, vincolate da patti associativi e solidaristici di autodifesa. Nei primi decenni dell’800 nelle officine e negli opifici maggiori del nord Italia erano limitatamente diffuse le collette, casse-deposito alimentate dai lavoratori e gestite dal padrone che doveva provvedere a sostenerli in caso di malattia. Altre forme di autoassistenza erano perlopiù sporadiche e collegate all’esperienza delle confraternite e delle corporazioni di mestiere. Le sovvenzioni erano di volta in volta commisurate a donazioni o ad occasionali elargizioni, derivate dal buon andamento della produzione, che venivano raccolte e distribuite senza norme, senza alcuna regolamentazione partecipativa e democratica. Si trattava di forme assistenziali di tipo caritativo che non coinvolgevano i lavoratori nell’organizzazione sistematica delle tutele. Seconda rivoluzione industriale Produzione in serie, lavorazione automatizzata Manodopera generica (poco specializzata) Quale funzione sulla vita sociale? Nuove esigenze associazionisti che IDEE DIVERS E IDEE DIVERSE SOCIALDEMOCRATICI : per l’erosione graduale del reddito capitalistico e trasformazione della società secondo ideali e interessi del proletariato, Mirano all’educazione degli operai (scuola di socialismo) LENINISTI: in URSS, dopo la rivoluzione bolscevica, furono concepiti come istituzioni subordinate al Partito Comunista ANARCOSINDACALISTI: forti soprattutto i Spagna, alla vigilia della guerra civile del 1936. Lo sciopero era per loro la guerra tra sfruttati e sfruttatori PRAGMATICO RIVENDICATIVI: negli USA, si battono per miglioramenti salariali e contratti di lavoro favorevoli ai prestatori d’opera. LABURISTI: in Inghilterra, verso la metà dell’ottocento, difendono le condizioni materiali dell’operaio compatibilmente alla funzionalità del sistema politico-produttivo esistente CRISTIANI: soprattutto in Francia e in Italia, per una umanizzazione e per mitigar i conflitti di classe, cercando mediazione tra gli interessi contrapposti FASCISTI: con idee corporative elaborate dal fascismo in Italia tra gli anni ’20-’30, organi di Stato totalitario,soffocavano ogni contrasto tra capitale e lavoro e divennero strumento di controllo e organizzazione del consenso al regime Costituzione italiana art.39 Comma 1 … l’organizzazione sindacale è libera Comma 5 … stabilisce i contratti di lavoro LO STATUTO DEI LAVORATORI legge 20 maggio 1970, n. 300 ("Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento"), che ancora oggi è una delle norme fondamentali nel diritto del lavoro italiano. STATUTO DEI LAVORATORI Norme sulla libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro. Frutto delle lotte sindacali degli anni ‘60-’70. Limita il potere dei datori di lavoro all’interno delle aziende in rispetto all’at. 41, II comma della Costituzione definisce i più importanti diritti del lavoratore e dei sindacati L’art. 18 della legge 300 del 20-05-1970 dello SdL Impone all’imprenditore che abbia licenziato senza giusta causa o giustificato motivo di reintegrare il lavoratore e risarcirgli il danno (limitatamente a un’unità produttiva che abbia più di 15 dipendenti, poi abrogata con L.108 dell’11 maggio 1990) Perché fa tanto parlare l’art. 18? Modificare o abolire l’art. 18 Mantenere l’art. 18 GOVERNO E IMPRENDITORI frena i datori di lavoro ad assumere crea disoccupazione licenziabilità più facile, con indennizzo e non reinserimento anche per motivi economici Meglio un posto di lavoro in più anche se meno garantito AUMENTEREBBE IL TASSO DI OCCUPAZIONE SINDACATI E LAVORATORI a tutela dei lavoratori troppa flessibilità, porterebbe a massima precarietà non si può eliminare un diritto non creerebbe più lavoro per le piccole aziende, né emergerebbe il “lavoro nero” si lavorerebbe preoccupati di poter essere licenziati, con ansie e tensioni non permette di pianificare il futuro AUMENTEREBBE LICENZIAMENTI E PRECERIETA’ PRO E CONTRO L’ABOLIZIONE DELL’ART. 18 Art. 19 ai lavoratori è data possibilità di costituire rappresentanze sindacali e il diritto di avere un locale per le riunioni, il diritto di sciopero Art.28 prevede la repressione della condotta antisindacale, rappresentanza sindacale attraverso RAS e RSU Significati del lavoro E’ un’attività, perché l’uomo progetta E’ lo strumento attraverso il quale l’uomo si realizza E’ solo un mezzo per guadagnarsi da vivere LAVORO Realizzazione di se’ Necessario (non il suo lavoro, ma i suoi prodotti) Visione positiva Visione negativa Significati del lavoro E’ il dominio dell’uomo sulla natura una sfida, un insieme di conquiste umane fisico Lavoro psichico intellettivo Breve storia del lavoro Nell’antichità Oggi per noi il lavoro qualifica socialmente, ma nelle comunità tribali non c’è un termine che designi il lavoro poiché il lavoro era nelle diverse attività: caccia, fuga, lotta …., come per gli animali. Lavoro per eccellenza diverrà l’agricoltura, altamente gradita agli dei. I frutti della terra erano considerati doni divini, non conquiste umane. NATURALE = DIVINO Lavorare la terra e prenderne i frutti non era vista come personale conquista ----------------CONCEZIONE MAGICA DEL LAVORO Nell’antica Grecia Il lavoro manuale è disprezzato, è attività da schiavi, deturpa il corpo. La degenerazione del corpo conduce anche a quella dell’anima, lesivo dell’armonia tra corpo e anima. Per Platone e Aristotele c’è differenza tra: È l’uso che valorizza la forma Chi lavora (costruisce, produce) Chi sa a cosa serve il lavoro (chi consuma) dell’oggetto, la forma è nella test del consumatore, non in quella di chi l’ha prodotta. Vera causa di ciò che viene prodotto è il COMMITTENTE Il Cristianesimo Rivaluta il lavoro, senza esaltarlo. Il lavoro è un’attività necessaria… ma inferiore Anche Cristo impara un mestiere S.Paolo diceva “chi non lavora non mangia” Orat et labora sarà la Regula benedettina, ma ogni cosa stia al suo posto Per Sant’Agostino il Vangelo non vieta di procurarci il necessario, ma non può essere questo lo scopo della predicazione IL Medioevo * Il lavoro va acquistando dignità, ma non ha ruolo centrale nella vita dell’uomo Vita nel medioevo, i lavori e la stagioni L’Umanesimo C’è una rivoluzione del lavoro Il lavoro occupa un posto primario entro modelli “comunistici” (es. in Campanella e Moro) Per Leon Battista Alberti: “Il lavoro riempie il lento scorrere delle ore” L’uomo lavora trasforma la materia scambia Una stamperia del Cinquecento L’età della Riforma Per Lutero ciascuno nella sua comunità doveva avere il suo mestiere particolare: calzolaio, artigiano,…. Poiché l’ozio è un’evasione peccaminosa. La vita monastica è scelta egoistica, di chi fugge ai propri doveri verso il prossimo. Dio ha assegnato a ciascuno il proprio mestiere. Per Calvino il lavoro ha ruolo dinamico, ogni uomo è chiamato a svolgere un ruolo (predestinazione) e ogni risultato positivo del proprio lavoro è segno di elezione L’età della Riforma LUTERO: l’uomo è… recipiente CALVINO*: l’uomo è strumento della divina Provvidenza L’età della Riforma * Per Calvino sia lavoro che accumulazione sono leciti risultati di un operare: Razionale Metodico Instancabile Libera dall’ansia della salvazione Che aiuta a migliorare la propria situazione sociale Rinascimento Nasce il nuovo metodo scientifico (Galilei) Si cerca di interpretare le leggi della natura Si fanno nuove scoperte scientifiche Si mettono a punto nuove tecnologie L’uomo ha consapevolezza della propria capacità di trasformazione della natura L’uomo acquista fiducia in se stesso e vede nel lavoro il proprio futuro ed un mezzo per intervenire sul tempo IL LAVORO VIENE ESALTATO COME CREATIVITA’,anche con risvolti estetici: giocare,plasmare la natura,…. Galileo Galilei L’età delle rivoluzioni Sempre più forte è l’idea che il lavoro sia un’attività trasformatrice dell’ordine naturale, che rimuove la natura dal suo stato originario e la domina (Bacon) o se ne appropria (Locke), concetti che permarranno fino all’età moderna e per buona parte del’900 Attività in cui l’uomo produce e controlla la natura, si impadronisce dei materiali naturali esterni necessari a soddisfare i suoi bisogni e MODIFICA SE STESSO sviluppando talenti e facoltà in natura assopite. LAVORO = insieme delle azioni che per un fine pratico l’uomo esercita sulla natura con l’aiuto del suo cervello, delle sue mni, di utensili o macchine e che agendo a loro volta sull’uomo lo modificano (Friedmann) Ottocento Il lavoro è visto come trionfo umano Da concetto subordinato ai concetti morali A concetto filosofico pieno di significati che subordinano altri concetti Diventa concetto chiave della visione del mondo POSITIVISMO Corrente di pensiero di metà Ottocento che pone la scienza a fondamento della conoscenza ed estende il metodo scientifico a tutti i campi ‘900 ‘800 ‘700 rivoluzione industriale Trasformazioni economiche e sociali rivoluzione industriale Formazione della classe operaia Coscienza delle classi lavoratrici Dalle campagne Alle fabbriche Novecento Lavoriamo per vivere o viviamo per lavorare? sfruttamento Precarietà e sfruttamento alienazione Disoccupazione e precarietà Problemi del lavoro I Paesi con produttività più bassa sono quelli che investono meno in ricerca e sviluppo E’ importante anche analizzare le caratteristiche peculiari di ogni Paese Alcuni aspetti del nostro sistema economico In Italia c’è il netto predominio delle piccole e medie imprese che garantiscono flessibilità del prodotto (non dell’occupazione, per noi poco risolutiva e attuabile dalle grandi aziende), qualità, coordinamento tra imprese anziché competizione. Il sistema italiano è entrato in crisi con la globalizzazione Da noi è bassa la capitalizzazione (quasi totale il rifiuto di quotarsi in borsa) SOLUZIONI Investimenti in ricerca per battere la concorrenza con prodotti nuovi e migliori Flessibilità della produzione e non tanto dei lavoratori Uno Stato capace di progettare una politica industriale nuova Disoccupazione giovanile in Italia Il problema dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro è mondiale, ma in Italia è più acuto Tra i 16 e i 24 anni in Italia: solo un ragazzo su 4 trova lavoro In Europa: un ragazzo su 2 Sono meno quelli che in Italia lo cercano perché scelgono di frequentare l’Università? NO Tra i 25 e i 34 anni in Italia 18 su 100 hanno la laurea Meno della metà che in Francia, Svezia, USA!!!!!!!!!!!!!! Disoccupazione giovanile in Italia La disoccupazione giovanile al Centro-Nord si avvicina alla media europea, ma è molto più alta al Sud Il mercato del lavoro tende a proteggere chi un lavoro ce l’ha già (adulti) e pensa poco a soluzioni per la disoccupazione giovanile Ai giovani vengono offerti soprattutto contratti temporanei Le aziende preferiscono assumere temporaneamente per evitare la rigidità dei contratti a tempo indeterminato Quale futuro li attende….? I giovani vivono più a lungo con i genitori si sposano più tardi, fanno meno figli, non accumulano contributi per la loro pensione, non acquistano la loro abitazione ………………………….. !! Lunghi periodi di disoccupazione hanno conseguenze negative sulle carriera lavorativa e creano gravi problemi psicologici di autostima sociali Partiti e Sindacati dovrebbero pensare a riforme che favorissero i giovani, ma sono sostenuti dagli adulti occupati, a cui dovrebbero chiedere sacrifici!!! Cosa resta? La famiglia resta l’unico meccanismo di protezione dei giovani PADRE MADRE NONNI Lavoro sicuro Pensione Abitazione Si assicura ai giovani la sopravvivenza, ma si nega loro il FUTURO Supporto ai figli (precari) La fuga Si sta creando una generazione Sfiduciata Disillusa Che non s’impegna, perché non vede futuro Molti bravi giovani vanno all’estero Fuga di “cervelli” e di giovani intraprendenti e capaci “Tanguy” un film francese che racconta la storia di un28enne che non se ne voleva andare da casa Sfruttamento del lavoro minorile un problema globale NEL MONDO 306milioni di bambini economicamente attivi 115milioni esposti a lavoro rischiosi e alle peggiori forme di sfruttamento Si concentrano in ASIA e nel PACIFICO 113,6 milioni in AFRICA SUB SAHARIANA 65,1 milioni Non è una realtà che riguarda solo i PVS ,ma anche quelli con economia in via di transizione e quelli industrializzati STOP CHILD LABOUR school is the best place of work Il lavoro minorile va eliminato Vanno promossi i diritti fondamentali del lavoro per tutti (adulti e minori) Un importante obiettivo…Sicurezza sul lavoro Sono ancora troppi i caduti per incidenti sul lavoro (“omicidi sul lavoro” venivano detti negli anni ‘60,quando erano attribuibili al sistema di produzione, alle scarse o assenti condizioni di sicurezza). Oggi il termine più usato è MORTI BIANCHE Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza non è il bianco della purezza non è il bianco candido di una nevicata in montagna E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto occhi spalancati dal terrore dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza l’attimo di una caduta da diversi metri dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni del trattore senza protezioni che sta schiacciando dell’impatto sulla strada verso il lavoro del frastuono dell’esplosione che lacera la carne di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze e il corpo martoriato di un lavoratore E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso di una vita che si spegne lontana dagli affetti di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese da chi è spesso solo moderno schiavo. MORTI BIANCHE Poesia e dipinto di Carlo Soricelli Storia e significato di una ricorrenza 20 Luglio 1889 a Parigi viene lanciata l’idea che in una data stabilita in “tutti” i Paesi e “tutte” le città, nello stesso giorno i lavoratori avrebbero chiesto alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a 8 ore. Si scelse il 1° Maggio, perché nel 1886, in quel giorno, c’era stata una grande manifestazione operaia a Chicago, che era stata repressa nel sangue. Con questa festa si intendono ricordare le battaglie operaie alla conquista delle otto ore lavorative e più in generale si dedica questa giornata ai diritti acquisiti che garantiscano lavoro, dignità e libertà. Informazioni Il lavoro è stato realizzato dalle classi 1^C e 3^B della scuola media di Campagnano condotto e coordinato dalla prof.ssa Catia Montemaggi Tutte le immagini sono state ricavate da siti di interesse educativo e sono utilizzate ad esclusivo uso didattico. 5 maggio 2014