Vorrei essere la voce del silenzio, per il povero e il più disperato, per chi è nato ora per chi è solo, in ogni punto del mondo che è grande solo per noi, in un tutt’uno, per tutti. Vorrei essere la voce per chi infelice muore lontano da tutti ai bordi dei nostri cuori. sopra quel marciapiede dall’indifferenza avvolto della grande città, Vorrei gridare che nulla e nessuno se ne va per sempre, nella terra del contadino. un uomo nasce, Così come un fiore nasce, per poi dissolversi. o nella terra entra, poesia di Marco Pellacani, disabile dalla nascita elaborazione: [email protected]