Le imprese attive in Sardegna al maggio 2011 Al mese di maggio 2011 si contano oltre 147 mila imprese attive in Sardegna. Il confronto tra maggio 2011 e maggio 2010 restituisce un incremento, seppur lieve, dello 0,3% (Italia stazionaria, Mezzogiorno -0,4%), con risultati particolarmente positivi per Nuoro (+0,8%) e per il Nord Sardegna (+0,5%). 1/22 La crescita delle società di capitale Ampliando il confronto al biennio 2011-2009 (in tal caso solamente il Nord Sardegna evidenzia un incremento positivo), si coglie per la regione una crescita per le società di capitale (+8,6%, dato superiore alla media nazionale, con dinamica particolarmente marcata per Nuoro e Sassari), e le altre forme (+4,1%). Parallelamente si riducono le ditte individuali (-3,1%, variazione inferiore alla media Italia, anche in questo caso particolarmente marcata è la riduzione di Nuoro). 2/22 Le necessità di misurare fenomeni “nuovi”… L’apprezzamento e l’utilizzo crescente di studi e informazioni statistiche si traduce in una domanda che si fa sempre più esigente, che amplia il campo di indagine a temi nuovi e sfidanti per le possibilità di misurazione statistica. Ci si riferisce a temi quali l’economia sommersa, il lavoro irregolare, la criminalità, la clandestinità, ecc. ma anche, e si tratta di esperienze sviluppate dall’Istituto con Unioncamere in collaborazione con la Fondazione Symbola, la quantificazione della qualità incorporata nelle nostre produzioni (dal PIL al PIQ), l’apporto alla crescita economica e occupazionale delle industre culturali e creative e la “tendenza green” dei nostri sistemi produttivi. “Un vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”. (Proust) 3/22 … ma anche di disporre di nuove segmentazioni per leggere società ed economia Le esigenze di informazione territoriale riguardano non solo verso nuova informazione, ma vanno anche nella direzione di nuove articolazioni per informazioni esistenti. Si pensi, con riferimento alla sfera delle imprese, quella che più da vicino riguarda il sistema delle Camere di commercio, a fenomeni quali ad esempio: l’imprenditoria femminile; l’imprenditoria giovanile; l’imprenditoria straniera; l’economia civile; i livelli di internazionalizzazione. Sono temi, questi, sui quali come l’Istituto Tagliacarne sta lavorando - di concerto con Unioncamere -, per lo sviluppo di nuove produzioni statistiche anche su scala territoriale. Alcuni esempi… 4/22 Le imprese femminili in Sardegna Le oltre 36 mila imprese femminili presenti in Sardegna incidono sul totale per il 24,6%, valore leggermente al di sopra del dato Italia. Prendendo a riferimento il biennio 2009/2011 si coglie una tendenza a diminuire per la regione (-0,5%) come per tutto il Mezzogiorno, laddove il dato nazionale fa segnare un incremento dello 0,8%. L’unica eccezione è rappresentata dal Nord Sardegna (+1,7%). 5/22 Gli imprenditori in Sardegna per età La quota di cariche attive (titolare, società di capitale, socio, amministratore, “altre cariche”) con meno di 30 anni è pari a 5% (Nuoro 6,3%), valore allineato alla media italiana ma inferiore al dato del Sud (6,3%). La componente più consistente è rappresentata dalla fascia da 30 a 49 anni (50,5%). 6/22 Gli imprenditori in Sardegna per cittadinanza La presenza di persone straniere con cariche attive in impresa (4,6%) appare su livelli più contenuti rispetto alla media nazionale (6,9%). Tra le province spicca il Nord Sardegna (5,1%), dove appare in proporzione più alta la quota comunitaria, contrariamente a Cagliari, che presenta la percentuale più elevata di extra-Ue. 7/22 L’imprenditoria sociale Il D.lgs. 24/3/2006, n. 155 ha introdotto nel nostro ordinamento l’impresa sociale, con l’intento di disciplinare le più diverse tipologie di enti accomunati dalla medesima vocazione sociale. Le informazioni sul fenomeno ricavabili ad oggi dal Registro delle Imprese presentano risultati ancora modesti. Ciò si deve al fatto che molte imprese sociali non sono necessariamente iscritte nella apposita sezione del Registro. Sulla base delle ricostruzioni effettuate negli studi del progetto Excelsior, le attività “assimilabili” a quella delle imprese sociali con dipendenti ammonterebbero al 2007 a 12.030 (92,1% operante nei servizi). Le analisi, che saranno aggiornate nella prossima edizione della ricerca Unioncamere e Ministero del Lavoro, mostrano un settore in grande crescita, che offre spazio ad occupazione femminile, immigrati e che privilegia titoli di studio elevati. 8/22 L’importanza dei processi di internazionalizzazione Nello scorso mese di maggio è stata presentata la prima ricerca dell’iniziativa Focus PMI, osservatorio permanente di analisi del sistema delle Piccole e Medie imprese italiane, nato da un’iniziativa tra LS Lexjus Sinacta e Istituto Tagliacarne in qualità di partner tecnico scientifico. L’obiettivo dello studio ha riguardato i processi di internazionalizzazione delle nostre PMI manifatturiere, utilizzando un campione di imprese coinvolte in processi di partecipazione/acquisizione di imprese estere (IDE attivi), partecipate/acquisite da controparti estere (IDE passivi) e operative nella commercializzazione sui mercati esteri (Imprese esportatrici). 9/22 Le imprese internazionalizzate rispetto alla crisi Situazione contingente rispetto alle ripercussioni negative della crisi economica, per tipologia di PMI (valori %) Fuori dalla crisi In via di risoluzione nel breve periodo In via di risoluzione entro il 2011 Indeterminatezza tempo di risoluzione Nessuna ripercussione negativa Totale IDE Attivi IDE Passivi Esportatori Totale PMI 22,1 19,8 20,9 20,9 16,3 100,0 24,0 12,3 21,6 24,0 18,1 100,0 10,1 18,5 29,7 24,3 17,4 100,0 17,4 17,1 24,9 23,3 17,3 100,0 Fonte: : Lexjus Sinacta- Istituto Tagliacarne, Le relazioni internazionali della piccola e media imprenditoria italiana Dai risultati della ricerca è emerso come sono soprattutto le imprese interessate da internazionalizzazione imprenditoriale a mostrare maggiori segnali di reazione, visto e considerato come la percentuale di imprese che sono uscite o che stanno per uscire dalla crisi supera o sfiora il 40% sia nei casi di IDE attivi che passivi. Diversamente, le imprese esportatrici mostrano una più diffusa fatica a reagire agli effetti della crisi (solo il 10% circa ne è già uscito). 10/22 Grazie per l’attenzione www.tagliacarne.it [email protected] 11/22