PSICOLOGIA GENERALE Parte 3 I metodi della psicologia Rosa Angela Fabio Rosa Angela Fabio - lezioni La scientificità della psicologia (Antonietti, 200 Quali sono i fondamenti delle argomentazioni psicologiche da un punto di vista scientifico? 1. Evidenza razionale (puri ragionamenti e principi logici o speculativi). Ad es. in DONALD+GERALD=ROBERT 2. Documenti storici e materiali di archivio 3. Approccio empirico Rosa Angela Fabio - lezioni La scienza cerca di trasformare l’esperienza in conoscenza ma…. 1. Difficoltà dell’approccio empirico nel trarre conclusioni generali sulla base di osservazioni 2. Difficoltà nella prova scientifica, cioè nell’additare un dato empirico a sostegno di un’affermazione (theory-laden) 3. Dietro lo stesso dato empirico possono sottostare diverse teorie 4. Scientificità: una volta definito l’oggetto di indagine e posti i criteri metodologici per studiarlo, si deve trovare un accordo intersoggettivo circa la veridicità o falsificabilità di quanto si sostiene Rosa Angela Fabio - lezioni Le leggi sono generalizzazioni induttive, affermazioni riguardanti la regolarità dei fenomeni (descritive) Le teorie coordinano le diverse leggi, propongono modelli che fungono da substrati per la predizione Rosa Angela Fabio - lezioni Ci sono degli assunti alla base delle diverse teorie. Metafore-guida che da una parte ispirano l’impostazione della ricerca empirica e dall’altra permettono di elaborare costrutti per concettualizzare ciò che avviene nella mente umana. Rosa Angela Fabio - lezioni La costruzione di variabili psicologiche Rosa Angela Fabio - lezioni CARATTERISTICHE DELLA RICERCA – 1. Ipotesi o idea – 2. Formulazione di ipotesi – 3. Disegno sperimentale – 4. Acquisizione e analisi dei dati Lo scopo della ricerca è comunque formulare inferenze corrette e confermate da una buona evidenza scientificaRosa Angela Fabio - lezioni L’intercorrelazione e la sovrapposizione fra filosofia della scienza, metodologia della ricerca e inferenza statistica Filosofia della scienza Metodologia della ricerca Inferenza statistica Rosa Angela Fabio - lezioni FILOSOFIA DELLA SCIENZA METODOLOGIA DELLA RICERCA INFERENZA STATISTICA Considera la logica e l'epistemologia che sottostà al metodo scientifico Considera le procedure e i metodi per condurre e disegnare una ricerca in modo che si possano identificare le relazioni corrette fra le variabili Considera le regole che servono a normalizzare i criteri usati per trarre conclusioni ( anche arbitrarie!) 1. 2. 3. 4. 5. le basi della 1. strutturare i disegni conoscenza 2. minimizzare le la natura delle ambiguità dei relazioni casuali risultati le condizioni 3. correlare filosofia necessarie per della scienza, vagliare le ipotesi obiettivi della limitazioni logiche ricerca e assunzioni delle sperimentazione basi empiriche Rosa Angela Fabio - lezioni della conoscenza 1. affidabilità e significatività di un risultato 2. condizioni di applicabilità dei test 3. trasformazioni delle scale 4. statistica descrittiva e inferenziale FASI: 1. DOCUMENTAZIONE DELL’INFORMAZIONE • ESAME DEL FENOMENO – Motivi e scopi di un’indagine – Definizione di un problema: ovvero dare la risposta ad una domanda • DEFINIZIONI – Popolazione di riferimento – Unità di indagine o di rilevazione – Variabili e scale di misura (1) (2) – Mezzi tecnici per la raccolta dei dati • SCELTA DELLE TECNICHE DI OSSERVAZIONE – Piani di campionamento – Disegno degli esperimenti (3) Rosa Angela Fabio - lezioni RACCOLTA E ANALISI DATI • RACCOLTA DATI – Accuratezza e uniformità della rilevazione • ANALISI DEI DATI – Descrizione delle caratteristiche meritevoli di interesse – formulazione di ipotesi • VERIFICA DELLE IPOTESI – Accettazione Rosa Angela Fabio - lezioni – Previsione (1) LE VARIABILI • • Una VARIABILE è una proprietà di un evento reale che è stata misurata Uno degli scopi della ricerca in psicologia è la ricerca di RELAZIONI SISTEMATICHE fra gli eventi della realtà. Queste relazioni vengono cercate sotto forma di legame tra le variabili. • Nella ricerca psicologica vengono distinte 2 categorie di variabili: – Dipendenti e Indipendenti • La variabile DIPENDENTE è una misura del comportamento del soggetto il cui andamento dipende da quello di un altra variabile. • La variabile INDIPENDENTE è considerata la causa di qualche modificazione degli stimoli e delle risposte. – Quantitative e Qualitative • Le variabili QUANTITATIVE variano in grandezza, mentre quelle QUALITATIVE variano per categorie. • Sono esempi di variabili QUANTITATIVE la misura del tempo di reazione o il Q.I. • Sono esempi di variabili QUALITATIVE la categoria “nevrotici”, “psicotici”, o “maschi”, femmine”. Rosa Angela Fabio - lezioni (2)La Misurazione • Tutte le variabili presentate vanno MISURATE, assegnando ad esse dei valori numerici. • Questi valori numerici vengono assegnati facendo riferimento a 4 scale: • - nominale • - ordinale • - ad intervalli • - a rapporti. Rosa Angela Fabio - lezioni •SCALA NOMINALE O CATEGORIALE • CARATTERISTICHE: • Una SCALA NOMINALE è una scala che permette di classificare oggetti o eventi in categorie (le materie del corso di Laurea, i diversi tipi di pizze, ecc.). • proprietà formali: • equivalenza fra i membri di ciascuna categoria – simmetria (Se A=B, B=A) – transitività (Se A=B, e B=C, segue che A=C) • non equivalenza fra i membri di categorie diverse – simmetria (Se A=B, B=A) – non transitività (Se A#B, e B#C, segue che A è = o # da C) • operazioni statistiche: – contare le frequenze – metodi statistici per dati categoriali Rosa Angela Fabio - lezioni SCALA ORDINALE • CARATTERISTICHE: – esiste un ordinamento delle classi in relazione alla variabile in base a grandezza, preferenza. – dà solo l’ordine di preferenza/grandezza, non la differenza di preferenze tra gli oggetti. • proprietà formali: – equivalenza fra i membri di ciascuna categoria • simmetria (Se A=B, B=A) • transitività (Se A=B, e B=C, segue che A=C) – relazione di ordine fra le categorie diverse • asimmetria (Se A>B, B non è >A) • transitività (Se A>B, e B>C, segue che A è > C) – operazioni statistiche: • contare le frequenze • metodi statistici per dati categoriali e ordinali Rosa Angela Fabio - lezioni SCALA A INTERVALLI EQUIVALENTI • CARATTERISTICHE: – indica la misura in cui il caso possiede la caratteristica in questione – lo 0 non è semanticamente definito è arbitrario – operazioni possibili: traslare e modificare unità di misura – non restano invariati i rapporti diretti fra i casi – restano invariati i rapporti fra le differenze » non si può affermare che l’individuo che l’individuo A possiede la caratteristica misurata in misura doppia rispetto a B, si può dire che la distanza fra A e B è doppia rispetto alla distanza fra C e D • proprietà formali: – costanza nel rapporto fra gli intervalli Rosa Angela Fabio - lezioni • • • • ESEMPIO Consideriamo l’intelligenza di Andrea, Giorgio e Paolo essere rispettivamente pari a 8,4 e 2 secondo la scalaX. – rapporto fra A e P:8/2=4 – differenza fra A. e G.: 8-4=4 – rapporto fra differenze (A-G e G-P): (8-4)/(4-2)=2 Operiamo una traslazione (per es. usiamo la scala X ma traslata di 5. A questo punto A=13, G=9 e P=7 – rapporto fra A e P: 13/7=1,8 (variato) – differenza fra A e G: 13-9=4 (invariata) – rapporto fra differenze (A-G e G-P):(13-9)/(9-7)=4/2=2 (invariato) Operiamo una modificazione dell’unità di misura (per es. moltiplicando tutti i valori per 10). Si avrebbe A=130, G=90 e P=70 – rapporto fra A e P: 130/70=1,8 (variato) – differenza fra A e G: 130-90=40 (variato) – rapporto fra differenze (A-G e G-P): (130-90)/(90-70)=40/20=2 (invariato) Quindi: Ha senso dire che la differenza di intelligenza fra Andrea e Giorgio è doppia rispetto a quella fra Giorgio e Paolo ma non ha senso dire che Andrea possiede un’intelligenza Rosa Angela - lezioni quadrupla rispetto a quella di Paolo o cheFabio Andrea e Giorgio hanno la stessa differenza di intelligenza che intercorre fra Marco (che riporta il valore 6 nella scala X) e Paolo. SCALE RAPPORTI EQUIVALENTI • CARATTERISTICHE: – esiste uno 0 assoluto – si può parlare di rapporti fra casi – La regola per assegnare valori numerici ad eventi od oggetti su una scala a RAPPORTI è che i rapporti tra i valori corrsipondano a rapporti esistenti tra gli oggetti od eventi. • proprietà formali: – costanza del rapporto fra i casi Rosa Angela Fabio - lezioni (3) Il disegno sperimentale • CONDIZIONE NECESSARIA: ceteris paribus – Le variabili indipendenti di un esperimento si chiamano fattori (condizioni o trattamenti) • DISEGNO SPERIMENTALE A UN FATTORE – quando tutti i soggetti di un esperimento sono sottoposti a tutte le condizioni – requisiti importanti da controllare • ordine: posizione delle condizioni • sequenza: interazione fra le specifiche condizioni – 1) randomizzazione ordine (estrazione causale dell’ordine per ogni soggetto) – 2) randomizzazione a blocchi (prima che una condizione ricompaia devono essere comparse le altre) – 3) Controbilanciamento inverso (ABC e CBA) – 4) Controbilanciamento completo (ABCD, BDAC, CADB, DCBA) Rosa Angela Fabio - lezioni Disegni sperimentali fattoriali • Sono disegni nei quali sono impiegate due o più variabili in modo tale che tutte le possibili combinazioni dei valori di ciascuna variabile siano utilizzati (esempio) – 2 variabili a 2 livelli = 4 combinazioni – 2 variabili a 3 livelli = 6 combinazioni • EFFETTI PRINCIPALI : effetto medio di una variabile in tutti i valori di un’altra o di altre • EFFETTI DI INTERAZIONE: quando l’effetto di una variabile dipende dal livello dell’altra – interazione antagonista – interazione sinergica • DISEGNO FATTORIALE MISTO I quasi-esperimenti • Sono disegni nei quali non si possono manipolare le variabili, ma si osservano categorie di soggetti già costituite (es. genere) • questione: la differenza osservata è dovuta alle differenze fra i soggetti o alla variabile indipendente? – Tuttavia: si riduce la validità interna, aumenta quella esterna (fallacia di Berkson) – PIANI DI RICERCA • Disegno quasi sperimentale con gruppo di controllo non equivalente • GR SP PRE -TEST POST-TEST • GR CO PRE -TEST POST-TEST TRATTAMENTO NO TRATTAM. Piani di ricerca su caso singolo • Nelle ricerche su caso singolo si deve verificare un legame causale fra variabile indipendente e variabile dipendente con un campione di un solo soggetto (simile ai disegni within) • ACCORGIMENTI – definizione precisa e accurata del livello di base – le variabili indipendenti devono essere inserite una alla volta – differenze statisticamente significative non indicano differenze clinicamente significative – Piani: AB, ABA, ABAB Metodo correlazionale • • Attraverso questo metodo si possono studiare i diversi tipi di associazione, non causale, tra fenomeni diversi. Studia la covariazione delle variabili senza manipolarle. Si possono correlare sia variabili strutturali (età, sesso) sia i punteggi delle risposte a un test o a un questionario – CONNESSIONI: con dati espressi su scala nominale vengono rappresentate in tabelle a doppia entrata (trattati statisticamente con chi quadro, g quadro..) – CORRELAZIONI: con dati espressi su scala ordinale o a intervallo, i valori si possono riportare su uno scatter plot o scatter diagram (coefficiienti di correlazione con matrici di corelazione) – REGRESSIONE: si vuole vedere se i valori d una prima variabile possono predire quelli di una seconda variabile(la prima è il predittore, la seconda il criterio) • per analizzare le relazioni fra le variabili si può ricorrere all’ispezione di una matrice di correlazione che presenta l’intensità del legame fra tutte le coppie possibili di variabili. • I coefficienti riportati nella matrice esprimono la direzione e l’intensità della correlazione – ANALISI FATTORIALE: quando ci sono tante variabili, consente di giungere alla definizione di nuove variabili sintetiche ottenute dalla combinazione lineare delle variabili originarie • fattori o componenti: dimensioni soggiacenti o latenti alle variabili Metodo osservativo • • Indaga le relazioni funzionali realmente esistenti, garantisce massima aderenza al dato TIPI DI OSSERVAZIONI – occasionale – sistematica • naturalistica – etologica – etnografica • controllata – 1. selezione del fenomeno – 2. registrazione – 3. analisi e codifica – TIPI DI OSSERVAZIONI » Indice I X I (interval by interval) » Indice S - I (scored interval) » Indice U -I (unscored interval) L’attendibilità e la validità • L’attendibilità di una misura corrisponde alla sua affidabilità, cioè alla sua capacità di fornire misure simili se viene applicata più volte, magari in condizioni diverse, dallo stesso soggetto (test-retest).Attendibilità interna (omogeneità fra due prove) • L’attendibilità di un test non assicura la sua validità Rosa Angela Fabio - lezioni LA VALIDITA’ Per raggiungere conclusioni ben fondate (valide) in relazione agli effetti di un intervento, i vari tipi di validità considerano questo da diversi punti di vista. TIPI DI VALIDITA' (Cook e Campbell, 1979) VALIDITA' INTERNA VALIDITA' ESTERNA VALIDITA' DI COSTRUTTO VALIDITA' STATISTICA come un esperimento riesce ad evitareche possano essere fornite varie spiegazioni dei risultati ottenuti come è possibile generalizzare i risultati di un esperimento ad altre popolazioni, ambienti e condizioni considera le cause presunte o la spiegazione della relazione causale (tipico nei test e negli esperimenti) considera gli aspetti della valutazione quantitativa che influenzano le conclusioni che si raggiungono in relazione alla condizione sperimentale e all'effetto i fattori o le interferenze non legate alla variabile indipendente si chiamano minacce alla validità interna Ciò che in un esperimento può limitare la generalizzazione si chiama minaccia alla validità esterna le confusioni interpretative relative ai risultati di un esperimento si chiamano minacce alla validità di costrutto le caratteristiche della valutazione statistica che possono oscurare l'interpretazione di un esperimento: minaccia alla validità statistica Rosa Angela Fabio - lezioni Minacce alla validità interna VALIDITA’ INTERNA Si riferisce alla relazione fra variabile indipendente e variabile dipendente • Fattori che minacciano la validità interna: – Eventi storici – Maturazione – Effetto delle prove – Effetto della regressione – Selezione – Mortalità – Fluttuazioni degli strumenti – Combinazione delle minacce precedenti • Rosa Angela Fabio - lezioni • Minacce alla validità esterna – – – – – – – – caratteristiche del campione caratteristiche dello stimolo caratteristiche contestuali reattività dell’ambiente sperimentale effetti della novità reattività della valutazione sensibilizzazione ai test Il momento della misurazione e gli effetti del trattamento • Minacce alla validità di costrutto – Attenzione e rapporti con i clienti – Aspettative del ricercatore e del soggetto Rosa Angela Fabio - lezioni Minacce alla validità statistica • SI ASSUME HO, SI STABILISCE IL MODELLO STATISTICO, IL LIVELLO DI ALFA. IN FUNZIONE DI ALFA SI DECIDE SE LA REALTA’ E’ O NON E’ IN UN CERTO MODO. (CONCETTO DI ALFA E BETA) • La significatività stessa è in funzione di molti e diversi aspetti di cui uno solo è quello che riguarda la relazione fra variabile indipendente e variabile dipendente • 1. LIMITI DI NORMALITA’, la determinazione attuale dei limiti di normalità avviene sulla base della media + - 2 s, e questi dati vengono ritenuti come adatti a comprendere il 95% della popolazione “normale, o sana”. Ma la distribuzione così definita è la gaussiana, altre distribuzioni non si approssimano ad essa • 2. MISURA DEL CAMPIONE, la numerosità del campione influenza le differenze fra i gruppi rispetto alla variabile dipendente misurata, ma: – se non sono statisticamente significative e lo sperimentatore aumenta la misura del campione, lo diventano. – Il numero dei soggetti è spesso arbitrario • 3. ETEROGENEITA’ DEI SOGGETTI La significatività statistica è anche in Rosa Angela Fabio - lezioni funzione della variabilità dei soggetti (varianza dell’errore). Un errore della • 4. ETEROGENEITA’ DELLE PROCEDURE La varianza dell’errore dipende anche dalla variazione delle procedure. Se le condizioni sono molto diverse la variabilità dell’errore crescerà, perciò l’ampiezza delle differenze fra i gruppi dovrà essere molto grande perché si possa raggiungere una differenza statisticamente significativa. • 5. MOLTEPLICI TEST DI SIGNIFICATIVITA’ Se si usano diverse misure dello stesso fenomeno, si può essere tentati dal far sì che siano le sue significatività statistiche a generare le sue ipotesi, alcune possono correlarsi il base al caso (MMPI: almeno 550X0.05=28 voci sono correlate in base al caso!) • 6. FALLACIA DI BERKSON Dipende dai tassi di ammissione differenziale nel campionamento dei SS • 7. DETERMINAZIONE DEL DENOMINATORE Talvolta il ricercatore (nel determinare gli indici) è tentato d interpretare un dato al numeratore come se esso fosse un indice (e non avesse un denominatore). Le proporzioni risultanti sono calcolati in modo errato. Rosa Angela Fabio - lezioni • 8. GRUPPI DI CONFRONTO I ricercatori trascurano la determinazione adeguata del numero di gruppi di controllo necessari per l’analisi di un certo fenomeno. • 9. VARIABILE ETA’ se si valuta ad esempio l’incidenza di una malattia su gruppi di donne “nubili”, “sposate”, “vedove”…La malattia potrebbe essere invece legata di per sé a fattori evolutivi • 10. FOLLOW-UP Se nella fase di follow-up viene considerata la percentuale di soggetti che ha dimenticato un certo materiale, si potrebbe concludere che il 50% delle persone ha dimenticato subito x, ma non vengono pesate bene le persone che non dimenticheranno mai quel materiale. Rosa Angela Fabio - lezioni Descrittiva e inferenziale • La statistica descrittiva si occupa di sintetizzare i dati a disposizione e descriverne la distribuzione. • La statistica inferenziale riguarda la verifica delle ipotesi, il confronto cioè fra i dati raccolti e un modello teorico di riferimento • I concetti di probabilità ci introducono a tali modelli Rosa Angela Fabio - lezioni Indicatori di tendenza centrale e dispersione su scala nominale • I due parametri che consentono di sintetizzare un insieme di dati grezzi sono il valore che “rappresenta” l’insieme stesso e il valore che ne specifica la variabilità. • MODA = osservazione che si presenta con maggiore frequenza nella distribuzione • DISPERSIONE = numero di categorie presenti E1 Indicatori di tendenza centrale e dispersione su scala ordinale • MEDIANA = modalità dell’osservazione che divide la distribuzione in 2 parti uguali, ovvero quel valore (posizione) della distribuzione al di sopra o al di sotto del quale cade un ugual numero di osservazioni • • POS Me = n + 1 2 E2A • QUARTILI = valori che dividono la distribuzione ordinata in 4 parti uguali • Q1 = primo quartile, sotto di esso cade il 25% dei valori, • Q2 = secondo quartile o mediana, • Q3 = terzo quartile, sotto di esso cade il 75% dei valori • DECILI = nove punti che dividono la distribuzione ordinata in 10 parti uguali • D1 = primo decile, sotto di esso cade il 10% dei valori, • D2 = secondo decile, soto di esso cade il 20% dei valori... • CENTILI O PERCENTILI = 99 punti che dividono la distribuzione ordinata in 100 parti uguali • DIFFERENZA INTERQUARTILICA = Q3-Q1 E2B Indicatori di tendenza centrale e dispersione su scala intervallo o rapporto • MEDIA = somma delle misure osservate diviso il numero delle osservazioni fatte • • X = Xi n xi=osservazione n= numero delle osservaz. E3 • SCARTO SEMPLICE MEDIO (SSM) = la media delle differenze, in valore assoluto, dalla media della distribuzione • • • • DEVIANZA = quadrato degli scostamenti dalla media, proprietà utili per ANOVA VARIANZA (s) = la media del quadrato degli scostamenti dalla media DEVIAZIONE STANDARD (s)) = radice quadrata della varianza Nelle distribuzioni simmetriche e unimodali, i 2/3 delle osservazioni cadono nell’intervallo X 1s, il 95% cade nell’intervallo X 2s e il 99% in X 3s Standardizzazione delle misure • • • • • • • • • • • Standardizzare una misura significa riferire la misura stessa a una scala standard con media e varianza note. La scala più comune usata nella ricerca è quella “standard” o “z” con media 0 e varianza 1 zi= xi - x zi=punteggio E4 s I punteggi standardizzati ci dicono : – la posizione che un soggetto occupa in un gruppo – confronto fra 2 prestazioni diverse dello stesso soggetto SVANTAGGI: i punti inferiori alla media hanno punti standardizzati di segno negativo, fa largo uso di decimali TRASFORMAZIONE DEI PUNTEGGI STANDARD PER RICLASSIFICARLI: SCALA T = ritrasformando con Y= a + bz, dove a= 50 e b= 10, si ottiene T= 50 10 z, ovvero t= 50 + 10 x-x/s Q.I. = età mentale X 100 età cronologica RANGHI PERCENTILI: trasformano le x in ranghi percentili; RP= percentuale di casi che assumono un valore uguale o minore di x, ad es. RP(x)= 4, il 41% dei soggetti ha un punto più basso CARATTERISTICHE DELLA RICERCA IN PSICOLOGIA CLINICA • 1. Ha le stesse caratteristiche della ricerca in psicologia 1. 2. 3. 4. 5. Idea 2. Formulazione di ipotesi 3. Disegno sperimentale 4. Acquisizione e analisi dei dati Considera popolazioni che presentano caratteristiche particolari (ad es. i prigionieri di guerra…) e popolazioni con patologie psicologiche o psichiatriche, con problemi di salute o con gravi malattie Considera le persone a stretto contatto con queste popolazioni La ricerca viene eseguita in concerto con altre discipline (medicina, psichiatria, neurologia, pediatria, criminologia) Vari tipi di sperimentazioni (da variabili ipercontrollate a variabili in situazioni “ecologiche”) Lo scopo della ricerca è comunque formulare inferenze corrette e confermate da una buona evidenza scientifica Rosa Angela Fabio - lezioni