UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CATANIA FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di Laurea in Odontoiatria GLI ANTIBIOTICI Prof. Annamaria Speciale Basi razionali della chemioterapia (Paul Erlich 1891-1914) • Tossicità selettiva • Recettore specifico dell’agente patogeno • Screening di prototipi naturali e semisintesi di analoghi • Ruolo dei modelli animali • Problema della chemioresistenza Paul R. Ehrlich (1854-1915) Erlich P. Chemotherapeutics: Scientific principles, methods and results. Lancet, 1913; II: 445-451. Principi fondamentali della chemioterapia antibatterica Organotropismo: capacità di un farmaco di raggiungere l’organo bersaglio Parassitotropismo: capacità del farmaco di raggiungere il parassita, ucciderlo o impedirne la crescita Gerhard Domagk: Prontosil Rubrum, 1939 Alexander Fleming: penicillina, 1945 Selman Waksman: streptomicina, 1952 Gerhard Domagk (1895-1964) (premio Nobel 1939 per “studi sugli effetti antibatterici dei sulfonamidici) Azione antibatterica della crisoidina (colorante azoico: -N=N-) Sintesi della crisoidina sulfonamidica (Prontosil rosso) N N H2N NH2 SO2NH2 La scoperta della penicillina La storia degli antibiotici comincia nel 1929, quando Fleming, studiando varianti dello stafilococco, osservò che una muffa che contaminava una delle sue culture aveva inibito intorno a sé la crescita dello stafilococco. Inoltre, Fleming potè osservare che il brodo di coltura in cui erano cresciuti i funghi possedeva un potente effetto inibitorio nei confronti di molti microrganismi. Poiché la muffa apparteneva al genere Penicillum, Fleming chiamò questa sostanza antibatterica penicillina A poster from World War Two Howard Walter Florey (1898-1968) Ernst Boris Chain (1906-1979) Discovery of terapeutic effects of penicillin 1945 - Nobel Prize in Physiology or Medicine “for the discovery of penicillin and its therapeutic effects” Sir Alexander Fleming Sir Ernst Boris Chain Baron Howard Walter Florey penicillin culture at the Sir William Dunn School of Pathology Oxford, England, 1940 I capostipiti 1935 PRONTOSILROSSO (Domagk) 1952 ERITROMICINA (Mc Guire) 1941 PENICILLINA G (1929) (Fleming, Chain, Florey) 1955 VANCOMICINA (Mc Cormick) 1944 STREPTOMICINA (Waksman, Shatz, Bugle) 1955 AMFOTERICINE A,B (Gold) 1945 CEFALOSPORINE P,N,C (Brotzu) 1959 RIFAMICINE A,B,C,D,E (Sensi) 1947 CLORTETRACICLINA (Duggar) 1959 STAFILOMICINA (Vanderhaege) 1947 CLORAMFENICOLO (Burkholder) 1962 AC. NALIDIXICO (Lesher) 1952 ISONIAZIDE (Fox) 1987 DuP 721 Scoperta di nuovi antibiotici Studi di correlazione fra struttura-attività (analoghi) NUOVE MOLECOLE ANTIMICROBICHE Fasi di ricerca preclinica Studi in vitro Modelli animali (Efficacia, Farmacodinamica, Farmacocinetica, Tollerabilità) Fasi di ricerca clinica mediamente 10 anni Progetto razionale di un antibiotico • identificazione di una molecola attiva • modificazione della molecola allo scopo di potenziarne l’azione • valutazione dell’attività in vitro • valutazione dell’attività e della tossicità in vivo • trial clinici • immissione nel mercato (ospedaliero prima ed eventualmente comunitario) Sviluppo ed efficacia della chemioterapia antimicrobica (1935 – 1993) Nuove molecole antinfettive dichiarate in fase di ricerca e in programmi di sviluppo dalle 15 maggiori compagnie farmaceutiche mondiali Tipo di agente Numero di nuovi antiinfettivi Anti HIV 12 Altri antivirali 5 Antibatterici 5 Antiparassitari 5 Antifungini 3 Topici 1 Spellberg et al., CID 2004 Definizione di antibiotico Per antibiotico si intende una molecola naturale, metabolita secondario di Eubatteri, Actinomiceti e Funghi inferiori, prodotta in coincidenza della differenziazione di strutture cellulari specializzate per la sopravvivenza substrato è esaurito. microbica quando il Definizione e caratteristiche Antibiotici: sostanze prodotte da varie specie di microrganismi (batteri o funghi) che sopprimono la crescita di altri microrganismi e ne possono causare la distuzione. Chemioterapici: farmaci antibatterici prodotti per sintesi chimica. Farmaco batteriostatico: ferma la moltiplicazione batterica, permettendo alle difese dell’ospite di reagire, ma non uccide le cellule. Farmaco battericida: uccide i microrganismi. Cosa bisogna sapere di un antibiotico Cosa è? caratteristiche della struttura chimica Come agisce? bersaglio; meccanismo d’azione Dove si localizza? assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione Quando si usa? spettro di attività e uso clinico Che problemi dà? tossicità, resistenze Quanto costa? a parità di attività, si deve tener conto del costo Proprietà di un antibiotico ideale Proprietà antimicrobiche azione selettiva sui microrganismi piuttosto che sulle cellule animali ampio spettro di attività attività citocida su batteri e funghi Proprietà farmacologiche non tossico per l’ospite lunga emivita plasmatica buona distribuzione tissutale (compreso il SNC) basso legame con le proteine plasmatiche somministrabile per via orale e per via parenterale assenza di interferenza con altri farmaci Caratteristiche degli antibatterici Selettività Idealmente, una sostanza ad azione antimicrobica dovrebbe avere effetto massimo sulla cellula batterica e scarso o nessun effetto sulle cellule umane. Alcune attività metaboliche della cellula batterica differiscono significativamente da quelle delle cellule umane. Le molecole ad attività antibiotica o chemioterapica sfruttano queste differenze. Classificazione degli antibiotici • inibizione della sintesi della parete cellulare • alterazione delle membrane cellulari • inibizione della sintesi proteica • inibizione della sintesi degli acidi nucleici • attività anti-metabolica o antagonismo competitivo Bersagli degli antibiotici Principali meccanismi d’azione dei più comuni farmaci antibatterici Chinoloni, Fluorochinoloni, Novobiocina, Coumermicina Inibizione DNA-girasi Sulfamidici, Trimetoprim, Pirimetamina Inibizione competitiva enzimi Polimixina, Tirocidina, Gramicidina, Polieni Disorganizzazione struttura membrane ß-lattamine e analoghi, Fosfomicina Inibizione sintesi parete cellulare Aminoglucosidici, Macrolidi, Cloramfenicolo, Tetracicline, Oxazolidinoni Inibizione sintesi proteica Rifampicina e analoghi Inibizione sintesi RNA Antibiotici che agiscono sulla sintesi della parete cellulare Poiché il peptidoglicano della parete cellulare batterica non è presente nelle cellule umane, esso rappresenta un bersaglio ideale per l’antibiotico terapia Antibiotici che inibiscono la sintesi della parete cellulare batterica beta – lattamine penicilline, cefalosporine, carbapenemici, monobattamici glicopeptidi teicoplanina, vancomicina cicloserina bacitracina fosfomicina La sintesi del peptidoglicano può essere suddivisa in 3 tappe 1. Sintesi dei precursori nel citoplasma 2. Trasporto dei precursori attraverso la membrana citoplasmatica 3. Inserimento dei precursori nella parete cellulare Rosso: inibitori prima tappa Verde: inibitori seconda tappa Blu: inibitori terza tappa Antibiotici attivi sulla prima tappa del metabolismo del peptidoglicano La prima tappa avviene nel citoplasma, dove vengono sintetizzate le unità fondamentali della struttura portante del peptidoglicano NAG e NAM La D-cicloserina è un analogo strutturale della D-alanina. Essa inibisce in maniera competitiva due enzimi coinvolti nella formazione del dipeptide D-alanil-D-alanina: la racemasi che converte la L-alanina nel suo stereoisomero D, e la sintetasi che catalizza la formazione del legame peptidico tra le due molecole D-alanina La fosfomicina è un analogo strutturale del fosfo-enolpiruvato. Impedisce la sintesi dell’acido N-acetil-muramico, legandosi covalentemente al sito attivo dell’enzima piruvato-UDP-NAG trasferasi. Cicloserina La cicloserina è una molecola ciclica. La stabile struttura dell’anello favorisce il legame alla racemasi e alla sintetasi, preferenzialmente rispetto ai substrati naturali. Ciò risulta in una inibizione competitiva di questi enzimi. La cicloserina è neurotossica e non viene usata clinicamente, eccetto per il trattamento delle infezioni da Mycobacterium tuberculosis resistenti agli altri farmaci. Struttura chimica della cicloserina e dell’analogo D-alanina Fosfomicina La reazione di condensazione tra UDP-N-acetil glucosamina e fosfoenolpiruvato negli stadi iniziali della sintesi del peptidoglicano rappresenta il target d’azione della fosfomicina. La rapida insorgenza di resistenza la rendono praticamente inutile in clinica. Struttura chimica della fosfomicina Antibiotici attivi sulla seconda tappa del metabolismo del peptidoglicano La seconda tappa della sintesi del peptidoglicano avviene sulla superficie interna della membrana citoplasmatica dove l’ N-acetilmuramilpeptide viene legato da un trasportatore lipidico che trasloca la subunità completa all’esterno della membrana citoplasmatica. La bacitracina inibisce la defosforilazione del trasportatore lipidico legandosi al bactoprenolodifosfato e bloccando la rigenerazione del bactoprenolomonofosfato. E’ un polipeptide ciclico tossico per l’uso clinico umano. Viene usato per trattamenti topici e come additivo alimentare per ruminanti al fine di ridurre la produzione di metanolo nel rumine. Antibiotici attivi sulla terza tappa del metabolismo del peptidoglicano La terza tappa avviene nel contesto del peptidoglicano e nello spazio periplasmico (Gram-), dove l’unità basale, liberata dal legame del trasportatore lipidico, si unisce all’ estremità in accrescimento di una catena di peptidoglicano (transpeptidazione). Molti antibiotici agiscono su questa tappa. La vancomicina e la ristocetina sono glicopeptidi che si legano all’estremità D-alanina-D-alanina del pentapeptide legato al bactoprenolo ed impediscono l’azione della transpeptidasi sequestrandone il substrato. Antibiotici attivi sulla terza tappa del metabolismo del peptidoglicano: gli antibiotici β-lattamici Tutte le operazioni terminali di polimerizzazione, transpeptidazione ed inserimento delle unità peptidoglicaniche nella parete cellulare sono catalizzate da una serie di enzimi che presentano la caratteristica assolutamente peculiare di legare covalentemente la penicillina ed altri antibiotici βlattamici e sono noti, pertanto, come ”proteine leganti la penicillina” o PBP (Penicillin-binding proteins). Gli antibiotici β-lattamici sono analoghi strutturali del dipeptide D-alanina-D-alanina che devono la loro azione antibatterica proprio alla capacità di legarsi a questi enzimi inibendo la sintesi del peptidoglicano. Antibiotici β–lattamici: meccanismo dell’azione battericida L’evento finale dell’azione degli antibiotici β-lattamici è la lisi della cellula batterica. La lisi cellulare non è solo la conseguenza dell’arresto della sintesi del peptidoglicano, ma anche il risultato dell’attivazione di enzimi in grado di pepolimerizzare il peptidoglicano stesso (mureina-idrolasi). Anche se il ruolo fisiologico di questi enzimi non è ancora stato chiarito, essi potrebbero svolgere un’attività nei processi correlati alla divisione cellulare; inoltre non è nota la relazione esistente tra inibizione dell’attività delle PBP e attivazione delle autolisine. Alcuni dati suggeriscono che l’esposizione dei batteri agli antibiotici β-lattamici comporti la perdita di un inibitore delle autolisine. Reazione di transpeptidazione e suo blocco da parte delle b-lattamine E = enzima (transpeptidasi o PBP); P = penicillina o altre b-lattamine Gli antibiotici β-lattamici Gli antibiotici b-lattamici sono accomunati dalla presenza di un anello tetratomico azetidinico b-lattamico. A differente struttura molecolare corrisponde un diverso antibiotico b-lattamico: Penicilline Cefalosporine Carbapenemici Moxalactam Clavulanici Monobattamici Antibiotici b-lattamici β-lattamasi L’anello β-lattamico è il punto debole degli antibiotici β-lattamici e il legame CO-N è spezzato da aluni enzimi (β-lattamasi) con conseguente produzione di acido penicilloico inattivo. I diversi microrganismi elaborano distinte β-lattamasi, anche se la maggior parte dei batteri produce una sola forma dell’enzima. La specificità di substrato di alcuni di questi enzimi è relativamente ristretta, per questo motivo alcuni di questi enzimi sono spesso definiti penicillinasi o cefalosporinasi; altri enzimi ad ampio spettro d’azione sono meno discriminanti e possono idrolizzare differenti antibiotici β-lattamici. Meccanismo d’azione delle b-lattamine e delle b-lattamasi PBP = Penicillin Binding Proteins ( transpeptidasi e carbossipepetidasi ) Alcune molecole sono in grado di legarsi alle β-lattamasi inattivandole e prevenendo, così la distruzione degli antibiotici β-lattamici. L’acido clavulanico ed il sulbactam hanno una debole attività antimicrobica intrinseca, ma sono inibitori suicidi (formano un legame irreversibile) delle β-lattamasi. Modello strutturale delle β-lattamasi. L’esame cristallografico suggerisce un ruolo importante del residuo 244. L’arginina che occupa questo sito sembra essere critica per il legame agli antibiotici e per la capacità degli inibitori suicidi di inattivare l’enzima. Classificazione delle penicilline NATURALI • Penicillina G (benzilpenicillina) • Penicillina V (fenossimetilpenicillina) • Acido clavulanico • Tienamicina SEMISINTETICHE • Penicilline betalattamasi-resistenti • • • • • • Meticilina Oxacillina Cloxacillina Dicloxacillina Flucloxacina Nafcillina • Aminopenicilline • Ampicillina • Amoxicillina • Carboxipenicilline • Carbenicillina • Ticarcillina • Sulfoxipenicilline • Sulbenicillina • Metoxipenicilline • Temocillina • Acilureidopenicilline • Azlocillina • Mezlocillina • Piperacillina • Carbapenemi • Imipenem • Meropenem • Ertapenem Spettro di azione antimicrobica delle penicilline (I) Concentrazioni minime inibenti (MIC90; mg/l) Specie batterica Penicillina G Oxacillina Cloxacillina Dicloxacillina Ampicillina Amoxicillina Carbenicillina Ticarcillina Azlocillina Mezlocillina Piperacillina Imipenem Streptococcus pneumoniae 0,03*** 0,06 0,03-0,06 0,5 0,125 0,03-0,06 Streptococcus pyogenes 0,015-0,03 0,06 0,015-0,06 0,25 0,06-0,125 0,015-0,06 4,0 >32 0,5-1 >64 2-4 1-2 0,25-2 1,0 0,5-2,0 0,5 1,0 0,25-0,5 0,5 32 0,25-0,5 0,5 0,125 32 4 32 1-4 16 0,03-0,125 0,03-0,125 Neisseria gonorrhoeae* 0,03-16** 16 0,5-32** 0,5-32** 0,015-0,03** 0,06 Neisseria menigitidis 0,03-0,06 8,0 0,25 0,125 0,03-0,06 0,06 E. faecalis Peptostreptococcus S. aureus: b-lattamasi – b-lattamasi + * le MIC possono variare da 0,005 a 100 mg/l; ** molti isolati resistenti; *** rari isolati resistenti alla penicillina con MIC superiore a 5 mg/l Spettro di azione antimicrobica delle penicilline (II) Concentrazioni minime inibenti (MIC90; mg/l) Penicillina G Oxacillina Cloxacillina Dicloxacillina Ampicillina Amoxicillina Carbenicillina Ticarcillina Azlocillinaa Mezlocillina Piperacillina Imipenem E. coli 128 >1024 4- 128 4-128 1-32 0,125-0,5 P. mirabilis 64 >1024 2-32 2-8 2-36 0,5-4 Klebsiella spp. >400 >1024 128 128 16- 128 0,25-4 Enterobacter spp. >512 >1024 >512 128 4- 128 1-4 Serratia >512 >1024 >512 128 8- 128 1-2 Salmonella 128 >1024 1-8 4 4 0,25-1 Shigella 128 >1024 16- 128 16 16 0,25-1 Providencia >512 >1024 >512 64 64 2-4 Acinetobacter >512 >1024 250 25 12 0,8 P. aeruginosa >1024 >1024 >1024 256 16- 128b 2-8 Specie batterica a = Alcuni ceppi, soprattutto Klebsiella, resistenti ad azlocillina, ma sensibili a mezlocillina e piperacillina b= Mezlocillina meno attiva di azlocillina o piperacillina Spettro di azione antimicrobica delle penicilline (III) Concentrazioni minime inibenti (MIC90; mg/l) Specie batterica Penicillina G Oxacillina Cloxacillina Dicloxacillina Ampicillina Amoxicillina Carbenicillina Ticarcillina Azlocillina Mezlocillina Piperacillina Imipenem Clostridium perfringens 0,5 0,5 0,06 0,25 0,25 0,06 Listeria monocytogenes 1,0 1,25 0,125-1,0 4 0,5 0,03 Hemophilus influenzae 1,0 32 1,0 0,5 0,06-0,125 0,5 Fusobacterium nucleatum 0,5 >128 0,05-0,125 0,5 0,5 1,0 Bacteroides fragilis 32 512 32 64 32 0,25-1,0 Bacteroides melaninogenicus 0,5 >128 0,5 0,5 0,25 0,25 IMPIEGO CLINICO NON USO CLINICO CEFEPIMA CEFODIZIMA CEFMENOXIMA CEFOTETAN CEFROXADINA CEFTRIAXONE CEFONICID CEFORANIDE MOXALATTAM CEFTIZOXIMA CEFTAZIDIMA CEFOTIAM CEFOPERAZONE CEFTEZOLO CEFAZEDONE CEFOTAXIMA CEFSULODIN CEFADROXINA CEFACLOR CEFADROXIL CEFMETAZOLO CEFUROXIMA CEFAZAFLUR CEFATRIZINA NOCARDICINA A* CEFAPAROLO CEFAMANDOLO CEFRADINA CEFACETRILE CEFOXITINA CEFAZOLINA CEFAPIRINA CEFANONE Sviluppo di betalattamine cefemiche tipiche ed atipiche (1956-1983); a destra i prototipi. CEFALESSINA CEFALORIDINA CEFALOTINA CEFALOSPORINA C* *NATURALI 1960 1970 1980 CLASSIFICAZIONE PER “GENERAZIONE” DELLE 52 BETALATTAMINE CEFEMICHE IN USO CLINICO DAL 1964 IN POI Prima generazione Cefalotina Cefaloridina Cefapirina Cefazolina Cefalexina Cefradina Cefadroxil Ceftezolo Cefacetrile Cefazedone Cefazaflur Cefprozil Seconda generazione Cefamandolo Cefoxitina Cefacloro Cefuroxima Cefonicid Ceforanide Cefotetan Cefotiam Cefmetazolo Cefatrizina Cefroxadina Cefminox Cefuzoname Ceftretrama Terza generazione Cefotaxima Latamoxef Ceftizoxima Ceftriaxone Cefmenoxima Cefodizima Ceftiolene Cefoperazone Cefpiramide Cefpodoxima Cefetamet Cefixima Ceftibuten Cefdinir Loracarbef Cefpimizolo Ceftazidima Cefsulodin Quarta generazione Cefpiroma Cefepima Cefaclidina Cefozopran Cefquinoma FK 037 E 1077 BO-1236 Cefalosporine Classificazione per generazioni Generazione Attività relativa su specie batteriche Gram-positive Gram-negative Prima ++++ + Seconda +++ ++ Terza + +++* Quarta ++ ++++** * In parte attive anche su P. aeruginosa; ** molto attive su P. aeruginosa Strutture chimiche e principali proprietà antimicrobiche di cefalosporine selezionate in rapporto alla generazione di appartenenza (I) O R1 C NH X S NUCLEO CEFEMICO N R2 O COOH R1 PRIMA GENERAZIONE O cefalotina (X = - H) S CH2 cefalexina (X = - H) a Streptococchi b, S. aureus c CH 2OC CH 3 N N cefazolina (X = - H) Spettro antimicrobicoa R2 N CH 2 CH2S N N CH Stabilità a betalattamasi dei gram negativi: + N S CH3 CH3 NH2 Tutte le cefalosporine sono prive di attività nei confronti di Enterococchi, L. monocytogenes, Legionella spp., S. aureus meticillino-resistente, X. maltophilia e specie di Acinetobacter. b Eccetto i ceppi penicillino-resistenti; c Eccetto i ceppi meticillino-resistenti. Strutture chimiche e principali proprietà antimicrobiche di cefalosporine selezionate in rapporto alla generazione di appartenenza (II) O R1 NH X C S NUCLEO CEFEMICO N R2 O COOH R1 SECONDA GENERAZIONE Spettro antimicrobico C O cefuroxima acetilcefuroxima (X = - H) R2 O CH2OC N NH2 OCH 3 cefacloro (X = - H) Cl CH NH2 E. coli, Klebsiella, Proteus, H. influenzae, M. catarrhalis. Meno attive sui microrganismi Gram-positivi rispetto a quelle di I generazione Stabilità betalattamasi gram negativi: +++/+ O Cefoxitina (X = - OCH3) CH2OC S CH2 N H2NC Cefotetan (X = - OCH3) NH2 O S C HOOC C C CH 2S N N N S CH 3 Attività inferiore nei confronti di S. aureus rispetto al cefuroxima, ma con attività anche nei confronti di B. fragilis ed altri Bacteroides spp. Stabilità betalattamasi gram negativi: ++++ Strutture chimiche e principali proprietà antimicrobiche di cefalosporine selezionate in rapporto alla generazione di appartenenza (III) O R1 C NH X NUCLEO CEFEMICO S N R2 O cefotaxima (X = - H) COOH R1 TERZA GENERAZIONE R2 Spettro antimicrobico C N H2N O CH 2OC S N CH 3 OCH 3 ceftriaxone (X = - H) C N H3C N H2N S N OCH 3 ceftazidima (X = - H) H2N S d + CH2N N OC(CH 3)2COOH C N H2N N CH 2S C N QUARTA GENERAZIONE cefepima (X = - H) N S H3C + CH2N N OCH 3 Enterobacteriaceae d, P. aeruginosa (solo ceftazidima), Serratia, N. gonorrhoeae; attività nei confronti di S. aureus, S.pneumoniae ed S. pyogenes e comparabile alle OH cefalosporine di I generazione. Attività nei confronti di Bacteroides spp. inferiore O a quella di cefoxitina e Cefotetan Stabilità betalattamasi gram negativi: +++ Comparabile alla III generazione ma più resistente ad alcune beta-lattamasi Stabilità betalattamasi gram negativi: ++++ La resistenza alle cefalosporine può essere rapidamente indotta, durante la terapia, dalla derepressione di betalattamasi cromosomiche che distruggono le cefalosporine; e ceftazidima non ha attività significativa sui Gram-positivi. Cefotaxima è la cefalosporina più attiva nei confronti di S. aureus e S. pyogenes In vitro antibacterial activity of selected oral cephalosporins (I) MIC90 Cephalexin (I)† Cefaclor (II)† Cefuroxime axetil (II)† Strep. pyogenes 2 0.5 0.06 Strep. pneumoniae* 2 0.5 0.06 Staph. aureus** 4 4 4 H. influenzae** 8 8 0.5 N. gonorrhoea** 2 1 0.25 M. catarrhalis** 4 1 1.0 E. coli* >16 >16 8 Klebsiella spp.** >16 >16 2 P. mirabilis 16 1 2 Salmonella spp. >16 16 4 Shigella spp. >16 16 2 Organism † generation; *penicillin-sensitive isolates; **betalactamase-producing isolates In vitro antibacterial activity of selected oral cephalosporins (II) MIC90 Organism Cephalexin (I)† Cefaclor (II)† Cefuroxime axetil (II)† E. cloacae >32 >32 >32 M. morganii >32 >32 >32 P. vulgaris >32 >32 >32 P. rettgeri >32 >32 16 P. stuarti >32 >32 >32 Serratia spp. >32 >32 >32 P. aeruginosa >32 >32 >32 B. fragilis >32 >32 >32 † generation In vitro antibacterial activity of selected oral cephalosporin (III) MIC90 Organism Cefpodoxime proxetil (III)† Cefixime (III)† Ceftibuten (III)† Strep. pyogenes 0.06 0.25 2 Strep. pneumoniae* 0.06 0.25 4 Staph. aureus** 4 >32 >32 H. influenzae** 0.06 0.06 0.06 N. gonorrhoea** 0.06 0.06 0.004 M. catarrhalis** 0.25 0.06 2 E. coli* 0.5 0.25 0.12 Klebsiella spp.** 0.12 0.06 0.03 P. mirabilis 0.06 0.06 0.015 Salmonella spp. 0.12 0.06 0.06 Shigella spp. 0.12 0.06 0.06 † generation; *penicillin-sensitive isolates; **betalactamase-producing isolates In vitro antibacterial activity of selected oral cephalosporin (IV) MIC90 Organism Cefpodoxime proxetil (III)† Cefixime (III)† Ceftibuten (III)† E. cloacae >32 >32 >32 M. morganii 8 8 2 P. vulgaris 0.12 0.25 0.03 P. rettgeri 0.03 0.06 0.06 P. stuarti 0.5 0.6 0.06 Serratia spp. >32 >32 4 P. aeruginosa >32 >32 >32 B. fragilis >32 >32 >32 † generation In vitro antibacterial activity of selected parenteral cephalosporins*: MIC90 (g/ml)*,** (I) Antibiotic S. pyogenes S. pneumoniae S. aureus H. influenzae E. coli P. mirabilis K. pneumoniae 0.1 0.12 1 8 16 <2 4 Cefamandole 0.06 0.12 1 32 16 1 8 Cefuroxime 0.06 0.12 4 2 8 <2 8 Cefoxitin 0.1 2 4 4 8 8 8 Cefotetan 4 >32 16 4 0.48 0.25 0.25 Cefotaxime 0.06 0.06 4 0.06 0.12 0.12 0.12 Ceftriaxone 0.03 0.06 4 0.01 0.25 0.25 0.25 Ceftazidime 0.25 0.5 16 0.12 0.25 0.25 0.25 0.04 0.06 4 0.12 0.06 0.1 0.25 I generation Cefazolin II generation III generation IV generation Cefepime *Values are approximations; **Minimal inhibiting concentrations (MICs) for 90% percent of strains in g/ml. In vitro antibacterial activity of selected parenteral cephalosporins*: MIC90 (g/ml)*,** (II) Antibiotic E. cloacae C. freundii M. morganii P. aeruginosa B. fragilis >32 >32 >32 >32 >64 Cefamandole >64 8 64 >32 >64 Cefuroxime >64 >32 >32 >32 >64 Cefoxitin >32 >32 8 >32 32 Cefotetan 64 64 4 >32 >64 Cefotaxime >32 0.5 8 32 >64 Ceftriaxone >64 >64 1 >32 >0.64 Ceftazidime >16 >16 4 >16 32 2 8 0.05 16 265 I generation Cefazolin II generation III generation IV generation Cefepime *values are approximations; **Minimal inhibiting concentrations (MICs) for 90% percent of strain in g/ml Meccanismi di resistenza alle betalattamine • • • Modifica del bersaglio: alterazione PBP con conseguente ridotta affinità: es. S. pneumoniae penicillino-resistente per ricombinazione omologa tra geni PBP di specie batteriche diverse; S. aureus e stafilococchi coagulasi-negativi meticillino-resistenti per acquisizione transposonica di PBP a bassa affinità per tutti gli antibiotici betalattamici Riduzione della permeabilità: riduzione del numero e delle dimensioni delle porine: es. P. aeruginosa; aumenta espressione di pompe di efflusso per gli antibiotici: es. P. aeruginosa, E. coli, N. gonorrhoeae Inattivazione enzimatica: amidasi: meccanismo clinicamente non rilevante; betalattamasi -cromosomiche e plasmidiche-, ovvero enzimi che catalizzano l’idrolisi di molecole contenenti un anello betalattamico Glicopeptidi Vancomicina Teicoplanina Strutture della vancomicina e della teicoplanina D-glucosiovancosamina D-glucosamina D-mannosio TA2 – 1, 2, 3, 4 e 5 sono le componenti della miscela caratterizzate da uno specifico acido grasso in posizione R Daptomycin chemical structure and mechanism of action Hypothetical steps: step 1, daptomycin binds to cytoplasmic membrane in a calcium-dependent manner; step 2: daptomycin oligomerized, disrupting the membrane; step 3: the release of intracellular ions and rapid cell death Steenbergen JN et al., 2005 Mechanism of action of glycopeptides on peptidoglycan synthesis A. Inibizione per ingombro sterico, ad opera di molecole glicopeptidiche, della reazione di transglicosilazione che lega la catena nascente di glicano alle altre subunità della parete. B. Inibizione, ad opera di un glicopeptide, della reazione di cross-link (catalizzata da una transpeptidasi) nella sintesi del peptidoglicano. L’area ombreggiata rappresenta la grandezza approssimativa di una molecola di glicopeptide In vitro activity of vancomycin and teicoplanin (I) Organism MIC range (mg/L) Vancomycin (4 mg/l)* Teicoplanin (8 mg/l)* Methicillin-susceptible 0.25-2 0.125-4 Methicillin-resistant 0.25-4 0.06-8 S. aureus Vancomycin-intermediate 8 8-32 S. epidermidis Methicillin-susceptible 0.25-2 0.03-16 Methicillin-resistant 0.5-4 0.125-16 *Limit of chemosensitivity according the National Committee for Clinical Laboratory standard Van Bambeke et al., 2004 In vitro activity of vancomycin and teicoplanin (II) Organism MIC range (mg/L) Vancomycin (4 mg/l)* Teicoplanin (8 mg/l)* 0.25-0.5 0.03-0.12 0.06-0.5 0.01-0.25 0.06-1 0.01-0.25 penicillin-susceptible 0.12-1 0.01-0.5 penicillin-resistant 0.25-1 0.01-0.5 b-Haemolytic streptococci 0.25-1 0.12-0.25 S. pyogenes S. pneumoniae penicillin-susceptible penicillin-resistant Viridans streptococci *Limit of chemosensitivity according the National Committee for Clinical Laboratory standard Van Bambeke et al., 2004 In vitro activity of vancomycin and teicoplanin (III) Organism MIC range (mg/L) Vancomycin (4 mg/l)* Teicoplanin (8 mg/l)* Enterococcus spp. 0.01-4 0.012-8 VanA 64256 32256 VanB 8-128 0.125-0.5 VanC 4-16 0.125-4 Bacillus spp. 0.12-1 0.12-4 Corynebacterium spp. 0.25-0.5 0.12-1 vancomycinsusceptible *Limit of chemosensitivity according the National Committee for Clinical Laboratory standard Van Bambeke et al., 2004 In vitro activity of vancomycin and teicoplanin (IV) Organism MIC range (mg/L) Vancomycin (4 mg/l)* Teicoplanin (8 mg/l)* Listeria spp. 0.25-2 0.06-0.25 Clostridium difficile 0.5-4 0.064-0.5 0.025-4 0.064-4 Clostridium perfringens Haemophilus influenzae 16 *Limit of chemosensitivity according the National Committee for Clinical Laboratory standard Van Bambeke et al., 2004 Percentage of nosocomial enterococci reported as resistant to vancomycin isolated from infections in patients in intensive-care units (ICUs ) and non- ICUs, by year. From 1989 to 1992, N > 1000 isolates for each year; for first quarter 1993, N= 291 isolates. National Nosocomial Infectious Surveillance system, 1989 to March 31, 1993 (p<0.0001, chisquare test for linear trend). 15 Percent 12 ICUs Non-ICUs 9 6 3 0 1989 1990 1991 1992 1993 Glycopeptide resistance in enterococci Resistance Acquired Intrinsic Phenotype VanA VanB VanD VanE VanC Vancomycin 64-1000 4-1000 64-128 16 2-32 Teicoplanin 16-512 0.5-1 4-64 0.5 0.5-1 Expression Inducible* Inducible** constitutive Inducible** Location Plasmid/ chromosome E. faecium E. Faecalis E. avium E. durans E. hirae E. mundii E. raffinosus E. gallinarum E. casseliflavus D-Ala-D-Lac Chromosom e/plasmid chromosom e ? Constitutive/ inducible chromosome E. faecalis E. faecium E. bovis E. faecium E. faecalis E. gallinarum E. casseliflavus E. flavescens D-Ala-D-Lac D-Ala-D-Lac D-Ala-D-Ser D-Ala-D-Ser MIC (mg/L) Species Modified target * by vancomycin and teicoplanin; ** by vancomycin From Bambeke et al., 2004; Golizadeh & Courvalin, 2000 Effetti collaterali dei glicopeptidi Frequenza Tipo Vancomicina Teicoplanina Tromboflebite +++ ++ Nefrotossicità +++ - Rash cutaneo ++ ++ Neutropenia ++ ++ Ototossicità + - +++ - Disturbi gastrointestinali - ++ Epatotossicità - ++ Sindrome “red man” +++ = 5 - 10%; ++ = 2 - 4,9%; + = < 2; - = assente Properties of an ideal glycopeptides MICROBIOLOGICAL PROPERTIES • High intrinsic activity against Gram-positive organisms, including methicillin-resistant S. aureus, vancomycin-resistant enterococci and glycopeptide-resistant S. aureus PHARMACODYNAMIC PROPERTIES • Rapid and concentration-dependent bactericidal activity • PHARMACOKINETIC PROPERTIES • Area under the concentration/time curve and peak plasma concentration for free fraction adequate to cover minimum inhibitory concentration of target pathogens • Prolonged half-life (once daily administration) • High diffusibility in tissues, including in the CNS SAFETY PROFILE • Lower incidence of adverse effects than current molecules Van Bambeke et al., 2004 Antibiotici che agiscono sulla membrana citoplasmatica: le polimixine Le polimixine sono un gruppo di antibiotici attivi solo nei confronti dei batteri Gram-negativi alla cui membrana esterna si legano specificamente distruggendone le proprietà osmotiche e provocando la fuoriuscita di composti intracellulari. Il loro eccanismo d’azione è abbastanza peculiare in quanto sono antibiotici che agiscono in maniera analoga ai disinfettanti, provocando, cioè, l’alterazione di strutture cellulari piuttosto che inibendo processi biosintetici. Esse, pertanto, sono attive anche nei confronti di batteri non metabolizzanti. In conseguenza del loro meccanismo d’azione le polimixine sono piuttosto tossiche anche per le cellule eucariotiche e il loro impiego è limitato ai trattamenti topici. Struttura chimica di una polimixina Le polimixine sono molecole costituite da un peptide ciclico, legato a un polipeptide lineare che termina con una molecola di acido grasso. La presenza nella molecola di una porzione idrofila e una idrofoba consente a questi antibiotici di inserirsi tra lo strato proteico e quello lipidico alterando la permeabilità della membrana. Antibiotici attivi sulla sintesi proteica Un gruppo assai numeroso di antibiotici deve la propria azione antibatterica all’interferenza con la sintesi proteica intervenendo con diversi meccanismi di cui i principali sono rappresentati dalla interazione con l’una o l’altra delle subunità ribosomiali. Poiché i ribosomi batterici sono significativamente diversi dai ribosomi delle cellule eucariotiche, tutti gli antibiotici che interagiscono con le subunità ribosomiali sono abbastanza selettivi per poter essere impiegati nella terapia antibatterica. Antibiotici attivi sulla sintesi proteica legandosi ai ribosomi inibitori della subunità 30 S aminoglucosidi, tetracicline inibitori della subunità 50 S cloramfenicolo, macrolidi, ketolidi, lincosamidi, ac. fusidico, streptogramine Bersagli ribosomiali di antibiotici RIBOSOMA 70S (procariotico) 30 S RIBOSOMA 80S (eucariotico) TETRACICLINE AMINOGLUCOSIDI 40 S CLORAMFENICOLO 50 S ERITROMICINA CICLOEXIMIDE* PUROMICINA* * reattivi di laboratorio (tossicità) 60 S Aminoglicosidi Gli aminoglicosidi (streptomicina, gentamicina,etc.) consistono di due o più aminozuccheri uniti da un legame glicosidico a un nucleo esoso che generalmente è in posizione centrale. Sono antibiotici attivi nei confronti di batteri sia Gram-positivi che Gram-negativi. Mentre la maggior parte degli inibitori della sintesi proteica microbica è batteriostatica, gli aminoglicosidi sono battericidi. Questa classe di antibiotici è oggi poco utilizzata, sia perché causa di numerosi effetti collaterali che per la frequente comparsa di resistenza batterica. Aminoglicosidi Gli aminoglicosidi agiscono legandosi irreversibilmente alla subunità ribosomiale 30 S e bloccando, di conseguenza, la sintesi proteica. Questi antibiotici determinano anche un’alterata lettura dell’mRNA portando all’incorporazione di aminoacidi errati e causando, quindi, la produzione di proteine anomale o non funzionali. Per questa sua azione la streptomicina è in grado di sopprimere alcune mutazioni che di per sé sarebbero letali per il batterio, il quale può, pertanto, replicarsi solo in presenza di streptomicina (streptomicino-dipendenza). Sembra esservi una stretta correlazione tra attività battericida e capacità di indurre un’errata lettura dell’mRNA. Principali aminoglucosidi Streptomicina Neomicina Kanamicina Gentamicina Tobramicina Amikacina Netilmicina Aminoglycosides In vitro activity (MIC90, mg/l) Pathogen Amikacin Tobramycin Netilmicin 2.0 - 4.0 1.0 - 3.12 0.5 - 1.56 E. cloacae 2 1 0.5 P. aeruginosa 8 4 8 MSSA 4 0.5 0.5 E. faecalis 64 32 8 E. coli Kurz T.O. et al., 1980; Thornsberry C. et al., 1980, 1981; Novelli A. & Periti P., 1994 Patogenesi dell’ototossicità da aminoglucosidi • Accumulo nei liquidi dell’orecchio interno con distruzione cellule capellute cocleari e vestibolari • Antagonismo con calcio e blocco dei canali del calcio (tossicità acuta); metabolita citotossico della gentamicina (tossicità cronica; protezione da parte di antiossidanti e glutatione) • Mutazione DNA mitocondriale, con disfunzione di mitocondri nell’orecchio interno (insufficienza pompa ionica e squilibrio livelli K+, Na+, Ca++ diminuzione riserva glutatione) • Fattori rischio: alte dosi giornaliere e totali, lunga durata, elevate concentrazioni sieriche, insufficienza renale, età avanzata, terapia concomitante con altri farmaci ototossici, febbre, disidratazione, setticemia, esposizione rumore, infezioni concomitanti all’orecchio, familiarità Patogenesi della nefrotossicità da aminoglucosidi • Incorporazione e accumulo nelle cellule del tubo contorto prossimale, prevalentemente all’interno dei lisosomi che vengono così danneggiati • Aumentata produzione di idrossiradicali • Aumento della fosfolipidosi corticale renale • Inibizione della Na+ - K+ - ATPasi • Aumento del tromboxano A2 e prostaglandine • Diminuzione sintesi proteine microsomiali nelle cellule del tubulo renale • Danni mitocondriali • Fattori vascolari: attivazione del sistema renina-angiotensina Aminoglucosidi Indicazioni Infezioni respiratorie (da batteri Gram-negativi) Infezioni urinarie Sepsi da batteri Gram-negativi Infezioni intraddominali Complicanze infettive secondarie ad intervento chirurgico Infezioni dei vari organi e apparati da batteri Gram-negativi Tetracicline Le tetracicline sono un gruppo di antibiotici prodotti da Streptomiceti e caratterizzati da una struttura molecolare tetraciclica. La loro azione antibatterica è dovuta ad un blocco della sintesi proteica in una fase molto iniziale: esse si legano alla subunità ribosomiale 30S subito dopo il legame dell’mRNA, impedendovi l’attacco dell’aminoacil-tRNA a livello del codone di inizio e bloccando la formazione del polisoma. Tetracicline Le tetracicline sono dotate di azione batteriostatica nei confronti di batteri sia Grampositivi, sia Gram-negativi (la dizione “antibiotici ad ampio spettro” è stata usata per la prima volta nei loro riguardi), largamente utilizzati in campo medico ed in alcuni Paesi sono anche impiegati come integratori alimentari negli allevamenti animali. A causa dell’ampio uso non medico degli antibiotici si è sviluppata una diffusa resistenza a questi farmaci, tanto che questo tipo di applicazione viene oggi vivamente scoraggiato. Principali tetracicline Clortetraciclina (aureomicina) Ossitetraciclina Tetraciclina Doxiciclina Minociclina Chemical structures of selected tetracyclines and glycylcyclines Chlortetracycline (1945) Doxycycline (1967) Tetracycline (1953) Minocycline (1972) Tigecycline (GAR-936) (1993) Spettro antibatterico delle tetracicline AEROBI Cocchi Gram+ Bacilli Gram+ Cocchi GramBacilli GramEnterobacteriaceae altri Gram- fermentanti altri Gram- non fermentanti Staphylococcus sp, Streptococcus sp B. antracis, C. diphteriae, L. monocytogenes, A. israeli N. gonorrhoeae, N. mengitidis Salmonella sp, Shigella sp, Yersinia sp H. influenzae, F. tularensis, P. multocida, V. cholerae B. pertussis, Br. melitensis, Ps. mallei, Ps. pseudomallei ALTRI MICRORGANISMI Spirochaetaceae Rickettsiaceae Chlamydiaceae Mycoplasmataceae T. pallidum, T. pertenue, B. recurrentis Coxiella, Rickettsia Chlamydia M. pneumoniae, U. urealyticum ANAEROBI Cocchi Gram+ Bacilli Gram+ Peptococcus sp, Peptostreptococcus sp Propionibacterium sp, Cl. perfringes TETRACYCLINES Mean MIC values Organism Gram-positive bacteria S. pyogenes S. pyogenes (group A) S. pneumoniae S. viridans sp. S. faecalis (enterococcus, group D) Gram-negative bacteria E. coli Enterobacter Klebsiella Serratia P. mirabilis N. gonorrhoeae N. meningitidis H. influenzae Mycoplasma and chlamydia M. pneumoniae U. urealyticum Chlamydia Legionella, L. pneumophila Zhanel GG et al., Drugs, 2004 Tetracycline (mg/l) Doxycycline (mg/l) Minocycline (mg/l) 3.1 0.78 0.8 3.1 > 64 1.6 0.39 0.2 0.39 ≥ 16 0.78 0.39 0.2 0.39 ≥ 32 12.5 25 50 200 > 100 0.78 0.8 1.6 12.5 25 50 50 > 100 0.39 1.6 1.6 6.3 12.5 25 25 > 100 0.39 1.6 1.6 1.6 0.4 0.6 5.2 1.6 0.1 0.06 1.0 1.6 0.13 0.02 0.43 Resistance to tetracyclines • Plasmid or transposon-encoded efflux systems (tet-efflux proteins: classes A – E in enteric, K – L in Gram-positive bacteria) • Plasmid or transposon-encoded ribosomal protection factors (tet M and tet O) Principali effetti tossici delle tetracicline BERSAGLIO TIPO Apparato gastrointestinale Fegato Neusea, vomito, diarrea, stomatite, glossite, proctite Rene Cute > azotemia, sindrome di Fanconi, diabete insipido nefrogenico Fototossicità, onicolisi, rash Denti Colorazione, disgenesie Ossa Diminuzione temporanea accrescimento Sangue Anemia, neutropenia, eosinofilia, ritardata coagulazione Effetti catabolici Metabolismo Superinfezioni Allergia Vari Tossicità letale Candida, stafilococchi resistenti e batteri Gramnegativi Rash, orticaria, reazioni anafilattiche, edema angioneurotico > pressione endocranica, vertigini (minociclina) Tetracyclines: clinical uses Preferred Alternative Acne vulgaris Bartonellosis Borreliosis (relapsing fever) Chlamydia Cholera Lymophogranuloma inguinale Mieloidosis M. pneumoniae Psittacosis Plague Rickettsial infections Tularemia Amebiasis Anthrax Legionellosi L. monocytogenes Typhoid fever Cloramfenicolo Il cloramfenicolo inibisce la sintesi proteica legandosi alla subunità 50S in corrispondenza del sito peptidiltransferasico inibendo la formazione del legame peptidico. Tuttavia sono sensibili all’azione del cloramfenicolo anche i ribosomi mitocondriali; ciò determina l’inibizione da parte dell’antibiotico di cellule eucariotiche in rapida crescita e con elevata attività mitocondriale, quali le cellule staminali del midollo osseo. Lincosamidi I lincosamidi sono antibiotici batteriostatici con un meccanismo e spettro d’azione simile a quello dei macrolidi, pur avendo una struttura chimica molto diversa. Macrolidi I macrolidi (eritromicina, roxitromicina, claritromicina, spiramicina, etc.) inibiscono la sintesi proteica legandosi reversibilmente alla subunità ribosomale 50S. Il loro spettro d’azione è poco più ampio di quello delle penicilline (includendo anche alcuni Gram-negativi) ed hanno azione batteriostatica. L’eritromicina è generalmente usata in clinica nei pazienti allergici ai β-lattamici. Bersaglio: inibizione sintesi proteica Spettro d’azione antimicrobica dei macrolidi AEROBI Cocchi Gram-positivi S.aureus, S. pyogenes, S.pneumoniae Bacilli Gram-positivi L. monocytogenes, Gardnerella vaginalis, B. antracis Cocchi Gram-negativi Neisseria sp., Moraxella catharralis Bacilli Gram-negativi H. influenzae, L. pneumophila, Br. melitensis, B. pertussis Altri microrganismi M. pneumoniae, Chlamidia, Rickettsia, T. pallidum, T. gondii, M. avium ANAEROBI Cocchi Gram-positivi Peptococcus sp., Peptostreptococcus sp. Bacilli Gram-positivi Clostridium sp. Bacilli Gram-negativi Campylobacter sp. Resistenza ai macrolidi • Modifica del target (rRNA metilasi) – Geni ermB che conferiscono alto livello di resistenza costitutiva (C) o inducibile (I) (MIC = >128 mg/l) • Efflusso attivo (mefA, M) – Basso livello di resistenza (MIC = >1) Telitromicina: meccanismo d’azione “Doppio sito d’attacco ribosomiale” Farmacocinetica dei macrolidi (40 - 80% della dose) (3 - 40% della dose) Indicazione dei Macrolidi • • • • • • • Infezioni delle basse vie respiratorie Infezioni delle alte vie respiratorie Infezioni cutanee Infezioni odontoiatriche Infezioni da Helicobacter pyloris Infezioni sesso-trasmesse Diarrea da Campylobacter CHETOLIDI Eritromicina A Telitromicina Cetromicina (ABT-773) MACROLIDI Telitromicina- Relazione struttura attività Catena laterale11 C-C12 Aumento dell’attività di legame per ribosomi i Aumento della O O R 9 11 potenza N 12 antibatterica Superamento O della resistenza O MLSB e da efflusso 3 Migliore penetrazione O intracellulare Farmacocinetica Tollerabilità OCH3 6 O – D-desosamina O Funzione 3keto Stabilità in ambiente acido Gram+ Attività su cocchi erm-positivi Non induzione di resistenze MLS B Bryskier, Clin Infect Dis , 1998;27:865-83 Telitromicina Meccanismi di resistenza di efflusso Eritromicina A Telitromicina Legame del Induzione + farmaco Produzione Gene (mef, mre, msr) Alta affinità Pompa di efflusso Eritromicina A Claritromicina Azitromicina Alta eliminazione Resistenza all’eritromicina A Membrana batterica Telitromicina Bassa affinità Bassa eliminazione Telitromicina mantiene l’attività PROFILO DI TELITROMICINA • Primo ketolide specificamente disegnato per la terapia antibatterica delle infezioni respiratorie acquisite in comunità indicato alla dose singola di 800mg/die x 5 gg. nella: – RIACUTIZZAZIONE BRONCHITE CRONICA – FARINGO-TONSILLITE – SINUSITE – POLMONITE (7-10 gg.) • Registrazione centralizzata EMEA ottenuta nel 2001 (KETEK®) • Ad oggi > 3 milioni di pazienti trattati in Francia, Germania, Italia, Spagna, Belgio; Messico e Brasile * Acido fusidico L’acido fusidico è un antibioico steroideo che esplica la sua azione di tipo batteriostatico interagendo con il fattore extraribosomiale G (EF-G) necessario per il processo di allungamento della catena polipeptidica. In presenza di acido fusidico si ha la stabilizzazione del complesso EFG/GTP/ribosoma, con conseguente impedimento della traslocazione in quanto il fattore di allungamento non è utilizzabile perché legato all’antibiotico e il ribosoma è incapace di muoversi lungo l’mRNA. Inibitori della sintesi degli acidi nucleici Inibitori della sintesi dei precursori sulfonamidi trimetoprim Inibitori della RNA polimerasi batterica rifampicina Inibitori della replicazione del DNA chinoloni Sulfamidici e trimetoprim I sulfamidici sono stati i primi chemioterapici usati per inibire la crescita dei batteri. Il sulfamidico più semplice è la sulfanilamide, che agisce come analogo dell’acido p-aminobenzoico, che, a sua volta, è parte della vitamina acido folico. La sulfanilamide compete con l’acido p-aminobenzoico legandosi al sito attivo dell’enzima diidropteroatosintetasi (DHPS) bloccando la sintesi dell’acido folico, precursore degli acidi nucleici. E’ attiva contro i batteri che sono in grado di sintetizzare acido folico, ma non contro gli organismi superiori, che devono procurarselo con la dieta. Il trimetoprim è analogo dell’acido diidrofolico. Esso esercita la sua azione inibente legandosi all’enzima diidrofolato riduttasi (DHFR), catalizzante la reazione che trasforma il diidrofolato in tetraidrofolato, cofattore richiesto per la sintesi delle purine, della timina, e di alcuni aminoacidi. Bersagli delle sulfonamidi e del trimetroprim Chemiosensibilità ai sulfamidici ++++ Streptococchi* Pneumococchi* Meningococco* H. influenzae* Shigelle* V. colerigeno B. dell’antrace* C. difterico* ++ Stafilococchi E. coli* Gonococco +/Proteus (ind. pos. e neg.) Pseudomonas Klebsielle A. aerogenes Salmonelle M. leprae Mycobacterium tbc * specie oggi in realtà resistenti in elevata percentuale dei ceppi di comune isolamento Sulfamidici Tossicità • Disturbi del tratto gastrointestinale • Anoressia, nausea, vomito, diarrea (1-2%) • Epatite (<0,1%) • Disturbi del tratto urinario (rari) • Cristalluria • Disordini del sistema emopoietico (0,1-0,05%) • Anemia emolitica acuta, anemia aplastica, agranulocitosi, trombocitopenia, leucopenia • Disturbi neuropsichiatrici • Cefalea, depressione • Iper-reattività ritardata ed immediata* • Necrosi tubulare, nefrite interstiziale, angite necrosante • Eritema nodoso, eritema multiforme (compresa Sindrome di Steven-Johnson), vasculite (simil-periarterite nodosa), anafilassi • Ittero nucleare * 1-2% con i sulfamidici a lunga azione Principali indicazioni dei sulfamidici Oggi non più usati da soli in Italia • • • • • • • • Infezioni urinarie* Dissenteria bacillare Meningite meningococcica Nocardiosi Actinomicosi Tracoma e congiuntivite da inclusi Toxoplasmosi** Malattia di Duhring (sulfapiridina) * limitatamente al tratto inferiore (cistiti) ** in associazione alla pirimetamina COTRIMOXAZOLO • Combinazione precostituita a dose fissa (5:1) fra Sulfametossazolo e Trimetoprim – mg 400:80/800:160 per os – mg 800:160 intramuscolo* – mg 400:80 endovena* * preparazioni non interscambiabili COTRIMOXAZOLO • RAZIONALITA’ • Sinergismo con potenziamento* • Somiglianza farmacocinetica • Spettro di azione sovrapponibile * solo in vitro e per concentrazioni sub-inibenti dei due costituenti Blocco sequenziale dei sulfamidici e diaminopirimidine (trimetoprim) nella neosintesi dei coenzimi folici Guanosina monofosfato Diidroneopterina trifosfato Idrossimetildiidropterina X PABA DIIDROPTEROATO SINTETASI SULFAMIDICI Acido diidropteroico Acido diidrofolico DIIDROFOLATO RIDUTTASI X TRIMETOPRIM Acido tetraidrofolico PURINE TIMIDINA METIONINA tRNA Spettro di azione delle diaminopirimidine antibatteriche (Trimetoprim e Tetroxoprim)* Specie batterica CHEMIOSENSIBILE CHEMIORESISTENT E E. coli* Klebsiella Enterobacter** Salmonella** P. vulgaris P. morganii S. faecalis** S. aureus** S. viridans S. pneumoniae H. influenzae Shigella P. aeruginosa P. rettgeri P. mirabilis Neisseria S. marcescens * il Tetroxoprim è da 2 ad 8 volte meno attivo del Trimetoprim ** particolarmente chemiosensibile Cotrimoxazolo Indicazioni • INFEZIONI URINARIE – • INFEZIONI RESPIRATORIE – • salmonellosi shigellosi prevenzione della diarrea del turista colera INFEZIONI SESSO-TRASMESSE – • bronchite, polmonite, sinusite, otite, polmonite da P. carinii* INFEZIONI GASTROINTESTINALI – – – – • cistite, pielonefrite, prostatite Linfogranuloma venereo, cancroide, uretrite non gonococcica (C. trachomatis) PROFILASSI DELLA BATTERIEMIA DA GRAM-NEGATIVI NEL PAZIENTE NEUTROPENICO * 4 volte la dose giornaliera usuale Linezolid (U-100766) O O O N N O C N H F CH3 (S)-N-[[3-[3-Fluoro-4-(4-morpholinyl)phenyl]-2-oxo-5-oxazolidinyl] methyl]-acetamide C16H20FN3O4 MW 337.35 Linezolid Meccanismo d’azione Linezolid (PNU-100766) Fattori di iniziazione 30S 30S & mRNA 70S Complesso Iniziale mRNA 50S Terminazion e Peptidi Puromicina fMet-tRNA Ciclo di prolungamento Lincosamidi Macrolidi Tetracicline Cloramfenicolo Aminoglucosidi Pristinamicine Fattori di prolungament o Acido fusidico Attività in vitro di Linezolid e Quinupristina-Dalfopristina Quinupristina - Dalfopristina Streptogramina B Streptogramina A RP 57669 Quinupristina 30% RP 54476 Dalfopristina 70 % Attività in vitro di Linezolid e Quinupristina-Dalfopristina Inibizione della sintesi di RNA: le rifampicine Le rifampicine sono un gruppo di antibiotici isolati in Italia, dalle colture di Nocardia mediterranea, che agiscono legandosi direttamente alla subunità β dell’RNA polimerasi batterica che rendono non funzionale. Le rifampicine sono attive nei confronti dei batteri Gram-positivi e Gram-negativi, e in particolare nei confronti del micobatterio tubercolare per le cui infezioni rappresentano uno dei farmaci di elezione. Rifampicina Inibisce l’azione della RNA polimerasi batterica. Infatti l’enzima, impedendo la formazione di RNA messaggero e quindi la sintesi proteica, blocca la trascrizione del DNA. Chinoloni 2° generazione 3 ° generazione Acido Nalidixico Norfloxacina Levofloxacina Cinoxacina Enoxacina Clinafloxacina Acido Oxolinico Pefloxacina Sparfloxacina Acido Pipemidico Ciprofloxacina Grepafloxacina Acido Piromidico Ofloxacina Trovafloxacina Lomefloxacina Moxifloxacina Fleroxacina Gatifloxacina 1° generazione Gemifloxacina Fluorochinoloni Struttura chimica Ciprofloxacina Levofloxacina Grepafloxacina Moxifloxacina Trovafloxacina Gemifloxacina Fluorochinoloni Interazioni con il DNA chinolone Fluorochinoloni di terza generazione Meccanismo d’azione DNA girasi enzima responsabile del superavvolgimento negativo del DNA Topoisomerasi IV enzima responsabile della separazione delle doppie eliche del DNA 1º bersaglio nei Gram-positivi 1º bersaglio nei Gram-negativi Relazione struttura/attività antibatterica dei chinoloni Controls potency. Adds Gram-positive Essential for gyrase binding and bacterial transport. activity No modifications possible Controls gyrase and bacterial potency Controls potency, spectrum and pharmacokinetics Controls pharmacokinetics and anaerobe activity Da J.M. Domagala, JAC, 1994, modificata Close to gyrase binding site. H is optimal. Small rings to R 1 or C3 acid are active Controls potency. Some effect on pharmacokinetics for activity Attivita’ dei fluorochinoloni verso specie Gram-negative MIC 90 (mg/l) Specie Ciprofloxacina Levofloxacina Grepafloxacina Moxifloxacina 0.06 0.03 0.12 0.25 0.06 - 0.5 0.06 - 1 0.5 - 1 0.06 - 0.12 0.12 - 0.25 0.12 0.5 - 1 0.12 - 0.5 0.12 0.25 - 0.5 0.25 0.25 - 16 1-8 Shigella spp 0.01 - 0.03 0.12 0.03 1-2 0.05 - 0.5 Salmonella spp 0.01 - 0.06 0.12 0.12 0.12 - 0.5 Proteus spp 0.06 - 1 0.25 - 1 0.25 2-4 P. aeruginosa 0.25 - 1 4-8 1-4 4 - >32 Haemophilus spp 0.03 - 0.06 - 0.12 0.03 - 0.125 Neisseria spp 0.008 0.008 - 0.1 0.008 0.03 - 0.125 M. catarrhalis 0.01 - 0.03 0.03 0.03 - 0.125 E.coli K. pneumoniae Enterobacter spp Citrobacter spp Serratia marcescens Neiss 0.06 0.03 - 0.12 0.06 Attivita’ dei fluorochinoloni verso specie Gram-positive MIC90 (mg/l) Specie S. aureus S. pyogenes S. pneumoniae E. faecalis E. faecium Ciprofloxacina 0.5 0.5 - 1 1-2 2 4 Levofloxacina 0.25 1 2 2 4 Moxifloxacina 0.06 - 0.12 0.06 - 0.25 0.06 - 0.25 0.25 - 8 1-4 FLUOROCHINOLONI MECCANISMI DI RESISTENZA • alterazioni della DNA girasi (subunità GyrA e GyrB) • alterazioni di altre topoisomerasi • riduzione della permeabilità (alterazione di porine della membrana esterna, ad es. Ompf eo C) • aumento dell'efflusso di farmaco (superespressione dei sistemi di efflusso) ATTIVITA’ DEGLI ANTIBIOTICI CONCENTRAZIONE- TEMPODIPENDENTE Betalattamine Glicopeptidi Lincosamidi Macrolidi Naturali DIPENDENTE Aminoglucosidi Fluorochinoloni Metronidazolo Claritromicina Azitromicina PK-PD correlazione T > MIC AUC/MIC Cmax/MIC Fluorochinoloni Rapporti struttura-effetti collaterali Fototossicità Chelazione e legame Ca++, Fe++, Zn++ GABA, FANS (max) pip >> pyrr > mod pip or pyrr Metilxantine pyrr > pip FANS (min) e fototossicità Metilxantine Incidenza media degli effetti indesiderati dei fluorochinoloni per via orale TIPO DELL’EFFETTO INCIDENZA (%) EFFETTI GRAVI (%) GASTROINTESTINALE 2,5 - 5 (Nausea/vomito, dispepsia, gastralgia, dolori addominali, diarrea) 0,1 - 0,3 DISORDINI METABOLICI E 3 - 4,5 NUTRIZIONALI (Aumento transaminasi, anoressia) 0,02 - 0,04 NEUROLOGICI 0,5 - 1,5 (Cefalea, vertigini, insonnia, sonnolenza, variazioni dell’umore, reazioni psicotiche, allucinazioni, euforia, astenia, turbe della visione, convulsioni) 0,05 - 0,09 REAZIONI CUTANEE E DA SENSIBILIZZAZONE (Rash, eritema, orticaria, prurito, fotosensibilizzazione, febbre da farmaco, anafilassi) 0,03 - 0,06 0,6 - 1,5 (1) = da indurre la sospensione del trattamento Incidenza media degli effetti indesiderati dei fluorochinoloni per via orale TIPO DELL’EFFETTO INCIDENZA (%) EFFETTI GRAVI (%) OSTEOMUSCOLARI (Artralgia, mialgia) 0,9 — EMATOLOGICI (Leucopenia, trombocitopenia) 0,5 - 0,9 0,005 - 0,01 CARDIOVASCOLARI (Flebiti, vampate di calore, palpitazioni) 0,2 - 0,4 0,02 - 0,0 UROGENITALI (Albuminuria, cristalluria) 0,1 - 0,3 — SENSORIALI (Turbe del gusto, turbe dell’olfatto) 0,2 — RESPIRATORI (Dispnea) 0,1 — (1) Da indurre la sospensione del trattamento Impiego clinico dei fluorochinoloni TIPO DI INFEZIONE INDICAZIONE (farmaco comprovato) Infezioni urinarie cistite (1) prostatiche pielonefrite sì (tutti ad esclusione della terza generazione) Infezioni respiratorie faringite otite media otite necrotizzante (P. aeruginosa) bronchite polmonite fibrosi cistica no (efficaci i derivati di terza generazione) no (efficaci i derivati di terza generazione) sì (ciprofloxacina) si (derivati di terza generazione) sì (derivati di terza generazione) sì (ciprofloxacina) Infezioni dermatologiche piodermiti celluliti ulcere da decubito si (derivati di terza generazione) si (derivati di terza generazione) sì (ciprofloxacina, ofloxacina) no = uso non appropriato; sì = efficaci (1) Meglio ricorrere ad un chinolonico di 1° generazione Impiego clinico dei fluorochinoloni TIPO DI INFEZIONE INDICAZIONE (farmaco comprovato) Infezioni intestinali enterocolite febbre tifoide sì (tutti) sì (ciprofloxacina, ofloxacina, pefloxacina) Infezioni sesso-trasmesse gonorrea uretriti aspecifiche (clamidie, micoplasmi) cancroide sì (norfloxacina, ciprofloxacina, ofloxacina) sì (ciprofloxacina, ofloxacina) sì (tutti) Infezioni ostetrico-ginecologiche sì (tutti) no = uso non appropriato; sì = efficaci Impiego clinico dei fluorochinoloni TIPO DI INFEZIONE INDICAZIONE (farmaco comprovato) Osteomieliti ematogene (età pediatrica) croniche no sì (ciprofloxacina, ofloxacina, pefloxacina) Chemioprofilassi portatori sani (neisserie) sì (ciprofloxacina) infezioni urinarie non complicate recidivanti ospite immunosì (norfloxacina, compromesso ) ciprofloxacina, ofloxacina strumentazione invasiva della via urinaria sì (norfloxacina, ofloxacina, a breve termine in chirurgia pefloxacina) no = uso non appropriato; sì = efficaci Principali chemioterapici antitubercolari Prima scelta Rifampicina, battericida Isoniazide (idrazide dell’acido isonicotinico), battericida Etambutolo, batteriostatico Streptomicina, battericida (attualmente poco usata, tossica) Seconda scelta PAS (acido para-aminosalicilico), batteriostatico Amikacina, battericida Principali chemioterapici anti-micobatteri atipici, specialmente MAC • Rifabutina • Amikacina • Ciprofloxacina • Sparfloxacina • Claritromicina (non attiva su M. tuberculosis) • Azitromicina (attiva su M. avium complex) Principali chemioterapici nella terapia delle infezioni da M. leprae Solfoni (dapsone) Rifampicina Tiambutosina Claritromicina La resistenza agli antibiotici …..Il fenomeno della resistenza agli antibiotici, lungi dal regredire, continua la sua rotta di diffusione in tutti i patogeni delle infezioni COMUNITARIE e NOSOCOMIALI….. Il basso livello di colonizzazione con ceppi resistenti dovrebbe divenire un obiettivo di pubblica sanità, così come avere normali valori pressori e bassi livelli di colesterolo Rilevanza clinica del fenomeno della resistenza batterica e conseguenze • Visite addizionali da parte del medico • Ulteriori test diagnostici • Ospedalizzazione • Prolungata assenza dal lavoro • Costi aumentati • Impatto sulla qualità di vita ANTIBIOTICO RESISTENZA Uno stipite batterico è resistente ad un farmaco quando è in grado di moltiplicarsi in presenza di concentrazioni del farmaco che risultano inibitorie per la massima parte degli stipiti della stessa specie o, operativamente, quando è in grado di moltiplicarsi in presenza di concentrazioni del farmaco pari a quelle massime raggiungibili nel corso dell’impiego terapeutico. L’antibiotico resistenza è una proprietà geneticamente trasmissibile del microrganismo. Essa può essere naturale oppure acquisita. Resistenza naturale o intrinseca E’ una condizione di generale insensibilità ad un farmaco che si estende a tutti gli stipiti di una data specie • Al microrganismo può mancare la struttura su cui agisce l’antibiotico, come avviene con i micoplasmi che sono privi della parete cellulare e quindi insensibili alla penicillina • La struttura della parete cellulare o la membrana citoplasmatica di un microrganismo possono essere impermeabili a un antibiotico RESISTENZA CROMOSOMICA Ø Costituisce solo il 10-15% di tutte le resistenze acquisite (bassa frequenza di insorgenza) Ø Si realizza tramite un’alterazione mutazionale spontanea dell’informazione genetica cromosomica Ø L’antibiotico esercita un’azione selettiva (seleziona i mutanti resistenti, inibendo le cellule sensibili) Ø Gli stessi mutanti possono essere resistenti anche ad altri antibiotici con caratteristiche simili (resistenza crociata o crossresistenza) Ø Si trasmette verticalmente tramite la discendenza (da cellula madre a cellula figlia) Può essere: Ø one-step: è sufficiente una sola mutazione per conferire un elevato grado di resistenza (es. rifamicine, chinoloni) Ø multi-step: sono necessarie più mutazioni perché possa instaurarsi (es. βlattamine, macrolidi, cloramfenicolo) RESISTENZA EXTRACROMOSOMICA Ø Costituisce il 90% di tutte le resistenze (alta frequenza di insorgenza) Ø Si origina per acquisizione di nuova informazione genetica che deriva da altri microrganismi e che penetra nella cellula mediante i meccanismi di coniugazione, trasformazione e trasduzione Ø Riguarda più antibiotici contemporaneamente (resistenza multipla) Ø E’ a trasmissione orizzontale (tramite lo scambio genetico) Ø Può essere trasferita anche a microrganismi appartenente a specie differenti (resistenza contagiosa) Ø E’ dovuta a geni presenti su plasmidi o trasposoni (elementi genici mobili) MECCANISMI DI CHEMIORESISTENZA BATTERICA • MODIFICA DEL BERSAGLIO • • • • • Betalattamine Macrolidi Cotrimoxazolo Glicopeptidi Fluorochinoloni • RIDOTTA PERMEABILITA’ (porine, efflusso) • • • • • • Fluorochinoloni Betalattamine Macrolidi Tetracicline Aminoglucosidi Cotrimoxazolo • INATTIVAZIONE ENZIMATICA • Betalattamine • Aminoglucosidi • Macrolidi Nei confronti degli enterococchi VRE la resistenza è codificata da un trasposone che contiene un complesso di 9 geni che trasformano l’ultima alanina della catena peptidica in lattato impedendo il legame dell’antibiotico. Studio dell’efficacia degli antibiotici Uno dei test più importanti che viene comunemente eseguito nel laboratorio di microbiologia clinica è la determinazione dell’efficacia antimicrobica di un farmaco nei confronti di specifici patogeni. Nella pratica clinica questo tipo di test, essenziale per una corretta terapia, permette di vedere quali siano i farmaci più efficaci nei confronti di un certo microrganismo patogeno e fornisce, inoltre, una stima della dose terapeutica più opportuna per la cura della malattia infettiva. Metodo delle diluizioni progressive Nei test di sensibilità mediante diluizione la sensibilità del microrganismo viene valutata in base alla sua crescita o meno in un terreno di coltura - che può essere solido o liquido contenente diverse concentrazioni dell'antibiotico. Questo metodo è quantitativo e consente di determinare accuratamente oltre alla MIC anche la MBC (Minimal Bactericidal Concentration), ovvero la più bassa concentrazione di antibiotico in grado di distruggere la totalità dei batteri. Il metodo è valido e preciso, ma purtroppo anche costoso e di lunga attuazione, per cui l'impiego è limitato a pochi casi: • trattamenti di affezioni molto serie in cui sia necessario valutare la MBC per determinare il dosaggio dell'antibiotico (es. nelle endocarditi batteriche o osteomieliti); • valutazione della sensibilità di microrganismi a lenta crescita (es. micobatteri e actinomiceti); TEST DI DILUIZIONE Nel test di diluizione in brodo di coltura si prepara una serie di provette di terreno contenenti diverse concentrazioni di antibiotico, e le si inoculano con quantità convenzionali dell’organismo da testare. La concentrazione più bassa di antibiotico che porta ad assenza di crescita dopo 16-20 ore di incubazione è la MIC. E’ invece possibile calcolare la MBC se le provette che non presentano crescita sono sottoposte a subcultura in terreno fresco privo di antibiotico: la concentrazione più bassa di antibiotico alla quale il microrganismo non è in grado di crescere quando viene trasferito in terreno fresco equivale alla MBC. Il metodo di diluizione su agar è molto simile al test di diluizione in brodo di coltura: piastre contenenti quantità variabili di antibiotico si inoculano e, quindi, viene valutata la crescita. MIC e MBC Il metodo più corretto per determinare l’efficacia di un antibiotico nei confronti di un microrganismo consiste nello stabilire, per ogni farmaco antibatterico, la concentrazione minima inibente (MIC) e la concentrazione minima battericida (MBC). MIC (Minimal Inhibitory Concentration): la concentrazione minima di antibiotico in grado di inibire la crescita batterica. MBC (Minimal Bactericidal Concentration): la più bassa concentrazione di antibiotico in grado di distruggere i batteri. Determinazione della Minima Concentrazione Inibente (MIC) e della Minima Concentrazione Battericida (MBC) di un antibiotico MBC Determinazione della Minima Concentrazione Inibente (MIC) e della Minima Concentrazione Battericida (MBC) di un antibiotico La Minimum Inhibitory Concentration (MIC) indica una inibizione della crescita e non che il batterio venga ucciso (sebbene in pratica una lunga inibizione della crescita conduca alla eliminazione del batterio attraverso le difese immunitarie dell’ospite. La Minimum Bactericidal Concentration (MBC) è generalmente superiore (2-4 volte) la MIC. Dato che comporta la semina del brodo su agar, il test ha delle limitazioni per il tempo che si perde e i costi. Antibiogramma Test per la determinazione della sensibilità batterica ai farmaci antibatterici Le varie tecniche per eseguire questo tipo di test sono sostanzialmente riconducibili a due metodi principali: • Metodo dei dischetti di diffusione • Test di diluizione in agar o brodo Metodo dei dischetti di diffusione Nel metodo dei dischetti di diffusione il microrganismo in esame viene coltivato su piastre di agar in presenza di antibiotici contenuti in dischi: se il microrganismo cresce normalmente significa che è resistente, se invece è sensibile si rende visibile attorno al disco un alone di inibizione. È un metodo quali-quantitativo, semplice, rapido ed economico, valido per microrganismi aerobi a crescita rapida. È il procedimento più comunemente usato in laboratorio, e permette di ottenere una valutazione della MIC. Attualmente il test di diffusione su dischetto più utilizzato è il metodo di Kirby-Bauer, sviluppato agli inizi degli anni ’60. Antibiogramma secondo Kirby - Bauer Si allestiscono piastre con idoneo terreno solido inoculate con una quantità di batteri sufficiente a dare uno sviluppo confluente che provochi una patina uniforme sul terreno. Subito dopo l’inoculo si depongono sulla superficie della piastra una serie di dischetti di carta assorbente sterili imbevuti di adatte concentrazioni degli antibiotici che si desidera testare. • Si divide la piastra in spicchi, uno per ciascun antibiotico, e si deposita al centro di ogni spicchio il dischetto corrispondente, con l’aiuto di una pinzetta sterile. •Si pongono le piastre in incubatore a 37°C per 18-24 ore. •Si misura il diametro degli aloni di inibizione per ogni antibiotico. Test di sensibilità su piastra INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI I valori standard di sensibilità variano per ciascun microrganismo e sono basati sulla concentrazione plasmatica di farmaco che può essere raggiunta senza la comparsa di effetti tossici. Questi consentono di classificare il microrganismo in: • "sensibile", quando l'antibiotico risulta efficace ai dosaggi comunemente raccomandati, • "intermedio", quando la crescita batterica è inibita solo al dosaggio massimo raccomandato, • "resistente", quando l'antibiotico dovrebbe utilizzato a dosaggi che risulterebbero nell'organismo. essere tossici L’antibiogramma – nuove metodiche Oggi i test di sensibilità ai farmaci antibatterici possono essere eseguiti con apparecchiature semi-automatiche in cui i batteri vengono fatti crescere in terreno liquido, in presenza di dosi prefissate dei farmaci e la lettura dei risultati, eseguita da un fotometro registratore, viene interpretata da un elaboratore elettronico, che fornisce in tal modo il significato finale. Post-antibiotic effect (PAE) THE PERSISTENT SUPPRESSION OF BACTERIAL GROWTH FOLLOWING EXPOSURE TO AN ANTIMICROBIAL AGENT PAE is demonstrated in vitro by osserving bacterial growth kinetics after antibiotic removal. PAE has also been demonstrated in vivo in a variety of animal infection models . Il triangolo dell’interazione Agenti antimicrobici Pazienti Microrganismi FARMACOCINETICA Dose assorbimento CONCENTRAZIONE EMATICA Eliminazione TESSUTI FACILMENTE ACCESSIBILI metabolismo EFFICACIA E DURATA EFFETTO ANTIMICROBICO TESSUTI DIFFICILMENTE ACCESSIBILI BARRIERE FARMACODINAMICA ATTIVITA’ DEGLI ANTIBIOTICI TEMPO-DIPENDENTE • • • • Betalattamine Glicopeptidi Lincosamidi Macrolidi Naturali CONCENTRAZIONE-DIPENDENTE • • • • • Aminoglucosidi Fluorochinoloni Metronidazolo Claritromicina Azitromicina Correlazione PK-PD T > MIC AUC/MIC Cmax /MIC Modelli di attività battericida Curve di time-killing per P. aeruginosa ATCC 27853 CONCENTRAZIONE-DIPENDENTE TobramIcina TEMPO-DIPENDENTE Ciprofloxacina Ticarcillina 10 10 10 8 8 8 6 6 6 4 4 4 2 2 2 0 0 0 0 2 4 6 8 0 2 4 6 8 64xMIC 16xMIC 4xMIC MIC 1/4xMIC Control 0 2 4 6 8 Tempo(hr) W.A. Craig et al., 1991, modified PK-PD correlations Cmax/MIC Concentration (mg/L) 40 Aminoglycosides Fluoroquinolones 30 AUC/MIC 20 Azithromycin Clarithromycin Ketolides MIC 10 T > MIC Betalactams Oxazolidinones 0 0 0,5 PAE Vancomycin Teicoplanin 8 10 16 24 Hours JM Hyatt et al., 1995 Pharmacodynamics and pharmacokinetics Ccorrelation and clinical significance Antibiotic Pharmacodynamics Dosing regimen PENICILLINS CEPHALOSPORINS TIME-dependent killing + short or no PAE PD–PK correlation: T> MIC Prolong exposure time: maintain serum levels > MIC (short intervals or continuous infusion) CARBAPENEMS GLYCOPEPTIDES ERYTHROMYCIN TIME-dependent killing + prolonged PAE PD–PK correlation : T> MIC Prolong exposure time: serum levels might be < MIC (short intervals) AMINOGLYCOSIDES FLUOROQUINOLONES CLARITHROMYCIN AZITHROMYCIN CONCENTRATION dependent killing + prolonged PAE : PD–PK correlation peak/MIC or AUC/MIC Achieve high serum and tissue concentrations (high doses, long intervals)