Quando si ricorda una cosa bella e importante, che è una gioia per tutti quelli a cui si vuole bene, si fa una festa e si invitano a pranzo tutte le persone care. La domenica è la festa di Gesù, giorno in cui Lui è risorto e ci ha salvato dal peccato. Per festeggiare questo avvenimento, invita tutti i suoi amici nella sua casa a mangiare con Lui. Quando gli amici arrivano, ci si saluta scambievolmente con gioia, felici di incontrarsi e di stare un po’ insieme. All’inizio della Messa ci salutiamo con il segno della croce e il Signore, attraverso il prete, ci accoglie assicurandoci che ci dona sempre la sua gioia e il suo amore. C’è poi chi si scusa per essere arrivato in ritardo, che si vergogna perché ha le scarpe impolverate, chi chiede scusa perché ha dimenticato a casa il regalo. Anche noi abbiamo delle cose per cui chiedere perdono e scusa a Dio, così gli diciamo le nostre mancanze e gli chiediamo di avere pietà. Gli amici ammirano la casa, lodano i preparativi per la festa, si rallegrano per la bravura del festeggiato e gli fanno i complimenti. Anche noi ammiriamo tutto ciò che Dio ha fatto per noi, lo lodiamo e ci rallegriamo dicendogli “Gloria…” Prima di mettersi a tavola e di mangiare, si parla un po’ insieme, si ricordano gli episodi e fatti, raccontandoci delle cose… Dio parla a noi attraverso la Bibbia. Noi ascoltiamo un racconto e rispondiamo con una preghiera chiamata “Salmo”. Poi ascoltiamo un altro brano e rispondiamo con il canto di gioia “Alleluia”. Infine ascoltiamo la vita di Gesù. Quando il festeggiato parla e racconta, tutti noi lo ascoltiamo con molta attenzione, in silenzio. Anche il festeggiato Gesù ci parla nella messa. Le sue parole ed i fatti della sua vita sono scritti nel Vangelo. Ce li legge il prete, perché sono i più importanti e poi ce li spiega. Ad un certo punto gli amici offrono i doni ed i regali che hanno portato e si incomincia a preparare la tavola. Anche noi portiamo all’altare i doni: il pane ed il vino che poi diventeranno corpo e sangue di Gesù; i fiori per onorarlo e tanti doni per aiutare le persone che non ne hanno e sono meno fortunate di noi. Nel momento culminante della festa si ricordano insieme le azioni più importanti del festeggiato e nella gioia della amicizia il ricordo è così forte che si rivivono insieme. Il prete nella messa rinnova quello che Gesù nell’ultima cena ha fatto con gli apostoli e, ripetendo le Sue parole, trasforma il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Gesù. Sedendoci poi a tavola tutti insieme si testimonia che è bello volersi bene e stare in compagnia, si ricordano le cose che uniscono e ci si promette di mantenere sempre questa amicizia. Nella messa noi ricordiamo con gioia che siamo tutti fratelli perché Dio è nostro padre e scambievolmente ci auguriamo la pace. Si mangia, poi, tutti insieme allegramente, apprezzando il cibo e la torta dell’onomastico che il festeggiato ha preparato per tutti. Nella messa, ci avviciniamo all’altare per ricevere il cibo eucaristico preparato per tutti da Gesù stesso: il suo Corpo. Dopo aver mangiato, si parla ancora insieme cordialmente e si ringrazia della bella festa. Alla fine ci si saluta tutti e ciascuno torna a casa. Ma l’amicizia non finisce qui, continua tutti i giorni. Anche nella messa parliamo con Gesù che è venuto nel nostro cuore e lo ringraziamo per averci invitati alla sua festa. Salutiamo poi Gesù e i fratelli e andiamo a casa. Ma l’amicizia non finisce qui, continua tutti i giorni.