Mi hanno insegnato parole semplici per parlarTi. Mi hanno insegnato a guardare il cielo per cercarTi. Mi hanno insegnato a inginocchiarmi nelle chiese per pregarTi. Ma l’esperienza mi ha insegnato a vederTi nella bellezza che mi doni, e nello stesso tempo accorgermi che tu “papà” ti sei nascosto nel volto dell’amico che mi siede accanto e nelle sue parole; e ti sei fatto scoprire negli occhi che brillano di gioia e nelle mani tese nei momenti di tristezza. Ti intrufoli nei pensieri di un pomeriggio, danzi sulle note della mia musica, mi siedi accanto in un banco di scuola… Scusami “papà” se a volte non ti vedo nella semplicità dei miei gesti quotidiani.