Mi hanno insegnato
parole semplici
per parlarTi.
Mi hanno insegnato
a guardare il cielo
per cercarTi.
Mi hanno
insegnato a
inginocchiarmi
nelle chiese
per pregarTi.
Ma l’esperienza
mi ha insegnato a vederTi
nella bellezza che mi doni,
e nello stesso tempo accorgermi
che tu “papà” ti sei nascosto
nel volto dell’amico che mi siede
accanto e nelle sue parole;
e ti sei fatto scoprire
negli occhi che brillano di gioia
e nelle mani tese
nei momenti di tristezza.
Ti intrufoli nei pensieri
di un pomeriggio,
danzi sulle note della
mia musica,
mi siedi accanto in un
banco di scuola…
Scusami “papà” se a volte non ti vedo
nella semplicità dei miei gesti quotidiani.
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