Gli aspetti politici e giuridici delle
migrazioni nel Mediterraneo
a cura di Immacolata Caruso
[email protected]
I Workshop: Mobilità, Roma 31 Gennaio 2008
Dipartimento CNR "Identità Culturale”
Progetto 04: "IDENTITA’ MEDITERRANEA ED EUROPA.
MOBILITA’,MIGRAZIONI, RELAZIONI INTERCULTURALI”
Le ragioni dello studio
Ultimi decenni
Flussi migratori
Elemento centrale
Politiche paesi med.
Mobilità diversa per
modalità e tipologia
di migranti
Aumento dei
flussi irregolari o
clandestini
Trasformazione
paesi med.
da paesi di origine e
destinazione dei flussi
anche in paesi di transito
Processo di revisione
orientamenti politici
e giuridici in materia
di migrazioni
Interessi
nazionali e sovranazionali
Necessità di gestire
le migrazioni
a livello internazionale
Cooperazione
Creare sviluppo nei paesi
originari dei flussi
Combattere clandestinità
e traffico esseri umani
La struttura dello studio
• I migranti nei paesi mediterranei
 I dati
 Il modello di immigrazione mediterraneo e le recenti tendenze
• Gli aspetti politici e giuridici delle migrazioni nel
Mediterraneo
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Il contesto internazionale
Il Mediterraneo nel contesto internazionale
Il contesto euro-mediterraneo
I paesi della riva sud ed est del Mediterraneo
• Conclusioni e prospettive
I dati
(Fonti: ONU, International Migration. Wall Chart, 2006; Carim, Mediterranean Migration
Report 2006/2007)
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65.441.000 milioni di immigrati in Europa, pari all’8,2 % della
popolazione totale;
60,8 % di immigrati residenti nell’ UE 25;
All’interno dell’EU 25, 15.518.000 milioni di immigrati, pari all’8,5 %
della popolazione totale dell’area e al 24 % del totale degli immigrati in
Europa, residenti nell’area mediterranea, composta da Italia, Francia,
Spagna, Grecia e Portogallo;
• Nei paesi mediterranei delle sponde meridionale e orientale, paesi di
origine d’importanti flussi migratori ( circa 10 milioni di emigrati, tra i 5
e i 6, 4 milioni in Europa ed il resto nei paesi arabi soprattutto del Golfo,
in America e Canada), forte presenza di immigrati sul totale della pop.
nazionale;
• Tra i 17 e i 23 milioni gli immigrati irregolari. L’International Center for
Migration Policy Development (Icmpd) stima che ogni anno
attraversino il Mediterraneo circa 100-120.000 immigrati irregolari, di
cui 55.000 provenienti dalle aree maghrebina e libico-egiziana, 35.000
dall’area sub-sahariana, e 30.000 da altri paesi
Il modello di migrazione mediterraneo e le recenti
tendenze
1. 1950/1973: peculiarità del mercato del lavoro dei paesi di
destinazione (esistenza di un mercato del lavoro secondario e precario di
scarso interesse per la popolazione locale);
2. La crisi petrolifera del ’73 e la successiva recessione hanno interrotto la fase
di reclutamento ufficiale della forza lavoro all’estero attraverso le politiche di
stop;
3. Dagli anni ‘80 ad oggi: la chiusura delle possibilità di ingresso per lavoro ha
contribuito ad accrescere le domande di accesso per le motivazioni ancora
ammesse quali i ricongiungimenti familiari o le ragioni di asilo politico.
• Aumento del peso delle reti sociali, amicali e professionali
• Composizione dei flussi multietnica e caratterizzata da una consistente
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presenza di donne
Collocazione degli immigrati nel mondo del lavoro soprattutto attraverso
occupazioni precarie
Aumento del numero di migranti che, in condizioni di clandestinità e illegalità,
cercano di inserirsi nell’economia sommersa
“Brain drain” dai PTM all’UE
Politiche restrittive
Politiche selettive per i lavoratori
Politiche di attrazione per studenti ed “elites” professionali
Il contesto internazionale
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LE POLITICHE
Immigrazione
Riconoscimento bisogno e benefici
migrazioni internazionali
Adozione politiche e misure per una
gestione dei flussi sulla base delle
esigenze nazionali
Maggiore selettività nelle politiche
sull’immigrazione
Accesso
favorito
per
migranti
specializzati nelle scienze e tecnologia
o lavoratori stranieri in settori che
registrano scarsità di manodopera
locale
Più diffuse le politiche di integrazione
dei migranti
Emigrazione
Il numero dei paesi che vogliono
ridurre l’emigrazione internazionale si
mantiene costante sin dagli inizi degli
anni ’80.
Adozione di politiche per favorire il
ritorno in patria di lavoratori altamente
specializzati

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

I DATI
Immigrazione
2005: 1/5 della totalità dei paesi
desidera ridurre l’immigrazione; 1996:
2/5
Nel caso dei paesi industrializzati la
proporzione di governi che hanno
adottato
politiche
per
ridurre
l’immigrazione: 2005= 12%; 1996=
60%
2005: 75 paesi (37 industrializzati e
38 in via di sviluppo), hanno adottato
programmi di integrazione; 1996: 52
Emigrazione
2005: 76 paesi (58 in via di sviluppo)
hanno adottato politiche per favorire il
ritorno dei lavoratori altamente
specializzati; 1996: 59
Il Mediterraneo nel contesto internazionale

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


LE POLITICHE
Immigrazione
14 paesi su 23= politiche per mantenere
stabili i livelli dei flussi
8 = riduzione dei flussi
1
(Israele)=
misure
favorevoli
all’innalzamento del numero di immigrati
Solo Francia, Croazia, Serbia - Montenegro e
Turchia = misure che favoriscono un
incremento nei flussi di immigrati altamente
specializzati
Diffuse le politiche di integrazione
Emigrazione
 Prevalenza, seppure di misura, dei paesi con
politiche tendenti a ridurre i flussi di emigrati
e favorire il ritorno dei propri cittadini
residenti all’estero
Ratifiche
 Molti paesi non hanno ancora ratificato
Convenzione del 1990 e Protocolli del 2000
 Sovrapporsi di interessi nazionali e
sopranazionali spesso tra loro divergenti
 Presenza di politiche e normative non
sufficientemente strutturate
GLI STRUMENTI NORMATIVI ONU
•
La Convenzione del 1951, ratificata da 143
paesi, stabilisce le regole per i rifugiati,
proibendone l’espulsione o il ritorno
forzato
•
Il Protocollo del 1967 estende la sua
applicazione a persone divenute rifugiati
dopo l’1/01/1951
•
La Convenzione per i diritti dei lavoratori
migranti e dei membri delle loro famiglie
del 1990, attuata nel 2003 e ratificata solo
da
34
Stati,
stabilisce
definizioni
internazionali per le diverse categorie di
migranti e formalizza la responsabilità
degli Stati di accoglienza
•
Il Protocollo del 2000, entrato in vigore
nel 2003 e ratificato da 95 paesi, previene,
sopprime e punisce il traffico di persone,
specialmente donne e bambini
•
IL Protocollo del 2000 contro il
contrabbando di migranti per terra, mare
ed aria è entrato in vigore nel 2004 ed è
stato ratificato da 85 paesi
Il contesto euromediterraneo
• Nel 1976 le migrazioni non costituivano una tematica di cui occuparsi in
maniera prioritaria.
• Negli anni successivi (anni ’80), le conseguenze demografiche, economiche,
sociali e politiche dei flussi migratori divennero più evidenti, inducendo i governi
a ridefinire le politiche migratorie
• Approccio complessivo e coerente tra le politiche interne e esterne dell’Ue, ma
necessità di avere orientamenti differenziati nei riguardi dei singoli Ptm, in
risposta alle esigenze e ai contesti specifici
•
•
•
Orientamenti politici e giuridici articolati su tre assi prioritari:
Il primo riguarda il controllo dei flussi migratori per contenere nel medio e
breve periodo i flussi
Il secondo consiste nel rafforzamento delle politiche di integrazione degli
immigrati, considerate fortemente legate a quelle di immigrazione
Il terzo concerne «l’azione» sulle cause dei flussi di migrazione, di cui si
prevedono i risultati nel lungo periodo
 Sostegno ai processi di democratizzazione
 Cooperazione allo sviluppo nei paesi di origine
 Coordinamento nel campo della politica e della normativa
I Paesi della riva sud ed est del Mediterraneo
• Migrazioni come mezzo per alleggerire la pressione sui mercati del lavoro
nazionali attraverso la collocazione all’estero
manodopera, preferibilmente non qualificata
dell’eccedenza
di
• Nel corso degli anni, la nozione dei migranti come lavoratori «eccedenti» si
è trasformata in quella di migranti come fornitori di reddito (rimesse e
investimenti), la cui mobilità andava favorita al fine di ridurre il disavanzo
dello Stato
• Tutti i PTM sono divenuti luoghi di transito per migranti originari delle
regioni limitrofe o di quelle più lontane
• Spesso, tali migranti, diretti verso l’Europa e bloccati alla frontiera, a causa
del rafforzamento dei controlli e delle politiche restrittive dell’Ue, sono
diventati irregolari, sfidando la capacità istituzionale dei paesi del sud ed est
del Mediterraneo di gestire efficacemente i flussi.
Conclusioni e prospettive
• Le migrazioni rappresentano un elemento fondamentale nell’equilibrio sociodemografico e politico-economico dei paesi del Mediterraneo
• Sui movimenti migratori verso l’Europa hanno ed avranno una notevole
incidenza sia l’allargamento dell’Ue ad Est, sia gli Accordi di associazione
con i Ptm
• La politica comunitaria in ambito migratorio diventerà, infatti, vincolante
dopo il passaggio della materia dalla cooperazione inter-governativa alla
competenza comunitaria, previsto per il 2010
• Per quanto concerne i paesi del Sud ed Est del Mediterraneo, le politiche e
le normative, al momento, riflettono il loro difficile passaggio da paesi di
emigrazione a paesi di immigrazione
• Nella maggior parte di tali paesi l’immigrazione crea una situazione instabile
a livello sociale ed economico che va ad aggravare i problemi interni
• Le politiche migratorie e la capacità di gestire le migrazioni dei Ptm
debbano essere accompagnate da misure compensatrici supplementari ed
un aiuto allo sviluppo maggiore da parte dell’Ue, al fine di rendere più
efficace la cooperazione tra paesi di origine, di transito e destinazione dei
flussi
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