La Madonna del Sabato Santo ... quell’indimenticabile sabato incastonato tra la morte e la resurrezione di Gesù e Maria, la madre di Gesù, donna che continua a credere nell’impossibile di Dio. Avete sicuramente provato ad entrare in una chiesa il sabato santo: un abisso di silenzio, quasi schiacciante. E’ il giorno del mistero del dolore e della morte, il mistero più delicato, il mistero che lascia senza parole, a volte senza lacrime e senza speranza, il mistero che ci fa urlare contro Dio. Giorno di silenzio e di domande estreme. Giorno di smarrimento. Lo smarrimento che hanno provato gli stessi discepoli di Gesù. Un sabato, uno smarrimento, cifra dei nostri giorni, dei nostri smarrimenti. Ma c’è una «donna forte» che irrompe in questo «sabato» di sempre: Maria, la madre di Gesù, che sa stare ritta ai piedi della croce, che non ha bisogno di vedere per credere, che resiste, persevera nella fede, anche quando sembra tutto finito, tutto perduto, donna che attende… …che sa vedere oltre il buio …che sa vedere l’alba dentro un tramonto Signore, facci uomini dagli occhi immensi Occhi di fede, occhi che bucano la notte e che già ci fanno sognare l’alba, occhi che già ci fanno intravedere i colori di un’alba promessa, come è accaduto in quello splendido mattino di Pasqua. Gli stessi occhi di Maria. Così attaccata al cuore di Gesù, alle sue Parole, da saper vedere con i suoi occhi. Dopo la sepoltura di Gesù, a custodire la fede sulla terra non è rimasta che lei. Il vento del Golgota ha spento tutte le sue lampade, ma ha lasciato accesa la sua lucerna. Solo la sua. Per tutta la durata del sabato Maria resta l’unico punto luce... Santa Maria, donna del Sabato Santo, aiutaci a capire che, in fondo, tutta la vita, sospesa com’è tra le brume del venerdì e le attese della domenica di Resurrezione, si rassomiglia tanto a quel giorno. E’ il giorno della speranza ... Ripetici, insomma, che non c’è croce che non abbia le sue deposizioni. Non c’è amarezza umana che non si stemperi in sorriso. Non c’è peccato che non trovi redenzione. Non c’è sepolcro la cui pietra non sia provvisoria sulla sua imboccatura. Anche le gramaglie più nere trascolorano negli abiti della gioia. Le rapsodie più tragiche accennano ai primi passi di danza. E gli ultimi accordi delle cantilene funebri contengono già i motivi festosi dell’alleluia pasquale. Madre dolcissima, tu che hai sperimentato, come Cristo sulla croce,il silenzio di Dio, non ti allontanare dal nostro fianco nell’ora della prova ... Piantati sotto la nostra croce e sorvegliaci nell’ora delle tenebre. Santa Maria donna coraggiosa, rincuoraci col tuo esempio a non lasciarci abbattere dalle avversità. Aiutaci a portare il fardello delle tribolazioni quotidiane, non con l’anima dei disperati, ma con la serenità di chi sa di essere custodito nel cavo della mano di Dio. ... E sentiremo sulla pelle i brividi della Pasqua. Amen (d. Tonino Bello) Elaborato da Antonio Barone