Tessere la rete associativa
Il Segretario
nodo del modello reticolare
Roma, 18 novembre 2006
Metodo di lavoro
• Spunti da un testo “diverso” (tramite Dedalo) +
fonti associative specifiche: Appunti per un Segretario (slide
blu).
• Evidenziati analogie e contrasti con la realtà associativa
e con la figura del Segretario (slide rosse)
• Ciascuno dovrà pensare e annotarsi situazioni concrete
ed elementi utili al segretario ed evidenziare
interrogativi
• Recuperare le annotazioni durante gli interventi: verso
un vademecum condiviso
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Obiettivi
• Sperimentare il modello reticolare
• Costruire insieme il contributo con stile
laboratoriale
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Competenze e conoscenze oggi
• Dal pensiero sequenziale a quello reticolare
• dal modo lineare e causale di conoscere all’idea
di interdipendenza e circolarità
• da un pensiero prevalentemente analitico, logico
e dimostrativo ad un pensiero prevalentemente
sistemico, narrativo, plurale, analogico,
mosaicale, a rete, per interconnessioni.
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Dall’esperienza associativa…
• Da una osservazione e una conoscenza di cosa si fa
in parrocchia, a una attenzione a cogliere i
rapporti, a contestualizzare le situazioni.
• Da una conoscenza delle persone basata sul ruolo
associativo a uno scambio di racconti di vita e di
esperienze, alla valorizzazione della laicità.
• Dalla frammentarietà alla capacità di fare unità in
associazione: il particolare, lo specifico deve
arricchire e non spezzettare l’intera esperienza
associativa. Far cogliere l’insieme.
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Novità da valorizzare
importanza del "margine", dello "scarto",
delle "sporgenze", delle "pieghe", dei
"silenzi", delle "sfumature", delle "invasioni
di campo", delle "ibridazioni", delle
"contaminazioni cognitive"
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Dall’esperienza associativa…
• Attivare attenzioni specifiche: turn over,
simpatizzanti, chi ruota attorno all’associazione
• Dare spazio e interpretazione dei silenzi, dei
disagi, dei segnali…
• Captare, raccogliere il detto e il non detto
(sguardi, umori, problemi, esigenze, silenzi) a
360° e senza sosta
• Individuare e valorizzare le competenze anche
esterne utili all’associazione
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Società cognitiva-multimediale
• conoscenza e gestione delle informazioni:
precondizione per la vita quotidiana e professionale
• non esiste più un’età dell'apprendimento. Apprendere
continuamente per le trasformazioni molteplici e
accelerate
• Anche i saperi che i media veicolano "fanno sistema": i
loro rapporti e i loro movimenti interni sono di
sostegno reciproco, di integrazione, di dialogo.
• dal monoculturale all'interculturale; dal monomediale
al multimediale
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Dall’esperienza associativa…
• Prevenire l’alibi “non lo sapevo”.
• Informare e comunicare, far circolare le esperienze
(sms, newsletter, sito o blog, filodiretto, lettera,
giornale diocesano o locale, telefonata, tv, radio,
spot audio-video, mp3, passaparola…)
• Usare tutti gli strumenti e valorizzare tutti gli
apporti
• Favorire l’apertura al nuovo (tecnologie, prassi…)
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Dall’esperienza associativa…
• Ogni messaggio (e il modo di diffonderlo) trasmette
qualcosa, costruisce identità e opinioni sull’AC
• Progettare e programmare è aiutare a fare sistema
• tenere vivo e forte il legame che esiste tra tutte le
attività dell’associazione
• far percepire in modo riconoscibile un filo che lega
tutte le attività e le proposte di un anno associativo,
pur declinate a misura di ragazzi, giovani o adulti
• monitorare i processi.
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Spazio alla creatività
il modello 'reticolare' (dalla conoscenza
multimediale) è più ricco di quello
sequenziale del libro, poiché sollecita
percorsi e associazioni molteplici,
sviluppando gli aspetti divergenti
dell'intelligenza che più si avvicinano alla
creatività
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Dall’esperienza associativa…
Lavorare in rete per:
• pensare e progettare la vita associativa;
• uscire dalle trappole della routine e dello
scoraggiamento;
• trovare nuovi spunti per riaccendere l’entusiasmo;
• lavorare tutti e lavorare meno;
• generare soluzioni creative e produrre conoscenza;
• mostrare un volto condiviso dell’associazione;
• arrivare a più persone, essere missionari;
• condividere e procedere insieme…
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Nuovo senso alla relazione
• Più il soggetto è esposto ai mass media, alla
realtà virtuale, più avrà bisogno di essere
educato ai rapporti faccia a faccia, al dialogo
io-tu, alla intersoggettività.
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Dall’esperienza associativa…
• Recuperare il rapporto interpersonale. Non
stancarsi di cercare le persone, sentirle, chiamarle,
chiedere loro un’opinione, coinvolgerle, stimolarle,
valorizzarle, sostenerle, incoraggiarle, unirle,
coordinarle, congratularsi…
• trasformare gli ambienti con relazioni amicali che
superino il formalismo di un ruolo e delle cose da
fare.
• Non stancarsi di incontrare, girare, conoscere, farsi
prossimo, essere presenti ai momenti importanti…
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Dall’esperienza associativa…
• Sviluppare le dinamiche comunicative e
sperimentare nuove vie di annuncio e di prassi
associativa da condividere con gli altri
• Curare la gestione dei dati, perché ciascuno sia
raggiunto dalle specifiche informazioni
• organizzare bene, curare nei dettagli proposte e
niziative per dare valore al contenuto e
contemporaneamente comunicare una cura in più
per la persona che ne è destinataria, farla sentire
importante, bene accolta, prevenuta nelle sue
esigenze primarie...
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Pedagogia del volto
• Coabitazione delle differenze: bisogno di
integrare la pedagogia dell'identità con una
pedagogia del volto, cioè della relazione, della
differenza, della reciprocità.
• Importante educare ad una identità culturale che
renda consapevoli delle proprie radici e della
propria memoria storica.
• Educare alla democrazia
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Dall’esperienza associativa…
• rafforzare il senso d’appartenenza o la consapevolezza
che l’associazione è un dono per ciascuno e per tutti:
visibilità e radicamento sul territorio
• Far vivere e comprendere pienamente la democraticità
dell’associazione; garantire il rispetto delle regole che
sono a servizio dell’associazione; favorire modalità
rispettose dei passaggi democratici; favorire la
partecipazione di tutti e consentire scelte e sintesi che
sono responsabilità inevitabile degli organismi che
l’Associazione si è data.
• Credere al valore delle scelte fatte insieme
• Curare e gestire la vita associativa (stesura verbali,
convocazione riunioni, coordinamento attività,
programmazione, promozione, comunicazione)
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Io accogliente-narrante
• strumenti e opportunità che rendono possibile la
ricostruzione della memoria storica, la
comprensione della sua identità culturale,
l'elaborazione personale di un progetto di vita
• Accoglienza, ospitalità, ascolto di sé e degli altri,
autostima...
• Ascolto e narrazione
reciprocità
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Dall’esperienza associativa…
• Memoria (storia, testimoni…), identità
(appartenenza, adesione, diocesanità…), progetto:
parole chiave dell’esperienza associativa.
• Raccontarsi e ascoltarsi costruisce appartenenza, fa
sentire compagni di strada, offre spunti per andare
avanti insieme con speranza, fa crescere
competenze…
• ascoltare le diverse attese e conciliare le diverse
istanze presenti. Perdonare e superare rigidità.
• Offrire spazi reali o virtuali per raccontarsi e
ascoltare, aprire nuove porte
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Io libero-autonomo-selettivo
• Criteri per selezionare
• Criteri di orientamento, parametri di giudizio,
capacità di autodecisione
• Competenza nelle scelte, esperto nel
discernimento, capace di dire sì o no.
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Dall’esperienza associativa…
• Programmare, pensare la formazione, costruire
progetti… significa fare scelte, selezionare percorsi più
a misura delle persone di cui siamo responsabili, avere
in mente la meta e il percorso e saper discernere la serie
di passi avanti necessaria per progredire, essere capaci di
verificare il percorso fatto, correggere il tiro, ripartire
dagli errori e dalle debolezze per crescere sempre di
più. Cosa mi serve? Quale fine?
• Gradualità: tracciare nella mente e nel cuore un
percorso condiviso, rispettoso dei singoli e capace di far
compiere a ciascuno dei passi in avanti, senza produrre
ansie in chi fa fatica a vedersi davanti una meta lontana 21
Io responsabile-cooperativo
• Educare a farci carico, prenderci cura, sentirci
responsabili di una totalità
• Dovunque siamo, siamo da qualche parte, ma
la nostra responsabilità non finisce dove
finiamo noi.
• Cooperazione contro la competizione
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Dall’esperienza associativa…
• Vivere la responsabilità sempre: amare e
prendersi cura dell’associazione con proprio
impegno e competenze
• responsabili al di là del ruolo: cristiani, membri
della comunità, aderenti all’associazione…
• responsabili per gli altri, per il cammino di tutti:
cura dell’insieme
• Sperimentare forme di gemellaggio, sussidiarietà
orizzontale e verticale. Senza sfide né gare,
collaborando.
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Io nomade-creativo
•
•
•
•
•
Imparare a transitare insieme senza perderci.
Abitare le trasformazioni
Abitare il limite
Orientamento
educatori nel presente: esito del tempo
passato ma anche attesa, anticipazione e
costruzione del tempo futuro.
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Dall’esperienza associativa…
• Pellegrini, in continua conversione… assumiamo
la capacità di stare dentro il cambiamento
guardando alle cose essenziali.
• Il limite è l’elemento che può suggerire alla nostra
creatività la maniera di superarlo (pensa a un
pianoforte…)
• Esemplarità educativa: tensione a far crescere
anche le nostre realtà associative.
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Dall`esperienza associativa…