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Negli ultimi giorni, dice il Signore,
Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona;
i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri
giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno
dei sogni.
E anche sui miei servi e sulle mie serve in quei
giorni effonderò il mio Spirito ed essi profeteranno.
Farò prodigi in alto nel cielo e segni in basso sulla
terra, sangue, fuoco e nuvole di fumo.
Il sole si muterà in tenebra e la luna in sangue,
prima che giunga il giorno del Signore, giorno
grande e splendido.
Allora chiunque invocherà il nome del Signore sarà
salvato. (Atti degli Apostoli 17,21)
Ascoltate, figli del Nuovo Insegnamento!
Si avvicina il tempo in cui Colui che deve
giungere, riapparirà tra gli uomini per
l'unificazione delle razze della terra.
Aprite i vostri occhi,
affinché possano vedere,
Aprite le vostre orecchie,
affinché possano udire,
Aprite i vostri cuori per
far sì che il Figlio dell'Uomo
possa trovare il luogo dove poggiare il capo,
così che Egli non vi passi accanto senza che Lo
riconosciate.
Volume tre di tre
(Seguito del volume due)
La liberazione delle coscienze umane
Dopo l’evento della crocefissione
del Maestro Gesù
[…] Col passar dei giorni la notizia si diffuse
veloce come un lampo attraverso gli aspri
paesaggi della Giudea. Ci rendemmo conto
che non c'era né una casupola, per quanto
umile, né una piccola oasi che non avesse
avuto la sua versione dei fatti.
Venimmo a conoscenza della testimonianza
delle due guardie che avevamo invano cercato
nei pressi del sepolcro del Maestro, e dal racconto poco chiaro deducemmo facilmente che
ognuno dei due doveva aver dato una sua versione, per quanto simile a quella del
compagno.
Probabilmente, dovendo giustificare a palazzo
le ragioni della loro assenza, avevano inventato una storia basata sull'apparizione della
grande luce che avevamo visto tutti, in seguito alla quale, secondo loro, la pietra si era
rovesciata…
Confermavano così, agli occhi del popolo, i
poteri e la divinità del Grande Rabbi …
Molti di noi erano già stati avvicinati nelle
stradine della città e pregati con entusiasmo,
ammirazione, diffidenza o aggressività, di
spiegare l'accaduto.
Alcuni avevano risposto menzionando le profonde capacità di rigenerazione che il Maestro
aveva sviluppato nel corso della sua vita, ma
la verità non piaceva a tutti e dunque erano
tre le tesi che percorrevano Gerusalemme in
meno di una settimana: c'era quella della
resurrezione, quella di una pratica magica
(che ci attirava addosso l'ira dei sacerdoti), e
quella di una manovra politica … Ne concludemmo che sarebbe stato meglio lasciare la
regione a gruppetti e avvicinarci al mare di
Galilea, dove sapevamo, senza una data
precisa, che il Maestro ci attendeva e dove
certamente avremmo avuto da fare.
Non ci era stata data nessuna informazione
vera e propria, ma qualcosa in noi si rifiutava
di ammettere che tutto fosse ormai concluso...
un meccanismo misterioso era stato messo in
moto, e andava seguito nella sua corsa.
La madre del Maestro aveva lasciato Gerusalemme da qualche giorno, quando sentimmo
che era giunto il momento di imitarla. Ormai
le nostre facce erano note in tutta la città, e
servivano come punto di riferimento ad un
gruppo di fanatici del Maestro che l'annuncio
della sua resurrezione aveva riempito di uno
zelo imprudente nei confronti delle autorità.
Eravamo segnati a dito, e certuni ci rincorrevano con orgoglio, vantandosi di andare a rendere omaggio ogni giorno al suo sepolcro,
carichi di foglie di palma e di petali di fiori...
Forse peccammo di eccessiva prudenza, continuando a tacere, ma troppi ancora volevano
vedere più che sapere. Lasciammo dunque
Gerusalemme, per l'ultima volta …
Raggiungemmo infine sua madre in un ovile
della Fratellanza a diverse miglia da Tiberiade,
e la trovammo ad attenderci all'ombra di un
pergolato in compagnia di Simon-Pietro, di
Giovanni, di Marta e di pochi altri; l'ovile era
situato prudentemente in un fondovalle, e
quando scendemmo per il sentierino colei che
per rispetto non osavamo chiamare Myriam
(il nome originale di Maria) si alzò portandosi
le mani al cuore.
Avevamo subito riconosciuto quella sua lunga
veste grigia e i due veli sovrapposti, uno colore dell'aurora e l'altro color della notte, che
attestavano nella nostra lingua il suo attaccamento al tempio di Helios.
- Ecco, disse avanzando verso di noi insieme a
Marta, il Maestro sta bene; l'immagine della
sua anima (il suo corpo astrale) è venuta qua
ieri a darcene conferma, avevo fretta di
dirvelo.
Ci sentimmo sollevati e l'abbracciammo con la
mano sul cuore. Non potevo non guardarla
con quei suoi grandi occhi chiari e il suo
sorriso più giovane dei nostri...
Mi aveva sempre fatto un certo effetto sentirla
dire "il Maestro" parlando di suo figlio, ma
altri legami, diversi da quelli del sangue, si
erano imposti da tempo, e non di quelli che
uniscono un discepolo al Maestro,
ma due anime complici che rispettano fino in
fondo un compito assunto in altri tempi:
in quella nostra breve sosta, mi fu più chiaro
che mai.
Verso la metà del pomeriggio una voce bussò
ad un tratto alla porta delle nostre anime, una
voce dolce che comunque fece tacere il canto
degli uccelli della valle.
Ci guardammo l'un l'altro interrompendo la
conversazione, ed immergendoci nel silenzio
della natura ammutolita.
- Fratelli... udii allora più chiaramente.
Era come se la voce fosse dentro e fuori di me,
o meglio come se fossi tutt'uno con l'ovile e la
montagna, e che da essa la parola scaturisse.
Tuttavia, istintivamente, mi girai verso la
piccola costruzione dai muri di pietra, e nel
vano della porta una sorta di turbine bianco,
uno scintillio straordinario, si mosse stagliandosi contro il buio: fu come un velo lacerato
fra due mondi o fra due stati di coscienza, una
figura che si disegnò nella penombra dell'ovile
e poi avanzò verso di noi... Era come se si
fosse appena modellata, estraendo la sua
forma dalle particelle della natura.
Era il Maestro. La sua voce dolce e forte riprese a parlarci mentre si avvicinava sotto il sole.
- Fratelli, Fratelli ... siate ringraziati per la vostra presenza... Il piano del Senza Nome è ormai scritto per sempre in voi... Non lasciatevi
impressionare dalle apparenze: il mio corpo
riposa non lontano da qui. Per il momento è
un abito consunto, ma conto di usarlo per
molti anni ancora...
(Nota: infatti, successivamente, Gesù riprese
l’Opera iniziata all’età di 17 anni in India.
Rimuovere la rigidità monolitica delle Caste fu
veramente un’opera Titanica. Anche se non fu
crocifisso, dovette comunque affrontare altre
persecuzioni)
Il Maestro fece un largo sorriso che generò
mormorii divertiti e poi una vera e propria
esplosione di gioia tra di noi: scattammo in
piedi tutti insieme sotto il pergolato, pronti a
slanciarci verso di lui, ma c'era una forza che
ci tratteneva, e potemmo solo star lì col batticuore, a guardare i suoi capelli scintillanti, le
pieghe ondeggianti della sua veste e la luce
iridata che avvolgeva il suo corpo.
- Colui che ama manipola la luce, Fratelli miei,
e la usa come se fosse argilla; imparate che la
morte, la distanza, il tempo non sono nulla,
null'altro che impossibilità volute dai ciechi di
cuore. Ognuno degli istanti della vostra vita
sia dunque pura energia, e farò mia la vostra
presenza: la manifesterete al di là degli spazi,
delle epoche e dei mondi...
No, Fratelli miei, non sto giocando con i termini d'una beata e cieca credenza, non vi ho
preparati per ricevere il credo di una nuova
fede basata su un sistema da analizzare e
smontare.
Vi annuncio la percezione dell'unica Essenza,
perché tutto è al di là del dualismo delle coscienze e delle parole.
Così vi chiedo, quando parlerete in mia
memoria, di non costruire una religione...
Il vostro mondo ne ha già avute tante, e sono
tutte all'ombra dei loro dogmi come città
dietro le mura, e dimenticano che la terra
rumoreggia e che i venti soffiano...
Vivete e fate vivere, sentite e fate sentire,
pensate e insegnate a pensare; non imponete
ciò che sapete, ma fate amare la ricerca della
verità.
L'uomo da sempre recita il pensiero d'un altro
uomo... che reciti infine se stesso nel più profondo del suo essere.
È lì che vedrà la luce, perché è lì che risiede il
Padre, la Forza, perché è lì che lui stesso risiede da sempre. Il pensiero è l'essenza della
luce... che egli impari dunque a pensare.
Tra poco parlerete di questo agli esseri di questa Terra; cercate di vivere per sempre in ogni
parola che pronuncerete. Attraverso esse non
ponete limiti, ma siate illimitati nel cuore e
nella mente come nel verbo, perché il vostro
linguaggio non divenga una frontiera.
Andrete tra gli uomini... ma non percorrete la
strada al posto loro: siate la pietra da cui
scaturisce semplicemente l'autentica scintilla.
Capitemi Fratelli: non radicate mai la verità
del Padre nei cuori degli uomini, ma lasciate
che si radichi da sola, perché allora non
manipolereste altro che la forza e l'illusione.
Non parlate loro di me... ma del mio cuore
che dorme in loro.
Insegnate loro infine ad aver voglia
d'amare...
Ecco tutto ciò che il Padre vi chiede.
Mi rivedrete ancora una volta fra non molto, in
verità vi dico, non perché abbandoni la Terra
(fino al suo risveglio totale le resterò
accanto), ma per darvi gli ultimi consigli.
Il Maestro sorrise ancora, e l'alone luminoso
del suo corpo parve ad un tratto disintegrarsi
e disperdersi nell'atmosfera.
Di colpo non ci fu più niente da vedere, tranne
la natura che si riprendeva i suoi diritti con i
canti degli uccelli, il soffio del vento nelle
fronde dei fichi e il calore della terra...
Nessuno aveva voglia di fare commenti, perché era uno di quei momenti di pienezza in cui
basta esistere per sapere che ogni cosa è possibile e che c'è un portale dorato spalancato
davanti ad ognuno di noi...
Non un portale di un qualsiasi Eden, ma quello
della nostra propria forza, di questa energia di
pace e di conoscenza che ci rifiutiamo di vedere in noi stessi.
"Probabilmente è troppo vicina perché la vediate..." soleva dire un tempo il Maestro...
"Non aspettatevi da me una formula di liberazione, una tecnica di salvezza per fuggire i
mali del mondo! Non dovete accettare, non
dovete fuggire, ma oltrepassare.
Cessate dunque fin d'ora di girare come una
ruota intorno all'asse"!
Il giorno dopo arrivammo in riva al lago, preceduti dalla notizia della presenza del Maestro, e i pescatori e i mercanti volevano parlare
con noi, volevano sentirci raccontare; eravamo come in un sogno, o meglio un totale
risveglio ignoto fino a quel momento, e tutti
istintivamente ci trovammo ad imitare i comportamenti del Maestro.
Era come se ognuno di noi l'avesse ricevuto in
sé.
In pochi giorni, sotto i nostri occhi, vedemmo
sorgere una fiamma d'amore che percorse
tutta la terra di Galilea.
Parlavamo di risurrezione, non di quella del
Maestro, ma l'unica vera, quella dell'uomo
stesso, dello spirito umano che si rigenera e
ritrova la fonte riconquistando la sua vera
nobiltà …
Rivedemmo il Maestro in carne ed ossa solo
un mese dopo, in una casupola sulla strada
per Magdala; le piaghe sembravano del tutto
cicatrizzate, e non aveva più quello sguardo
sofferente; non era più Kristos, ma non era
neppure il Maestro Gesù...
Era come una roccia, una montagna d'energia
e di dolcezza. L'incontro fu breve.
Partì di notte per il Krmel, accompagnato da
quasi tutti i suoi più vicini discepoli, e sapevamo che quello era l'ultimo incontro, perché ci
aveva detto con semplicità:
- Vado al Krmel, il mio lavoro ora è diverso.
Nel più profondo del cuore talvolta sentirete
le mie parole, al di là dei mari e dei monti
ovunque voi siate. Ma non dimenticate mai,
Fratelli miei, che non è per me, che sono solo
un po' più avanti di voi, che lavorate: lavorate
per Questo... E con un ampio gesto indicò
l'aria intorno a sé... come a designare
l'universo intero …
Una sera del mese di Elul (verso la fine dell’estate) entrammo di nuovo in contatto con
Giuseppe e parecchi altri Fratelli.
Fu in un villaggio non lontano dal Krmel, nell‘entroterra. Tra noi il più vecchio era Giuseppe
D’Arimatea, che sapevamo essere anche vicinissimo al Maestro, e fu lui che prese la
parola.
- Fratelli miei, disse subito, ormai bisogna
lasciare questa regione; la vecchia terra di
Canaan ha nutrito abbastanza le piante dei
nostri piedi e ieri per l'ultima volta ho
incontrato il Maestro Gesù.
Mi ha annunciato che continuerà la sua
esistenza tra le spesse mura del Krmel e che
rivedrà solo più due o tre dei suoi discepoli
più prossimi e solo in occasioni ben precise.
Questa notizia pesa a me quanto a voi, ma
dobbiamo rispettare la sua volontà...
il Maestro agisce su consiglio dei Fratelli delle
stelle, e malgrado tutti gli ostacoli il suo destino è scritto nel cosmo.
L'impronta che lascia si adatta da sé agli schemi richiesti dall'umanità di quest'epoca, e sapete cosa intendo con questo, quindi è inutile
lottare contro l'idea della resurrezione totale
del suo corpo...
Essa contiene in embrione l'ideale degli uomini di questa Terra, e corrisponde anche ad una
possibilità che, nelle circostanze che sappiamo, Egli non ha avuto bisogno di utilizzare.
Ma come vi dicevo è ora di andarcene. Ci viene
chiesto di andare al di là del grande mare e di
approdare su una riva che i nostri padri chiamavano un tempo il paese di Kal, (la Gallia)
ovvero "il paese di pietra". Mediterete su
questo nome: sarà per noi come un ponte.
È una terra di popoli indipendenti abituati ai
ragionamenti astratti, e si dice che gli uomini
siano rudi ma che la poesia scorra nelle loro
vene.
Secondo le informazioni che mi ha dato il
Maestro, questa contrada porta in sé, per il
gioco delle forze telluriche, il segno della
stella dell'Equilibrio, e quindi chiama a sé il
sette iniziatico, la cui immagine mi è stata
affidata...
Volume
tre di tre
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