ESPRESSIONISMO IN FRANCIA
L'espressionismo francese si caratterizza da un movimento organizzato, il movimento dei
Fauves, che ha dato la possibilità a diversi artisti di affermarsi. Uno dei più importanti è Matisse,
che andrà poi ben oltre al movimento in sé. Anche altri artisti, come Valminck e Derain
cominciano all'interno del movimento dei Fauves, per poi andare oltre.
Fauves significa "belve". Questo perché lo spettro cromatico dei Fauves è estremamente
accentuato ed esaltato, i colori venivano usano con "violenza", usando colori lontani da una
concezione realistica del colore stesso. Il colore dei Fuaves è assolutamente libero da qualsiasi
elemento chiaroscurare, qualsiasi commistione tra toni differenti, e allo stesso tempo è un colore
sempre estremamente deciso e pieno. Si può dire da questo punto di vista che i Fauves si
pongono in completa antitesi rispetto al movimento impressionista, i quali usavano si il colore
puro ma inseguivano il riflesso e il riverbero della luce, per la cultura espressionista invece il
colore è liberato da qualsiasi funzione rappresentativa di qualos'altro (come era la luce per gli
impressionisti), ma il colore assume piena autonomia.
Gli impressionisti infatti usano il colore in ogni caso per restituire sulla tela aspetti che riguardano
la natura, come la luce, i riflessi dell'acqua, del cielo, etc. Quindi comunque piegano il colore alla
rappresentazione di qualcosa che è esterno all'opera d'arte, di qualcosa che bisogna
rappresentare.
Invece, gli espressionisti che vogliono esprimere qualcosa da dentro di sé, il colore ha una sua
assoluta autonomia, poiché non deve rappresentare niente di reale, non ha bisogno di essere
sfumato, di inseguire il riverbero. Non deve rappresentare ciò che è esterno all'artista ma deve
esprimere ciò che l'artista sente. Da questo punto di vista i temi e i soggetti dell'espressionismo
francese sono i più vari, e spesso sono dei pretesti per rappresentare le pulsioni interiori
dell'artista.
Derain donna in camicia 1906
Questa è la quintessenza del ritratto
espressionistico. Si nota questa donna che
è rappresentata con un intento ben
preciso, quello di esaltare la
disomogeneità della forma, la mancanza
di simmetria della sua posizione. Viso, che
è troppo grande, disarmonico, è
spigoloso. Ad esempio il braccio e la
mano, che sono deformati,
sproporzionati. assoluta improbabilità del
tono cromatico stanza dove è
rappresentata la donna non ha alcuna
funzione di profondità, né tantomeno c'è
il chiaroscuro.
Attraverso quest'immagine Derein
inaugura la tendenza dell'arte
dell'espressionismo a rappresentare
attraverso il segno grafico e attraverso
l'accentuazione delle caratteristiche
cromatiche, il senso della precarietà.
L'arte dell'espressionismo ha una sua
importanza notevole nell'evoluzione della
storia dell'arte perché per la prima volta
esprime un idea della vita e dell'esistenza
che l'artista non ha la pretesa di
dominare, di rappresentare in una
maniera esaustiva e per questo
rassicurante
Possiamo chiamare espressionista anche Cimabue per l’espressione dolente del cristo
Maschera idimu congo maschera
enorme che protegge le maschere più
piccole contenute in ceste collettive
Duomo di Magdeburgo
Altare Isenheim Grunewald 1512 1516
El Greco apocalisse 1608
Nabis.
Auguste Cazalis li battezza
così dall’ebraico, profeti.
Amano l’esoterismo e fanno
cerimoie pseudo religiose.
Edouard Vuillard.
Uso dei colori puri che creano netti
contrasti e posizione poco
convenzionale per un singolo
ritratto.
Sembra uno scatto fatto a caso
Japonisme
Termine che indica l’influenza
dell’arte giapponese sui francesi.
Stampa di metà ‘800
Vangogh interpretato dagli espressionisti per la forma e per il ritmo delle
composizioni.
Il caos luminoso ed esplosione di colori. Personaggio romantico tragico
Munch 1885 : L’urlo
Gli espressionisti prendono la sofferenza psicologica gli occhi spalancati che
aggrediscono lo spettatore
Munch 1900 : La danza della vita
dove i corpi sembrano automi, marionette prive di vita
Raoul Dufy: Colori non reali (cielo giallo) legati all’immaginazione dell’artista. La
trasfigurazione del dato naturale tende a far coincidere l’espressione con la
decorazione cioè con la composizione interna del quadro. Ma per gli espressionisti la
forma è solo un mezzo per esprimere i sentimenti interiori.
Henri Matisse (1869-1954)
Pittore francese, è il rappresentante più noto del fauvismo.
Henri Matisse iniziò la sua attività di pittore a Parigi intorno al 1890.
Studiò presso il pittore simbolista Gustave Moreau e presso l’École des Beauxarts di Parigi. In questi anni conobbe Albert Marquet, André Derain e Maurice de
Vlaminck. Dalla loro amicizia nacque il gruppo dei Fauves. La loro prima
comparsa pubblica avvenne nel 1905 al Salon d’Automne.
Lo stile di Matisse già si definisce in questa fase della sua attività. I suoi quadri
sono tutti risolti sul piano della bidimensionalità, sacrificando al colore sia la
tridimensionalità, sia la definizione dei dettagli. L’uso del colore in Matisse è
quanto di più intenso è vivace si sia mai visto in pittura. Usa colori primari stesi
con forza e senza alcuna stemperatura tonale. Ad essi accosta i colori
complementari con l’evidente intento di rafforzarne il contrasto timbrico. Ne
risulta un insieme molto vivace con un evidente gusto per la decoratività.
La sua attività pittorica si svolse per decenni, nel suo quieto ambiente familiare,
lontano dai clamori della vita mondana. Svolse la sua ricerca portando il suo
stile ad un affinamento progressivo fino a farlo giungere, in tarda età, alle soglie
dell’astrattismo. Ma senza mai perdere il gusto per la forza espressiva del
colore.
Autoritratto di Matisse. (litografia)
A differenza di Munch, di Ensor, e di
Klimt, l'arte di Matisse vuole
regalare delle certezze, non
esprimere inquietudine, vuole
essere elemento in grado di
sottolineare le enormi potenzialità di
fronte alle quali l'uomo moderno si
trova e che non è più in grado di
riconoscere e di cogliere.
Matisse calma lutto e voluttà 1905 (tema delle bagnanti)
Questa immagine si costruisce attraverso il colore puro, colori primari giallo rosso e blu, e
colori secondari verde arancio e viola. Per Matisse il colore usato in senso assolutamente antinaturalistico, ha una valenza puramente espressiva Contorni rafforzati da puntini blu scuro art
noveau nei rami a destra.
Matisse natura morta con melanzane 1911
serie di tentativi per assorbire il reale con totale originalità. Fauve sono i colori e reali le
melanzane posate su un tavolo senza profondità, piatta la profondità del paesaggio racchiuso
nella finestra. Tutto in profondità lo specchio. Tutto intorno nelle geometrie di porte e spigoli
svolazzano le curve e i motivi,,,nascita di un grande stile ornamentale.
1905 Henry Matisse.
Campiture cromatiche sulle
pareti e sui battenti della
finestra.Nel centro pennellate
come bastoncini verticali
orizzontali e ondulati per far
vibrare l’insieme.
Tutto impostato sulla
contrapposizione del rosso e del
verde con l’aggiunta del blu e dei
suoi derivati non c’è chiaroscuro.
Shock della visione reso
semplificando con colori puri
luminosi che cozzano in gioiose
dissonanze
Henry Matisse : Il lusso 1907
Abbandonata la tecnica puntinista
la gamma cromatica è meno
intensa.
Immersione delle figure stilizzate
nella natura.
Immagine purificata, decantata in
un clima mediterraneo idilliaco
Henry Matisse : Danza 1910
Semplificazione dei colori e delleforme. Il Colore raggiunge la massima saturazione.
Quest’opera preannuncia tutta l’arte a venire
Andre Derain
(Chatou 1880 - Garches, Parigi1954).
Pittore francese amico di Vlaminck e di Matisse. Derain fu tra le figure più
significative del fauvismo ma, già dal 1906, una meditata lettura dell'opera di
Cézanne e l'interesse per il primitivismo dell'arte negra lo portarono a smussare la
violenta emotività cromatica a favore di una solidità costruttiva e a condurre una
ricerca in parallelo con quella di Braque e di Picasso, senza tuttavia giungere a
una completa identificazione con la poetica cubista.
In seguito, e soprattutto dopo il viaggio in Italia nel 1921, alla ricerca delle fonti
classiche di Poussin e di Corot, Derain sentì l'esigenza di conformare il suo
linguaggio pittorico ad una visione estetica non artificiosamente dissociata dalla
visione comune, sì che la sua opera, segnata da un classicismo che non scade
mai ad accademismo, fu considerata da molti critici una sorta di apostasia delle
sue precedenti posizioni d'avanguardia.
Derain si dedicò anche alla scenografia (dalla Boutique fantastique per Djagilev
nel 1919 a Il barbiere di Siviglia per il Festival di Aix-en-Provence nel 1953),
all'illustrazione e alla scultura
Andre Derain : autoritratto
I colori caldi e freddi sono
accostati in modo molto
contrastante, stesi con pennellate
larghe, pastose e libere.
Egli vuole usare la maggior
quantità possibile di impasto
cromatico steso a grosse
pennellate ben visibili, per rendere
meglio la forza degli accostamenti.
Andre Derain : Westminster 1906.
Raggi esplodono colori freddi e poi caldi e poi nebbiosi. Negli edifici i trattini
seguono il senso della gravità mentre nel Tamigi seguono la corrente.
Matisse dipinto da Derain
George Braque
Soprattutto noto per essere
il fondatore del cubismo
insieme a Picasso, lo
affronteremo meglio nelle
prossime lezioni.
Subendo l'influenza
dell'opera di Henri Matisse,
cominciò a dipingere alla
maniera dei fauves,
ricorrendo all'uso di colori
brillanti e sfruttando la
libertà della composizione:
fanno parte di questo
periodo opere quali
Paysage à l'Estaque
George Braque : Piccola baia alla ciotat 1907.
Usa pochi essenziali elementi. Un orizzonte, riflessi caldi e controriflessi contrastanti. Tratti
orizzontali al centro rapide stesure diagonali in cielo e sul terreno. Tutto scarnificato. Molti
intervalli bianchi che poi nelle opere future si ridurranno.
Maurice de Vlaminck : autoritratto.
Autodidatta: la sua arte vuole
essere libera e immediata poca
grazia e molto dinamismo: le
pennellate non comunicano
armonia, ma forza ed energia
Maurice de Vlaminck: Case a Chatou
Più di tutti nella direzione di Vangogh. Moto istintivo e irruento. Colori puri e caldi stesi
in porzioni irregolari allungate a virgola o sciacciate in una pasta rilevata
Maurice de Vlaminck.
Si appropria del fauvismo come se fosse suo (il fauvismo sono io). Decostruzione
prospettica spinta al massimo, paesaggio e pennellate creano un ritmo vorticoso
Maurice de Vlaminck massima libertà nella fase fauve ma poi non saprà come
evolversi. Vegetazione con un ritmo esagitato che disorienta lo spettatore. No ombra
ne chiaroscuro. Frenesia cromatica di violenti contrasti
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l`espressionismo in Francia