L'inclinazione con cui i
raggi solari arrivano
sulla Terra.
All'equatore i raggi giungono
verticali e si distribuiscono su
una superficie più piccola,
riscaldandola con maggiore
efficacia.
Ai Poli i raggi giungono più
inclinati distribuendosi su una
superficie maggiore,
riscaldano sempre più
debolmente la superficie
terrestre.
Disposizione dei
continenti e
degli oceani
Il mare impiega circa
Le correnti oceaniche La presenza di una il doppio del tempo
Contribuiscono a rendere catena di montagne per riscaldarsi
rispetto alla
Può formare uno
più mite il clima di intere
regioni quando portano
acqua calda dalle regioni
tropicali verso i poli
;rendono il clima più rigido
e arido quando
trasportano acque fredde
dalle alte alle basse
latitudini.
sbarramento naturale alle terraferma.
masse d'aria umida
provenienti dal mare.
Piogge molto intense si
riversano in questo caso sul
versante rivolto verso il
mare, mentre l'interno
risulta caratterizzato da una
notevole aridità.
•INSOLAZIONE
È un elemento fondamentale del clima in quanto da questo parametro dipendono
tutti gli altri fenomeni atmosferici. L'energia del sole che arriva nell'atmosfera
viene in parte diffusa dalle nubi e dalle molecole dei gas costituenti l'aria, una
parte è assorbita dal vapore acqueo e dall'anidride carbonica, una parte arriva a
terra e viene di nuovo irradiata nell'atmosfera.
PRESSIONE
Le variazioni di pressione provocano venti, precipitazioni, trombe d'aria ecc. e tutto ciò incide sul clima.
UMIDITA'
L'umidità varia in continuazione con l'evaporazione e con le precipitazioni. Le regioni più secche
sono in genere quelle prive di vegetazione e lontane dal mare.
PRECIPITAZIONI
Influenzano il clima in quanto fanno diminuire la temperatura.
NUVOLOSITA'
Strettamente collegata alle precipitazioni, influenza la temperatura in quanto impedisce ai raggi solari di
raggiungere il suolo. D'altra parte trattiene le radiazioni caloriche emesse dal suolo diminuendo
l'escursione termica fra notte e giorno.
TIPI
CLIMATICI
CLIMI UMIDI
TROPICALI
VARIETA'
CARATTERISTICHE
CLIMA
EQUATORIALE O
DELLA FORESTA
PLUVIALE
Almeno nove mesi di precipitazioni con un totale pluviometrico medio di
2000 mm. annui; temperature elevate con deboli escursioni
giornaliere e annue
CLIMA DELLA
SAVANA
Escursioni giornaliere o annue più sensibili (10 °C); umidità minore, due
stagioni, una asciutta ed una umida estiva con piovosità accentuata
nel clima monsonico (foreste tropicali)
CLIMA ARIDO
CALDO O
DESERTICO
Precipitazioni annue inferiori o uguali a 250 mm; la temperatura del mese
più freddo è superiore a 6 °C; la stagione arida può anche
estendersi all'intero anno
CLIMI ARIDI
CLIMA STEPPICO
O ARIDO CON
INVERNO FREDDO
Temperatura del mese più freddo inferiore a 6 °C; forti escursioni annue
con estati molto calde e inverni rigidi; piovosità molto scarsa
CLIMI
MESOTERMICI
CLIMA UMIDO
TEMPERATO
CALDO CON
INVERNO SECCO
O TROPICALE
MONTANO
Escursione della temperatura annua limitata; precipitazioni abbondanti
(2000 mm) che consentono lo sviluppo di una folta vegetazione con
caratteri simili a quelli della foresta tropicale
CLIMA UMIDO
TEMPERATO
CALDO CON
ESTATE SECCA O
MEDITERRANEO
Piovosità: ca. 1000 mm annui; piogge prevalentemente invernali; salendo
in latitudine si distinguono due massimi, uno primaverile e uno autunnale
(clima semicontinentale; es. clima padano-danubiano; la temperatura del
mese più freddo è prossima allo zero)
CLIMA
TEMPERATO
UMIDO DI TIPO
MARITTIMO
CLIMI
MICROTERMICI
CLIMI NIVALI
CLIMA BOREALE
FREDDO CON
PRECIPITAZIONI IN
QUASI TUTTO
L'ANNO (TAIGA)
CLIMA BOREALE
FREDDO CON
INVERNO SECCO
(CLIMA
SIBERIANO)
Temperatura del mese più caldo compresa tra 10 e 20 °C; piogge
distribuite lungo tutto l'anno con massimi autunnali e invernali
Mesi freddi in numero massimo di otto; precipitazioni molto scarse, specie
nell'interno dei continenti
Numero dei mesi freddi, cioè con temperatura media inferiore a 10° C,
superiore a otto; lunghi periodi di gelo con temperature anche di -50 °C,
precipitazioni molto scarse
CLIMA
SEMINIVALE O
DELLA TUNDRA
La temperatura media del mese più caldo supera gli 0 °C
CLIMA DEL GELO
PERENNE
Temperatura media del mese più caldo sempre sottozero
Il clima della Terra non è stato sempre lo stesso; importanti mutamenti hanno avuto luogo in
diversi periodi della vita della Terra.
CAUSE
Macchie
solari
Magnetismo
terrestre
Erezione
vulcanica
Terremoti
Spostamenti
continentale
Effetto
serra
Ci sono tre principali cause naturali per il cambiamento del clima:
1. la prima è che sia variabile la quantità di calore prodotta dal Sole;
2. la seconda possibilità è che modifiche nell'atmosfera ne alterino la trasparenza e quindi la
quantità che arriva dal Sole di calore;
3. la terza dipende dalle variazioni del campo magnetico della Terra.
IL FENOMENO
L’effetto serra è un fenomeno senza il quale la vita come la conosciamo adesso
non sarebbe possibile. Questo processo consiste in un riscaldamento del
pianeta per effetto dell’azione dei cosiddetti gas serra, composti presenti nell’aria
a concentrazioni relativamente basse (anidride carbonica, vapor acqueo,
metano, ecc.). I gas serra permettono alle radiazioni solari di passare attraverso
l’atmosfera mentre ostacolano il passaggio verso lo spazio di parte delle
radiazioni infrarosse provenienti dalla superficie della Terra e dalla bassa
atmosfera (il calore riemesso); in pratica si comportano come i vetri di una serra
e favoriscono la regolazione ed il mantenimento della temperatura terrestre ai
valori odierni.
Questo processo è sempre avvenuto naturalmente e fa sì che la temperatura
della Terra sia circa 33°C più calda di quanto lo sarebbe senza la presenza di
questi gas.
CAMBIAMENTI CLIMATICI
Il clima del nostro pianeta è dinamico e si sta ancora modificando da quando la
Terra si è formata. L’aumento della concentrazione dei gas serra in
atmosfera sta causando un incremento della temperatura globale della
Terra. Le rivelazioni effettuate hanno dimostrato che negli ultimi 15 anni del
XX secolo vi sono stati i dieci anni più caldi di tutto il periodo; il 1998 è stato
l’anno più caldo in assoluto. Inoltre si ritiene che la temperatura media
globale superficiale possa aumentare di 0,6-2.5°C nei prossimi 15 anni e di
1,4-5,8°C nel secolo in corso, pur con significative variazioni. L’aumento
delle temperature comporta degli inevitabili effetti a livello meteorologico.
Con l’incremento della temperatura vi è un conseguente aumento
dell’evaporazione, per cui si ritiene che, a livello globale, l’inasprimento
dell’effetto serra porterà ad una crescita delle precipitazioni e ad una
maggiore frequenza delle tempeste di forte intensità.
EFFETTI SULL’AMBIENTE
L’incremento della temperatura della Terra può provocare una serie di effetti
ambientali di notevoli proporzioni:
Il riscaldamento globale comporta anche una diminuzione complessiva delle
superfici glaciali. Le grandi masse di ghiaccio della Groenlandia e dei
ghiacciai continentali stanno arretrando notevolmente; e, ultimamente, anche
i ghiacci dell’Antartide hanno iniziato a diminuire.
L’aumento del volume oceanico a causa della temperatura più alta e lo
scioglimento dei ghiacci provocano anche l’innalzamento del livello medio del
mare. Negli ultimi cento anni è cresciuto approssimativamente di 15-20 cm.
Inoltre, in molte zone tropicali già si assiste ad una riduzione dell’umidità del
suolo che comporta una diminuzione nella resa agricola; molte aree, anche in
Europa, sono a rischio di desertificazione.
EFFETTI SULL’UOMO
L’aumento delle temperature a causa del riscaldamento globale provocato
dall’incremento della concentrazione dei gas serra nell’atmosfera può
comportare sia effetti diretti che indiretti per la salute dell’uomo.
Le temperature estremamente calde aumentano soprattutto i rischi fisici a
carico delle persone che presentano problemi cardiaci. Questi soggetti sono
più vulnerabili perché in condizioni termiche più elevate il sistema
cardiovascolare deve lavorare in modo maggiore per mantenere la
temperatura corporea stabile. Il clima più caldo comporterebbe inoltre una
maggiore frequenza dei colpi di calore ed un aumento della diffusione dei
problemi respiratori.
Tutti questi problemi sarebbero di difficile soluzione anche per i Paesi
Occidentali che dispongono di un patrimonio economico ed industriale
enorme. Molti degli impatti del cambiamento climatico potrebbero comunque
essere risolti tramite l’organizzazione ed il mantenimento di adeguati
programmi a difesa dell’ambiente e della salute pubblica.
INTRODUZIONE
Fino a due secoli fa, gli strumenti di lavoro erano azionati
soltanto dall'energia biologica: i muscoli dell'uomo e degli
animali, il moto dell'acqua e del vento o il calore del sole.
Con il motore a vapore inizia la trasformazione dell' energia
termica in energia meccanica ma anche il processo inquinante
legato all'aumento nell'atmosfera dei derivati della
combustione e inizia l'effetto serra.
Oggi, gran parte dell'energia elettrica in Italia è fatta di
petrolio, nafta, catrame, carbone... Per l'83% proviene da
centrali termoelettriche che producono elettricità e fumi di
combustione, gas inquinanti, tonnellate di CO2 e scarichi
d'acqua bollente.
ENERGIA RINNOVABILE
E' l'energia elettrica che si produce dalle fonti rinnovabili con impianti
idroelettrici, eolici, solari e fotovoltaici; non è causa di emissioni di CO2
e di inquinamento, non danneggia il clima. Laddove sono state offerte
"tariffe verdi" e incoraggiate le ricerche sulle fonti rinnovabili e le
applicazioni concrete, si sono creati nuovi posti di lavoro e nuove
tecnologie. Lo mostrano gli esempi positivi del mondo. Maggiore sarà la
domanda di energia rinnovabile e l'interesse per il progetto di diffusione,
maggiore sarà la sua produzione, e i costi scenderanno, con guadagno
per tutti!
METTIAMOLE A CONFRONTO
Fonti di energia fossili
(petrolio, carbone,
catrame, gas)
Fonti di energia rinnovabili
• Limitate (le risorse presenti nel mondo
stanno per esaurirsi)
• Non inquinano, non emettono anidride
carbonica / gas a effetto serra
• Causano inquinamento atmosferico ed
emissioni di CO2 e gas serra
• Localizzate solo in pochi Paesi (tensioni
geopolitiche e conflitti)
• Rischi durante il trasporto (petroliere,
oleodotti...)
• Illimitate (il sole, l'acqua, il vento, la
geotermica)
• Sono ovunque: "Il sole splende in tutto
il mondo"
• Nessun rischio di trasporto
ENERGIA DAL SOLE
Una prima forma di energia influenzata dal clima è quella solare. Sono tre i
grandi sistemi di sfruttamento di quest’ultima:
-fotovoltaico, in cui la radiazione solare viene trasformata direttamente in energia elettrica
mediante "celle solari al silicio“.
I costi di quest'ultimo, ancora alti (da 25 cent a 1 dollaro per kwh), scendono
costantemente, mentre la produzione mondiale aumenta in maniera esponenziale.
Il mercato dei pannelli fotovoltaici cresce del 33% all'anno dal '96 ed è già oggi immenso,
da calcolatrici e orologi (anche segnali stradali a celle solari, si vedono già per le strade
italiane) a sistemi per l'elettricità e il pompaggio dell'acqua, fino a centrali elettriche di larga
scala.
Ricoprendo a fotovoltaico il 4% delle aree desertiche del pianeta, si fornirebbe elettricità
equivalente ai consumi mondiali attuali;
- solare termico, per riscaldare un liquido sia direttamente (i pannelli scalda-acqua diffusi
nei paesi mediterranei) che con pompa di calore;
- solare termoelettrico, con specchi che concentrano il calore su caldaie che vaporizzano
l'acqua inviandola al turbogeneratore.
ALTRA FONTE
RINNOVABILE: L’ ACQUA
OGGI: L'Italia ha già un'abbondante fonte di energia rinnovabile. E' l'energia
idroelettrica delle acque dei bacini. Questa fortunata orografia
consente all'Italia di fare uso rilevante dell'idroelettrico. Le centrali
idroelettriche recuperano l'energia idraulica dove questa è più
disponibile anche se difficilmente accessibile (montagne, in alta
quota) immettendola in rete come energia elettrica: un bacino
(creato con uno sbarramento), gallerie e pozzi, la condotta delle
acque che precipitano, e una centrale con turbine e generatori.
L'acqua usata non subisce trasformazioni chimico-fisiche, e viene
immessa nuovamente nel suo corso naturale, alimentando gli usi
agricoli, irrigui, domestici degli abitanti a valle.
IN
FUTURO: La microgenerazione è il futuro dell'idroelettrico sostenibile:
"mini-idro", impianti di ridotte dimensioni e dislocati su corsi
d'acqua fluente, con impatto ambientale veramente ridotto. Ne
sono già in costruzione, specie in Svizzera.
ENERGIA EOLICA
La "potenza nel vento" viene trasformata in energia da aerogeneratori, turbine eoliche.
Ne esistono da mezzo metro di diametro (da 20w, come il Marlec 500) fino al gigante
della
Vestas
da
1650
kw
con
un
rotore
di
ben
63
metri.
Secondo gli esperti del World Watch Institute, i venti di terraferma potrebbero già
fornire energia pari a quattro volte il consumo energetico totale. Esiste una concreta
disponibilità di volumi notevoli di energia eolica a prezzi competitivi.
Secondo la Commissione Europea "ha avuto una progressione impressionante.
Cresce a un tasso del 55% annuo. Gli obiettivi chiave del settore eolico sono stati
superati tre anni prima del previsto".
Il costo dell'energia eolica si è ridotto di tre volte dal 1981 a oggi. L'8% dell'elettricità
danese è già prodotta dal vento, in una regione tedesca si raggiunge l'11%, il 20% in
Navarra nella Spagna del Nord.
IL FUTURO
Oltre agli affinamenti tecnici (mulini c.d. "lenti", più leggeri, turbine più silenziose e
più efficienti) si stanno progettando batterie di mulini a vento off-shore (in mare
aperto), oppure dislocati in zone deserte, senza deturpare il paesaggio. La
prossima frontiera: per fabbricare sul luogo l'idrogeno, vettore d'energia
immagazzinabile e trasportabile.
IL FENOMENO
La stratosfera terrestre contiene una concentrazione
relativamente alta di ozono, un gas costituito da tre
atomi di ossigeno (O3) e che rappresenta un vero e
proprio schermo nei confronti delle pericolose radiazioni
ultraviolette (raggi UV) provenienti dal sole. Ogni anno,
la concentrazione dell’ozono stratosferico nell’area
situata in prossimità del Polo Sud diminuisce a causa di
variazioni naturali. Purtroppo, a causa degli inquinanti
rilasciati in atmosfera, sin dalla metà degli anni settanta
questa periodica diminuzione è diventata sempre più
grande, tanto da indurre a parlare del fenomeno come
del “buco dell’ozono”. Il fenomeno non rappresenta
nient’altro che l’aspetto più evidente della generale e
graduale diminuzione dell’ozono nella stratosfera.
Il cosiddetto “buco dell’ozono” situato sopra l’Antartide si ripresenta periodicamente
all’inizio della primavera, nel periodo settembre-ottobre, e consiste in un brusco
assottigliamento (anche del 60%) che dura per un paio di mesi; purtroppo dopo questo
periodo il buco non si richiude totalmente ed in genere ogni anno si ripresenta di
dimensioni ancora maggiori. L’assottigliamento risulta più marcato in questa zona del
globo soprattutto per l’azione determinante che ha il freddo nei meccanismi di
degradazione dell’ozono.
INQUINANTI IMPLICATI
Il continuo e graduale impoverimento dell’ozono della stratosfera può essere senz’altro ricondotto alla presenza in
atmosfera di un gran numero di composti chimici in grado di attaccare l’ozono. Queste sostanze vengono
anche definite ODS, Ozone Depleting Substances (sostanze che distruggono l’ozono). Per avere un’idea
quantitativa degli effetti causati dai composti ODS è stato concepito il potenziale di eliminazione dell’ozono
(ODP, Ozone Depleting Potential), un numero che si riferisce all’ammontare della riduzione dell’ozono
causata da un composto ODS. Per la precisione l’ODP viene determinato sulla base del numero di atomi di
cloro e di bromo presenti nella molecola, dalla “vita” atmosferica del composto e dagli specifici meccanismi
implicati nella sua degradazione.
Le sostanze più implicate nel fenomeno del buco dell’ozono e più in generale nella riduzione dell’ozono
stratosferico sono:

I Clorofluorocarburi (CFC). I CFC sono composti costituiti da Cloro, Fluoro e Carbonio. Altri composti
implicati nel fenomeno sono gli HCFC (Idroclorofluorocarburi), Contengono cloro e per questo sono in
grado di deteriorare la fascia di ozono nella stratosfera, ma molto meno efficacemente dei CFC.

I gas Halon, anche conosciuti come Bromofluorocarburi, sono composti costituiti da bromo, fluoro e
carbonio. Gli halon sono utilizzati come agenti estinguenti del fuoco sia in sistemi fissi che in estintori portatili.
Causano la riduzione della fascia di ozono perché contengono il bromo (che è molte volte più efficace nella
distruzione della fascia di ozono di quanto possa esserlo il cloro).
N.B. tecnicamente tutti i composti che contengono carbonio e fluoro e/o cloro sono halon.

Altre sostanze sono implicate nella degradazione dell’ozono: per esempio il metilcloroformio ed il tetracloruro
di carbonio (comuni solventi industriali) ed in definitiva tutti quei composti volatili che comprendono nella loro
struttura atomi di cloro o bromo, come il bromuro di metile, una sostanza chimica molto utilizzata in
agricoltura come fumigante per eliminare i parassiti.
EFFETTI SULL’ UOMO
Il buco dell’ozono ed in generale la diminuzione dell’ozono
stratosferico non rappresentano al momento un rischio
immediato per la salute dell’uomo. L’ozono agisce schermando
la maggior parte delle pericolose radiazioni UV-B provenienti
dal sole ed un drastico aumento delle radiazioni ultraviolette
anche nelle zone popolate della terra potrebbe causare danni
impensabili.
Cosa provoca l’ azione dei raggi UV-B?
I raggi UV-B
danneggiano
La retina
danneggiano
DNA e RNA
Aumento
delle
malattie
causano
La cecità
causano
quindi
Melanomi
e cancro
alla pelle
Disfunzione delle
difese
immunitarie
EFFETTI SULL’AMBIENTE
La presenza di una graduale diminuzione dell’ozono stratosferico
comporta inevitabili danni anche a carico della fauna e della flora,
anche se l’assorbimento delle radiazioni UV varia molto da un
organismo ad un altro. Dato che la riduzione maggiore è presente,
per il momento, in aree pressochè disabitate, gli effetti non sono
ancora particolarmente gravi, almeno per gli animali superiori.
Questi effetti si possono comunque sempre ricondurre all’azione
dei raggi UV e più specificamente ai raggi UV-B.
Diversi organismi viventi hanno sviluppato particolari meccanismi
di protezione dall’azione dei raggi UV-B limitando la loro
esposizione (alcuni organismi acquatici fermano la loro attività
verso metà giornata, quando l’azione dei raggi UV è più intensa).
Sulle piante le radiazioni UV-B comportano in genere un
rallentamento della crescita a causa di un effetto limitante nella
crescita della superficie fogliare e quindi dell’area deputata alla
cattura dell’energia solare.
LE PIOGGE ACIDE
IL FENOMENO
Con il termine piogge acide si intende generalmente il processo di ricaduta
dall’atmosfera di particelle, gas e precipitazioni acide.
PIOGGE
UMIDE
Piogge, neve,
nebbie,
ruggiate, ecc.
Vengono causate dagli
ossidi di azoto e di
zolfo
PIOGGE
SECCHE
I particolati acidi
non entrano in
contatto con le
molecole di H2O
DIFFUSIONE
A partire dalla Rivoluzione industriale le quantità di anidride solforosa e di ossidi
di azoto riversate nell’aria sono aumentate a dismisura per effetto del
crescente consumo dei combustibili fossili, in un processo che ha subito una
netta impennata nel corso degli ultimi decenni. Tutto ciò ha causato un
aumento corrispondente del fenomeno delle piogge acide, sia come
precipitazioni che come deposizioni secche. In genere, la maggior parte dei
composti a base di zolfo si deposita entro 2-4 giorni dall'emissione. Le
maggiori deposizioni si verificano nelle regioni che presentano le emissioni
più abbondanti e sono dovute in prevalenza ai depositi secchi di SO2.
A livello globale
Per quanto riguarda le precipitazioni a livello globale, le nazioni più colpite sono quelle sulle quali,
per effetto dei venti dominanti, si scaricano le nubi acide prodotte anche in altri paesi. Il
problema è particolarmente grave per il Canada, mentre in Europa le nazioni scandinave. In
queste aree l’abbassamento del pH in migliaia di laghi ha provocato la scomparsa di numerose
specie animali e vegetali. In Germania il patrimonio boschivo è stato gravemente danneggiato.
In Italia l’azione delle piogge acide viene in parte tamponata dalla particolare costituzione
geologica del terreno per cui non si raggiungono gli effetti drammatici che si possono rilevare
negli altri paesi europei, il fenomeno interessa quasi esclusivamente la zona della pianura
padana.
EFFETTI SUI MATERIALI
La pioggia acida attacca quotidianamente le strutture edili, dai ponti di acciaio ai
monumenti antichi migliaia di anni, arrecando danni anche enormi al patrimonio
culturale del paese. L’azione corrosiva si esercita su molti materiali diversi e i suoi
effetti si possono facilmente individuare col passare degli anni.
Le precipitazioni acide svolgono un’azione di tipo corrosivo.
1908
1968
EFFETTI SULLE PIANTE
Le piogge acide danneggiano l’intero patrimonio vegetale del pianeta: in molte parti
dell'Europa e del Nord America, come anche in Brasile, le piante vengono
danneggiate in modo più o meno grave. Se non interverranno delle inversioni di
tendenza entro 10-20 anni molte foreste nel mondo saranno completamente
distrutte, e questo provocherà localmente l'espansione del fenomeno carsico (cioè la
penetrazione dell'acqua nel sottosuolo), la siccità, la progressiva aridità dei suoli,
l'aumento della possibilità di inondazioni e il cambiamento del clima.
Azione delle piogge acide su di una foresta dell'Europa Settentrionale
EFFETTI SULL’ UOMO
Le piogge
acide
I danni più gravi sono provocati dagli inquinanti
che causano le piogge acide perché queste
possono
essere inspirate e penetrare
in
DANNOSE
NON DANNOSE
profondità
polmoni provocando soprattutto
Ingerendonei
alimenti
Passeggiando
provenienti dalle
asma acque
e bronchite.
sotto una pioggia
acide, per
esempio pesci che
abbiano
accumulato nel
corpo metalli
tossici: Al, Mn, Zn,
Hg, Cd.
acida o nuotando
in un lago
acidificato
Cast
Rosy Agnello
Alessia Campisi
Rosy Caruso
Angelica Casella
Claudia Costantino
Nino De Luca
Alessandra Franchina
Vicenzo Franchina
Marco Miano
Annamaria Montagna
Ivar Lazzaro
Marco Palmeri
Nino Pino
Fabio Ricciardo
Giovanna Palazzolo
Giusy Pintabona
Designer
Rosy Agnello
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