Outi Kärkkäinen - Introduzione - Marocco Torino, 1 marzo 2007 La partecipazione della forza lavoro femminile in Medio Oriente e Nord Africa è più bassa che in tutte le altre regioni del mondo Alcune conseguenze del basso livello di partecipazione delle donne nei processi educativi, di formazione e nel mercato del lavoro Minore competitività economica Elevato livello di dipendenza: ogni persona che lavora mantiene più di due persone non occupate La Banca Mondiale dichiara che il futuro economico della regione risiede nell’ utilizzo produttivo delle risorse umane, fisiche e finanziarie. Alcuni economisti dichiarano che le donne sono il « il più importante e inutilizzato potenziale produttivo della regione ». 2 La EC Regulation promoting Gender equality in Development Co- operation dell’ aprile 2004 definisce gli obiettivi e le priorità della Commissione Europea così come i tipi di attività che possono essere finanziati dalla Commissione stessa. I principali obiettivi dell’ UE nella promozione delle azioni di sviluppo cooperativo della parità di genere come indicato dalla regolamentatione dovrebbero essere: Supportare il gender mainstreaming in tutte le aree di sviluppo cooperativo in combinazione a specifiche misure in favore delle donne; Supportare I settori pubblici e privati nei paesi in via di sviluppo in modo che possano assumersi respnsabilità e avviare iniziative al fine di promuovere la parità di genere. 3 MAROCCO : profilo del paese Capitale: Rabat Popolazione (2006): 33 milioni GNI Pro Capite PPP (2006): 4,400 $ Crescita del GDP nel 2006: 6.7% Suddivisione della forza lavoro: 40% agricoltura, industria 15%, servizi 45% Tasso di disoccupazione (2006 est): 7.7% 4 In generale Gli indicatori sociali rivelano disparità tra uomo e donna in diversi settori, ed in particolare nell’istruzione. La disoccupazione in Marocco è elevata (22% del totale della forza lavoro) ed è più elevata per le donne (27,6%). Molte famiglie sopravvivono grazie alle rimesse di denaro inviate dai lavoratori emigrati. A seguito di negoziati con il FMI e la Banca mondiale il Marocco nel 1983 ha lanciato una serie di programmi di stabilizzazione ed aggiustamento strutturale: liberalizzazione commerciale, ridimensionamento del settore pubblico, crescita stimolata delle esportazioni. 5 Alcuni sviluppi nell’integrazione di genere Pur essendovi alcune prominenti femministe marocchine, le donne non sono organizzate in maniera adeguata. I primi piani di uguaglianza tra i generi sono apparsi soltanto nel 1999 (follow-up di Pechino 1995). Bassa rappresentanza delle donne in politica: nel 2002 si è introdotto un sistema di quote per assicurare che almeno il 10% dei nuovi deputati sia di sesso femminile (nel 2005 soltanto il 6,4% dei deputati era di sesso femminile). Un importante passo verso l’uguaglianza di genere è stato preso nel 2004 con la riforma del codice sullo status personale (potere legale per le donne di divorziare, età del matrimonio elevata a 18 anni sia per le donne che per gli uomini, interdizione dei matrimoni combinati in modo coercitivo). Il Governo ha recentemente lanciato alcuni programmi di sensibilizzazione. 6 Istruzione 1/2 Per quanto riguarda le politiche di genere e l’istruzione, il Marocco registra un ritardo rispetto ad altri paesi della regione: tra i paesi arabi, che già riscuotono una bassa valutazione, Il Marocco (assieme allo Yemen ed alla Mauritania) risulta essere il paese più arretrato per quanto concerne l’indice di sviluppo EFA (Education for All). Istruzione primaria: circa l’85% delle ragazze s’iscrive ad un ciclo d’istruzione primaria, ma solo il 55% LO PORTA A COMPIMENTO (contro il 67% dei ragazzi). Analfabetismo (età uguale o superiore a 15 anni): il 63,3% delle donne è analfabeta (contro il 38,3% degli uomini). 7 Istruzione 2/2 Il 33% delle donne s’iscrive ad un ciclo d’istruzione superiore ed il 10% ad un ciclo di studi universitari. Percentuale d’iscrizione cumulativa lorda per i cicli d’istruzione primaria, secondaria ed universitario: femmine 54%, maschi 62%. Nelle aree rurali, il tasso d’analfabetismo delle donne è pari all’incirca all’80%. Pur avendo il Marocco ridotto i tassi di analfabetismo negli ultimi decenni, il divario tra i generi è aumentato. Pur esendo l’evoluzione in tal senso lenta, l’analfabetismo femminile è stato un obiettivo prioritario sin dal 1990. 8 Occupazione 1/2 Tasso di attività economica: (diverse stime) tra il 35 ed il 40% delle donne in età lavorativa ha un’occupazione. Elevato tasso di disoccupazione femminile: il 27,6% della forza lavoro di sesso femminile è disoccupato, rispetto al 22% del totale della forza lavoro. Il 40% delle donne occupate lavora nell’industria, il 54% nei servizi ed il 6% nell’agricoltura. Non vi è ancora una legislazione improntata all’uguaglianza: si riscontrano disparità nelle assunzioni, negli stipendi e nei diritti. 9 Occupazione 2/2 A seguito della stabilizzazione e dei programmi di aggiustamento strutturale, si è riscontrata una crescita nei settori industriali a bassa intensità di capitale con vocazione all’esportazione, quali la produzione di cibi in scatola e l’industria dell’abbigliamento, il che ha causato l’inserimento su larga scala di donne, ed in particolare ragazze, all’interno di questi settori. Si riscontra di conseguenza un’elevata segregazione settoriale, con un’elevata presenza di donne specialmente nell’industria alimentare e tessile. Pur essendo l’emigrazione femminile per motivi di lavoro in aumento, molte donne dipendono dalle rimesse di denaro di lavoratori emigrati di sesso maschile. 10 Questioni in gioco 1/2 I recenti sviluppi creano buone opportunità: la percentuale netta di frequenza scolastica delle ragazze di 6 anni è cresciuta dal 17,9% del 1990 all’85,4% del 2003. I donatori nazionali si concentrano sui diritti delle donne. Assenza di informazioni quantitative e qualitative disaggregate per sesso sull’istruzione e l’occupazione. Preoccupazione per l’impatto di genere sulla crescente islamizzazione dell’istruzione. I programmi di ristrutturazione non sono neutri rispetto al genere, dal momento che si è ridimensionato il settore pubblico, in cui molte donne svolgono la propria attività. 11 Questioni in gioco 2/2 L’effetto positivo sull’occupazione femminile, ovverosia l’espansione delle esportazioni industriali in particolare nel settore tessile e dell’abbigliamento, comporta anche rischi di condizioni di lavoro sfavorevole e di rapidi cambiamenti a livello globale nell’ubicazione di queste industrie in un mercato assai competitivo. Migliori opportunità di percepire uno stipendio possono avere un impatto avverso sull’educazione femminile: le ragazze possono abbandonare gli studi in anticipo per entrare nel mercato del lavoro, o, se la madre entra nel mercato del lavoro, costoro possono essere costrette ad abbandonare gli studi per assumere le responsabilità della madre. Più del 40% delle donne marocchine occupate esercitano un’attività lavorativa nell’economia informale. 12 Interventi prioritari Continua necessità di dati quantitativi e qualitativi disaggregati per sesso sull’istruzione e sull’occupazione. È necessario valutare le politiche e le prassi di integrazione di genere in quanto associate alla necessità di una legislazione più equa e ad attività rivolte alle donne maggiormente mirate nell’istruzione, nella formazione e nell’occupazione. È necessario ottenere il sostegno della famiglia e della comunità per la partecipazione delle donne (il tasso di abbandono femminile in età scolare è più elevato rispetto a quello maschile): il valore dell’istruzione non è chiaro per i genitori di ragazze che dimorano in zone rurali; la maggior parte delle scuole elementari è ubicata in zone urbane o di prima periferia. Sono necessarie maggiori informazioni sulle opportunità di rafforzamento della società civile come partner nell’integrazione di genere. 13