Autismo, ABA e Scuola Vera Stoppioni Progetto Autismo Età Evolutiva Regione Marche U.O. Neuropsichiatria Infantile Ospedale di Fano “ It is not the strongest of the species that survive, nor the most intelligent, but the one most responsive to change ” Charles Darwin Regione Marche 2006 Popolazione 0-19 anni: 269.094 (17,6%) Prevalenza autismo 1994-2004: 12,7/10000 - 0-14 anni: 254 soggetti - 0-19 anni: 342 soggetti AUTISMO LINEE GUIDA SINPIA ( 2005 ) Organicità dell’autismo: “L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita”. Tale cambiamento nell’interpretazione della eziopatogenesi dell’autismo ha necessariamente prodotto un cambiamento nel sistema di cura, con attribuzione di importanza alla abilitazione ed educazione delle varie funzioni “mancanti”. Tra le metodologie di intervento maggiormente accreditate nella abilitazione-educazione dei soggetti autistici c’è l’ABA, ovvero “Analisi Applicata del Comportamento”. DIAGNOSI PRECOCE PROGRAMMAZIONE DI UN INTERVENTO PRECOCE (2 - 4 anni) una serie di ricerche ha evidenziato che la possibilità di organizzare in maniera adeguata tempi, spazi ed attività del bambino in età precoce può incidere significativamente, nell’immediato, sulle potenzialità del bambino e, in prospettiva, sulla qualità dei suoi comportamenti adattivi dai quali dipende la qualità di vita dell’intero sistema famiglia (Linee Guida Sinpia, 2005). Diagnosi Formazione operatori Rivalutazioni processo terapeutico CENTRO AUTISMO NPI ZT3 FANO Programma d’intervento Supervisioni mensili del lavoro Centro Autismo Marche Età Evolutiva C O N S U L E N Z A N E U R O P S I C O L O G I C A Esami medici Esami medici Valutazione neuropsicologica Diagnosi Progetto psicoeducativo Trattamento farmacologico Collaborazione con Servizi Territoriali Consulenza alle famiglie e alla scuola C O N S U L E N Z A M E D I C A Il nostro percorso Osservazione e valutazione Progetto di intervento Formulazione di una prognosi individualizzata che tenga conto dei punti di forza e di quelli di debolezza, dell’età, delle eventuali problematiche associate Modalità operativa Valutazione strutturata Test standardizzati osservazione nei diversi contesti - ambulatorio - scuola - famiglia - altro accertamenti medici - protocollo autismo Integrazione delle diverse informazioni anche con i dati emersi dalle ricerche neuropsicologiche e neurofisiologiche La valutazione del bambino con disordine pervasivo dello sviluppo è difficile per: -Estrema variabilità del fenotipo cognitivo-comportamentale comportamentale -Necessità di adeguare l’osservazione all’età di sviluppo -Necessità di integrare fonti di informazioni multiple -Necessità di valutare il bambino in contesti diversi -Problemi nella diagnosi differenziale - Necessità di una valutazione funzionale e multidimensionale Diagnosi e valutazione -Colloquio anamnestico e prima visita -Valutazione formale. • CARS Diagnosi • ADOS e ADI • PEP-R • AAPEP Assessment psicoeducativo Abilità acquisite Abilità non acquisite Abilità emergenti Valutazione clinica -linguaggio e comunicazione - livello di sviluppo cognitivo - abilità funzionali - integrazione visuo-motoria - funzioni esecutive - metacognizione e teoria della mente - gioco - adattamento sociale Profilo multidimensionale individualizzato Quale intervento è migliore? There is no really strong evidence to sugest that one approach for a child with an ASD is better than another, although there is a consensus of findings that early intensive education that involves the parents and includes direct teaching of essential skills with an opportunity for planned integration can produce significant positive changes R. Jordan & G. Jones (1999) Forse la domanda più opportuna non è tanto e soltanto Quale intervento sia migliore ma Come applicare quell’intervento e quando Non esistono RICETTE ma PRIORITA? Progetti abilitativi “No one size fits all” (Schreiban 2000) Insegnamento abilità funzionali - presentazione stimoli pianificati e prevedibili - insegnamento strutturato Età Insegnamento abilità sociali (Mesibov e Schopler 1986, Lord 1995) Insegnamento abilità metacognitive (Jordan e Powel, 1995; Howlin 1999) Utilizzo di software didattici per implementare abilità cognitive, comunicative, sociali (Bernard Opitz, 2001) “Sapere” Diagnosi Livello di sviluppo funzionale Comunicazione chiara E trasparente Limiti e punti di forza del bambino Interventi specifici su quel bambino Componenti principali del sistema di educazione strutturata - Organizzazione dell’attività giornaliera - Sistema di lavoro - organizzazione del compito ….alla pratica lo sviluppo di abilità Prevedere attività per favorire autonomie la comunicazione e la relazione ABA Applied Behaviour Analysis L’Analisi Applicata del Comportamento nasce dagli studi sulle teorie dell’apprendimento all’interno del movimento di psicologia comportamentale dei paesi di lingua anglosassone agli inizi del 1900 con J.B. Watson. Successivamente Skinner introduce i concetti di rinforzo ed estinzione. Le prime applicazioni sono degli anni ’60. In Italia la terapia del comportamento si diffonde a partire dalla seconda metà degli anni ’70. Lovaas applica per primo l’ABA all’autismo. ABA Applied Behaviour Analysis E’ la scienza che ci permette di modificare i comportamenti attraverso la manipolazione degli eventi ambientali antecedenti e conseguenti. E’ applicabile a qualunque situazione, a qualunque patologia, a tutti i comportamenti socialmente significativi che devono essere modificati per divenire adattivi. ABA e AUTISMO L’ABA non nasce come intervento specifico per l’autismo, ma come scienza che si occupa della modificazione del comportamento La popolarità dell’ABA come intervento per l’autismo emerge solo intorno agli anni 70 con la pubblicazione dei primi studi che dimostravano la possibilità di insegnare specifici comportamenti ai bambini autistici Obiettivo: incrementare repertori comportamentali socialmente significativi e ridurre quelli problematici attraverso tecniche di modificazione del comportamento validate scientificamente ABA e AUTISMO L’intervento educativo comportamentale è ancora l’intervento con le maggiori evidenze scientifiche nella riabilitazione dei soggetti autistici. Almeno 550 studi pubblicati tra il 1965 e il 1995 (Matson et al. 1960) e diverse centinaia dal 1995 documentano l’efficacia di metodi ABA per l’insegnamento di importanti abilità nell’autismo Il trattamento ABA per l’autismo ha alle spalle oltre 40 anni di applicazione e di ricerca. Dalle evidenze prodotte si può confermare un’efficacia di questa modalità di intervento nella cura dell’autismo. Comportamentismo Analisi comportamentale sperimentale Modello UCLA (Lovaas) Discret Trial Teaching Denver Model (Rogers) Pivotal Response Training (Koegel) Analisi comportamentale applicata Insegnamento incidentale Verbal behaviour Precision teaching Modelli di insegnamento INTERVENTO INTENSIVO Vengono offerte opportunità di apprendimento pianificate con cura, in condizioni che massimizzano la probabilità che il bambino tragga beneficio dall’insegnamento, durante la maggior parte della giornata, per almeno due anni. All’inizio sarebbero necessarie almeno 30 ore di intervento settimanali, in seguito l’intervento può essere ridotto. PRECOCE E’ auspicabile che l’intervento inizi prima che il bambino abbia compiuto i 5 anni di età. EFFICACIA DEL TRATTAMENTO INTENSITA’ DEL TRATTAMENTO DURATA DEL TRATTAMENTO CARATTERISTICHE DEL BAMBINO COMPETENZE DEL TERAPEUTA SCOPO Aumentare le abilità intellettuali, migliorare le prestazioni scolastiche, i comportamenti sociali e le risposte emotive dei bambini perché possano trarre vantaggio dalle opportunità educative e sociali, al fine di creare un presupposto di autonomia nella vita futura VARIABILI CHE INFLUENZANO IL RISULTATO età di inizio del trattamento intensità del trattamento livello cognitivo del bambino all’inizio del trattamento contenuti del trattamento qualità del trattamento VARIABILI CHE INFLUENZANO IL RISULTATO • Intervento precoce: risultati importanti in bambini che hanno iniziato il trattamento prima dei 4 anni • Trattamento individualizzato: permette di creare le condizioni ottimali per l’apprendimento •Generalizzazione: è indispensabile trasferire l’insegnamento delle abilità acquisite nell’ambiente naturale •Strutturazione e sistematicità: comportamenti complessi vengono suddivisi in sottocompiti • Trattamento intensivo: l’intensività del trattamento ha un’importanza determinante sui risultati. ELEMENTI CHIAVE DEL TRATTAMENTO PRECOCE • Ogni insegnamento è studiato nei minimi particolari affinché sia portato ai massimi livelli il successo del bambino e sia minimizzato il suo fallimento • E’ necessario semplificare le richieste che si fanno al bambino, aiutarlo a dare la risposta corretta ed incrementare il rinforzo per i comportamenti appropriati TECNICHE DI INSEGNAMENTO • L’intervento si basa sull’uso del rinforzo in caso di risposta corretta, sul prompt utilizzato al fine di non far ripetere al bambino errori che possono essere appresi e sulla progressiva diminuzione dell’aiuto fino alla totale eliminazione • L’uso di rinforzi è funzionale (per incrementare il comportamento appropriato) • Esempi di rinforzi: piccole porzioni di cibo, giocattoli preferiti, libri preferiti, premi di ogni genere o rinforzi sociali. TRIADE TRIADE DELL’INSEGNAMENTO Sd ( istruzione) R ( risposta) R ( risposta) Sd (istruzione) • Necessita di chiarezza, semplicità e forza • Prevede l’utilizzo di parole chiave • E’ necessario evitare parole superflue • Non deve essere ripetuta in mancanza di risposta • All’inizio dell’apprendimento deve essere caratterizzata da un tono autorevole • Successivamente si deve passare ad un linguaggio naturale R (risposta del bambino) • La non-risposta è considerata errore • E’ necessario usare criteri costanti (sempre gli stessi) per stabilire la correttezza della risposta • E’ necessario assicurarsi che non compaiano comportamenti inappropriati, come ad esempio comportamenti stereotipati, subito prima dell’uso del rinforzo, per essere sicuri di rinforzare la risposta corretta • Il tempo che intercorre tra l’istruzione (Sd) e la risposta non deve superare i 3-5 secondi Sr (feedback) • Utilizzare rinforzi positivi immediatamente dopo la risposta positiva • Segnalare al bambino quando fornisce una risposta sbagliata con un segno preciso (per esempio un determinato richiamo vocale seguito dalla ripetizione dell’istruzione e da un aiuto per la risposta) • Procedure minime di rinforzo producono effetti forti • E’ importante utilizzare un’ampia gamma di rinforzi (baci, solletico,ecc.) • Variare molto il feedback. PROMPT O AIUTO • Deve essere utilizzato contemporaneamente alla istruzione (non più di 3 secondi) • Se il compito è nuovo, bisogna aiutare sempre il bambino subito dopo che è stata data l’istruzione per far in modo che non impari l’errore • Bisogna diminuire la frequenza e/o la quantità degli aiuti rapidamente • Bisogna evitare suggerimenti o aiuti involontari come, ad esempio, uno sguardo o un movimento in presenza di una risposta corretta. PRINCIPI CARDINE • Pausa tra una prova e l’altra (1-3 sec) per fare distinguere le prove senza però perdita o diminuzione della attenzione • Utilizzo di molte prove quando si insegna un compito o quando si richiedono abilità nuove • Ripetizione degli stessi compiti molte volte consecutivamente utilizzando la stessa istruzione • Lavorare su un’abilità per volta • L’introduzione di un nuovo compito richiede l’utilizzo prima delle “prove massa” poi del mix. FORMAZIONE DEGLI OPERATORI Tutte le persone che interagiscono con il bambino (genitori, insegnanti, terapisti, educatori scolastici e domiciliari) devono essere formate riguardo ai principi della metodologia comportamentale ed alla loro applicazione nelle interazioni con il bambino autistico. L’intervento comportamentale dovrebbe essere fornito da persone specificatamente formate, con supervisione costante di specialisti competenti nei principi e nelle tecniche comportamentali. PROGRAMMA EDUCATIVO ABILITATIVO Deve essere eseguito sia a scuola, sia a casa, sia in altri eventuali ambienti di lavoro, a partire dalla prima impostazione del lavoro. CASA SCUOLA ALTRI AMBIENTI DI VITA DEL BAMBINO TIPOLOGIA DELL’INTERVENTO APPRENDIMENTO STRUTTURATO • Organizzazione del tempo • Tipologia degli esercizi APPRENDIMENTO NATURALE ED INCIDENTALE • E’ incentrato su motivazione e attenzione • Si basa sull’utilizzo di occasioni incidentali in cui può essere proposto al bambino un insegnamento OBIEZIONI RICORRENTI Il lavoro strutturato secondo i principi ABA e LOVAAS costringe i bambini all’isolamento Questo tipo di intervento trasforma i bambini in robot L’intervento è finalizzato ad insegnare a memoria delle abilità quindi non produce vero apprendimento Tale intervento è utile soltanto per i comportamenti problema o per persone con disabilità gravi Disaccordo riguardo all’utilizzo di rinforzi di tipo primario (cibi e bevande) PREPARARE IL BAMBINO A IMPARARE Spesso i bambini con autismo hanno difficoltà a prestare attenzione alle cose importanti e si concentrano quindi su aspetti irrilevanti di quello che stiamo dicendo o sono distratti dai loro stessi interessi, azioni o bisogni sensoriali. Perché l’insegnamento sia efficace dobbiamo porci come primo obiettivo l’ottenimento della loro attenzione. Esempi di situazione “libera” in una scuola materna 1. L’insegnante di classe sta spiegando un’attività di gruppo ai bambini. Matteo nel frattempo ha trovato la sua macchinina preferita e si stende sul pavimento per vedere le sue ruote girare avanti e indietro. I tentativi dell’insegnante di sostegno di catturare la sua attenzione non hanno alcun risultato. 2. I bambini stanno giocando liberamente in giardino in attesa che arrivi l’ora del pranzo. Matteo è infastidito dalle urla dei suoi compagni, saltella con le mani sulle orecchie e si picchia in testa fino a che l’insegnante è costretta a riportarlo in aula. ABILITA’ DI COLLABORAZIONE I primi programmi di intervento sono incentrati sull’insegnamento di abilità come stare seduti, rimanere fermi, guardare l’interlocutore, in risposta a semplici istruzioni date dall’insegnante (“vieni seduto”, “mani giù”, “guardami”). Queste abilità preparano il bambino ad imparare, lo aiuteranno nel controllo degli stimoli esterni e gli insegnano l’abitudine di imparare ad ascoltare ciò che gli stiamo insegnando. CURRICULUM INDIVIDUALIZZATO L’obiettivo è quello di potenziare le abilità emergenti del bambino e di ridurre i comportamenti disadattivi. Vengono insegnate abilità suddivise in piccole unità ed introdotte in maniera sistematica. Ogni abilità acquisita deve essere generalizzata in modo che diventi parte del repertorio quotidiano dell’individuo Per insegnare le abilità si utilizza la modalità strutturata di insegnamento, per generalizzarla si utilizza invece la modalità incidentale LA SCUOLA E IL PROGETTO TERAPEUTICO La scuola rappresenta uno spazio privilegiato nel progetto terapeutico ed educativo, poiché può consentire la realizzazione del programma generale finalizzato al miglioramento dell’interazione sociale, all’arricchimento della comunicazione funzionale ed alla diversificazione degli interessi e delle attività. La presenza dei coetanei rende l’ambiente scolastico il palcoscenico naturale, in cui il soggetto può generalizzare acquisizioni e competenze favoriti precedentemente in setting strutturati (intervento strutturato in rapporto uno a uno, logopedia ecc.) Adattamento sociale Abilità sociali Capacità di comprendere e di assimilare codici di comportamento sociale INCREMENTARE L’INTERAZIONE CON I COETANEI Tali programmi sono finalizzati a promuovere comportamenti sociali nei bambini con autismo e ad incrementare le interazioni positive con i loro coetanei. INCREMENTARE L’INTERAZIONE CON I COETANEI PROGRAMMI INIZIALI Es.: Guardare il compagno su istruzione dell’adulto; Stabilire il contatto oculare quando il compagno lo chiama per nome; Saluti reciproci; iniziare il saluto; imitare le azioni dei compagni; imitare le verbalizzazioni dei compagni; seguire istruzioni per giocare con il compagno; aspettare il turno in un gioco; rispondere a domande sociali fatte dal compagno; commenti reciproci sugli oggetti; fare proposte di gioco; mostrare giocattoli; richiedere oggetti preferiti. INCREMENTARE L’INTERAZIONE CON I COETANEI PROGRAMMI INTERMEDI Es.: Dirigere un gioco; eguire istruzioni per completare un’attività; fare domande seguendo una conversazione; iniziare a commentare oggetti; chiedere di unirsi ad attività di gioco; imparare nuove risposte dall’osservazione dei compagni; rispondere e fare complimenti; rispondere in maniera affermativa alle richieste dei compagni; richiedere aiuto ai compagni; offrire aiuto ai compagni; giocare al gioco del “far finta”; far finta di essere il maestro o lo studente; raccontare proprie esperienze ai compagni. INCREMENTARE L’INTERAZIONE CON I COETANEI PROGRAMMI AVANZATI Es.: Fare domande per ottenere informazioni; fare commenti sul comportamento di gioco dei compagni; chiedere al compagno il permesso di giocare con i suoi giochi; rispondere al rifiuto; rispondere al linguaggio gestuale del compagno; differenziare quando fare domande e quando dare informazioni; Iniziare conversazioni a tema; rispondere a commenti sugli stati personali dei compagni; esprimere empatia; fare commenti appropriati sugli stati dei pari; difendere il pari; unirsi alle conversazioni. SCUOLA UN AMBIENTE PRIVILEGIATO Oltre all’apprendimento in sessioni strutturate, la scuola permette quindi importanti occasioni di interazione con gli altri compagni (apprendimento incidentale). Durante lo svolgimento delle attività con il gruppo classe i compagni fungono da modello di comportamento che può essere imitato dal bambino con autismo. SCUOLA ALTRE RISORSE Disponibilità di collaborazione con più figure qualificate che lavorano con il bambino (insegnante di sostegno, educatore, insegnante curricolare). Ampia disponibilità di tempo per realizzare sessioni di lavoro strutturato durante le ore del mattino che sono le più produttive per il bambino. Possibilità di lavorare in modo consistente su autonomie, durante i momenti del pranzo, della merenda, del bagno, che poi verranno estese anche a casa. SCUOLA LE DIFFICOLTA’ Mancanza di condivisione da parte degli operatori dei principi della metodologia ABA. Grande impegno richiesto: necessità di formazione costante, partecipazione periodica alle supervisioni, registrazione quotidiana dei dati. Problemi che insorgono nella collaborazione con l’equipe, problemi di comunicazione con la famiglia del bambino. Momenti di crisi: difficoltà nell’andamento del lavoro ed eventuali regressioni rispetto a risultati ottenuti in precedenza. Problemi di organizzazione: mancanza di spazi adeguati, difficoltà nel reperimento del materiale. Aspetti “burocratici”. INFORMARE I COMPAGNI L’informazione dei compagni sui bisogni particolari del bambino con autismo e sui suoi modi particolari di imparare deve essere strutturata in modo che possa essere utile anche a favorire un eventuale coinvolgimento dei bambini in sessioni di insegnamento strutturato. L’insegnamento di abilità al bambino autistico in sessioni strutturate 1/1 per portarle successivamente in piccolo gruppo e poi in grande gruppo serve anche a costruire nei compagni rappresentazioni “abili” di quel bambino. INFORMARE I COMPAGNI BUONE PRASSI Fornire ai bambini più grandi informazioni circa la natura dell’autismo e le difficoltà specifiche del loro compagno sarà sicuramente d’aiuto ai fini dell’integrazione del bambino stesso. Tali informazioni indicheranno ai compagni il modo in cui attuare delle interazioni di successo con il bambino autistico. Forniranno anche una spiegazione di comportamenti fino a quel momento temuti, o comunque totalmente incomprensibili per loro. INSEGNANTE DI SOSTEGNO Può essere considerata come un’ombra che aiuta il bambino riducendo il più possibile il suo intervento e promuovendone costantemente l’autonomia. I suoi aiuti divengono sempre meno intrusivi. Aiuta anche l’insegnante di classe ad insegnare al bambino con autismo: le indica i momenti in cui sono necessarie istruzioni supplementari, interviene per impedire comportamenti inappropriati. Crea un’atmosfera di divertimento per tutta la classe in modo che gli altri compagni possano socializzare con il bambino Informa costantemente i genitori dei progressi del bambino con note quotidiane scritte ABA INSEGNANTE DI SOSTEGNO Stimola il bambino a prestare attenzione agli altri compagni Utilizza il modello dei pari per ottenere comportamenti adeguati Promuove l’imitazione dei pari Lavora sull’apprendimento del bambino e ne promuove costantemente l’interazione Lo aiuta a chiedere ciò di cui ha bisogno Lavora sullo stare “seduti” durante le lezioni della maestra Rinforza il bambino ed i suoi compagni quando mettono in atto comportamenti appropriati Cerca di eliminare la rigidità del bambino, non permettendogli di giocare con le cose ogni giorno sempre nello stesso ordine Non permette al bambino di utilizzare i comportamenti inappropriati per attirare la sua attenzione Non evita le situazioni difficili, ma lavora proprio sulle difficoltà del bambino ed incoraggia le sue capacità LA CLASSE DEL BAMBINO AUTISTCO La presenza del bambino autistico contribuisce positivamente all’esperienza scolastica dell’intera classe. La condivisione delle attività con il bambino autistico costituisce un’opportunità estremamente formativa per tutto il gruppo classe. Comportamento come interazione Il comportamento non è solo funzione di una relazione interattiva organismo-ambiente ma è esso stesso un agente di cambiamento di tale relazione.