La via italiana per la scuola
interculturale e l’integrazione degli
alunni stranieri
Osservatorio nazionale per l’integrazione degli
alunni stranieri e per l’educazione interculturale
Ottobre 2007
Brun F. Lucia
Premessa




La presenza degli alunni stranieri è un dato ormai
strutturale del nostro sistema scolastico che si segnala per
le molteplici esperienze positive, ma che vive anche
preoccupazioni legate al rischio che la concentrazione delle
presenze straniere in singole scuole e territori possa
portare ad una dequalificazione del sistema scolastico.
La scuola italiana risponde a ciò con professionalità ed un suo
modello, puntando :
Sulle competenze degli insegnanti
La creatività dell’autonomia scolastica
La collaborazione con gli Enti Locali
La formazione del personale, soprattutto i dirigenti
scolastici.
Brun F. Lucia
IL MODELLO ITALIANO PER LA
SCUOLA INTERCULTURALE




Insegnare in una prospettiva interculturale significa
assumere la “diversità” come occasione di apertura a tutte
le differenze, risulta dunque necessario:
Evidenziare l’esperienza fatta dalla scuola finora
Focalizzare i punti di forza che devono diventare “sistema”
Individuare le debolezze e affrontarle con nuove pratiche e
risorse
Dare visibilità a nuovi obiettivi e progetti
Ciò non deve differenziare la scuola italiana da altre
esperienze europee, ma calarla in un contesto strutturale di
dati, scelte ed azioni che mirano all’inserimento scolastico e
sociale dei minori immigrati.
Brun F. Lucia
ELEMENTI DI UNO SCENARIO IN
MOVIMENTO
La presenza di alunni stranieri nella scuola è un fenomeno dinamico in una
situazione di forte trasformazione sociale, culturale, di organizzazione
scolastica.
I principali elementi di tale scenario sono:
 La globalizzazione
 L’europeizzazione e l’allargamento dell’Unione Europea
 La trasformazione nelle competenze territoriali (decentramento,
autonomia…)
 La trasformazione dei linguaggi nella comunicazione dei media
 La trasformazione dei saperi e delle connessioni tra saperi
 La riforma della scuola
Tutto ciò che viene messo in atto a livello normativo, scolastico e sociale, si
richiama a 4 PRINCIPI GENERALI, espressione di molteplici dimensioni
(personale, relazionale, culturale, socio-economica, organizzativa) che la
questione migratoria coinvolge nel suo impatto con la scuola.
Brun F. Lucia
I 4 PRINCIPI GENERALI
 UNIVERSALISMO
 SCUOLA COMUNE
 CENTRALITA’ DELLA PERSONA
 INTERCULTURA
Brun F. Lucia
UNIVERSALISMO
L’assunzione di criteri universalistici per il riconoscimento dei
diritti dei minori è stata introdotta fin dagli anni ’90 a
partire da due elementi valoriali forti:
 Applicazione delle norme previste dalla Convenzione
internazionale dei diritti dell’infanzia, approvata dall’ONU
nel 1989 e ratificata dall’Italia nel 1991
 La tradizione della scuola italiana messa a punto già negli anni
’70.
Ciò ha significato riconoscere che:
 L’istruzione è un diritto di ogni bambino, considerato
portatore di diritti ed individuo in sé
 L’istruzione scolastica è un dovere che gli adulti devono
rispettare e tutelare
 Tutti devono avere pari opportunità di accesso, riuscita
scolastica e orientamento
Brun F. Lucia
SCUOLA COMUNE
La scuola italiana si è orientata da subito per un inserimento
degli alunni stranieri nella scuola comune all’interno di
normali classi scolastiche, evitando la costruzione di luoghi di
apprendimento separati.
Si tratta dell’applicazione concreta del principio
dell’Universalismo e del riconoscimento di una valenza
positiva della diversità intesa come risorsa.
Tale scelta non è messa in discussione da pratiche concrete
di divisione in gruppi (per brevi periodi e per specifici
apprendimenti) legati principalmente allo studio della lingua
italiana.
Resta essenziale il riferimento alla L. 62/2000 che ribadisce
i principi di libertà stabiliti dalla Costituzione.
Brun F. Lucia
CENTRALITA’ DELLA PERSONA
La pedagogia contemporanea è orientata alla valorizzazione
della persona e alla costruzione di progetti educativi che si
fondino sull’unicità biografica e relazionale dello studente.
Tale impostazione è presente:
 Nella L.30/2000 di riforma del sistema scolastico
 Nella Legge di riforma 53/2003
 Nelle Nuove indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e
per il primo ciclo dell’istruzione.
Tale principio, valido per tutti gli alunni, rende centrale:
 L’attenzione alla diversità riducendo i rischi di omologazione
e assimilazione
 L’attenzione al carattere relazionale della persona evitando
un’impostazione individualistica esasperata
 Aiuta la scuola a riconoscere il contesto di vita dello
studente
Brun F. Lucia
INTERCULTURA







La scuola italiana sceglie di adottare la prospettiva
interculturale perché ciò significa:
assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della
scuola nel pluralismo, per aprire l’intero sistema a tutte le
differenze
una concezione dinamica della cultura
La presa di coscienza della relatività delle culture
la promozione del confronto e del dialogo.
La via italiana all’intercultura unisce:
La capacità di conoscere ed apprezzare le differenze,
La ricerca della coesione sociale
Una nuova visione di cittadinanza adatta al pluralismo attuale
per la costruzione di valori comuni e convergenti.
Brun F. Lucia
LE 3 MACRO-AREE
Sono state individuate 3 macro-aree che connotano il modello
di integrazione interculturale italiano. Esse individuano le
seguenti azioni:
 PER L’INTEGRAZIONE, intese come pratiche di
accoglienza, di inserimento, di apprendimento dell’italiano
come L2, la valorizzazione del plurilinguismo, le relazioni con
le famiglie e l’orientamento;
 PER L’INTERAZIONE INTERCULTURALE intesa come
interventi mirati alle relazioni a scuola e nel tempo
extrascolastico,alle discriminazioni e ai pregiudizi;
 Relative agli ATTORI E ALLE RISORSE cioè inerenti alla
dirigenza, all’autonomia e alle reti tra le istituzioni
scolastiche, la società civile, il territorio, la formazione dei
docenti e del personale non docente.
All’interno di queste 3 macro-aree sono state individuate 10
principali linee d’azione.
Brun F. Lucia
LE 10 LINEE D’AZIONE
Le 10 linee d’azione individuate sono:
 Pratiche di accoglienza e di inserimento nella scuola
 Italiano seconda lingua
 Valorizzazione del plurilinguismo
 Relazione con le famiglie straniere e orientamento
 Relazioni a scuola e nel tempo extrascolastico
 Interventi sulle discriminazioni e sui pregiudizi
 Prospettive interculturali nei saperi e nelle competenze
 L’autonomia e le reti tra istituzioni scolastiche, società civile
e territorio
 Il ruolo dei dirigenti scolastici
 Il ruolo dei docenti e del personale non docente
Brun F. Lucia
1 - PRATICHE DI ACCOGLIENZA E DI
INSERIMENTO NELLA SCUOLA
E’ il momento cruciale ai fini del processo di integrazione perché è in questa
fase che si pongono le basi per un percorso scolastico positivo.Tale momento
va condiviso e definito a partire dalle norme che lo regolano, che ne
sanciscono i principi e ne indicano le modalità (DPR n. 394/1999; C.M.
24/2006 C.M. 93/2006 relativa alle iscrizioni per l’a.s. 2007-2008)
In questa fase vanno considerati i seguenti fattori:
 Conoscitivo: ricostruendo la storia personale, scolastica e linguistica del
minore straniero attraverso i documenti, i colloqui, la collaborazione con i
mediatori linguistico-culturali,ecc.;
 Amministrativo: sulla base degli elementi di conoscenza raccolti si definisce
la classe o la sezione di inserimento più adeguata;
 Relazionale: con la stipula di un patto educativo che coinvolga la famiglia
straniera e accompagnando l’inserimento in classe del bambino
 Pedagogico-didattico: attraverso la rilevazione dei bisogni linguistici e di
apprendimento, le competenze ed i saperi già acquisiti e da qui elaborare un
piano di lavoro individualizzato
 Organizzativo: attuando dispositivi efficaci per apprendere, modalità e
tempi dedicati all’apprendimento dell’italiano L2, individuazione delle risorse
interne, condivisione delle procedure
accoglienza.
Brun F. di
Lucia
2- ITALIANO SECONDA LINGUA
L’acquisizione e l’apprendimento dell’italiano rappresentano una
componente essenziale del processo di integrazione. L’azione
complessiva si articola in 2 tipi di attività:
ORGANIZZATIVA mira a:
GLOTTODIDATTICA
 Individuare modelli organizzativi
 Definire i ruoli dei facilitatori
linguistici, sia interni che esterni
 Prevedere strumenti di stimolo alla
creazione di reti di scuole ed il loro
finanziamento
 Elaborare materiali e strumenti,
 Erogare risorse da destinare alla
pubblicazione e diffusione di
materiali di riferimento per le
insegnanti,
 Acquistare materiali per ital2
riguarda:
 La definizione di un modello di
competenza comunicativa di italiano
di base (Italbase)
 Individuazione dei problemi
dell’italiano per lo studio (Italstudio)
 La definizione dei diversi livelli di
competenza che tengano conto del
Quadro comune europeo di
riferimento per le lingue
 L’elaborazione e diffusione di
modelli operativi
 La formazione di docenti di
riferimento per le singole scuole
Brun F. Lucia
3- VALORIZZAZIONE DEL
PLURILINGUISMO
Il plurilinguismo si sta sempre più diffondendo nella scuola e
rappresenta un’opportunità per tutti gli alunni. L’azione riguarda:
IL PLURILINGUISMO
NELLA SCUOLA
Va inteso nel sistema e
come tale inserito
ripensando all’offerta
generale delle LS ed
includendo le lingue
parlate dalle collettività
più consistenti e
presenti sul territorio
IL PLURILINGUISMO
INDIVIDUALE
Come mantenimento della
lingua d’origine, diritto
di ogni uomo e
strumento
fondamentale per la
crescita cognitiva dello
studente.
Brun F. Lucia
4- RELAZIONI CON LE FAMIGLIE
STRANIERE ED ORIENTAMENTO
Viene riconosciuta come centrale la relazione con le famiglie
immigrate, con particolare attenzione a 3 aspetti:
A.
SCELTA
CONSAPEVOLE
DELLA SCUOLA
Le famiglie devono
essere informate
esaurientemente sul
sistema formativo,
sulle varie scuole e
sulle loro peculiarità,
per evitare decisioni
non coerenti con le
reali esigenze ed
attitudini degli alunni
stranieri.
B.
COINVOLGIMENTO
DELLE FAMIGLIE
NELL’ACCOGLIENZA
La scuola deve
ascoltare e
comprendere le
specifiche condizioni
della famiglia
straniera, accoglierla
e accompagnarla nella
graduale integrazione
nel nuovo contesto.
Brun F. Lucia
C.
COINVOLGIMENTO
ATTIVO E
CORRESPONSABILE
DELLE FAMIGLIE
IMMIGRATE
Affinchè la
conoscenza e la
condivisione del
progetto pedagogico
porti ad un’alleanza
pedagogica che
valorizzi le
specificità educative
che concorrono alla
formazione della
persona.
5- RELAZIONI A SCUOLA E NEL
TEMPO EXTRASCOLASTICO
Una concezione dinamica della cultura risulta il terreno più
favorevole per un approccio interculturale che:
 Valorizzi la persona nella sua singolarità e peculiarità individuale
 Riconosca l’altro nella sua diversità culturale, ma senza etichettare
né assolutizzare l’appartenenza etnica.
La scuola deve:
 Rendere possibile lo scambio senza conflitto
 Mediare e favorire la socializzazione
 Aiutare alla costruzione identitaria di tutti gli alunni
 Favorire un clima di dialogo, ascolto e comprensione profonda.
La classe è il luogo di comunicazione e cooperazione per eccellenza
per questo è necessario predisporre misure di sostegno e specifici
interventi didattici per raggiungere una stabile integrazione. I
mediatori linguistico-culturali sono una risorsa importante in tutte
queste relazioni
Brun F. Lucia
6- INTERVENTI SULLE
DISCRIMINAZIONI E SUI
PREGIUDIZI
Spesso la presenza di immigrati nella scuola rende più
evidenti fenomeni di ETNOCENTRISMO, che sottolinea la
differenza tra il nostro gruppo e gli altri. Spesso si evitano i
contatti e ciò fa si che si passi alla XENOFOBIA, la quale si
basa solo su pregiudizi e stereotipi e non sulla reale
conoscenza dell’altro.
L’educazione antirazzista può essere uno degli obiettivi
all’interno dell’intercultura. Oggi più che mai si devono
contrastare fenomeni come:
 Antisemitismo
 Islamofobia
 Antiziganismo
Brun F. Lucia
6a- EDUCAZIONE INTERCULTURALE
COME “EDUCAZIONE ALLA DIVERSITA’”
Essa deve tendere a svilupparsi su 2 DIMENSIONI
COMPLEMENTARI:
AMPLIAMENTO DEL
CAMPO COGNITIVO
attraverso



La promozione della capacità di
decentramento, per dimostrare
la varietà di punti di vista al fine
di organizzare lo scambio tra
questi;
La ricerca di criteri condivisi di
lettura della realtà
La sollecitazione di
atteggiamenti di apertura e
sensibilità verso la diversità
AGIRE SUL PIANO
AFFETTIVO E
RELAZIONALE attraverso




Il contatto
La condivisione di esperienze
Il lavoro per scopi comuni
La cooperazione
Gli educatori sono chiamati ad uno sforzo di acquisizione di competenze, operando nel
senso della “convergenza”, mirando cioè alla ricerca dell’inclusione, attuando un agire
globale che elabori strategie di relazioni o curricoli volti alla difesa dei diritti umani,
contro il pregiudizio.
Brun F. Lucia
7- PROSPETTIVE INTERCULTURALI NEI
SAPERI E NELLE COMPETENZE
Una prospettiva trasversale ed interdisciplinare è una soluzione
rispondente alle esigenze dell’approccio ai temi interculturali fin qui
presentati.Essa risponde alla necessità di lavorare sugli aspetti
cognitivi e relazionali più che sui contenuti, evitando in tal modo:
 L’oggettivizzazione delle culture
 La loro decontestualizzazione
 Il rischio di folklorizzazione e di esotismo.
Va però pensato uno spazio curricolare specifico, concepito nella
forma di una nuova “EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA”. In
tale ambito potranno essere integrati gli aspetti più propriamente
interculturali.
Lo spazio per l’intercultura può essere considerato come una
prospettiva attraverso cui guardare tutto il sapere scolastico e
ripensando ai curricoli in questa nuova chiave che pone sull’apertura
alle differenze,il fine dell’uguaglianza tra gli alunni e della coesione
sociale.
Brun F. Lucia
8- L’AUTONOMIA E LE RETI TRA
ISTITUZIONI SCOLASTICHE, SOCIETA’
CIVILE E TERRITORIO
In questi anni le istituzioni scolastiche, attraverso le iniziative
attuate hanno tracciato modalità organizzative/tipo di una scuola
che accoglie, integra ed è interculturale.
Ciò è stato possibile anche grazie all’assunzione responsabile del
concetto di autonomia e alla piena consapevolezza di dover educare
ed istruire in una comunità cambiata, complessa arricchita di storie
diverse e di bisogni specifici.
Contemporaneamente a ciò si è evidenziato il rischio di una
“localizzazione dei diritti”, cioè in alcune parti il tema è stato
assunto in maniera chiara e responsabile, attivando risorse e
dispositivi mirati; in altri casi si sono avute risposte di tipo
emergenziale e di scarsa qualità.
In merito alle possibili collaborazioni tra scuola e territorio si
segnalano 3 necessità ed attenzioni.
Brun F. Lucia
8a- TRE NECESSITA’ ED ATTENZIONI
I.
Portare a sistema e
diffondere la
conoscenza delle
situazioni positive e
consolidate in
termini di modalità
di collaborazione
interistituzionale,azi
oni realizzate,
integrazione delle
risorse,ecc. Uno
strumento potente
per ottenere ciò è
rappresentato dalle
RETI DI SCUOLE.
II.
Collaborare
insieme per
prevenire
fenomeni di
concentrazione
delle presenze
straniere in
una
determinata
scuola o plesso
Brun F. Lucia
III. Sottolineare che
l’integrazione
scolastica è una
parte
dell’integrazione
complessiva e
dunque scuola e
territorio
devono lavorare
in maniera
congiunta
9- IL RUOLO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI
• La scuola dell’autonomia attribuisce maggiore centralità alle
risorse professionali del personale e rende strategica la
funzione della dirigenza.
• A tal fine si rende necessaria una formazione mirata anche
ad accrescere specifiche competenze gestionali e relazionali
sia interne alla scuola, sia esterne (rapporti con il territorio)
Brun F. Lucia
10- IL RUOLO DEI DOCENTI
Una rinnovata visione della formazione degli insegnanti mira
ad una costruzione di tipo riflessivo della personalità dei
docenti per renderli capaci di:
 Aprirsi alla diversità, e
 Ripensare in modo intenzionale e critico al ruolo docente.
Ciò significa formare insegnanti capaci di leggere l’intero
contesto scolastico sotto il segno della differenza, ma
questo non basta. E’ necessario acquisire la competenza di
gestire grandi questioni etiche, inerenti l’intercultura,
affrontando i dilemmi dell’incontro –scontro di valori diversi
con un impianto teorico forte ed esperienza critica evitando
in tal modo un astratto universalismo (omogeneità) o un
radicale relativismo(accentuazione delle differenze).
Per quanto riguarda la formazione va promossa la presenza
di insegnamenti di pedagogia interculturale nelle facoltà
Universitarie.
Brun F. Lucia
10 a- IL RUOLO DEL PERSONALE NON
DOCENTE
• Particolare importanza ha la formazione degli operatori
scolastici amministrativi, tecnici ed ausiliari. Essi sono i primi
interfaccia dell’istituzione, direttamente coinvolti in una
organizzazione che affronta le esigenze complesse della
diversità.Essi dovrebbero caratterizzarsi per un
approfondimento di tipo autoriflessivo ed esperienziale.
Brun F. Lucia
RIFERIMENTI NORMATIVI
NAZIONALI
Negli ultimi 15 anni l’educazione interculturale è stata gradualmente definita
anche in termini legislativi.
INIZIALMENTE è individuata come risposta ai problemi degli alunni
stranieri. Si è disciplinato l’accesso al diritto allo studio, l’apprendimento
della lingua italiana e la valorizzazione della lingua d’origine. (C.M.
8/9/1989,n.301)
In SEGUITO si afferma il principio del coinvolgimento degli alunni italiani in
un rapporto interattivo con gli alunni stranieri (C.M. 22/7/1990,n.205).
Questa, introduce per la PRIMA VOLTA il CONCETTO di EDUCAZIONE
INTERCULTURALE, intesa come forma più alta e globale di prevenzione e
contrasto del razzismo e di ogni forma di intolleranza. (pronuncia del C.N.P.I.
del 24/3/1993.
Si individua l’Europa come società multiculturale e si colloca la dimensione
europea nel quadro dell’ed. interculturale con riferimento al trattato di
Maastricht e ai documenti della U.E. e del Consiglio d’Europa (c.M. 2/3/1994,
n.73).
LEGGE sull’IMMIGRAZIONE N.40 DEL 6/3/1998, ART.36 sul valore
formativo delle differenze linguistiche e culturali.
Brun F. Lucia
1- RIFERIMENTI NORMATIVI
NAZIONALI
D.L. 25/7/1998,n.286 Testo unico disciplina dell’immigrazione e norme sulla
condizione di straniero. Questa legge pone attenzione sull’effettivo
esercizio del diritto allo studio, sugli aspetti organizzativi della scuola,
sull’insegnamento dell’italiano come seconda lingua,sul mantenimento della
lingua e della cultura di origine, sulla formazione dei docenti e
sull’integrazione sociale.
D.P.R. 31/8/1999,n.394 garantirà quanto sopra a tutti i minori stranieri,
indipendentemente dalla loro posizione giuridica. Precisa inoltre che
l’iscrizione scolastica può avvenire in qualunque momento dell’anno.
C.M.n.155/2001 azioni di sostegno al personale docente impegnato in scuole a
forte processo migratorio; CCNL art.5 e 29 fondi aggiuntivi per scuole con
una percentuale di stranieri superiore al 10% degli iscritti.
C.M.n. 160/2001 attivazione di corsi e iniziative per la formazione di minori
stranieri e delle loro famiglie.
L. Bossi-Fini 30/7/2002 non ha cambiato le procedure di iscrizione
CNPI 20/12/2005 documento di analisi generale sul ruolo della scuola nella
società multicurale.
C.M.,n. 24, 1/3/2006 quadro riassuntivo di indicazioni per l’organizzazione di
misure volte all’inserimento degli alunni stranieri.
Circolare n.28, 15/3/2007 sugli esami
del 1° ciclo di istruzione.
Brundi
F. licenza
Lucia
La via italiana per la scuola
interculturale e l’integrazione
degli alunni stranieri
Lo schema del documento
Brun F. Lucia
COMPETENZE
DEGLI
INSEGNANTI
PRESENZA
ALUNNI
STRANIERI
ELEMENTI
DELLO
SCENARIO
GLOBALIZZAZIONE
EUROPEIZZAZIONE
COLLABORAZIO
NI CON GLI ENTI
LOCALI
RISPOSTA DELLA
SCUOLA ITALIANA CHE
PUNTA SU:
PER UNA VIA ITALIANA
ALL’INTERCULTURA DOVE
LA DIVERSITA’ E’
OCCASIONE DI APERTURA
RIFORMA DELLA
SCUOLA
AUTONOMIA
SCOLASTICA
TRASFORMAZIONE
FORMAZIONE
DEL PERSONALE
TUTTO CIO’ SI
RICHIAMA A 4
PRINCIPI GENERALI
DEI SAPERI
NELLE
COMPETENZE
TERRITORIALI
DEI LINGUAGGI
UNIVERSALISMO
CENTRALITA’ DELLA
PERSONA
SCUOLA COMUNE
PER L’INTEGRAZIONE
INTERCULTURA
AZIONI IN 3
MACRO AREE
PER L’INTERAZIONE
INTERCULTURALE
RELATIVE AGLI
ATTORI E ALLE
RISORSE
COME
COME
CIOE’


Interventi
mirati alle relazioni a
scuola e nel tempo
extrascolastico


Alle
discriminazioni e ai
pregiudizi
SONO LE 10 LINEE
D’AZIONE


Pratiche di
accoglienza,

di inserimento,

di apprendimento
dell’italiano come L2


La valorizzazione del
plurilinguismo


Le relazioni con le
famiglie


L’orientamento
Brun F. Lucia


Dirigenza


Autonomia


Reti tra le
istituzioni scolastiche


La società
civile,


Il territorio


La formazione
dei docenti e del personale
non docente
1- Pratiche di
accoglienza ed
inserimento
Momento
cruciale che tiene
conto di fattori:
- conoscitivi
- amministrativi
- relazionali
- pedagogicodidattici
- organizzativi
6- Interventi
sulle
discriminazioni
e sui pregiudizi
contrastando
Antisemitismo

Islamofobia
Antiziganismo
2- Italiano
seconda lingua
3Valorizzazione
del
plurilinguismo
2 tipi di attività
Riguarda:
5-Relazioni a
scuola e nel tempo
extrascolastico
per
4-Relazione
con le famiglie
straniere e
orientamento

Valorizzare la persona

Riconoscere l’altro nella
diversità

Rendere possibile lo scambio

Mediare e favorire la
socializzazione

Aiutare

Favorire un clima di dialogo
Attenzione a 3
aspetti
Organizzativa
per
Individuare
modelli


Defi
nire ruoli

Prevedere
strumenti

Elaborar
e materiali

Erogare
risorse

Acquistar
e materiali
Come
educazione
alla
diversità
Glottodidattica
per
Plurilinguismo
nella scuola

Definire
modellodi
competenza

Individua
re problemi

Definire
livelli di
competenza

Elaborar
e e diffondere

Formare
docenti
2 dimensioni
complementari
Ampliamento del
campo cognitivo
attraverso

Promuovere capacità di
decentramento

Ricerca di criteri
condivisi

Sollecitare
atteggiamenti di apertura
Plurilinguismo
individuale
Scelta
consapevole della
scuola da parte
delle famiglie
Coinvolgiment
o delle
famiglie
nell’accoglien
za
7- Prospettive
interculturali
nei saperi e nelle
competenze
Agire sul piano
affettivo e
relazionale
attraverso

Contatto

Condivisione di
esperienze

Lavoro per scopi
comuni

cooperazione
9- Il ruolo
dei
dirigenti
scolastici
Prospettiva trasversale e
interdisciplinare evitando:
Coinvolgimento
attivo e
corresponsabile
delle famiglie
immigrate
Collaborare per
prevenire
fenomeni di
concentrazione
Nuova
educazione
alla
cittadinanza
Portare a sistema e
diffondere la
conoscenza attraverso
RETI DI SCUOLE

Oggettivizzazione delle
culture

Lorodecontestualizzazion
e

Folklorizzazione ed
esotismo
10- Il ruolo dei
•
Funzione
docenti e del
strategica
personale non

Formazione
mirata
docente
Brun F. Lucia
8- L’autonomia e le
reti tra istituzioni
scolastiche, società
civile e territorio
3 necessità ed
attenzioni
Lavoro congiunto
tra scuola e
territorio

Acquisire
competenze adeguate

Formazione
docenti
Non docenti

Formazio
ne

Approfon
dimento
autoriflessivo
ed
esperienziale
Scarica

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