C’è una frase di Gesù nel Vangelo che per me
costituisce una sfida, un’equazione che non riesco a
risolvere.
“Siate semplici come colombe
e prudenti come serpenti”.
Come si può essere
semplici come le
colombe e prudenti
come i serpenti,
se una cosa sembra
essere l’opposto
dell’altra?
Essere semplici significa infatti
essere in buona fede, essere
disarmati, pieni di fiducia nel
prossimo, vedere solamente il
bene in tutte le persone e
situazioni.
E quanto più semplice sarebbe la
vita, se fossimo tutti dotati di
questa virtù!
Essere prudenti invece risulta più
complicato.
La prudenza presuppone la
capacità di guardare in avanti e
quella di stare sul chi va là.
Per esercitare la prudenza è
necessario conoscere le due
facce della medaglia, il lato chiaro
e quello oscuro della vita; significa
saper distinguere il bene dal
male, il vero dal falso, la virtù dal
vizio; significa essere pronti ad
affrontare anche l’aspetto
perverso, malizioso e ignobile
delle cose.
In realtà Gesù non ci chiede l’impossibile né di
coniugare ciò che è contraddittorio.
Egli ci chiede qualcosa di difficile, ma che
possiamo realizzare con il suo aiuto.
Gesù ci chiede di essere semplici come colombe
quando si tratta di operare il bene: semplici, anche se
la nostra semplicità ci dovesse costare il sacrificio della
vita; semplici quando si tratta di essere generosi,
benevoli, comprensivi, come il Padre nostro celeste
che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, come Cristo
che è morto in croce per noi.
Allo stesso tempo Gesù ci chiede di
essere prudenti come serpenti quando si
tratta di evitare il male, per non cadere
ingenuamente nei tranelli della
seduzione che la vita e i malvagi ci
possono tendere.
Il Signore, ci aiuti ad essere
semplici come le colombe e
prudenti come i serpenti.
Scarica

Diapositiva 1 - Parrocchia San Cataldo