IL QUATTROCENTO
IN ITALIA SI RAFFORZANO LE SIGNORIE E OGNI SIGNORE VUOLE RENDERE IL PROPRIO
STATO IL PIU’ RICCO E SPLENDIDO.
I PIU’ IMPORTANTI SIGNORI CHIAMANO ALLA LORO CORTE I PIU CELEBRI ARTISTI DEL
TEMPO AFFINCHE’ LAVORINO PER LORO.
SI DIFFONDONO COSI’ IL MECENATISMO E LA COMMITTENZA
A MILANO
I VISCONTI e GLI SFORZA
A FIRENZE
I MEDICI
AD URBINO
I MONTEFELTRO
A FERRARA
GLI ESTE
A MANTOVA
I GONZAGA
URBINO
FEDERICO
DA
MONTEFELTRO
volle
trasformare la città di Urbino in una delle
più importanti d’Europa.
Commissionò la realizzazione del nuovo
Palazzo Ducale.
Il nuovo palazzo si trova al centro della città
e rientrava in un progetto urbanistico più
ampio che prevedeva la riorganizzazione
della città.
Questo per rispondere alle nuove ricerche e
ai nuovi studi che si sviluppavano nel
tempo e che avevano come scopo quello di
creare la CITTA’ IDEALE
La città ideale
1480-1490
Tempera su tavola
67,5x239,5 cm
Urbino Galleria Nazionale
All’interno del Palazzo Ducale è importante lo studiolo, dove Federico lavorava e
conservava la sua preziosissima biblioteca.
Lo studiolo è un’opera d’arte ricca di ritratti di personaggi illustri e di intarsi.
Tarsie lignee
Studiolo di Federico da Montefeltro
Federico da Montefeltro chiamò a lavorare alla sua corte il pittore PIERO DELLA FRANCESCA (1416 1492) che realizzò il ritratto di Federico e della moglie Battista Sforza.
I ritratti sono veritieri
e non vi è alcun
intento
di
idealizzazione.
Le figure sono fissate
da
una
rigorosa
volumetria evidenziata
dall’uso
totalmente
nuovo
della
luce
diffusa e radente che
sottolinea
ogni
dettaglio dei volti, delle
vesti e dei gioielli
indossati da Battista
Sforza.
Il
paesaggio
sullo
sfondo,
raffigurato
attraverso
la
“prospettiva a volo
d’uccello” è il reale
dominio
territoriale
dei duchi.
Dittico con i ritratti di Battista Sforza e Federico da Montefeltro (fronte)
1465, 47x33 cm ciascuno, tempera su tavola, Firenze Galleria degli Uffizi
I paesaggi sono rappresentati con rigore scientifico che
conduce alla definizione di tutti i dettagli fino al riflesso
della vegetazione e delle navi nell’acqua.
Nel paesaggio si fondono
prospettiva geometrica
prospettiva
aerea e
I duchi vengono
rappresentati su
carri
trionfali,
accompagnati da
figure femminili,
personificazione
delle virtù.
Federico tiene in
mano lo scettro
del
comando,
simbolo di potere
e forza;
Battista ha in
mano un libro,
simbolo del suo
interesse per lo
studio
e
la
cultura.
Dittico con i ritratti di Battista Sforza e Federico da Montefeltro – I TRIONFI (retro)
1465, 47x33 cm ciascuno, tempera su tavola, Firenze Galleria degli Uffizi
Flagellazione
1455, tempera su tavola
59x81,5
Urbino, Galleria Nazionale
L’uomo biondo e scalzo con
la veste rossa, è Oddantonio
da Montefeltro, fratello di
Federico, ucciso in una
congiura nel 1444.
Alcuni
storici
dell’arte
considerano
quest’opera
come una citazione: nella
Flagellazione di Cristo si
rilegge il richiamo alla
morte
di
Oddantonio,
ucciso
da
giovane
e
innocente.
La
fuga
prospettica
dei
cassettoni sul soffitto, delle
tarsie nel pavimento e delle
colonne, segue lo stesso rigore
geometrico della città ideale
La luce ha origine da più fonti:
una interna alla stanza nella quale
avviene la flagellazione e irradia la
figura di Cristo; una esterna
diffusa che colpisce il volto di
Oddantonio
Tutte le figure seguono il
tradizionale schema di
Piero: una figura di
profilo, unna frontale e
una di tre quarti
Madonna con Bambino, santi e angeli
detta Pala Brera
1474 circa, tempera su tavola, 248x170 cm
Milano, Pinacoteca di Brera
In quest’opera Piero fonde spiritualità e rigore scientifico
L’architettura dipinta riproduce, attraverso un rigoroso
uso della prospettiva, un’abside che nella collocazione
originale, sopra l’altare maggiore della chiesa di S.
Bernardino ad Urbino, doveva creare l’illusione dello
spazio sfondato.
L’uovo, simbolo della Resurrezione, diventa il canone
proporzionale di tutta la composizione. L’ovale perfetto
viene riprodotto nel volto della Madonna e di tutte le
figure intorno a lei.
La luce proveniente da sinistra, sottolinea la profondità
dello spazio architettonico e la volumetria dei panneggi e
dei personaggi.
La presenza di Federico da Montefeltro risponde alla
tradizione di raffigurare i committenti nelle tele da loro
commissionate agli artisti
FIRENZE
A Firenze lavorano contemporaneamente tre artisti che diedero inizio al RINASCIMENTO.
FILIPPO BRUNELLESCHI (1377 – 1446). Fu architetto ma anche scultore
Cupola di Santa Maria del Fiore
1418 circa
Firenze
Il sacrificio di Isacco
1401, formella di bronzo (per il portale del battistero di Firenze)
Firenze, Museo del Bargello
DONATELLO (1386 – 1466)
Nello studio delle figure
Donatello rappresenta sempre
corpi leggermente sbilanciati,
con il peso scaricato su una
sola gambe. Questo per creare
effetto di dinamismo ed
evitare qualsiasi staticità.
Il confronto tra queste due
opere
rende
evidente
il
percorso formativo dell’artista,
che nel tempo ricerca sempre
di più di rappresentare la
realtà, senza idealizzazione.
Nel David rappresenta un
giovane dalle fattezze perfette,
tipiche della scultura classica.
Nella
Maddalena
vuole
rappresentare la donna sfinita
dal sacrificio e dalla vita nel
deserto, vestita di povere e
lacere vesti e dai lunghi capelli
David
1435-1440 circa,
Bronzo, 158 cm.
Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Maddalena Penitente
1453-1455
Legno, 188 cm
Firenze, Museo del Duomo di Firenze
MASACCIO (1401 – 1428)
L’affresco
è
strutturato
seguendo le rigide regole
della prospettiva geometrica
Trinità
1426
Affresco, 317x667
Firenze, Santa Maria Novella
Tra il 1424 e il 1425 Masaccio aiutò il suo maestro
MASOLINO DA PANICALE nella decorazione della
CAPPELLA BRANCACCI, nella chiesa di Santa Maria del
Carmine a Firenze.
La struttura originale della cappella è stata modificata
nel corso del Settecento, e alcuni affreschi sono stati
distrutti.
Gli affreschi raffigurano episodi dell’Antico
Testamento ed episodi della vita di San
Pietro.
Masaccio - Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre
Masolino – Il Peccato Originale
San Pietro guarisce gli infermi
Gli affreschi della cappella Brancacci sono anche importantissimi documenti storici, perché ritraggono
personaggi con le vesti del tempo (i due personaggi al centro di questo affresco), o raffigurano le
architetture tipiche del Quattrocento (le architetture sullo sfondo).
Inoltre i cicli di affreschi erano importantissimi per le moltissime persone che non sapevano né leggere
né scrivere e potevano conoscere quanto scritto nei testi sacri guardando le immagini dipinte.
Alla corte dei Medici lavorò SANDRO BOTTICELLI (1445 – 1510)
La sua opera più celebre è LA PRIMAVERA, commissionata da Lorenzo il Magnifico
MERCURIO caccia le nubi
con il suo caduceo
(bastone con due serpenti
attorcigliati)
LE TRE GRAZIE
(Bellezza, Castità, Amore)
danzano
VENERE
e
EROS
bendato che scocca
le frecce d’amore
La scena più importante
va letta da destra a
sinistra:
ZEFIRO, dio dei venti,
insegue CLORIS, una ninfa
di cui è innamorato e che
tenta di fuggire, ma non
ci riesce e diventerà sua
sposa, tramutandosi in
FLORA o PRIMAVERA,
raffigurata
qui
come
donna dalla veste fiorita e
dispensatrice di fiori
La Primavera, 1478-1482, tempera su tavola, 203x314 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi
Quest’opera è un’ALLEGORIA, cioè una rappresentazione di idee anche complicate e
conosciute da pochi (filosofia neoplatonica) attraverso simboli e figure che tutti conoscono
MANTOVA
Ludovico Gonzaga chiamò alla sua corte ANDREA MANTEGNA (1431 – 1506) e gli
commissionò la decorazione della CAMERA DEGLI SPOSI nel Castello di San Giorgio.
E’ chiamata
CAMERA
(dipinta).
anche
PICTA
Celebra la dinastia dei
Gonzaga in occasione
della
nomina
a
cardinale di Francesco
Gonzaga,
figlio
di
Ludovico signore di
Mantova.
La decorazione di due
pareti (quella sud e
quella est) è andata
quasi
totalmente
perduta.
Camera Picta o Camera degli Sposi
1465-1474, affresco
Mantova, Castello di San Giorgio
La stanza prende il
nome di Camera degli
Sposi poiché vi sono
ritratti
al
posto
d’onore
Ludovico
Gonzaga e Barbara di
Brandeburgo
La decorazione durò circa nove anni dal
1465 al 1474 e ciò è confermato da due
iscrizioni che compaiono sulle pareti della
camera:
la conclusione dei lavori è confermata
dall’iscrizione che riporta la data del 1474
Ludovico III riceve
una
lettera
del
signore di Milano
L’affresco è un importante
documento storico perché
vi
sono
rappresentati
elementi tipici dell’epoca e
della vita di corte: i vestiti,
i gioielli, le acconciature
ma anche le regole di
corte (chi poteva far parte
della corte e in che
ordine)
Il bianco e il rosso erano i
colori della dinastia Gonzaga
Ludovico Gonzaga
Barbara di Brandeburgo,
moglie di Ludovico
Viene anche ritratto il cane di
Ludovico, chiamato Rubino
Era usanza delle corti avere
al seguito nani che avevano
il compito di intrattenere e
divertire
Ludovico III incontra il figlio
Francesco, appena nominato
cardinale
Nel paesaggio sullo sfondo Mantegna
rappresenta una veduta ideale di Roma,
si riconoscono il Colosseo e le mura, ma
alcuni edifici sono stati inventati.
Roma era simbolica e indicava la
possibilità per Francesco di diventare
futuro pontefice.
Ludovico
Tutti i membri
della
famiglia
Gonzaga
sono
rappresentati con
le
loro
reali
fisionomie:
Francesco,
nominato cardinale
Federico,
Figlio di Ludovico
Francesco e
Sigismondo,
figli di Federico
IL SOFFITTO A VOLTA RIBASSATA è decorato con finti elementi architettonici dipinti che
incorniciano busti clipeati di imperatori romani e scene a soggetto mitologico che rievocano le
virtù di Ludovico Gonzaga: il coraggio (Orfeo), l’intelligenza (Arione) e forza (fatiche di Ercole).
Il centro della volta è decorato con un
oculo dipinto con uno scorcio prospettico
che crea un effetto di sfondato e
l’illusione di un’apertura reale verso il
cielo.
Per creare un’illusione maggiore dipinge
personaggi affacciati e una botte che
sembra in procinto di cadere e proietta
l’ombra
Autoritratto di Mantegna inserito in una grottesca sulla parte della stanza
Anche nel nord Europa ed in particolare nei Paesi
Bassi la pittura ebbe un grande sviluppo.
Artista fondamentale fu JAN VAN EYCK (1390–
1441), autore del dipinto I CONIUGI ARNOLFINI
Van Eyck ritrae un ricco finanziere italiano nel
momento stesso del suo matrimonio, che
all’epoca poteva svolgersi senza la presenza del
sacerdote. A confermare questo il fatto che sia
accesa una sola candela (quella di Cristo).
Molti sono gli elementi simbolici che compaiono
e che sono descritti con minuziosa cura per i
dettagli: il cane simbolo di fedeltà, i frutti sul
davanzale rievocano quelli del Paradiso
Terrestre; gli zoccoli in primo piano sono
emblema di umiltà, sulla sedia nello sfondo è
intagliata la statua di Santa Margherita,
patrona della città di Bruges;
Nel dipinto compare anche il pittore stesso,
riflesso nello specchio appeso alla parete di
fondo nel quadro.
Inoltre sopra lo specchio appare la scritta: “Jan
Van Eyck fu qui”, scritto con carattere corsivo,
tipico degli atti legali, questo sostiene l’ipotesi
che si tratti di un vero e proprio matrimonio di
cui il pittore è stato testimone.
Ritratto dei coniugi Arnolfini
1434, olio su tavola, 83,7x57 cm,
Londra, National Gallery
Van Eyck è autore anche del
POLITTICO DELL’AGNELLO MISTICO
PROFETI (ai lati)
SIBILLE (al centro)
ANNUNCIAZIONE
I COMMITTENTI (ai lati)
SAN GIOVANNI BATTISTA (a sinistra)
SAN GIOVANNI EVANGELISTA (a destra)
Polittico dell’Agnello Mistico (chiuso)
1428 – 1430 circa, olio su tavola
Gand, Chiesa di San Bovone
Polittico
dell’Agnello
Mistico
(aperto)
1428–1430 c.
olio su tavola
Gand,
Chiesa di San
Bovone
Da sinistra a destra
Sopra: ADAMO, ANGELI CANTORI, MADONNA, DIO IN TRONO, GIOVANNI BATTISTA, ANGELI MUSICI, EVA
Sotto: I CAVALIERI DI CRISTO, ADORAZIONE DELL’AGNELLO MISTICO, I PELLEGRINI
PITTORE DI COLLEGAMENTO TRA L’ARTE NORD EUROPEA E QUELLA ITALIANA FU
ANTONELLO DA MESSINA (1430-1479) CHE INTRODUSSE MOLTE NOVITA’ IN ITALIA:
- IL RITRATTO DI TRE QUARTI SU FONDO NERO, IN SOSTITUZIONE DI QUELLO DI
PROFILO CHE DA SEMPRE VENIVA UTILIZZATO NELLA RITRATTISTICA
Pisanello
Ritratto di Lionello d’Este
1441
Tempera su tavola
Bergamo,Accademia Carrara
Antonello da Messina
Ritratto d’uomo
1475-1476
Olio su tavola
25,5x 35,5
Londra, National Gallery
- IL COLORE AD OLIO INVECE DELLA TEMPERA
Il volto della Vergine emerge dal fondo nero ed è
incorniciato dal manto azzurro che la Vergine stessa
chiude con la mano sinistra, in segno di pudore,
quasi colta di sorpresa dallo spettatore.
I lineamenti delicati della Vergine sono sottolineati
dalla luce radente che la sfiora e dall’uso tonale del
colore.
Il sorriso accennato e lo sguardo evidenziano che
Antonello da Messina è interessato all’indagine
psicologica (vuole rappresentare le emozioni)
Sono evidenti l’impostazione piramidale e ilo rigore
prospettico.
Il manto azzurro evidenzia la forte plasticità e il
volume della figura della Vergine
Inusuale è la rappresentazione di scorcio della
mano che imprime profondità alla scena.
L’ambiente è rappresentato da pochissimi ed
essenziali oggetti: un leggio visto di scorcio e un
libro aperto con le pagine che sembrano muoversi
Vergine Annunciata
1476
olio su tavola, 45x34,5
Palermo, Galleria Nazionale di Palazzo Abatellis
Scarica

- SCUOLA SAN LUIGI