Un giorno Gesù per rispondere alla domanda di un esperto di morale e di teologia, ha raccontato con il suo solito metodo antico (multimediale), una commuovente storia che non è stata più dimenticata. Da quel giorno nessuno può far finta di non sapere qual è la risposta alla domanda: “Chi è il mio prossimo?” Però se qualcuno non ricorda come sono andate le cose e come si è arrivati a formulare la risposta a tale domanda possiamo dare una ripassata… “«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stesso». Il mezzo tecnico che Gesù usa per comunicare il Suo Vangelo anche se è tanto antico non è sorpassato, perché ha conservato intatto il suo scopo. Gesù usa il metodo della “parabola”, non l’antenna che intendiamo oggi per la televisione, ma un genere letterario che ha lo scopo di mettere in crisi il lettore o l’ascoltatore, di provocarlo nella sua coscienza ad assumere un atteggiamento e una decisione di fronte a qualcuno o ad una certa realtà. In un certo senso la PARABOLA usata da Gesù è un’antenna particolare, un’antenna che capta i sentimenti del cuore umano, li tira fuori, li svela e li proietta nello schermo della vita. Il racconto di Gesù ha provocato nella storia la coscienza di tanti uomini e donne, perciò sono nate istituzioni, associazioni, congregazioni, monasteri, ospedali, case di cura, gruppi di volontariato, con il nome “…del Buon Samaritano”. Oggi però tocca a me guardare lo schermo dei sentimenti che la parabola di Gesù, tira fuori dal mio cuore… “Chi è il mio prossimo”? Quella domanda è l’uomo stesso. Posso essere io, puoi essere tu, può essere l’altro… e può essere anche Dio! Se ascolto la storia che Gesù ha raccontato e sono d’accordo con la risposta del dottore della legge , allora il Vangelo mi dice “Va’ e anche tu fa lo stesso”. Tocca a me riconoscere sulla strada che percorro ogni giorno colui che è il mio prossimo e che attende da me la condivisione della sua situazione, la compassione. Ma se mi accorgo che dentro di me anche gli altri personaggi della parabola parlano, allora le cose cambiano. Se sono più vicino al sacerdote o al levita o addirittura al povero malcapitato, bisognoso di cure e di aiuto? ? ? ? La parabola capta questi miei sentimenti e li traduce in immagini e linguaggio sullo schermo del cuore. Ascolto, vedo e capisco che ho bisogno anche io di INCONTRARE il Buon Samaritano… Dove e come posso oggi incontrare Vivo, fuori della parabola il Buon Samaritano? Ci sono diverse vie oltre a quella di Gerico e diverse possibilità, che mi portano all’Incontro! Ma una è la più bella e la più accessibile: la via che mi porta alla locanda per la cura è la PREGHIERA. E’ veramente giusto lodarti e ringraziarti, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, in ogni momento della nostra vita, nella salute e nella malattia, nella sofferenza e nella gioia per Cristo tuo servo e nostro Redentore. Nella sua vita mortale egli passò beneficando e sanando tutti coloro che erano prigionieri del male. Ancora oggi come Buon Samaritano viene accanto ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versa sulle ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza… La via dell’incontro con Gesù, Buon Samaritano è la via sacramentale. Per questo dono della tua grazia, anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale del tuo Figlio crocifisso e risorto… (Prefazio comune VIII) . Elaborazione Monastero Bendettine S. Margherita Fabriano Dopo aver pregato, e aver ricevuto l’olio della consolazione e il vino della speranza, mi sento più disponibile ad approfondire l’incontro con il “mio Buon Samaritano”. Così riparto ogni giorno sulla “mia via di Gerico” per vivere e raccontare con la “parabola della mia vita” la PARABOLA dell’AMORE!