SCUOLA MEDIA STATALE “GIUSEPPE GRASSA” MAZARA DEL VALLO PROGETTO PLURIDISCIPLINARE “ALIMENTARSI …. UNA SCELTA CONSAPEVOLE” CLASSE 2°E ANNO SCOLASTICO 2012-13 L’alimentazione e la nostra salute La piramide alimentare La piramide alimentare è un grafico concepito per invitare la popolazione a seguire i consigli dietetici proposti dalla comunità scientifica per mantenere il proprio corpo in salute. Per interpretarla, si parte dal presupposto che gli alimenti situati al vertice della piramide sono quelli che dovrebbero essere consumati in piccole quantità e, di conseguenza, gli alimenti posti nella parte bassa sono quelli che bisogna consumare con più frequenza e in quantità maggiori. Negli ultimi anni, nuovi studi sull’argomento hanno portato ad una modificazione della piramide alimentare tradizionale. Vediamo, analizzando le prossime immagini, le differenze tra la piramide tradizionale e la nuova piramide. La piramide alimentare tradizionale La nuova piramide alimentare Nella piramide tradizionale i cereali, senza alcuna distinzione, venivano sempre collocati nel gradino più basso. Le carni e il pesce venivano inserite in un unico gruppo nella zona alta della piramide. Tutti i grassi occupavano il vertice della piramide e quindi dovevano essere mangiati con molta cautela. Nella nuova piramide, valida principalmente per i paesi industrializzati nei quali la popolazione tende alla obesità, si fa una netta distinzione tra i cereali raffinati (pane, pasta, riso) che vanno mangiati con moderazione e i cereali integrali (pane integrale, riso integrale, l’avena, l’orzo, la segale, il miglio, il farro) che possono essere consumati più volte al giorno. Avena Orzo perlato Perché consumare cereali integrali? L’endosperma, ricco di amidi e proteine ma con poche vitamine e sali minerali, è la parte utilizzata nei cereali raffinati. In genere si attribuisce al termine "integrale" un senso di povertà e di minor sapore, quando invece è il contrario; infatti i chicchi integrali sono ricchi di sostanze nutritive e il sapore spesso è migliore! I cereali integrali sono utili al nostro organismo non solo per il loro alto contenuto di fibra, fondamentale per mantenere in salute il nostro apparato digerente, ma anche per la presenza di numerose altre sostanze benefiche. Infatti i cereali integrali non vengono privati dell’involucro esterno, chiamato “crusca”, che contiene fibre, sostanze antiossidanti, ferro, zinco, rame, magnesio, selenio, vitamine del gruppo B, vitamina E. Vari studi dimostrano che i cereali integrali sono protettivi nei confronti di malattie cardiovascolari, del diabete e di alcuni tipi di cancro. Nella nuova piramide alimentare vengono preferiti i pesci e le carni bianche (pollo, tacchino, coniglio) alle carni rosse. Recenti studi hanno stabilito, infatti, che un consumo giornaliero di carni rosse o salumi aumenta il rischio di malattie cardio-vascolari e di tumori. In quasi tutti i salumi sono presenti, come conservanti, nitriti e nitrati che, reagendo nello stomaco con altri composti chimici, danno luogo a sostanze altamente cancerogene. Secondo uno studio dell’A.I.R.C (Associazione Italiana per la ricerca sul Cancro) il consumo di salumi, insaccati e altri prodotti a base di carne contenenti conservanti è una delle cause accertate di formazioni di cancro allo stomaco. Salumi ricchi di grassi saturi e di conservanti (nitrati e nitriti) Mangiare quotidianamente carne rossa porta ad un eccesso di ferro (ioni di ferro in eccesso reagiscono con i perossidi nel corpo formando radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento delle cellule) e di grassi saturi (colesterolo) nel sangue con conseguente aterosclerosi dei vasi sanguigni. Nelle carni bianche e nei pesci vi è un minor contenuto in colesterolo e maggiore presenza di grassi polinsaturi protettivi per i vasi sanguigni (acidi grassi Omega 3 e Omega 6). In particolare si consiglia il consumo frequente del pesce azzurro (sarde, sgombri, acciughe) ricchissimo di Omega 3. Carne rossa, ricca di grassi saturi Sgombri, ricchissimi di Omega 3 Nella nuova piramide alimentare viene incentivato il consumo di oli vegetali (l’olio d’oliva, l’olio di arachide, di mais, di soia, di girasole) e frutta secca a guscio (noci, mandorle, arachidi) in quanto ricchi di grassi polinsaturi, steroli vegetali, vitamina E e antiossidanti. Da evitare assolutamente gli oli di cocco e di palma che, sebbene di natura vegetale, contengono alte quantità di grassi saturi. I nuovi studi consigliano l’utilizzo quotidiano della soia, appartenente alla famiglia delle leguminose, in quanto riduce il colesterolo, regola la fame e migliora il metabolismo. Viene inoltre consigliato per gli adulti un moderato uso di sostanze alcoliche di bassa gradazione (vini rossi e bianchi) durante i pasti (un bicchiere a pranzo e uno a cena), in quanto l’alcool contrasta il deposito del colesterolo sulle pareti dei vasi sanguigni. I radicali liberi e gli antiossidanti I radicali liberi sono molecole contenenti atomi di ossigeno aventi una configurazione elettronica instabile e quindi molto reattivi (vedi la diapositiva seguente). Nell'organismo umano i radicali liberi reagiscono con qualsiasi struttura molecolare che incontrano, danneggiandola nel tempo irreversibilmente. Una delle strutture maggiormente colpite è il DNA che determina l’invecchiamento delle cellule e, in taluni casi, l’insorgenza di tumori. Alcuni dei principali radicali liberi I radicali liberi si formano all'interno delle nostre cellule (nei mitocondri), dove l'ossigeno viene utilizzato per produrre energia. Non tutto l'ossigeno viene consumato ma in parte va a formare queste molecole particolarmente reattive. Il nostro organismo produce fortunatamente diverse sostanze antiossidanti che contrastano l’azione dei radicali liberi. Questi ultimi vengono tamponati efficacemente quando si è giovani ma con in tempo tale azione si fa meno efficace e ciò porta ad un progressivo deterioramento del nostro organismo. Pertanto, fin da giovani, bisogna seguire uno stile di vita che limiti la formazione eccessiva di radicali liberi e una alimentazione ricca di sostanze antiossidanti che aiuti il nostro organismo a contrastare l’azione dei radicali. AGENTI STIMOLANTI LA FORMAZIONE DEI RADICALI LIBERI: • dieta eccessivamente ricca di proteine e di grassi animali; • elevato consumo di alcool; • il fumo di sigaretta; • il sole (e le radiazioni ultraviolette in genere) e i campi elettromagnetici; • lo stress emotivo; • l’attività fisica intensa (la produzione di radicali liberi aumenta di circa 50 volte) mentre, al contrario, una attività fisica regolare e non eccessiva stimola le difese organiche contro i radicali liberi; • lunghi trattamenti a base di farmaci, soprattutto cortisonici; • esposizione ad ambienti inquinanti; • malattie infettive ed infiammazioni croniche. Quando un organismo non riesce a contrastare, con la giusta quantità di antiossidanti, la formazione dei radicali liberi, si parla di “stress ossidativo”. Quando lo stress ossidativo perdura negli anni si possono osservare precocemente: riduzione della memoria, riduzione della concentrazione, disturbi del sonno, diminuite capacità sessuali, capelli bianchi, calvizie, comparsa di rughe e macchie sulla pelle, diminuzione della massa muscolare ed aumento della massa grassa, riduzione della difesa immunitaria, aumento del rischio cardio-vascolare, diminuzione di energia, stress emotivo con ansia e depressione. Gli alimenti con sostanze antiossidanti Molti cibi, soprattutto quelli di origine vegetale, contengono numerose sostanze con attività antiossidante più o meno marcata. Tra le più conosciute spiccano alcune vitamine (A, C ed E) insieme a minerali come il selenio, il rame e lo zinco. Gli antiossidanti sono contenuti in genere nella frutta e nelle verdure tra cui: pomodoro, ananas, arancia, limone, insalate, germogli, germe di grano, prezzemolo, finocchio, cetriolo, carota, melone, zucca, spinaci, broccoli, mango, papaia, albicocche, mirtillo, fragola, pompelmo, cavolfiore, fiori di zucchina, peperoni, porri, indivia, lattuga, mirtilli, more selvatiche, lamponi, ciliege, prugne, albicocche, meloni, mele, cachi, uva nera, peperoncino rosso, radicchio, cetrioli, piselli, rape, patate, cavoli, asparagi, cipolle, pomodori, mandarini, cedri, pompelmi, ribes, fragole, banane. Per cercare di quantificare il potere antiossidante degli alimenti il dipartimento dell'agricoltura americano ha elaborato la scala ORAC, basata sulla capacità di assorbimento del radicale ossigeno. Gli alimenti più ricchi di antiossidanti secondo la scala ORAC sono (in unità Orac): Succo di uva nera 1 bicchiere = 5216 unità Mirtilli 1 tazza = 3480 unità Cavolo verde cotto 1 tazza = 2048 unità Spinaci cotti 1 tazza = 2042 unità Barbabietola cotta 1 tazza = 1782 unità More 1 tazza = 1466 unità Prugne nere 3 = 1454 unità Cavoli di Bruxelles cotti 1 tazza = 1384 unità Succo di pompelmo 1 bicchiere = 1274 unità Pompelmo rosa 1 = 1188 unità Fragole una tazza = 1170 unità Succo di arancia 1 bicchiere = 1142 unità Per mantenersi in forma, ogni persona dovrebbe introdurre una quantità di antiossidanti pari a circa 5000 unità al giorno. E' essenziale mangiare il più possibile crudo; la cottura, infatti, riduce o distrugge il potere antiossidante degli alimenti. Come si evince da uno studio sulla rivista inglese di medicina “The Lancet”, molti integratori anti radicali liberi purtroppo vengono distrutti dai potenti acidi dello stomaco essendo "nudi" ovvero non inglobati in altre sostanze che si assumono attraverso i cibi. Pertanto l’assunzione di cibi contenenti antiossidanti è da preferire agli integratori. No Si Raccomandazioni pratiche per una corretta alimentazione ◊ ridurre l’ apporto di acidi grassi saturi di origine animale, preferire i grassi vegetali (oli vegetali) ◊ consumare quotidianamente diversi tipi di vegetali e frutta ◊ consumare cibi ricchi di fibre come cereali integrali, farina integrale, legumi, vegetali e frutta ◊ raggiungere e mantenere un giusto peso corporeo ◊ effettuare una attività fisica regolare ◊ limitare la carne rossa, mangiare il pesce ed il pollame almeno due volte alla settimana ◊ consumare con moderazione cibi conservati sottosale, affumicati e con nitriti come conservanti ◊ preferire cibi freschi rispetto ai trattati e/o conservati ◊ consumare alcolici con moderazione Obesità e rischi per la salute L'obesità è una condizione patologica dell’organismo umano caratterizzata da un eccesso di massa adiposa (grasso) rispetto alla massa magra (muscoli), in base ai limiti ritenuti normali per età, sesso e statura. In linea generale si parla di obesità quando: -il peso corporeo supera il peso ideale di una quantità pari almeno al 20%; - l'indice di massa corporea (I.M.C) è superiore a 30. L'indice di massa corporea (abbreviato IMC o BMI, dall'inglese body mass index) è un dato biometrico, espresso come rapporto tra peso e altezza di un individuo ed è utilizzato come un indicatore dello stato di peso forma. L'indice di massa corporea consigliato dipende da età e sesso, nonché da fattori genetici, alimentazione, condizioni di vita, condizioni sanitarie e altre. Fino ad alcuni anni fa, l'indice di massa corporea si calcolava come il rapporto tra il peso, espresso in chilogrammi, e il quadrato dell'altezza, espressa in metri. Esempio: Altezza 1,70 m; massa 68 kg: I ricercatori della Oxford University hanno aggiornato il calcolo del BMI con una nuova formula più accurata. Il nuovo IMC viene calcolato come il rapporto tra il peso ( P ) moltiplicato per 1,3 e l’altezza ( h ) elevata a 2,5. P x 1,3 Nuovo IMC = -------------h 2,5 Tabella utilizzata dalla medicina nutrizionale per definire termini come “magrezza” e “obesità” Situazione peso Min Obeso classe III ≥ 40,00 Obeso classe II 35,00 39,99 Obeso classe I 30,00 34,99 Sovrappeso 25,00 29,99 Regolare 20,00 24,99 Sottopeso 16,00 19,99 Grave magrezza Max <16,00 Si ritiene che l’IMC sia un importante indicatore per il calcolo dell’aspettativa di vita di una persona. Esiste infatti una profonda correlazione tra indice di massa corporea e rischio di mortalità per patologie cardiovascolari (aterosclerosi, infarto, ictus, ipertensione), diabete e malattie renali. L’IMC è un indice pratico ed affidabile per valutare il peso corporeo della popolazione. Questo parametro perde tuttavia affidabilità nei seguenti casi: - INDIVIDUI MUSCOLOSI/ROBUSTI (massa ossea e muscolare particolarmente sviluppata): il soggetto viene classificato come sovrappeso sebbene presenti una massa grassa normale o addirittura inferiore alla norma; - INDIVIDUI ESILI (massa ossea e muscolare particolarmente ridotta): il soggetto viene classificato come normopeso sebbene presenti una massa grassa eccessiva; - STATURA MOLTO ALTA : il soggetto viene classificato come sovrappeso sebbene presenti una massa grassa normale o addirittura inferiore alla norma; - STATURA MOLTO BASSA: il soggetto viene classificato come normopeso sebbene presenti una massa grassa eccessiva. Negli ultimi anni si dà sempre più importanza al grasso addominale ritenuto grave fattore di rischio per numerose patologie cardiovascolari e per il diabete. Il grasso addominale ha, infatti, caratteristiche diverse rispetto a quello sottocutaneo distribuito nel resto del corpo. È infatti dimostrato che è proprio l’eccesso di grasso viscerale ad aumentare il rilascio di sostanze che possono provocare coaguli nel sangue e stimolare la produzione dei trigliceridi e del colesterolo. TABELLA PER L’INDICE DI MASSA CORPOREA Quest’altra tabella per il calcolo dell’indice di massa corporea tiene conto delle differenze strutturali tra uomini e donne. E’ sufficiente unire con un segmento le misure del peso e dell’altezza di una persona per ricavare l’IMC. Anoressia Il termine ANORESSIA deriva dal greco “ANOREXIA” e significa mancanza di appetito. Qui tratteremo in particolare quella forma particolarmente grave chiamata “anoressia nervosa”. L'anoressia nervosa è, insieme alla bulimia, uno dei più importanti disturbi del comportamento alimentare, detti anche Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP). Ciò che contraddistingue l'anoressia nervosa è il rifiuto del cibo da parte della persona e la paura ossessiva di ingrassare. I sintomi dell’anoressia nervosa sono: - Magrezza estrema - Forte paura di ingrassare anche in presenza di evidente sottopeso - Mancanza di autostima associata a disturbi depressivi e ansiosi - Amenorrea nelle donne (blocco delle mestruazioni) - Stimolo di vomito dopo aver mangiato qualcosa Nelle forme più gravi si può arrivare fino alla morte per denutrizione. La comparsa dell’anoressia è quasi sempre legata ad una non accettazione del proprio corpo, in quanto non corrispondente al canone estetico oggi imperante di “Bellezza = Magrezza”. Specialmente le ragazze oggi sono bombardate da continue sollecitazioni ad avere un corpo snello e magro come unica condizione per poter avere fortuna in amore e nel lavoro. Si inizia quasi sempre con delle diete ferree che portano ad uno sconvolgimento del metabolismo e a squilibri psicologici dai quali è molto difficile uscire se non aiutati da esperti mediante terapie che affrontino il problema dal punto di vista nutrizionale, psichiatrico e psicologico. Bulimia La bulimia nervosa è, insieme all'anoressia nervosa, uno dei più importanti disturbi del comportamento alimentare, detti anche Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP). Ciò che contraddistingue la bulimia è un problema dell'alimentazione per cui una persona ingurgita una quantità di cibo esorbitante per poi ricorrere a diversi metodi per riuscire a non metabolizzarlo e, quindi, ingrassare (vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, purghe, digiuni e intenso esercizio fisico). Per quanto concerne le terapie consigliate per la bulimia si fa riferimento a quelle impiegate per l'anoressia, tranne ovviamente per il regime alimentare. L'approccio terapeutico pluridisciplinare con l'ausilio dello psicoterapeuta, del neuropsichiatra, del nutrizionista, e spesso di altre figure diverse da caso a caso, è attualmente consigliato per contrastare tale patologia. Cause della bulimia - Scarsa autostima: chi soffre di bulimia tende ad avere una cattiva immagine di sé; l'abbuffata ha una funzione di liberazione emotiva dalla rabbia, dalla depressione, dallo stress e dall'ansia. Il vomito autoindotto viene invece messo in atto per ridurre il senso di colpa e di fallimento associato all'abbuffata. La bassa autostima è quasi sempre accompagnata ad una difficoltà nel gestire le emozioni in modo sano. - Diete ipocaloriche: Le diete ipocaloriche, con i loro effetti nocivi sul metabolismo, possono predisporre la persona ad un successivo problema con il cibo. - Perfezionismo: Chi soffre di bulimia da un lato si ribella alle rigide regole interne attraverso l'abbuffata, dall'altro si punisce per tale ribellione attraverso il vomito. -Storie di abusi e traumi: La bulimia è frequentemente associata con un disturbo di personalità che si è sviluppato in seguito a traumi psicologici, fisici e sessuali. Nei casi in cui vi sia un trascorso traumatico è importante che venga trattata con terapie psicologiche. DIFFERENZE TRA ANORESSIA E BULIMIA Differenza Anoressia nervosa Peso Il peso rimane costantemente basso, Il peso rimane sulla norma, non si sotto la media BMI notano differenze di rilievo Età di incidenza maggiore (quando compare il disturbo) Si presenta nella prima giovinezza della persona Compare in età adulta Richiesta di aiuto La persona malata non cerca quasi mai un aiuto Molto frequentemente la persona chiede di essere aiutata A volte è correlata e causa Rapporto con le mestruazioni (nelle l'anticipazione del sanguinamento o donne) più frequentemente il blocco delle mestruazioni Bulimia nervosa Non ha alcun rapporto con le mestruazioni Diffusione nei soggetti maschili Anche se l'incidenza è notevolmente L'incidenza è quasi esclusivamente inferiore, la malattia colpisce anche i femminile maschi Tipologia Può essere acuta o cronica ma non cambia nel decorso Malattie precedenti Inizia con un episodio di anoressia La malattia è di origine primitiva (non nervosa diventando una sua possibile deriva da nessun'altra) evoluzione Disturbi mentali associati (entrambi mostrano uno stato depressivo) Stato di ansia Intenzione a farsi del male Prognosi Positiva soltanto se gli interventi sono tempestivi Buona in più della metà dei casi, risponde bene alla terapia Risulta essere di tipo fluttuante Lavoro realizzato da: Sciuto Gaspare Falcetta Salvatore Sciuto Francesco Giovari Nicola (sotto la supervisione del prof. Andrea Fiducioso)