Meeting internazionale dei giovani e
delle Politiche Giovanili
“PATTO APERTO PER LA GIOVENTU’”
Oltre la Strategia di Lisbona: la dimensione culturale
nello sviluppo sostenibile
Urbino 13-14-15-16 luglio 2005
LE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI DELLE
POLITICHE GIOVANILI IN ITALIA
di Rita Minello
E’ ormai tempo per nuove alleanze,
alleanze da sempre annodate,
per tanto tempo misconosciute,
tra la storia degli uomini,
delle loro società, dei loro saperi
e l’avventura esploratrice della natura.
(Prigogine, La Nuova Alleanza, 1979)
COSA SONO OGGI E COSA SI ASPETTANO
DI DIVENTARE
Dire il sé e ri-costruire il mondo
I giovani sanno di possedere un dominio, sanno che il mondo è
in loro possesso e vi si affacciano con un 'intensità che appare
feroce.
Tuttavia il mondo non appartiene loro. Lo scoprono con
sofferenze atroci e spesso irreversibili, a poco a poco, mano a
mano che si addentreranno in quella caricatura del mondo
naturale che è la società.
Una società per cui il giovane non è più una cosa di proprietà
che si può utilizzare come meglio si crede, un oggetto esclusivo
a profitto di chi ne è proprietario.
LE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI CHE I
GIOVANI HANNO DI SE’ STESSI IN ITALIA
Le nostre parole, i nostri valori
•Abbiamo una storia comune da scrivere insieme.
•Siamo ancora una volta in cammino perché aspiriamo a
rendere il nostro futuro diverso e migliore per tutti.
•Nel mondo in cui viviamo ci sono popoli diversi per cultura,
religione, storia, con cui dialogare e con cui costruire una
nuova speranza di un futuro senza guerre preventive e
terrorismi, senza fondamentalismo e schiavitù.
•Viviamo la globalizzazione come una realtà ormai ineliminabile
delle nostre esistenze. Il nostro è il tempo della società delle
reti
Noi siamo i primi cittadini globali
•La nostra è la prima vera generazione globale che affronta
nello stesso attimo un'esistenza fatta da rischi e opportunità.
Viviamo anni determinanti, scossi da tragedie come l'11
settembre e le guerre che ne sono conseguite, come Madrid,
Beslan, Taba e Gaza.
•Abbiamo assistito all'emergere di un terrorismo barbaro che
attacca alla radice la convivenza fra i popoli, le religioni, le
culture. Una violenza che credevamo appartenere ad epoche
passate riemerge con forme nuove e forze pericolose.
Noi siamo i primi cittadini europei
•La nostra è già una generazione europea che vive il processo di
integrazione nella sua quotidianità.
•Internet ha cambiato il nostro modo di interagire gli uni con gli
altri, i voli low cost hanno mutato la nostra concezione di
distanza.
•Ma l’Europa non è ancora lo spazio politico di riferimento della
nostra generazione. Perché ciò avvenga, l’Europa deve divenire la
frontiera delle nuove opportunità.
•L’Europa deve diventare un avamposto di pace e tolleranza, un
laboratorio di interazione tra culture diverse, che condividono,
convivendo nel medesimo spazio, storie, passati e religioni
diverse.
La nostra idea di impegno pubblico
Cerchiamo la realizzazione di noi stessi, che nasce dal
bisogno individuale ma che si fonde con la disponibilità al
mondo e la necessità degli altri. La crisi della politica
tradizionale forse sta proprio qui, nel non saper comprendere
che esiste già una generazione che vive ed opera con un
nuovo linguaggio.
La nostra generazione vive un processo di individualizzazione
più marcato rispetto al passato. Ma sbaglieremmo a pensare
che questo nostro modo di essere rappresenta uno spazio
sociale vuoto, perché in realtà è un individualismo altruistico,
sono nuove forme di relazione sociale e personale che
nascono.
Le nostre esistenze
L’acrobata è la figura che meglio rappresenta la nostra condizione di vita.
Soprattutto nel mondo dei lavori. Siamo sempre più una generazione con
l’equilibrio instabile. Appesi a un filo. La Legge 30 del governo di destra
ha generalizzato la precarietà. Per noi l’ha resa quotidiana. Anche nella
vita. La precarizzazione di qualsiasi opportunità professionale rende
impossibile contare su minime certezze per il futuro. Non è solo un
problema di reddito. E’ soprattutto una questione di carattere sociale. I
figli mammoni non lo sono per scelta ma per necessità. Quando un
affitto costa più di 400 o 500 euro mensili (nelle grandi città per una
stanza), un mutuo è impossibile se non hai un lavoro a tempo
indeterminato e un salario da co.co.co o lavoratore a progetto raggiunge
a fatica quota 800 euro, diventa impossibile rendersi autonomi dalle
famiglie di appartenenza.
Le finalità da perseguire sono:
• valorizzare la presenza dei giovani nelle istituzioni pubbliche
e nelle formazioni sociali e l’interazione tra le iniziative, gli
spazi, le risorse presenti nel territorio
• sostenere le iniziative promosse direttamente e attivamente
dai giovani e la loro partecipazione alla realizzazione di
progetti di interesse locale
• favorire l'espressività e la creatività dei giovani
• promuovere la nascita e lo sviluppo di nuove esperienze
rispondenti ai bisogni ed alle aspettative dei giovani
• promuovere delle opportunità di socializzazione, di
collaborazione, di crescita
• favorire nuove forme di lettura ed analisi dei bisogni e delle
aspettative dei giovani
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