1.2 Il genere cinematografico come dispositivo passionale ed emozionale MIUR e ANEC-AGIScuola Massimo Locatelli Il cinema come sogno L'idea di una proiezione esterna del nostro mondo onirico, che deriva dalle estetiche neoromantiche dell'800, è presente sin dalla nascita del dibattito sul cinema (Seligmann 1911, Hofmannstahl 1911) Negli anni Venti si diffonde un modello freudiano di interpretazione del cinema (Ramain 1925 e succ., Sachs 1926) come significante onirico. MIUR e ANEC-AGIScuola Massimo Locatelli Il cinema come sogno La scuola freudiana si diffonde in particolare negli Stati Uniti, rafforzandosi negli anni Trenta con l'arrivo di un grande numero di migranti mitteleuropei di formazione altoculturale. La psicoanalisi entra nel lessico dell'opinione pubblica statunitense, giornali, fumetti, cinema, radio. MIUR e ANEC-AGIScuola Massimo Locatelli Il cinema come dispositivo Negli anni Sessanta si impone nel dibattito strutturalista un'idea del cinema come modello del lavoro onirico (sullo sfondo della psicanalisi di Jacques Lacan). Il cinema è il luogo di una continua “sutura” tra desiderio e nostalgia di pienezza (immaginario) e la nostra appartenenza all'ordine del discorso e della legalità (simbolico). [J.P. Oudart 1969] MIUR e ANEC-AGIScuola Massimo Locatelli Il cinema come dispositivo Lo sguardo diventa il luogo di strutturazione della nostra posizione nel dispositivo mediale, posizione che negli interventi più radicali finisce per coincidere immutabilmente – a partire dalla camera oscura – con l'ideologia capitalista. [J.L. Baudry, 1970] Il cinema popolare e di genere diventa dispositivo di regolazione del desiderio. MIUR e ANEC-AGIScuola Massimo Locatelli Il cinema come dispositivo E' a partire da posizioni lacaniane che nasce la riflessione della cosiddetta Feminist Film Theory negli anni Settanta: il gioco di sguardi cinematografico inchioda la donna a un ruolo passivo che conferma i ruoli sociali (Johnson: figure idealizzate – Mulvey: oggetto del desiderio scopico) MIUR e ANEC-AGIScuola Massimo Locatelli Il cinema come dispositivo Il modello della FFT si applica tipicamente al noir, genere di “passioni” per eccellenza, in cui la donna è generalmente “punita” per le sue infrazioni. Il noir è passibile però anche di lettura di taglio controculturale: si può sottolineare allora il ruolo narrativamente attivo delle dark ladies, disposte alla distruzione pur di rimanere libere. MIUR e ANEC-AGIScuola Massimo Locatelli Il cinema come generatore di emozioni A partire dagli anni Novanta i modelli strutturali sono superati da modelli “compositi”, che prevedono: – Il ritorno alla storia filologica del cinema – La riscoperta dell'esperienza concreta dello spettatore MIUR e ANEC-AGIScuola Massimo Locatelli Il cinema come generatore di emozioni Nella scuola cognitivista anglosassone, la categorizzazione di genere è un meccanismo culturale utile a mettere alla prova le nostre capacità emotive [dove le emozioni sono regolatori del comportamento]. MIUR e ANEC-AGIScuola Massimo Locatelli Il cinema come generatore di emozioni Torben Grodal (Moving Pictures, 1998) immagina i generi come modi emozionali prototipici, o mood, cui i film si avvicinano solo tendenzialmente e non necessariamente esclusivamente, e riguardano la complessità del nostro mondo emotivo. MIUR e ANEC-AGIScuola Massimo Locatelli Il cinema come generatore di emozioni Torben Grodal (Moving Pictures, 1998) i mood lavorano su più livelli interconnessi: la comprensione (livello cognitivo), l'emozione in senso stretto, il rapporto empatico con i personaggi (identificazione), l'enazione (partecipazione senso-motoria). MIUR e ANEC-AGIScuola Massimo Locatelli Il cinema come generatore di emozioni Per Grodal il noir gioca con un mood legato alla narrazione canonica (fortemente cognitivo, centro dell'attenzione distante, telico-lineare, centrato sull'identificazione con il protagonista, tensivo) MIUR e ANEC-AGIScuola Massimo Locatelli Il cinema come generatore di emozioni Per Grodal il noir gioca con un mood legato alla narrazione canonica e uno definito dal melodramma di passioni (percettivoenattivo, centro dell'attenzione prossimale, non lineare e spesso retrospettivo, identificazione empatica e cognitiva con l'oggetto, fusione di soggetto e oggetto) MIUR e ANEC-AGIScuola Massimo Locatelli