L’espressione di un sentimento Di Enrica Bianchi L’espressionismo • Il termine espressionismo indica, in senso molto generale, un'arte dove prevale la deformazione di alcuni aspetti della realtà, così da accentuarne i valori emozionali ed espressivi.Prendendo così valenza universale, come "classico", che esprime sempre il concetto di misura e armonia, o di "barocco" , che caratterizza ogni manifestazione legata al fantasioso o all' irregolare, il termine "espressionismo" è sinonimo di deformazione. • Con il termine espressionismo, indichiamo una serie di esperienze sorte sopratutto io Germania, che divenne la nazione che più si identificò con questo fenomeno culturale. • Alla nascita dell'espressionismo contribuirono vari artisti operanti negli ultimi decenni dell' ottocento. in particolare possono essere identificati pre-espressionisti Van Gogh, Gauguin, Munch ed Ensor. In questi pittori sono già presenti molti degli elementi che costituiscono le caratteristiche più tipiche dell'espressionismo: l' accentuazione cromatica, il tratto forte e deciso, la drammaticità dei contenuti. Ernst Ludwig Kirchner Sezione artistica Decadentismo Sezione letteraria Prima guerra mondiale Sezione storica Otto Wagner Sezione architettura L‘attività fisica in quei giorni Sezione educazione fisica Generalità sui muscoli Sezione anatomia Ernst Ludwig Kirchner I parte L’esperienza con Die Brucke • • • Il 7 giugno del 1905 Kirchner insieme a altri tre artisti fonda a Dresda il movimento artistico Die Brucke (il Ponte), la cui volontà è quella di unirsi alle forze delle avanguardie espressioniste che in quegli anni si svilupparono in Europa. In occasione della prima esposizione della Bruke tenutasi nel 1906 a Dresda, Kirchner formula il programma del gruppo e lo incide nel legno. Si tratta di un esortazione vitalistica a fare qualcosa di nuovo. A partire dal 1905 la sua produzione pittorica è influenzati da artisti in voga a quell'epoca, le opere di George Seureaut e di Paul Signac determinano l'avvicinamento di Kirchner al divisionismo neoimpressionista, la sua pittura è arricchita dall'influsso di Van Gogh che gli suggerisce una trattazione materica del colore, che diventa il tramite emozionale dell'opera. I quadri di questi primi anni sono infatti caratterizzati da pennellate corpose e decise che tratteggiano sommariamente le figure mentre superfici cromatiche luminose e contrastate creano le immagini Dal 1907 al 1909 Kirchner se reca sull'isola baltica di Fehmarn e ai laghetti Moritzburg per le vacanze estive, insieme ai suoi compagni, dove vivono e lavorano in costante contatto con la natura.Ama soffermarsi su strade campagne e villaggi, ritrae bagnanti nude, covoni di grano e case contadine in immagini che tradiscono la sua interpretazione fortemente emozionale del paesaggio ed è proprio in questi anni che la Die Brucke conquista uno stile espressivo unitario reso possibile proprio da questo rinnovato contatto con la natura. • Spontaneità di esecuzione, colori più diluiti e un cromatismo maggiormente contrastato caratterizzano i dipinti dell'artista, i nuovi contatti con l'arte di Munch e dei Fauves, insieme all'interesse per l'arte primitiva, portano l'artista ad abbandonare la pittura densa dei primi anni per superfici cromatiche più ampie e brillanti. Le composizioni sono rigorosamente bidimensionali, prive di allusioni a spazialità o prospettiva e tra i soggetti più ricorrenti compaiono i nudi femminili; anche la produzione grafica riceve un forte impulso e la xilografia sopratutto diviene un importante mezzo di espressione • Nel 1910 partecipa insieme agli altri artisti della Die Brucke alla Nuova Secessione fondata a Berlino,Kirchner giunge alla maturazione dello stile Die Brucke, permane una certa scioltezza pittorica ma le figure ora appaiono più angolose, i contorni si fanno più scuri, le posizioni sono scomposte e disarmoniche.Erotismo e sessualità non sono più presentati come forze positive, uomini e donne appaiono in contrasto con l'ambiente e talvolta perfino in lotta con esso,Dalla pittura dell'artista emerge un senso di inquietudine e di disagio esistenziale che preannuncia lo stile del periodo berlinese. • • • Nel 1911 si trasferisce a Berlino, il contesto di una grande metropoli lo aiuta all'incontro con altre tendenze artistiche, il contatto con l'espressionismo letterario e con le tendenze artistiche internazionali del momento spingono Kirchner a mutamenti tematici e stilistici, nelle sue tele ora tende a una maggiore semplificazione delle forme e a un uso di colori puri per esaltarne la forza luminosa. L'artista coltiva sempre di più il proprio stile, il mondo cittadino diviene il soggetto privilegiato, fino a giungere alle famose scene di strada dove il tenero stile di Dresda la tavolozza si fa sempre più scura e la linea più spigolosa. Nell'estate del 1912 così come quella del1913 Kirchner torna con i compagni della Brucke a Fehmarn, le opere testimoniano il fascino e al tempo stesso il rifiuto della vita e dell'esperienza della grande metropoli, le tele e l'opera grafica dell'artista esprimono un intensità aggressiva e un senso di dinamicità. In questo ambito nasce il cosiddetto "geroglifico" kirchneriano realizzato mediante un segno simbolico e sintetico, fortemente incisivo che caratterizza il suo linguaggio figurativo Nello stesso anno inizia a scrivere il testo della cronaca della Brucke che conteneva di ciascun membro le stampe tirate a mano e le fotografie dei dipinti, l'iniziativa non fù approvata dai compagni che decisero di non pubblicarla e si procedette con lo scioglimento del gruppo Ernst Ludwig Kirchner 1914-1925 II parte Berlino-la Guerra e Davos • In occasione della mostra della "Frei Secession" a Berlino del 1914 Kirchner presenta le cosiddette "scene di strada", ispirate al contesto cittadino; con esse l'artista giunge al culmine della sua espressione artistica. • Un tratteggio largo e una linea spigolosa definiscono le curve, permangono le tinte forti di Dresda che vengono anzi accentuate da superfici di colore maggiormente contrastate e dissonanti, la gamma cromatica adottata risulta spesso dominata soltanto da due tonalità e dalle loro sfumatura; l'effetto finale suggerisce un atmosfera di tensione e ostilità, in linea con il vissuto dell'artista nella Berlino del periodo prebellico. • Gli anni della prima guerra mondiale indirizzarono Kirchner verso nuove tematiche, suggerite dal difficile contesto bellico. Nonostante siano momenti difficili per l'artista, la sua produzione artistica non sembra risentire di tale crisi,: Kirchner realizza infatti tele e opere grafiche di alta qualità, dotate di grande forza espressiva, tali opere passano inizialmente inosservate ma sono oggi considerate tra i suoi primi grandi successi artistici. I temi privilegiati della natura e dell'uomo risentono del clima di tensione. • A guerra finita l'artista, trasferitosi definitivamente a Davos, in svizzera, può dedicarsi intensamente alla pittura di paesaggio applicando al mondo alpestre i principi compositivi elaborati a Berlino. • Il "pittore della metropoli" diviene così "pittore alpino", ritraendo contadini, animali e pascoli erbosi nelle diverse stagioni. Stafelalp e frauenkirch sono un ottimo osservatorio della natura e permettono a Kirchner di eseguire numerosi lavori sul tema, come per il trittico "La vita alpina". • Kirchner è entusiasmato dalla bellezza del paesaggio alpino, lui non vuole riprodurre un preciso paesaggio svizzero, desidera invece dipingere il ritmo naturale della vita con forme e colori trasfigurati dalla sua fantasia e dal suo sentiero artistico. • Nel 1919 Kirchner inizia a scrivere il cosiddetto "Diario di Davos" nel quale descrive la rielaborazione delle proprie opere e abbozza alcuni saggi di critica, in questi anni avvia una profonda riflessione sulla propria produzione: gli interventi diventano spesso veri e propri rifacimenti e ritorni sul tema, esegue personalmente le fotografie delle sue opere per sé e per i cataloghi delle mostre a lui dedicate. • Gli effetti di questa riflessione sono dal fatto che Kirchner rivisita e ridata alcune tele dipinte prima di quel momento. • Verso la metà degli anni venti l'artista abbandona i tratti violenti del periodo Berlinese per composizioni monumentali, più regolari, caratterizzate da una maggiore serenità espressiva; tra il 1923 e il 1925 elabora il cosiddetto "stile tessile" utilizzato per opere che si avvicinano sempre di più all'astrazione. La linea perde la propria tradizionale funzione descrittiva della realtà e si concede liberi movimenti; grandi e compatte superfici cromatiche si liberano dall'oggetto e acquisiscono significato autonomo mentre ritmo e movimento dominano le composizioni. • Ed è in questi anni che Kirchner cercherà di abbandonare “ l’Espressionismo” per dedicarsi ad uno stile astratto, dal 1926 e il 1938, uno stile che è stato preso in considerazione solo recentemente. • Nel 1937, 639 opere di Kirchner sono confiscate dai musei tedeschi, distrutte o vendute all’estero, nell’estate dello stesso anno altre 32 sue opere figurano nell’esposizione di “arte degenerata” a Monaco e in altre località. • In preda alla disperazione, e con la paura dell’invasione tedesca in Svizzera, Kirchner nasconde i suoi lavori da sguardi indesiderati, ricoprendoli con una seconda tela. Questa situazione di insicurezza e angoscia nei confronti del futuro, insieme a una cupa malinconia, traspaiono nelle ultime creazioni dell’artista. Kirchner ha sempre avvertito “sulla pelle e nel sangue” l’importanza del ruolo sociale e morale dell’artista e non sopporta il dolore di vedere le sue opere sequestrate dai nazisti. • Kirchner si suiciderà il 15 giugno 1938. Espressionismo Letteratura • L`espressionismo sorge in Germania come reazione al naturalismo e all`impressionismo. Nel 1910-1920 si preciso`in un vasto movimento che interesso`tutte le arti e diede origine a diversi correnti. Gli espressionisti si ribellavano sopratutto al materialismo della borghesia capitalistica e liberale, professando il ritorno all‘uomo primogenito e l‘avvento di umanità libera e piu‘ consapevole delle proprie possibilità. • In letteratura venne considerato teorico di riferimento Nietzche mentre M.Scheler ne fu` il profeta: la sua esaltazione dell`irrazzionale e dell`istinto contro l`astrazione del pensiero costituisce la chiave tematica degli espressionisti. Il pessimismo apocalittico, il linguaggio aggressivo e grottesco, sono motivi e procedimenti fondamentali della tecnica espressionistica. • Benn nel 1933 in Professione di espressionismo e Kasimir Edschmid autore del saggio Sull‘espressionismo in letteratura. • Il sincretismo del movimento permette le piu`varie partenze: dall‘iperbole decadentista e baudleriana, da quella estetizzante dannunziana; si va dall‘uso di sonetti e strofi regolari o lievemente ritoccati, al binarismo tipico della poesia biblica, al verso moderatamente libero e a quello accentuato in direzione futurista, alle visioni cosmiche dell`industria e della tecnica come esseri mitici. • • 1. 2. 3. 4. 5. Nessun espressionista ha puntato su una poetica barocca della meraviglia, ma in tutti è l`uso di una grana linguistica semanticamente e foneticamente resistente e ruvida. Lòbbiettivo è di precisare quella „dissipazione di lingua“ mentre alla „diddipazione del mondo“, descritta da Benn come fine di una generazione. L‘espressionismo fu`anche linguisticamente espressionistico, frequenti i verbi che denotano l`urlo e l`urto, una lacerazione e una rottura; una predilezione rafforzata da vari procedimenti metrici e grammaticali. La violenza del moto si riflette ad esempio: Nell‘uso di forti enjambements, Uninoni verbali presenti nello Sturm und Drang La creazione di nuovi composti verbali L‘assolutizzazione del verbo è ottenuta: con lùso di accatastare infiniti: intere poesie espressioniste contengono solo infiniti, con o senza lìniziale maiuscola per cui é difficile dire se siano verbi o nomi. Ma anche con l predilezione del participio, che assume la funzione architettonica di ponte; Si cerca di giungere all`essenza del verbo sopprimendo il prefisso e/o il suffisso Un modo per giungere a forme di ermetismo espressionista,si ha quando si coniuga il nome, facendolo diventare in qualche modo vitlistico. E`stato notato come lo sperimentalismo linguistico dell`espressionismo tedesco, le sperimentazioni si svolgono all`interno di un contenitore linguistico chiuso, quello della lingua tedesca. Tuttavia può essere indicativo delle affinità esistenti tra i vari autori. La prima guerra mondiale La prima guerra mondiale • Le cause della prima guerra mondiale non si possono individuare in modo preciso; tuttavia è possibile delineare i principali motivi di dissidio tra le potenze europee. In primo luogo la questione dei confini franco - tedeschi: la Germania nel 1870 si era annessa l'Alsazia e la Lorena, fatto che non piacque alla Francia, che voleva riprendersi le province. La Germania aveva anche il problema della Russia, che si era alleata con la Francia e che avrebbe potuto aprire un nuovo fronte orientale; contemporaneamente l'impero Turco aveva avuto appoggi dalla Germania e ciò aggravava i suoi rapporti con l'impero zarista; anche l'Austria aveva due potenziali fronti: l'Italia, che rivendicava le terre irredente, e la zona balcanica, • La Germania inoltre era la più terribile concorrente economica della Gran Bretagna, anche se ad un grande sviluppo industriale corrispondeva una forte dipendenza alimentare, aggravata dalla mancanza di un vasto impero coloniale e da una flotta insufficiente. • Questione coloniale e riarmo navale furono i principali motivi di tensione tra Germania da un lato, Francia e Gran Bretagna dall'altro. Riguardo la prima, la Germania, dopo aver subito molte sconfitte diplomatiche, riteneva che la forza fosse l'unica soluzione possibile per rompere questo accerchiamento delle altre potenze. • Per fare questo però, bisognava rinforzare gli armamenti: la Germania, andando contro il principio inglese del "two - powers standard" (cioè la flotta inglese doveva essere pari alla somma delle prime due potenze a lei successive) varò nuove navi, alle quali l'Inghilterra rispose con il "two keels for one" (due chiglie per una), ovvero costruì due navi, con enorme sforzo produttivo, per ognuna varata dalla Germania. Si assistette dunque ad una rivalutazione e ad un acquisto di potere da parte delle gerarchie militari e ad un irrigidirsi del sistema di alleanze europee che avrebbe impedito la soluzione diplomatica agli incidenti che si sarebbero sviluppati dopo. Il pretesto per lo scoppio fu l'assassinio in Serbia dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria con tutta la famiglia: l'Austria intimò un ultimatum alla Serbia, con il quale chiedeva di collaborare alla ricerca dei responsabili del delitto; in questo modo veniva sminuita la sovranità dello stato. La Serbia non accettò e l'Austria, appoggiata dalla Germania, le dichiarò guerra. Subito la Russia scese in campo per difenderla, e la Germania le dichiarò guerra. Anche la Francia, alleata Russa, scese in campo: la Germania, invadendo il Belgio neutrale che non voleva far passare le truppe, dichiarò guerra alla Francia ed anche l'Inghilterra, infastidita dal gesto, si schierò con Francia e Russia. La situazione che si creò fù: da una parte la Triplice Alleanza, formata da Germania, Austria e impero Ottomano; dall'altra la Triplice Intesa, formata da Inghilterra, Francia, Russia, che difendevano la Serbia. Rimanevano neutrali Italia e Romania. • La guerra si dimostrò subito diverso rispetto a tutte le altre, sia per la grande massa di uomini impiegati sia per i nuovi e terribili armamenti. Nonostante una prima posizione di neutralità, i socialisti europei finirono per cedere alle posizioni nazionaliste e si dichiararono favorevoli all'intervento in guerra, votando i crediti per gli armamenti. Esisteva una grande sproporzione tra le forze della Alleanza e quelle dell'intesa e per questo motivo il piano tedesco ideato da Schlieffen prevedeva la guerra - lampo, in modo da sconfiggere subito la Francia e concentrare le forze sul fronte orientale russo. In un primo momento l'offensiva riuscì, portando i tedeschi a 40 chilometri da Parigi ma poi la controffensiva francese nella battaglia della Marna fece ritirarele truppe tedesche. Dopo questa sconfitta si provò la "corsa al mare", ovvero il tentativo di aggirare da nord le truppe francesi e chiudere i rapporti marittimi con la Gran Bretagna: anche questa offensiva fallì e i due eserciti si prepararono ad affrontare la terribile guerra di trincea. • La Germania si trovò così costretta a distribuire le sue forze su due fronti. Su quello orientale le vicende erano altalenanti: a vittorie tedesche succedevano quelle russe, e a favorire la Germania ci pensò l'impero ottomano, che indebolendo la Russia, rese possibile una controffensiva austriaca mirata a riconquistare la Galizia precedentemente sottratta. Sicuramente più successo ebbe il blocco navale Britannico, al quale si opponeva la guerra sottomarina tedesca. Un incidente però, ossia l'affondamento del piroscafo civile Lusitania, con 100 cittadini americani, attirerà sulla Germania le antipatie degli Stati Uniti. • L'Italia in guerra In base all'articolo 7 del trattato che univa l'Italia alla Germania e all'Austria, la posizione neutrale assunta dall'Italia era perfettamente legittima, infatti il punto prevedeva la discussione preventiva dei territori da dare in compenso alla fine della guerra e ciò non era avvenuto. Ma il problema della posizione italiana rimaneva irrisolto. All'interno del paese erano infatti schierati i neutralisti e gli interventisti. Ai primi appartenevano: • i socialisti: essi infatti ritenevano la guerra voluta dalle grandi potenze imperialiste e capitaliste europee ma d'altra parte erano isolati e il loro neutralismo era stato indebolito dalle posizioni interventiste dei socialisti europei; • i cattolici: ovviamente il pontefice non poteva che schierarsi contro la guerra, anche se esisteva ancora il contrasto tra l'obbligato neutralismo della Chiesa e la dovuta lealtà dei cattolici allo Stato di cui facevano parte; • i giolittiani: Giolitti sosteneva che la guerra sarebbe durata molto tempo e l'Italia era impreparata sia economicamente che militarmente ad affrontarla. Ma Giolitti non si limitò a manifestare la sua posizione sulla situazione italiana, anzi formulò un'analisi della situazione internazionale: egli riteneva che si sarebbe potuto ottenere "parecchio" senza la guerra, ove parecchio indicava l'opportunità di contrattare la neutralità come se fosse una vittoria. La situazione dell'Austria, che lasciava pensare che avrebbe restituito i territori italiani, invece era assolutamente contraria a qualsiasi cessione di territori, nonostante le pressioni tedesche. • Agli interventisti appartenevano: • gli "interventisti democratici" e i "socialisti riformisti": i primi erano fautori di una pronta cessione delle terre irredente; i secondi ritenevano che solo sconfiggendo gli imperi centrali si potevano attuare le aspirazioni di indipendenza nazionale e di democrazia dell'Europa intera; gli esponenti del sindacalismo rivoluzionario: guidati da Mussolini, essi credevano nella prospettiva rivoluzionaria che potrebbe nascere dalla sconfitta degli imperi centrali e criticavano apertamente la passività dei socialisti italiani; • i nazionalisti: essi vedevano nella guerra esclusivamente anti democraticismo e ambizioni espansionistiche; • i liberali conservatori: essi ritenevano che da un lato, entrando in guerra, al parlamento venivano dati poteri straordinari tali da far finire per sempre le riforme giolittiane, e dall'altro puntavano a riottenere i territori del Trentino e Trieste e di far acquistare all'Italia lo status di grande potenza. • Era allora ormai inevitabile la rottura da parte dell'Italia della Triplice Alleanza sancita nel 1915 con il Patto di Londra tra Italia, Inghilterra, Francia, Russia. In caso di vittoria l'Italia avrebbe ottenuto il Trentino e Trieste, l'Istria, la Dalmazia, il porto di Valona e altri territori da stabilire. • Rimaneva il problema di convincere il parlamento di maggioranza giolittiana ad entrare in guerra. Molte furono le manifestazioni a favore durante le "radiose giornate di maggio", e alla fine il re e Salandra, con uno stratagemma, riuscirono nell'impresa. Salandra finse di dare le dimissioni e al suo posto fu convocato Giolitti. Questi, saputo parzialmente del patto di Londra, si rese conto che il suo ottimismo su quello che avrebbe guadagnato l’italia non era più sufficiente e rifiutò l'incarico. Allora il re non accettò le dimissioni di Salandra, il governo ebbe poteri speciali e il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria. Le prime battaglie, come prevedibile, ebbero esito disastroso: nei territori del Carso i soldati italiani subirono quattro cruente disfatte (Battaglie dell'Isonzo). Nel frattempo la Bulgaria si schierava dalla parte degli imperi centrali, aggravando la posizione russa nei Balcani ma soprattutto quella serba. L'unico presidio dell'intesa nei Balcani fu Salonicco, città greca ufficialmente neutrale ma in realtà alleata dell'Intesa. La guerra di trincea • Il capitolo più terribile e sanguinoso di questa guerra fu rappresentato proprio dalla guerra di trincea. Migliaia di uomini al freddo, vittime delle malattie e dei cecchini, che persero la vita per conquistare pochi metri. Uno dei più sanguinosi massacri fu la battaglia di Verdun: l'alto comando tedesco sapeva che difficilmente avrebbe potuto conquistare il presidio francese di Verdun, ma contava sul fatto di causare molte perdite al nemico in relazione alle sue. Un freddo calcolo matematico dunque, che si dimostrò errato: infatti le perdite furono enormi sia da una parte che dall'altra, senza grosse differenze. Successivamente l'Austria mandò una spedizione punitiva contro il traditore italiano, che però reagì favorito anche dal contemporaneo attacco russo. Gli eserciti centrali avevano dunque subito gravi sconfitte. La Romania, sollecitata dalla vittoriosa avanzata delle truppe russe nei Carpazi, decise di entrare in guerra con l'Intesa ma il suo debole esercito fu annientato e il suo ricco territorio occupato. D'altronde uno dei maggiori problemi della Triplice erano proprio gli approvvigionamenti, bloccati bene dalla flotta inglese. Nel frattempo in Medio Oriente Francia e Inghilterra si spartivano l'Impero ottomano. • L'andamento della guerra fece tornare su posizioni di pace i socialisti europei, che nel congresso di Zimmerwald assunsero la linea di una "pace senza annessioni e senza indennità". Stessa posizione nella conferenza di Kienthal dove però trovò spazio la tesi del russo Lenin secondo la quale la guerra imperialista doveva essere trasformata in rivoluzione sociale. Un po’ in tutti gli stati si assistette al rafforzamento del potere esecutivo unendo al governo anche le opposizioni.I gabinetti di guerra. • Mentre le democrazie parlamentari attuavano i gabinetti di guerra, gli imperi centrali accentuarono gli aspetti repressivi e autoritari dei loro governi, vietando la libertà di stampa, di pensiero e centralizzando l'economia. Poiché i materiali per rifornire l'esercito servivano in abbondanza e presto, la qualità spesso ne risentiva mentre chi li produceva si arricchiva: erano questi i profittatori di guerra. L'intervento degli Usa e il crollo degli imperi centrali • Alla fine del 1916 si era venuta a creare una situazione di stallo tra le potenze belligeranti. Si pensò che la pace fosse vicina. La fine del conflitto aveva come principale punto di riferimento gli Stati Uniti ed il loro presidente. Proprio alla fine dello stesso anno il governo tedesco propose delle condizioni di pace miranti all'acquisizione di territori a est e ad ovest. Ma queste condizioni erano ben lontane da quelle che avrebbero voluto le potenze dell'intesa. L'imperatore austriaco offrì alla Germania parte dei suoi territori polacchi se quest'ultima in cambio avesse ceduto in caso di pace l'Alsazia e la Lorena alla Francia. L’Italia si oppose a quest'accordo perché non avrebbe visto riconosciuto il principio di autodeterminazione per la sua terre irredente. • Le speranze di pace si affievolirono e ben presto ripresero le ostilità. La Germania avviò una guerra sottomarina contro l'Inghilterra pensando che questa entro sei mesi non sarebbe stata in grado di provvedere al suo approvvigionamento a causa dei danni inferti al suo sistemi di trasponi dai potentissimi sottomarini e gli Usa non sarebbero entrati in guerra prima di un anno. Tutto ciò non fu vero infatti l'Inghilterra in breve tempo si riprese dalla crisi e gli Usa dopo l'affondamento del loro mercantile Vigilantia il 2 aprile 1917 decisero di entrare in guerra. Contemporaneamente usciva di scena a causa delle rivolte sociali la Russia. Il Pontefice Benedetto XV chiedeva invano una pace senza vincitori ne vinti ma la volontà di vincere delle potenze dopo tutti gli sforzi sopportati era troppa Così a metà del 1917 si ebbe una ripresa del conflitto sul fronte orientale e su quello italiano. • Gli imperi centrali grazie alla ritirata degli eserciti Russi potettero occupare la Polonia e parte delle regioni Baltiche. Contemporaneamente fu predisposta una controffensiva in Italia. Le truppe italiane erano ancora predisposte in assetto da attacco e a causa di errori tattici ed organizzativi a Caporetto, dopo che l'esercito austriaco era stato rinforzato da alcune divisioni tedesche, si ebbe una grave sconfitta. L'esercito austriaco penetrò in Italia per oltre 200 km. Questo fu uno dei momenti più drammatici della storia italiana e parve quasi che la stessa unità fosse in pericolo. • Al posto di Boselli sali al governo Orlando il quale era maggiormente appoggiato e sostituì Cadorna con Armando Diaz affermando che più terribile di una guerra è una guerraperduta. • Nel 1918 il Presidente degli Stati Uniti pubblicò i 14 punti nei quali fissava le condizioni che avrebbero dovuto regolare i rapporti tra le nazioni alla fine del conflitto, In base al principio di nazionalità e autodeterminazione dei popoli si doveva ridisegnare l'Europa. Doveva essere una pace nuova; non doveva mirare all'espansionismo delle potenze vincitrici ma doveva garantire il rispetto del principio di nazionalità. • La pace di BREST-LITOVSY conclusa con gli imperi centrali nel l918 obbligava l'ex impero zarista alla cessione della Polonia, dell'Estonia, della Lettonia, della Lituania e al riconoscimento dell'indipendenza Ucraina. Ormai tranquilli sul fronte orientale i tedeschi fecero affluire truppe sul suolo francese riprendendo una tattica simile a quella utilizzata all'inizio del conflitto in breve tempo si riportarono sulla linea della Marna. Lo sfondamento che avevano fatto nelle barriere francesi non era stato di grande importanza e cosi gli Inglesi e i Francesi uniti gli eserciti contrattaccarono vincendo nella battaglia di Amiens. Il fallimento tedesco seguito dall'insuccesso austriaco nel tentativo di sfondare la linea italiana del Piave, lasciava prevedere la sconfitta degli imperi centrali. La Pace • Nel tentativo di raggiungere una pace non troppo disastrosa, Guglielmo il nominò cancelliere il democratico Baden il quale cercò di trasformare la Germania da monarchico-mititare a liberaledemocratica. Sulla questione decisiva dell'abdicazione del re, però, incontrò la secca opposizione del Kaiser e degli ambienti militari in genere. Seguirono una serie di rivolte ed ammutinamenti che portarono l'11 novembre 1918 alla firma dell’armistizio. Lo sfaldamento dell'esercito austriaco determinò anche la fine dell'impero asburgico. La Cecoslovacchia si proclamò indipendente, fu formato lo stato Yugoslavo e si formarono governi provvisori in Ungheria e a Vienna. Il 3 novembre 1918 a Villa Giusti prima della sua abdicazione l'imperatore austriaco firmò l’armistizio con l'Italia. Otto Wagner • In tutta Europa, la fine dell`ottocento era contraddistinta da una fase di rinnovamento delle arti e dell`architettura in particolare. Una serie di movimenti artistici dall`Inghilterra alla Germania, dalla Spagna all`Austria segnavano il passaggio da una cultura artistica improntata riproposizione stanca di stili passati ad una caratterizzata dal respiro di modernità. • Si passava da una cultura aristocratica ad una dove la nuova borghesia aveva sempre più peso, dove la cultura liberale tentava di scrollarsi di dosso il fardello del passato. • Lo sviluppo industriale e le nuove scoperte tecnologiche davano un duro colpo alla cultura eclettica dominante e nuovi stimoli per proposte nuove in tutti i settori della cultura e delle arti • In Austria e nella sua capitale Vienna, l‘architettura dell‘ottocento era caratterizzata dalla riproposizione dello stile barocco e rinascimentale fino allûltimo ventennio del secolo, allorquanto l‘architetto Otto Wagner, sebbene attivo da tempo, avendo realizzato architetture nel solco della tradizione classica, nominanto professore all‘ Accademia d`arte di Vienna affermava la necessità del rinnovamento dell`Architettura e divulga le sue idee con la pubblicazione del libro Moderne Architektur. Due erano i punti fondamentali delle sue teorie: 1. Prima di tutto affermava la necessità che l`architettura fosse figlia dei tempi e quindi non più riproposizione dell`architettura del passato. 2. In secondo luogo egli indicava nello sviluppo tecnologico la nuova strada per l`architettura. Così dopo la prima fase progettuale caratterizzata da un linguaggio accademico, Otto Wagner cogliendo una serie di occasioni offertegli dalla demolizione della vecchia cinta di mura e dalla successiva realizzazione del ring, realizzava una serie di edifici per le stazioni della metropolitana viennese in cui già si leggevano le innovazioni compositive che verranno sviluppate negli anni successivi e che daranno linfa nel 1897 al movimento della Secessione Viennese, allorquando due allievi di Wagner, Olbrich e Hoffmann insieme a Moser e Klimt davano vita alla rivolta contro l`accademia. A partire dalla demolozione delle mura della città storica e con la crezione del Ring, un anello in cui si doveva affacciare la nuova architettura, sempre più prendeva vigore la critica allo storicismo che avrà come obbiettivo la crezione di una città figlia del tempo, dello sviluppo tecnologico e di un nuovo linguaggio formale che bene rappresentasse i cambiamenti in atto • • • • La città si trasformava da rappresentazione del potere del sovrano alla città figlia die nuovi movimenti liberli. L‘ occasione della rete metropolitana, opera prettamente ingegneristica veniva colta da Wagner per rivedere al contempo i punti base del fare architettura. Si trattava di realizzare una serie di edifici nuovi lungo RingStrasse che relizzassero senza traumi il collegamento tra la città storica e la periferia che cresceva velocemente. Wagner rispose in modo eccellente a tale incarico, realizzando una nuova architettura che sebbene ancora caratterizzata da un accentuata simmetria e rigidezza planimetrica, portava con se una serie di nuove proposte, dalle ampie superfici vetrate, all`uso di nuovi materiali e della decorazione quali elementi del rinnovamento del repertorio trdizionale. Da questo momento Wagner aderiva al movmento secessionista senza però osare troppo, ma raggiungendo ad ogni modo die risultati dall`indubbio valore estetico formale. • Egli era il più moderato dei rivoltosi e • il più avanguardista degli accademici L`attività sportiva „in quei giorni“ • Durante il ciclo mestruale è sempre opportuno giustificarsi e non fare attività sportiva? • Da un punto di vista medico non esistono controindicazioni in tal senso e anzi bisogna ridimensionare la convinzione che la donna sia debilitata nei giorni del ciclo. Sopratutto in ambito scolastico le ragazze „in quei giorni“ oppongono spesso un deciso quanto ingiustificato dal punto di vista fisiologico, rifiuto all‘attività fisica: in realtà, solo nei casi di dismenorrea (mestruazone accompagnata da forti dolori) e di metroraggia ( abbondanti perdite ematiche) è opportuno astenersi dal fare sport. • E‘ sicuramente un errore da parte delle donne, nel primo giorno del ciclo, considerarsi ammalate; al contrario, per chi non pratica attività fisica in modo sistematico, è consigliabile fare una piacevole passeggiata in natura, eseguendo esercizi di stretching o esercizi respiratori, abbinati a posizioni di rilassamento che portano beneficio alla parte congestionta. Inoltre, non esiste miglior antidolorifico di una rilassante nuotata in piscina o di una passeggiata in bicicletta. • Chi prtica abitualmente un`attività sportiva intensa, durante il ciclo mestruale dovrebbe svolgere un‘ allenamento leggero. Inoltre, le atlete che praticano corsa prolungata o discipline di lunga durata devono tenere presente che, quando il flusso è abbondante, la carenza di ferro o la diminuzione della percentuale di emoglobina possono influire negativamente sull^efficienza fisica durante la perfrmance sportiva. • È altrattanto importante sottolineare che lo stress psicofisico in atlete particolarmente emotive può portare a problemi di irregolarità del ciclo, con assenza di mestruazioni o aumento dell^intervallo tra un ciclo e un altro. In queste circostanze il fattore psicologico è importante perchü condiziona, positivamente o negativamente, il rendimento fisico. Alcune atlete, sebbene all^inizio del ciclo, sono riuscite a stabilire record mondiali, altre invece hanno reso al minimo. • Poichè la soglia di sopportazione del dolore varia da persona a persona, alcune donne sono costrette a mettersi in condizione di assoluto riposo, altre invece, specilmente quelle che praticano sport, si pongono con un atteggiamento diverso e sopportano meglio il dolore, poichè sono abituate a ricercare e a conoscere i propri limiti fisiologici. Decadentismo • Il Decadentismo ebbe origine in Francia e si sviluppò in Europa tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento. Trova un corrispettivo nella corrente artistico-architettonica che prese nomi diversi a seconda del paese in cui fiorì: Liberty in Italia, Art Nouveau in Francia, Jugendstil in Germania. Il Decadentismo rappresenta una reazione decisa agli aspetti ideologici, morali e letterari del Positivismo. Fu l’esasperazione di una delle due tendenze del Romanticismo, quella rivolta alla contemplazione di un mondo di mistero e di sogno, all’espressione di un soggettivismo estremo, mentre il realismo e il verismo ne avevano sviluppato la tendenza oggettiva. Il termine “decadente” ebbe, in origine, un senso negativo; fu infatti rivolto contro alcuni poeti che esprimevano lo smarrimento delle coscienze e la crisi di valori di fine Ottocento, sconvolto dalla rivoluzione industriale, dai conflitti di classe, da un progressivo scatenarsi degli imperialismi, dal decadere dei più nobili ideali romantici. Questi poeti avvertirono il fallimento del sogno più ambizioso del Positivismo: la persuasione che la scienza, distruggendo le “superstizioni” religiose, sarebbe riuscita a dare una spiegazione razionale ed esauriente del mistero della vita e avrebbe posto i fondamenti di una migliore convivenza degli uomini. • Il Decadentismo fu, prima di tutto, uno stato d’animo di perplessità smarrita, un sentimento di crisi esistenziale, che si è venuto progressivamente approfondendo nella prima metà del Novecento, travagliata da tragiche esperienze di guerre, dittature, rivoluzioni, e anche da scoperte scientifiche sconvolgenti. Due sono gli aspetti fondamentali della spiritualità decadentista: il sentimento della realtà come mistero e la scoperta di una nuova dimensione nello spirito umano, quella cioè, dell’inconscio, dell’istinto, concepita come anteriore e sostanzialmente superiore alla razionalità. La nuova spiritualità si riallaccia a due motivi essenziali del Romanticismo: il sentimento ossessivo del mistero e l’irrazionalismo. La ragione è decisamente ripudiata non più in nome del sentimento, ma del disfrenarsi delle forze oscure del subcosciente. In riferimento alla componente irrazionale del comportamento umano, Henri Bergson concepì il tempo non come unità di misura dello scorrere dei fatti ma come dimensione soggettiva e psichica, e Friedrich Nietzsche diede risalto a quanto vi è di cieco, irrazionale, animale nel comportamento umano. Questa visione del mondo produce nell’arte una rivoluzione radicale, nel contenuto e nelle forme, che potremmo riassumere nei termini di simbolismo e misticismo estetico. La Poetica del decadentismo • Ammessa l’impossibilità di conoscere la realtà vera mediante l’esperienza, la ragione, la scienza, il decadente pensa che soltanto la poesia, per il suo carattere di intuizione irrazionale e immediata possa attingere il mistero, esprimere le rivelazioni dell'ignoto. Essa diviene dunque la più alta forma di conoscenza, l’atto vitale più importante; deve scoprire la realtà che si nasconde dietro le apparenze, esprimere i presentimenti che affiorano dal fondo dell’anima. Per questo è concepita come pura illuminazione. Non rappresenta più immagini o sentimenti concreti, rinuncia al racconto, alla proclamazione di ideali; la parola non è usata come elemento del discorso logico, ma per l’impressione intima che suscita, per la sua virtù evocativa e suggestiva. Nasce così la poesia del frammento rapido e illuminante, denso, spesso, di una molteplicità di significati simbolici. La nuova poesia non si rivolge all’intelletto o al sentimento del lettore, ma alla profondità del suo inconscio, lo invita non a una lettura, ma a una partecipazione vitale immediata. Essa si propone di darci una consapevolezza più profonda del mistero. Da questi principi sono nate molte mode letterarie e anche di costume, a cominciare dal simbolismo (rappresentato, ad esempio, dal Pascoli , espressione più conseguente e radicale della nuova poetica), per continuare con l’estetismo(rappresentato, ad esempio, dal D’Annunzio); difatti il decadentismo ha aspirazioni aristocratiche, che si esprimono nel gusto estetizzante. • Sul piano artistico l’estetismo si traduce nella ricerca di raffinatezza esasperata ed estenuata. L’idea della superiorità assoluta dell’esperienza estetica induce l’artista a tentare di trasformare la vita stessa in opera d’arte, dedicandosi al culto della bellezza in assoluta libertà materiale e spirituale, in polemica contrapposizione con la volgarità del mondo borghese La svalutazione della moralità e della razionalità, portarono, tra l’altro, ai vari miti del superuomo. • Il decadentismo in Italia • In Italia, dove la trasformazione economica in senso capitalistico avvenne in ritardo e in modo repentino, il Decadentismo non assunse il carattere radicale e dirompente che ebbe nella vicina Francia. Diversa è soprattutto la concezione della figura del poeta, il quale mantiene una funzione di guida culturale della società, al contrario di quanto avviene in Francia, dove si riconosce nell’isolamento la condizione del poeta, costretto ai margini di una società che non gli permette di vivere. Esemplare è la figura di D’Annunzio , poeta e letterato, ma anche uomo pubblico e straordinario precursore della moderna società dello spettacolo. D’Annunzio crea il mito di se stesso, l’intellettuale più celebre e chiacchierato dell’epoca in Italia. Tenne conto con grande tempismo delle esperienze letterarie straniere contemporanee. La sua poesia divenne in breve il modello di riferimento (sia in positivo che in negativo) della generazione di poeti contemporanea e di quella successiva. • La sua sensibilità straordinaria investe il mondo dei sentimenti, quello della natura e quello dell’arte, e la sua affascinante scrittura, ricca e suggestiva, ne costituisce la più appropriata traduzione in termini letterari. I maggiori scrittori decadenti furono, oltre a D’Annunzio , Pascoli e Fogazzaro. In particolare Pascoli possiede una sensibilità che gli permette di entrare in contatto con il mondo che egli canta senza mediazioni razionali o intellettuali, e la sua poesia rende conto di questa sintonia. Lo fa con termini molto precisi, anche di uso comune, con versi spezzati e interrotti, con una ricerca sul suono che vuole ridare la suggestione degli oggetti di tutti i giorni e degli ambienti modesti che sono la base della sua ispirazione. Quindi la rottura col Positivismo è già sancita dallo sviluppo delle poetiche decadenti e dall’opera sopra citata di Pascoli e D’Annunzio , ma c’è da dire che è proprio all’inizio del secolo che l’offensiva contro la cultura che aveva dominato la scena fino alla seconda metà dell’Ottocento si fa esplicita e imponente. GABRIELE D’ANNUNZIO (1863-1938) LA VITA • • Nasce a Pescara nel 1863 da una famiglia medio-borghese. Studia al collegio Cicognini di Prato, una dei più prestigiosi d’Italia, quindi si stabilisce a Roma, dove si iscrive alla facoltà di Lettere, senza però completare gli studi. Appena sedicenne pubblica un libro di poesie intitolato “Primo vere”, e negli stessi anni si trasferisce a Roma. Il periodo romano è caratterizzato dalla frequentazione dei salotti, diviene cronista mondano dell’aristocrazia della capitale e si immerge in una vita d’esteta, protesa, fra amori e avventure, alla ricerca di piaceri raffinati. Vaste ma non profonde sono, in questo periodo, le sue esperienze di cultura. Legge soprattutto i poeti del Decadentismo europeo, di cui assorbe i motivi di sensibilità più raffinata. Nel 1882 viene pubblicato il secondo libro di poesie, “Canto Novo”.Qualche anno dopo pubblica un romanzo che ha un notevolissimo successo: “Il piacere”. D’Annunzio cerca di trasferire il suo gusto estetizzante anche nella vita, coltivando l’eleganza e indulgendo al gesto clamoroso. Si sposa molto giovane, dopo una fuga d’amore, ed ha una vita sentimentale intensissima, costellata di numerose amanti. Adora circondarsi di raffinate opere d’arte e conduce una vita dispendiosa che lo porta a indebitarsi. • Proprio per sfuggire ai debiti si trasferisce nel 1891 a Napoli, dove rimane fino al ’94. Le raccolte poetiche maggiori sono del 1903: con i primi tre libri, “Maia”,”Elettra”,”Alcyone” si sarebbero misurati i poeti italiani delle successive generazioni. Ad Alcyone appartengono le famose liriche “La sera fiesolana” e “La pioggia nel pineto”, dove viene ripreso il tema, già preannunciato nel Canto Novo, dell’immedesimazione del poeta con la natura. Dal 1898 vive a Settignano (Firenze), nella villa La Capponcina, vicino alla residenza di un’ennesima donna amata, la celebre attrice Eleonora Duse, con la quale ha un’intensa relazione. La vicinanza con la Duse fa sí che D’Annunzio intensifichi l’attività teatrale; il meglio del suo teatro è costituito dalle tragedie “Francesca da Rimini”, “La figlia di Jorio” e “La fiaccola sotto il moggio”. I creditori riescono a sequestrargli la villa e per questo nel 1910 D’Annunzio emigra in volontario esilio in Francia, dove continua a scrivere. Vive quattro anni a Parigi. Fino dalla fine dell’Ottocento comincia a registrare appunti e ricordi, costituendo così la base per le prose raccolte nelle “Faville del maglio”. Tornato in Italia nel 1915, tiene altisonanti e violenti discorsi a favore dell’intervento in guerra e si impegna personalmente in ardite azioni belliche. Dal 1921 fino alla morte vive sul lago di Garda, a villa Cargnacco. Nell’opera di D’Annunzio la vita dell’autore e la letteratura non solo si rispecchiano, ma l’esistenza privata diventa spettacolo per il pubblico, attirando sul poeta un interesse mai raggiunto da nessun autore italiano precedente e contemporaneo. E’ un artista inimitabile, anche grazie a gesta clamorose e avventurose, come l’impresa di Fiume. • LA POETICA La poetica e la poesia del D’Annunzio sono l’espressione più appariscente del Decadentismo italiano. Dei poeti decadenti europei egli accoglie modi e forme, senza però approfondirne l’intima problematica, ma usandoli come elementi decorativi della sua arte fastosa e composita. Aderisce soprattutto alla tendenza irrazionalistica e al misticismo estetico del Decadentismo, collegandoli alla propria ispirazione narrativa, naturalistica e sensuale. Egli rigetta la ragione come strumento di conoscenza per abbandonarsi alle suggestioni del senso e dell’istinto; spesso vede nell’erotismo e nella sensualità il mezzo per attingere la vita profonda e segreta dell’io. Egli cerca una fusione dei sensi e dell’animo con le forze della vita, accogliendo in sé e rivivendo l’esistenza molteplice della natura, con piena adesione fisica, prima ancora che spirituale. E’ questo il “panismo dannunziano”, quel sentimento di unione con il tutto, che ritroviamo in tutte le poesie più belle di D’Annunzio, in cui riesce ad aderire con tutti i sensi e con tutta la sua vitalità alla natura, s’immerge in essa e si confonde con questa stessa. La poesia diviene quindi scoperta intuitiva; la parola del poeta, modulata in un verso privo di ogni significato logico, ridotta a pura musica evocativa, coglie quest’armonia e la esprime continuando e completando l’opera della natura. • La sua vocazione poetica si muta poi in esibizionismo e la poesia vuol diventare atto vitale supremo, una sorta di moralità alla rovescia, estremamente individualistica e irrazionale. Abbiamo allora l’esaltazione del falso primitivo, dell’erotismo o quella sfrenata del proprio io, indicata nei due aspetti dell’estetismo.L’estetismo è in definitiva il culto del bello, in pratica vivere la propria vita come se fosse un’opera d’arte, o al contrario vivere l’arte come fosse vita. Quest’atteggiamento, preso dal Decadentismo francese, è molto consono, corrispondente cioè alla personalità del poeta. Quindi l’esteta si limita a realizzare l’arte, ricercando sempre la bellezza; ogni suo gesto deve distinguersi dalla normalità, dalle masse. Di conseguenza vengono meno i principi sociali e morali che legano al contrario gli altri uomini. A differenza di questo il superuomo assomiglia all’esteta, ma si distingue per il suo desiderio di agire. Il superuomo considera che la civiltà è un dono dei pochi ai tanti e per questo motivo si vuole elevare al di sopra della massa; è l’esteta attivo, che cerca di realizzare la sua superiorità a danno delle persone comuni. I Fauves • Il primo movimento che può essere considerato espressionistico nacque a Parigi nel 1905: i Fauves. Con questo termine vennero dispregiativamente indicati alcuni pittori che esposero al Salon 'Automne quadri dall' impatto cromatico molto violento. Fauves in francese significa "belve". Di questo gruppo facevano parte Matisse, Derain Marquet e altri. La loro caratteristica era il colore steso in tonalità pure. Le immagini che loro ottenevano erano sempre autonome rispetto alla realtà. il dato visibile veniva reinterpretato con molta libertà, traducendo tutto in segni colorati che creavano una pittura molto decorativa.Alla definizione dello stile concorsero sopratutto la conoscenza della pittura di Van Gogh e Gauguin. Da questi due pittori i Fauves presero la sensibilità per il colore acceso e la risoluzione dell'immagine solo sul piano bidimensionale. Die Brucke • Nello stesso 1905 che comparvero i Fauves si costituì a Dresda, in Germania, un gruppo di artisti che si diede il nome " Die Bruke" (il Ponte). I principali protagonisti di questo gruppo furono Ernst Ludwig Kirchner e Emil Nolde. In esistono presenti i tratti tipici dell' espressionismo : la violenza cromatica e la deformazione caricaturale, ma in più vi è una forte carica di drammaticità che, ad esempio mancava nei Fauves. Nell' espressionismo nordico, infatti, prevalgono sempre temi di disagio esistenziale, l'angoscia psicologica, la critica ad una società borghese ipocrita ed a uno stato militaristico violento. • Alla definizione dell' espressionismo nordico fu determinante il contributo di pittori quali Munch ed Ensor. E proprio da Munch, i pittori espressionisti presero la suggestione del fare pittura come un esplosione, un grido interiore. Un grido che portasse in superficie tutti i dolori e le sofferenze umane degli intellettuali e degli artisti del tempo Der Blau Reiter • Un secondo gruppo espressionistico si costituì a Monaco nel 1911: "Der Blau Reiter" (il cavaliere azzurro) uno dei principali ispiratori del movimento fu’ Franz Marc. Con questo movimento l' espressionismo prese una svolta decisiva. Nella pittura fauvista, o dei pittori del gruppo Die Bruke, la tecnica era di rendere "espressiva" la realtà esterna così da farle coincidere con le risonanze interiore dell' artista, al contrario Der Blau Reiter propose un arte dove la componente principale era l espressione interiore dell' artista che , al limite poteva ignorare totalmente la realtà attorno a se stesso. • Il gruppo Der Blau Reiter si sciolse in breve tempo. La loro ultima mostra avvenne nel 1914 quando scoppiò la guerra e Franz Marc, partito per il fronte, morì nel 1916. Generalità sui muscoli Generalità sui muscoli • Quasi tutte le cellule del corpo umano posseggono particelle preposte al movimento; le cellule che compongono il tessuto muscolare ne contengono un`alta concentrazione acquisendo la prerogativa primaria di generare il movimento. • Queste cellule proteiche, aggregate in filamenti, sono denominate actina e miosina; la differenza strutturale di queste cellule da luogo a tre tipi di tessuto muscolare formando tre tipi di muscoli: MUSCOLO SCHELETTRICO (striato, volontario) chiamato così perché l`origine delle sue inserzioni sono prevalentemente sullo scheletro e solo in pochi casi sulla pelle ( questi muscoli sono detti: cutanei, pellicciai o mimici e hanno un`inserzione schelettrica e una cutanea); viene impropriamente chiamato „striato“ per le striature visibili al microscopio nella composizione molecolare delle miofibrille. Viene chiamato anche „ volontario“ perché dipende dalla nostra volontà, cioé dal sistema nervoso centrale. È in grado di produrre contrazioni rapide e potenti ma non durevoli. MUSCOLO LISCIO (Involontario) chiamato cosÌ perché non dipende dalla nostra volontà, ma é innervato dal sistema nervoso centrale autonomo. Si trova nelle pareti die visceri, nello stomaco, nella rete die capillari, nell`apparato respiratorio, urinario, genitale, nel derma. Ha contrazioni lente, estese e durevoli MUSCOLO CARDIACO (striato, involontario) forma praticamente il cuore. È un muscolo che ha le caratteristiche cellulari del muscolo schelettrico, ma a differenza di questo é involontario e il suo movimento dipende dal sistema nervoso autonomo. APPROFONDIMENTO DEL TESSUTO MUSCOLARE SCHELETTRICO Il muscolo schelettrico presenta esternamente una membrana detta EPIMISIO, le cui fibre, nei punti di inserzione con lo schelettro, si commutano in fibre tendinee, o aponeurotiche. Internamente, contenuti in una membrana detta PERIMISIO, vi sono fasci terziari. Ogni fascio terziario é composto da un insieme di FIBRE MUSCOLARI, che rappresentano i fasci secondari; le fibre sono a forma di cilindretti e allungate nel senso delle inserzioni schelettriche o cutanee e sono rivestite da una membrana detta ENDOMISIO. • Ogni fibra muscolare é composta da un insieme di MIOFIBRILLE, che rappresentano i fasci primari. • Le miofibrille, rivestite da una membrana detta SARCOLEMMA, sono strutturate da gruppi di cellule filamentose, aggregate in modo da formare delle microscopiche unità. Ogni unità, limitata dalla LINEA Z, é detta SARCOMERO ed é composto da due bande di ACTINA e due bande di MIOSINA( poste tra le due bande di actina) divise al centro dalla LINEA M, che corrisponde anche al centro del sarcomero. • Il fenomeno della contrattilità muscolare é dovuto al fatto che i filamenti di actina e miosina non modificano la loro lunghezza durante la contrazione del muscolo, ma scivolano l`uno sull`altro. Le due bande laterali di actina penetrano parzialmente nelle bande di miosina spingendosi verso il centro del sarcomero. TIPI DI CONTRAZIONE I movimenti di contrazione del muscolo strito volontario sono di 2 tipi: • ISOMETRICO: quando si pone in trazione il muscolo facendo forza su punti di iserzione senza produrre movimento. In questo caso il muscolo si irrigidisce senza moficare le proprie dimensioni. • ISOTONICO: quando si pone in trazione il muscolo facendo forza su un punto d`inserzione e lasciando libero l`altro punto d`inserzione di produrre il movimento. In questo caso il muscolo si accorcia e aumenta il proprio volume. • Alcuni gruppi di muscoli sono organizzare per partecipare insieme al moviento, in questo caso sono SINERGICI. Altri gruppi sono organizzati in modo che il movimento é reso possibile solo se alcuni si flettono mentre, simultaneamente, altri si contraggono; in questi casi sono ANTAGONISTI. DENOMINAZIONE DEI MUSCOLI I nomi attribuiti ai muscoli derivano dalla loro: FORMA POSIZIONE FUNZIONE DIREZIONE INSERZIONE I Tendini • A ciascun capo del muscolo vi é una parte TENDINEA o APONEUROTICA. • I tendini sono formati da un tessuto fibroso, sono molto resistenti, inestensibili ( vi é una minima presenza di fibre elastiche); appaiono lucenti e di colore biancastro. Le membrane connettivali dei fasci terziari e secondari convergono gradualmente verso la terminazione tendinea sino a diventare parte di essa. • Generalmente hanno una forma a cordone, specie quando fanno parte die muscoli affusolati e a sezione circolare. Quando fanno parte di muscoli appiatiti assumono anch`essi la forma appiatita, a LAMINA, e se le dimensioni del muscolo sono notevoli il tendine a forma di lamina prende il nome di APONEUROSI. • I punti di inserimento tendineo die muscoli sulle ossa si distinguono in punto di Origine (O) detto anche punto fisso, caratterizzato da una scarsa mobilità, da una minora lunghezza del tendine ed é situato in genere in posizione „ prossimale“ rispetto all`asse centrale del corpo; é punto di Intersezione (I) detto anche punto mobile, perché caratterizzato da una maggior mobilità( dovuta al suo inserimento su un osso mobile dello scheletro), da un tendine più lungo, ed é situato in genere in posizione distale. Anatomia I muscoli arti superiori Muscoli dell`avanbraccio • I muscoli dell`avanbraccio sono numerosi, venti, e possiamo dividerli in 5 gruppi: 1. Strato superficiale die muscoli anteriori 2. Strato profondo dei muscoli anteriori 3. Strato laterale 4. Strato superficiale die muscoli posteriori 5. Strato profondo die muscoli posteriori I muscoli che danno forma all`avanbraccio sono, in generale, più voluminosi all`origine e sono molto allungati, a volte appiatiti e brevi e sono provvisti di tendini a volte sottili e lunghi sino alle ossa della mano. La loro funzione é principalmente quella di agire sulla ROTAZIONE, PRONAZIONE, SUPINAZIONE, dell`avanbraccio e della mano; contribuiscono alla FLESSIONE ed alla ESTENSIONE delle dita della mano. Noi tratteremo i gruppi die muscoli superficiali. Muscoli del braccio e muscolo deltoide • Il Muscolo DELTOIDE copre totalmente l`articolazione scapolo-omerale ed é propriamente il muscolo che forma la spalla. • Il braccio é composto sostanzialmente da due gruppi di muscoli, uno anteriore (flessore) formato dai muscoli bicipite, brachiale e coracobrachiale; e un gruppo posteriore (estensore) formato dal muscolo tricipite con i suoi tre capi, mediale, lungo e laterale. • Il gruppo anteriore avvicina (flette) l‘avanbraccio al braccio, il gruppo posteriore allontana( estende) l`avambraccio dal braccio. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 11. 12. 13. 14. 16. 17. 18. 19. Deltoide Capo laterale del tricipite Capo lungo del tricipite Capo mediale del tricipite Bicipite Branchiale Branchiorodiale Estensore radiale del carpo Muscoli dell`eminenza tenar Aponeurosi palmare Ipotenar Muscolo flessore ulnare Muscolo palmare lungo Flessore radiale del carpo Pronatore rotondo Grande pettorale 22. Estensore comune delle dita 23. Estensore del mignolo 24. Estensore ulnare del carpo 25. Anconeo 27. Infraspinato 28. Piccolo Rotondo 29. Grande rotondo 30. Grande dorsle 1. 2. 3. 7. 8. 9. 23. Trapezio Deltoide Infraspinato Capo lungo del tricipite Anconeo Estensore ulnare del carpo Pettorale Muscoli del tronco parte posteriore Prendiamo in considerazione i muscoli superficiali che caratterizzano la morfologia esterna e alcuni muscoli dello strato medio che sono in parte visibili e che, come i precedenti, caratterizzano la forma esterna del dorso. I muscoli dello strato superficiale M. TRAPEZIO Questi due muscoli sono larghi piatti e coprono quasi totalmente il dorso ad eccezione della parte scapolare. M. GRANDE DORSALE 3. Sternocleidomastoideo 4. Muscolo Trapezio 5. Elevatore della scapola 6. Muscolo Romboideo 1. Sternocleidomastoideo 2. Trapezio 3. Deltoide 4. Tricipite 5. Grande rotondo 6. Infraspinato 7. Piccolo Rotondo 8. Grande Dorsale 9. Romboideo 10. Grande Obliquo 11. Medio Gluteo 12. Grande Gluteo Muscoli del tronco parte anteriore • Muscoli superficiali della parte superiore del tronco che contribuiscono al modellato del torace e dell`addome sino alla zona pubica Grande Dentato 1. 2. 3. 4. 5. 6. 12. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. Trapezio Deltoide Piccolo Rotondo Grande Rotondo Infraspinato Grande dorsale Grande Pettorale Dentato Antariore Grande Obliquo Medio Gluteo Tensore della fascia lata Sartorio Retto Femorale Fascia Lata Grande Gluteo 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. Sternocleidomastoideo Trapezio Deltoide Tricipite capo laterale Bicipite Coracobrachiale Grande rotondo Grande dorsale Grande pettorale Grande dentato Grande obliquo Gluteo medio Sartorio Tensore della fascia lata Muscolo retto femorale • All`interno del torace vi é un muscolo appiattito e di forma circolare che divide il cuore e i polmoni dallo stomaco dal fegato convessa verso l`alto e, sulla superficie, ha die fori attraverso i quali passano alcune vene importanti e l`esofago. Ogni foro é chiamato: IATO • Questo muscolo ha una funzione importante nelle fasi della respirazione; agisce, nell`ispirazione profonda, come compressore dell`area intestinale e urogenitale. Eine Kunstlergruppe (Die Maler Der Brucke) 1925/26 Berlinestrasse