Gennaio 2003
«I partiti politici...
Sono essenziali per la
democrazia»
Tutti lo dicono, e forse
è vero, ma...
•loro, sono democratici al
loro interno?
e soprattutto:
•loro, sono interessati
alla democrazia?
Come ogni organismo vivente anche i
partiti politici hanno alcune esigenze
fondamentali, che sono obbligati a
rispettare per poter restare in vita
debbono:
Nutrirsi
•
con finanziamenti
Respirare
•
avendo accesso ai
media
Riprodursi
•
mediante il potere di:
«collocare in posti»
Chi di loro si organizzerà
meglio nel procurarsi:
• Accesso ai media
• Finanziamenti
• Potere di “collocare in
posti”
Avrà maggiori possibilità di
sopravvivere alla dura
selezione naturale (che
caratterizza lo spietato
mondo della politica).
Dove trovare mezzi per ottenere:
* Accesso ai media
* Finanziamenti
* Potere di “collocare in posti”
Principalmente dalla
ricchezza sociale e dal
potere pubblico che sono
chiamati a gestire, ma
anche da «poteri forti»
(economici, finanziari o
altro) interessati a
prestare servigi ed offrire
servizi ai partiti, in
cambio di favori.
Se un partito qualsiasi:
A, viene e trovarsi al
potere e gestisce la
ricchezza sociale, gli enti
pubblici, i canali di
comunicazione, il potere
delle banche e della
finanza, i legami con i
poteri economici (non
politici, o non ancora tali)
e persino influenza la
giustizia, al fine di
rafforzare il potere del
partito stesso, allora un
altro partito: B, dovrà
fare altrettanto se non
intende trovarsi in serie
difficoltà nella
competizione.
(Vedi: «Contro i partiti». Saggi sul
pensiero di Moisei Ostrogorski)
Ogni forma di potere la si vorrà
ricondotta al potere politico.
In mancanza di regole precise, vincoli forti
e freni etici si instaura una spirale perversa
che induce i partiti politici a “lottizzare”
qualsiasi aspetto della società… I partiti
hanno occupato lo Stato e tutte le sue
istituzioni, a partire dal governo. Hanno
occupato gli enti locali, gli enti di
previdenza, le banche, le aziende
pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali,
le università, la Rai TV, alcuni grandi
giornali... Insomma, tutto è già lottizzato e
spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire.
(da un’intervista a Enrico Berlinguer del 28-7-1981)
Si selezionerà una classe di politici di
professione… specializzati
nell’aumentare il potere del partito
stesso e non nell’elaborare strategie
politiche utili alla società.
(da «La politica come professione» Ed. Comunità, Torino 2001
del sociologo Max Weber, ritratto a fianco nel 1894)
I partiti politici nascono per dare risposta
ad esigenze sociali che emergono dai
problemi dalla società
ma evolvono in entità diverse,
con un unico altro fine:
ingigantire per sopravvivere.
(diventano: autoreferenziali)
Come per altri casi, oltre a quello della politica, a
situazioni di concorrenza pura subentra una
situazione nella quale gli attori del gioco della
concorrenza (pur mantenendo la competizione tra
di loro) identificano alcuni elementi di interesse
comune e cooperano nella difesa di tali interessi.
Anche nel campo della politica alcuni interessi
comuni ai politici di professione ed ai partiti
politici si sono ormai chiaramente delineati:
 Impedire la nascita di altri partiti (esempio:
«bipartitismo»)
 Ridurre l’indipendenza di altri poteri (esempio:
Magistratura)
 Monopolizzare l’informazione (lottizzazione)
Nello sforzo di: assicurarsi il potere, i
politici di professione ed i loro partiti sono
indotti ad alleanze con «poteri forti».
Questi hanno interessi non sempre
coincidenti con gli interessi della società.
• Le guerre sono
decise da oligarchie,
e non mediante
referendum
democratici.
• Non vengono
annunciate in liste di
«grandi opere»
preparate a scopi
elettorali.
Occorre saper valutare ed apprezzare il fatto
che tra i politici di professione spesso si
trovano persone di grandissimo valore
culturale ed etico. Vedasi il Mahatma Gandhi
• Eppure, sono le
esigenze oggettive che
influenzano la
dinamica dei partiti e
ne determinano
l’evoluzione.
• Inoltre tali condizioni
oggettive influenzano
la qualità media
generale e tendenziale
dei politici di
professione, anche al
di là della volontà dei
singoli individui.
Che fare per:
* Difendere la democrazia,
* Impedire la (tendenziale) degenerazione
oligarchica dei gestori del potere.
* Preservare il benessere e la pace nel mondo.
• Occorre imporre ai partiti
politici condizioni
«ambientali» che ne
garantiscano uno
sviluppo sano e
democratico.
• Soprattuto: mai
dimenticare che i partiti
che si alternano al
potere non hanno
(oggettivamente)
necessità di PIÙ
DEMOCRAZIA, ma di PIÙ
POTERE, e: PIÙ SICURO.
Occorre esigere:
1) regole democratiche di vita interna ai partiti e nei loro
rapporti con la società ed i cittadini (Es. primarie aperte
e per legge)
2) Referendum per tutte le leggi che modifichino il potere dei
partiti politici e i loro rapporti con altri poteri (es:
Magistratura), impedendo la (tendenziale)
autoreferenzialità. (esempi: leggi elettorali,
sull’impunità, ecc.)
3) Informazione libera ed indipendente, mediante:
a) Leggi contro il monopolio nel campo della informazione.
b) Elezione, da parte dei cittadini, dei direttori delle testate
dei canali televisivi pubblici e della stampa finanziata
dallo Stato (quindi con i soldi dei contribuenti)
4) Limitazione temporale per tutte le cariche che implichino il
diretto esercizio del potere politico.
Ricordiamo che:
1)
«Dobbiamo attenerci, noi, ed esigere da altri, un’etica di vita ed
un’azione politica che miri al: MASSIMO BENE COLLETTIVO.»
Stuart Mill
2)
«I partiti politici non sono, non possono e non devono essere
l’unico strumento per l’attività politica. Essi stessi necessitano di
essere sottoposti ad un continuo controllo, politico, da parte di
organizzazioni indipendenti di cittadini che ne impediscano la
tendenziale degenerazione oligarchica.»
esempi: «Bürger Iniziative» (D); «Democrazia diretta» (CH)
3)
«Il federalismo è soprattutto ordine e capacità di coordinamento,
basati sulla consapevolezza della varietà che significa ricchezza di
cultura e di civiltà, come pure autodecisione responsabile dell'
individuo e diritto alla conservazione della propria identità per ogni
popolo.»
Erwin Sennhauser, giornalista svizzero
In Italia sembra non esistere la sovranità popolare
(art. 1, comma 2 della Costituzione); esiste solo la
sovranità dei partiti. Eppure nella Costituzione il
termine partito è citato una sola volta in un solo
articolo, il 49, che citiamo integralmente: «Tutti i
cittadini hanno diritto di associarsi
liberamente in partiti per concorrere con
metodo democratico a determinare la politica
nazionale.» si tratta di:
1 solo articolo su 157
2 sole righe su 1185
20 sole parole su 10548
143 soli caratteri su 70.678
in fin dei conti: il 2 per 1.000 del tutto.
In definitiva poche striminzite parole e solo per dire,
quasi di malavoglia, che i cittadini hanno il diritto
(possono, ma non è obbligatorio e forse neanche
opportuno) di organizzarsi in partito.
Questi partiti italiani, che non hanno né valore
costituzionale e neppure giuridico, pretendono
invece che gli elettori firmino, con il loro voto, una
cambiale in bianco, e si arrogano il monopolio
dell’attività politica. Di più: questi partiti pretendono
d’insegnare ai cittadini l’esercizio della democrazia.
«Tra le varie argomentazioni con cui
abitualmente si tenta di ridicolizzare la
democrazia diretta,


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
la più ricorrente è che il cittadino “medio” sarebbe
impreparato ad affrontare le difficili e delicate questioni
politiche nonché, per sopramercato, che esso sarebbe privo
delle competenze “tecniche” necessarie a produrre decisioni
razionali ed efficienti. Occorre uscire da un equivoco: la
legittimità delle decisioni politiche assunte in un sistema
democratico non si basa sul loro contenuto tecnico, bensì sul
consenso.
Per sua natura la democrazia deve tendere al perseguimento
del bene comune, e l’unico metodo compatibile con tale fine
consiste nel dare a tutti la stessa possibilità di incidere sulle
scelte.
È l’ idea di eguaglianza a permeare di sé il fenomeno
democratico, intesa come “eguale considerazione che deve
essere data al bene e agli interessi di ciascuna persona
[Robert Dahl, “La democrazia e i suoi critici“, 1990].
Ciò premesso, secondo alcuni agenti di dizinformacja , i
cittadini dovrebbero attendere ancora a esercitare la loro
“sovranità” per lasciare spazio ai politicanti che continuano a
dichiarare che i cittadini… “sono inadeguati e impreparati”. Sic!
In estrema sintesi, noi non abbiamo bisogno di buoni
politici, abbiamo bisogno di buoni cittadini.
che i cittadini possono esercitarsi alla
“Sovranità”, partendo dal proprio Comune,
ed esercitando quegli “Istituti di
partecipazione” che sono previsti dalla Carta
europea delle autonomie locali, dalla legge
n. 142-1990, dalla Legge n. 265-1999, e dal
D. l.vo 267-2000 «Testo unico delle leggi
sull’ordinamento degli enti locali».
Così facendo essi cominceranno ad
esercitare quella “Sovranità” che hanno –
esempio tra i tanti - i cittadini svizzeri, o
statunitensi, i quali utilizzano i referendum
«d'iniziativa» e «di revisione» su materie
nelle quali il Consiglio comunale (e
Provinciale) ha competenza deliberativa e
che riguardano gli interessi dell'intera
comunità.
Per «iniziativa», s'intendono azioni tese ad
imporre a Sindaco, Giunta e Consiglio
comunale, deliberazioni su argomenti che
interessano l'intera comunità. Per
«revisione», s'intendono quelle
deliberazioni che, già assunte dalla
Amministrazione comunale, si vogliono,
eventualmente, prese con differenti norme.
* Utilizzando inoltre le petizioni, le istanze,
le proposte, il difensore civico e quant’altro,
i cittadini sono in grado d’imporre la loro
volontà ai pubblici amministratori.
È bene sapere…
Informazione promossa da:
Accademia degli Uniti
«Vicissim nectuntur» - A.D. 1551
e.mail: accademiadegliuniti (at) goldnet.it
in collaborazione con Comité pour la démocratie-CH
e.mail: leozaquini (at) bluewin.ch
L‘Accademia ha come simbolo una catena
d'oro, col motto latino Vicissim nectuntur
(sono legati assieme).
Nel suo statuto, sin dal 1551, ebbe come
finalità la divulgazione della cultura e il
bene della comunità, poiché si impegnava
in difesa dei poveri, degli orfani, delle
vedove, di ogni sorta di miserabili.
Istituiva anche un comitato di avvocati per
patrocinare gratuitamente i meno abbienti.
Finalità dell’attuale sodalizio è quella di
divulgare la storia e la cultura, nella
convinzione che conoscendo le nostre
origini avremo idee più chiare su dove
andremo.
L’Accademia (dal lontano 1551) organizza
giornate
di
studio
sulla
politica,
l'economia, l'arte, la cultura.
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