Nel v secolo a.C., abitavano in Grecia,
sulle isole del mar Egeo e nelle colonie,
sulle sponde del mar Nero, in Asia Minore
e Peloponneso, nell’ Italia meridionale,
cioè in Puglia, Calabria, Campania e
Sicilia, che presero il nome di Magna
Grecia:Grande Grecia.
Il V secolo a.C. fu il periodo di maggiore
espansione della civiltà greca.
I Greci erano circa 8 milioni; Atene aveva
circa 200 000 abitanti, compresi gli
schiavi, Agrigento e Napoli avevano circa
65 000 abitanti ciascuna.
Abili fabbri realizzavano armi,
utensili e monete.
C’ erano scultori, intagliatori e
ceramisti.
Gli artigiani greci si
allontanavano nelle colonie.
Dai popoli vicino alle colonie
imparavano nuove tecniche di
lavorazione.
Le donne fabbricavano abiti e
stoffe di lana e lino.
I Greci abitavano in città-stato.
Città in greco si diceva polis; gli
edifici pubblici erano imponenti,
con portici e colonne decorati; le
case private avevano muri di legno
o mattoni.
Alcune abitazioni avevano cisterne
per l’ acqua piovana.
Non c’ erano cucine, quindi
cucinavano all’ aperto.
Le città erano sulle sponde del
mare, come Atene e Corinto,
avevano un porto.
Fuori città fattorie; coltivavano
orzo, lino, vite, olivo, alberi da
frutta e legumi.
Allevavano ovini, caprini e maiali i
pascoli su terreni montuosi.
Mangiavano pane, gallette d’ orzo, purè di fave
e di lenticchie, cipolle, aglio, olive, formaggio,
condimento olio, dolci al miele, frutta.
In campagna mangiavano maiali, volatili,
capretti, montoni;in città pesce.
Bevevano vino, latte e idromele.
Trascorrevano la giornata fuori casa in strada;
gli uomini uscivano, facevano la spesa,
discutevano.
Chiacchieravano, facevano esercizi nelle
palestre, dove c’ erano fontane, vasche e
piscine.
Le donne trascorrevano la giornata nel
gineceo, educavano i bambini,
commissionavano i lavori e curavano il
magazzino.
Le povere uscivano a lavorare.
I bambini fino a 7 anni
vivevano con la
madre nel gineceo;
avevano giocattoli
costruiti da soli.
Giocavano anche con
cani e donnole
addomesticate.
Gli abiti erano di lino, pellicce e lana.
Importavano lino grezzo o già lavorato.
Filatura e tessitura, compito delle donne.
Abiti greci, un unico rettangolo di stoffa
avvolto al corpo e trattenuto da una cintura,
fibbia o punti di cucitura .
Le donne, abiti con ricchezza di panneggio e
colorati.
I bambini avevano tuniche corte con il dorso
scoperto; avevano un mantello di lana.
Le donne d’ inverno avevano vari mantelli.
D’ estate ombrellini e ventagli rigidi.
Camminavano a piedi nudi in casa, per le
strade con sandali e calzari; solo i poveri e gli
schiavi sempre a piedi nudi.
Sandali legati ai polpacci con stringhe.
In viaggio stivaletti chiusi.
Calzature femminili eleganti, di cuoio tinto;
mettevano sughero negli stivaletti per
sembrare più alte.
La donna era
sottomessa a vita ad
un uomo; la donna
libera non differiva
dagli schiavi.
La donna sposata
governa la casa; per
gli schiavi era la
padrona( kiria).
Era priva di diritti.
La gioventù era forte e
sana; ragazze pari ragazzi.
Vivevano nel gineceo,
lontano dai maschi.
Erano muscolose, ma non
ricevevano educazione; le
giovinette apprendevano
dalla madre i lavori
domestici.
Le bambine non andavano
a scuola.
La popolazione comprendeva cittadini, stranieri, schiavi.
I cittadini avevano ricchezze favolose o erano poveri;
potevano essere eletti e diventare soldati.
Gli stranieri e le donne erano liberi ma non avevano
diritti.
Gli schiavi erano prigionieri di guerra o cittadini poverissimi.
Città della Grecia e colonie avevano in
comune lingua ,
religione e giochi.
Ogni città era uno stato autonomo, con
leggi e usanze
proprie.
Governate dai nobili, come Sparta; Atene,
Mileto, Efeso, governate da cittadini
maschi liberi, che si riunivano
nell’Agorà, e nominavano i giudici,
decidevano guerre e alleanze, stabilivano i
culti religiosi; approvavano le leggi,
scritte nel V secolo a.C.
Ogni polis aveva l’esercito di cittadini
liberi e mercenari.
I soldati avevano armi di ferro, torri
d’assedio, arieti e catapulte.
Tra l’VIII e il VI secolo a.C. i Greci
abbandonarono le loro terre, le città e
le isole e si diressero verso le coste
mediterranee.
Erano contadini poveri, mercanti e
persone che cercavano lavoro.
Divennero coloni e fondarono
villaggi e ceneri, che divennero città
con molti abitanti.
Ebbero leggi scritte e per gli scambi
usavano la moneta.
Erano libere e indipendenti, ma
conservarono lingua, religione e
tradizioni.
Avevano rapporti commerciali.
Sono chiamate ” Magna Grecia”
(Grande Grecia). Le colonie
fondarono città.
Sibari fondo’ Paestum; alla fine del V
secolo, Taranto più potente e ricca.
Costruirono città accanto ai fiumi.
Coltivavano cereali, viti e olivi.
Allevavano cavalli, asini, buoi,
pecore, capre, maiali.
Nelle città c’ era l’ artigianato:i
ceramisti producevano anfore, oggetti
di lusso, vasi e sculture; lavoravano
bronzo e oro.
C’ erano scambi tra la Magna Grecia,
la Grecia e le terre del Mediterraneo e
del Medio Oriente.
La Magna Grecia inviava cereali e
metalli e comprava armi.
Matematici e filosofi, come Pitagora e
Parmenide,
vissero, insegnarono e parteciparono
alla vita politica in Magna Grecia.
La città di Paestum ha strade retiline
e parallele che si incrociano ad
angolo retto, in direzione del mare;
ha tre templi, un teatro, una
necropoli.
Le città della Magna Grecia
riproducevano forma e struttura della
città della Grecia.
Alcune difese da cinte di mura, come
Siracusa e
Locri Epizefiri.
Agrigento, ornata da una serie di
templi:il tempio di Zeus Olimpio è il
più grande di tutto il Mediterraneo,
lungo 100 metri, circondato da un
muro continuo, imponenti colonne e
statue a forma di uomo, alte 8 metri.
Pindaro la definì “ La città più bella
dei mortali “.
Nelle poleis studiosi e intellettuali:
filosofi come Platone, storici come
Erodoto, matematici, medici.
C’erano artisti: scultori come Fidia,
Mirone e Policleto, pittori come
Apelle dipingevano vasi, tombe,
edifici orafi; costruivano oggetti
preziosi e eleganti.
Poeti, musicisti, scrittori
componevano commedie e tragedie.
Inventarono il teatro.
Gli attori erano uomini che recitavano
anche le parti femminili, con maschere
di terracotta.
Recitavano in teatri all’aperto, sulle
colline.
Spettacoli accompagnati da cori e
musiche, duravano ore e a volte giorni.
Gli spettatori fischiavano o
applaudivano.
Avevano imparato l’alfabeto dai Fenici, ma
avevano aggiunto le vocali.
Ad Atene, i ragazzi liberi andavano a scuola in
casa di un maestro e imparavano a leggere e a
scrivere.
Imparavano musica, opere letterarie, aritmetica e
ginnastica.
Maestri famosi insegnavano nei ginnasi.
A Sparta, si allenavano per avere un fisico
robusto e preparato per la guerra.
A 7 anni cominciavano l’addestramento divisi in
squadre; dormivano su pagliericci.
Camminavano scalzi.
Affrontavano prove dure sotto la guida di
istruttori nominati dalla comunità.
A 20 anni servizio militare, prove di resistenza
fisica ed esercitazioni di guerra.
Le donne avevano un fisico atletico ma erano
ignoranti
In Grecia e nelle colonie,
templi abbelliti con statue di
pietra, marmo e bronzo, che
rappresentavano dei, eroi,
atleti.
Scultori come Prassitele, Fidia,
Policleto,… sapevano
riprodurre la figura umana.
Le opere erano ricercate e
apprezzate e molte sono giunte
fino a noi.
Realizzavano i calchi..
Adoravano moltissimi dei,
come: Zeus, padre degli dei,
Era, sorella e moglie di Zeus,
Atena, protettrice di Atene,
Artemide, dea della
caccia,…; adoravano anche
dei minori, come le ninfe,
che abitavano nei boschi, nel
mare e nei fiumi.
Gli dei maggiori abitavano
sul monte Olimpo.
Offrivano sacrifici,
organizzavano in onore degli
dei feste, con giochi e
concorsi.
Le poleis avevano 1 o più templi,
all’ interno di un recinto sacro;
erano rettangolari, in argilla, pietra
e marmo, su un basamento con
scalini e con colonne decorate.
Parte interna occupata dalla cella,
dove c’ era la statua della divinità:
qui potevano entrare solo i
sacerdoti.
Variava lo stile delle colonne e le
dimensioni dei templi.
Decorati con statue e bassorilievi
dipinti.
Ad Atene c’ è il Partenone,
dedicato ad Atena.
Nelle case c’ erano altari con
statue dei defunti.
Ritrovate grandi tombe scolpite e
ornate.
Cremavano i corpi e
raccoglievano le ceneri in un’
urna; pensavano che dopo la
morte le persone diventassero
ombre infelici.
Le olimpiadi erano gare di atletica ad
Olimpia, presso il tempio di Zeus, per
onorarlo.
Furono celebrate per la prima volta nel
776a.C..
Si svolgevano ogni 4 anni in estate e
duravano 7 giorni.
Erano un evento importantissimo: ogni
guerra cessava.
Gli atleti e gli spettatori provenivano da
città e colonie greche.
Gli atleti erano uomini che gareggiavano
nudi da soli.
Le gare erano: corsa con i carri, corsa sui
cavalli, lancio del disco e del giavellotto,
salto in lungo, corse di velocità ( 200 o 400
m ) con elmo e scudo.
Gare violente come il pugilato e la lotta.
Incoronavano con una corona di alloro e
premiavano con denaro e ricchi doni.
Le Olimpiadi cessarono nel 393 d.C.,
perchè considerate feste pagane da
Teodosio.
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Giulia T. ed Elena