Allora Pietro gli si
avvicinò e gli disse
”Signore, quante
volte dovrò
perdonare al mio
fratello
che pecca contro
di me? Fino a sette
volte?
E Gesù gli rispose:
“Non ti dico fino a
sette , ma fino a
settanta volte
sette.”
(Matteo 18, 15-20)
Con queste parole si
delinea il profilo del
discepolo di Gesù:
servizio umile verso Dio e
i fratelli, espresso nella
condiscendenza ai piccoli
e nel perdono fraterno.
Nel rapporto con il
fratello che devia, la
Chiesa non ha il compito
di condannare e
scomunicare, ma di
esortare al ravvedimento e
alla concordia. Il fratello
che persevera nella
condotta riprovevole,
rifiutando di correggersi,
si condanna da solo e si
mette fuori dalla
Comunità.
In ogni caso la correzione fraterna, senza la
preghiera e senza la ricerca della comunione con
il fratello, non assicura alla Comunità la presenza
del Risorto.
Gesù dice infatti. “Se due di voi sopra la
terra si accorderanno per domandare
qualunque cosa, il Padre mio che è nei
cieli ve la concederà, perché dove due o
tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo
a loro”
Per cui solo nella dimensione
dell’amore fraterno
è possibile verificare la sincerità del
nostro amore verso Dio.
Dio non può perdonarci né accoglierci
qualora in Comunità persistano
animosità, rancori, vendette, invidie.
Ogni peccato ha un significato
comunitario perché siamo membra
dello stesso corpo ed è alla Comunità
che si richiede la riconciliazione
L’unico aspetto
pienamente
autentico
dell’amore è la
misericordia
“Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e
ammoniscilo fra te e lui solo,se ti ascolterà avrai
guadagnato il tuo fratello”
Il riconoscimento dei
nostri peccati, ci rende
più umili
ed indulgenti e di fronte
al comportamento
deviato dei
fratelli la Comunità
ricordi le parole di San
Policarpo:
“ Trattateli però senza
asprezza e non come
nemici,
ma richiamateli come
membra sofferenti e
sviate perché
l’intero vostro corpo sia
salvo Aiutandoli ,
contribuirete
all’edificazione di voi
stessi”
Madre Speranza in casi
simili scrive:
“Preghiamo e non
scandalizziamoci di
nulla…..
Il Signore sa quello che fa,
sa il motivo perché
permette che accadano
queste cose, altrimenti
avrebbe portato con sé
queste
creature……pregate per
loro”
(El Pan, 21,381)
Il vero amore aiuta a crescere, non lascia l’altro chiuso nei suoi limiti,
angustie e grettezze. Da’ aiuti per liberarlo dal peccato e dalla menzogna.
Il vero amore salva il salvabile, non si dà mai per vinto. Infonde fiducia,
rimuove i rancori e le discordie ed offre amicizia, verità, fedeltà pazienza,
benevolenza. Il vero amore non si vanta.
RICORDIAMO
“La carità genera l’unione
dei cuori, la docilità della
volontà, la pace
dell’anima, il sostegno
vicendevole, la fedeltà e la
gioia di tutti i membri di
una Comunità”
(Madre Speranza)
Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: “Signore quante volte dovrò perdonare
al mio fratello che pecca contro di me? Fino a sette volte?
E Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.”
(Matteo 18, 15-20)
Perdonare è una
salvezza, perché è
l’unica maniera per
rispondere dei nostri
peccati
“Dall’unione con Dio alla comunione fraterna”
formazione permanente per la Famiglia dell’Amore Misericordioso 2011. Incontro n° 7
Associazione Laici dell’Amore Misericordioso- gruppo Casilino Roma
www.alam-casilino.it
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7°Comunità, luogo di perdono