Istituto Tecnico Commerciale Statale
“Padre A.M. TANNOIA”
Sede Staccata di Ruvo di Puglia
Progetto:
Coordinatrice: prof.ssa Emilia Papapicco
Realizzazione grafica: Donatella Costa – 5CM
LE DONNE
STORIA
POLITICA
FAMIGLIA
SOCIETA’
Nella UE: tempo
dedicato al
lavoro domestico
In Italia: Tempo dedicato
quotidianamente dagli
uomini ai lavori domestici
uomini
donne
ITALIA
1ora 35 min
5 ore 20 min
SPAGNA
1ora 37 min
4 ore 55 min
LETTONIA
1ora 50 min
3 ore 56 min
LITUANIA
2ore 09 min
4 ore 29 min
95 minuti
con bambini 11 min
FINLANDIA
2ore 16 min
3 ore 56 min
REGNO
UNITO
2ore 18 min
4 ore 15 min
GERMANIA
2ore 21 min
4 ore 11 min
POLONIA
2ore 22 min
4 ore 45 min
FRANCIA
2ore 22 min
4 ore 30 min
NORVEGIA
2ore 22 min
3 ore 47 min
fare la spesa 22 min
bricolage 6 min
giardinggio 15 min
riordinare 15 min
lavare i piatti 5 min
cucinare 11 min
altro 10 min
fonte Eurostat
da La Repubblica 08 Marzo 2006
La maggioranza delle donne è favorevole
alla convivenza (67,1%), anche se coloro
che si dichiarano contrarie rappresentano il
28,6%. Le giovanissime si dichiarano del
tutto favorevoli (96,2%), seguite dalle
donne tra i 35-44 anni (71.1%), da quelle
tra i 45-65 anni (69,1%) e tra i 25-34 anni
(68,3%). Solo la metà delle over 65, infine si
dichiara favorevole alla convivenza.
Un’indagine della Bbc sulla natalità in Europa rivela:
sale il numero di chi dice no alla maternità per sentirsi
più libera
E una ricerca italiana sulle madri mancate conferma:
una tendenza che si sta diffondendo anche nel nostro
paese
NORVEGIA
1.81
LA NATALITA’ IN EUROPA
fonte Eurostat
da La Repubblica
08 Aprile 2006
SVEZIA 1.75
GRAN
BRETAGNA
1.74
POLONIA 1.23
IRLANDA 1.99
OLANDA 1.73
FRANCIA 1.90
ITALIA 1.33
LIVELLI ALTI
LIVELI BASSI
GERMANIA 1.37
SPAGNA 1.32
GRECIA 1.29
LE DONNE
STORIA
POLITICA
FAMIGLIA
SOCIETA’
Ecco cosa
interessa
avere o
realizzare
Una ricerca Eurisko resa nota il 7 marzo 2006 per
Somedia su un campione di oltre cinquemila persone. I
cambiamenti nel corso degli ultimi dieci anni.
100
80
60
70
70
90
70
60
60
50
80
60
50
50
70
40
50
60
40
40
50
40
30
30
30
40
30
20
30
20
20
20
20
10
10
10
10
10
000
59
68
67
65
62
74
68
61
61
67
50
83
51
48
64
72
86
49
54
46
44
40
91
70
56
42
35
34
39
26
24
anni
14/29
14/29anni
14/29 anni
30/44anni
anni
30/44
30/44 anni
45/59anni
anni
45/59
60e45/59
eoltre
oltreanni
60
60 e oltre
Fare
viaggi
Occuparsi
Aspetto
Il benessere
Mantenere
Stare
Stare
gradevole
con
con
di casa
ileconomico
gli
laepartner
salute
amici
eefamiglia
curato
Lavoro
sicuro
stipendio
decente
60
52
50
40
36
40
44 46
45
30
Donne elitarie (con
maggiori risorse
culturali, economiche
e sociali)
Donne
20
Avere un fisico efficiente
10
Un’area di maggiore tradizione maschile
0
1996
2001
67
66
63
70
2005
60
50
43
47
46
40
Donne eltarie (con
maggiori risorse
culturali, economiche
e sociali)
Donne
30
20
Fare viaggi
10
I viaggi come esperienza più ambiti delle
vacanze
0
1996
2001
2005
60
50
57
52
56
54
54
40
30
27
28
28
Uomini elitari
Donne elitarie
Donne
20
Successo nella professione
Il successo a tutti i costi non cresce come in passato
10
0
1996
2001
2005
70
60
50
55
48
47
40
58
54
45
65
57
48
30
20
10
0
1996
2001
2005
Uomini elitari
Donne elitarie
Donne
Lavoro sicuro e stipendio decente
60
50
47
49
36
38
39
2000
2005
44
40
Donne elitarie
Donne
30
20
10
La ricerca della salute, fisica e
mentale, è legata al desiderio di
avere un po’ più di tempo per
sé: palestra, massaggi, viaggi.
0
1990
1995
2005
52
61
2001
51
60
1996
48
57
0
50
2010
Donne
Donne elitarie
100
Sempre più importante l’area
affettiva: stare con gli amici e il
partner è un piacere che non ha
prezzo
Le donne
dirigenti
Gran Bretagna 33%
Olanda 7%
Germania 27%
Francia 30%
Svizzera 9%
Austria 7%
Finlandia 14%
Norvegia 22%
Svezia 29%
Pur costituendo il 57% della forza
lavoro (contro il 65% degli USA) le
europee sono escluse dai posti di
comando
Italia 18%
Fonte ILO 2005 (il dato include settore pubblico e
privato) Fonte European professional women
network (il dato include solo il settore privato) da
La Repubblica del 20 Febbraio 2006
Fonte: Dipartimento
Pari Opportunità
Sud
Donne
Uomini
Tasso di attività =
Forze di lavoro
popolazione
Indica quante sono le persone che vogliono lavorare su ogni 100 abitanti.
Sud
Donne
Uomini
Donne
Donne
Donne
Uomini
% riferite al totale dei lavoratori occupati
Uomini
Uomini
% riferite al totale dei lavoratori indipendenti
Sud
Donne
Donne
Uomini
Uomini
Tasso di disoccupazione:
Persone in cerca di occupazione
Forze di lavoro
Indica qual è il numero di disoccupati su ogni 100 abitanti.
Risulta uno tra i valori più alti
dei 25 paesi dell’Unione Europea
L’aumentata partecipazione delle donne al mercato del lavoro è legata spesso all’incremento
dei contratti di lavoro part-time e a tempo determinato e al lavoro temporaneo.
L’elevato numero di donne impiegate in forme di lavoro sommerso in molte regioni italiane ed
in particolare nelle Regioni del Centro-Sud contribuisce allo spreco del capitale umano.
I differenziali salariali tra uomini e donne, si presentano con una caratteristica di natura
strutturale e sembrano legati all’impossibilità per le donne di seguire un percorso lavorativo
paragonabile a quello maschile, sia per intensità di tempo e di durata che per livelli di reddito.
Le differenze di
stipendio tra
uomini e donne
Indici: stipendio medio uomo=100
85,5
100
Francia
73,1
Spagna
100
Donne
Uomini
71,3
Italia
100
0
50
100
150 Fonti Msm per la Francia
Icsa e Labor per la Spagna
Od&M per l’Italia (da La Repubblica del 21 marzo 2006)
Differenza %
Donne col 30% di
stipendio in meno
rispetto agli
uomini
Nord Est
Nord Ovest
Uomini
Uomini
Donne
IMPIEGATI
IMPIEGATI
Differenza
2005-2001
al netto inflazione
Differenza
2005-2001
al netto inflazione
OPERAI
OPERAI
Differenza
2005-2001
al netto inflazione
Differenza
2005-2001
al netto inflazione
Stipendi lordi annui
Stipendi lordi annui
Donne
Centro
Uomini
Sud e Isole
Donne
Uomini
IMPIEGATI
IMPIEGATI
Differenza
2005-2001
al netto inflazione
Differenza
2005-2001
al netto inflazione
OPERAI
OPERAI
Differenza
2005-2001
al netto inflazione
Stipendi lordi annui
Differenza
2005-2001
al netto inflazione
Stipendi lordi annui
Donne
Secondo il DCAF (centro per il controllo democratico delle forze armate) di
Ginevra se tra il 1992 e il 2003 il numero dei conflitti armati “gravi” (con più di
1000 morti in battaglia) sono scesi dell’80%, la guerra quotidiana delle donne
si è fatta ovunque più cruenta e mortale.
Almeno 60 milioni di bambine sono state “cancellate” in seguito
ad infanticidi o aborti selettivi di femmine, resi possibili dai
progressi tecnologici. Pratiche antiabortive sono all’ordine del
giorno in Cina, Corea del Sud, India e Nord Africa.
Ogni anno 3 milioni di donne e ragazze sono uccise perché femmine.
Dalla Cambogia agli Usa alla Thailandia alla Svizzera, la violenza
domestica resta, in assoluto, la più diffusa. Dal 40 al 70% delle donne
assassinate intorno al mondo sono vittime di mariti e fidanzati. La
maglia nera appartiene ai paesi islamici.
Il 47% delle donne uccise in Egitto sono eliminate da un parente dopo
uno stupro che “ infanga la reputazione della famiglia”. E in Pakistan
almeno 3 donne vengono freddate ogni giorno in “omicidi d’onore” che
restano impuniti al 100%.
Nel 2005 la violenza sessuale sulle donne colpisce una donna su cinque, e
non solo nei paesi in via di sviluppo, portando il totale delle donne
violentate ad oltre 700 milioni. Un netto peggioramento si è registrato
anche nel commercio illegale di “ schiave del sesso” tra i 700 mila e i 2
milioni di donne e ragazze, inoltre, sono 6 mila le donne mutilate al giorno
(oltre 2 milioni l’anno per un totale di 130 milioni nel mondo). E nei paesi
dove solo i maschi hanno un adeguato accesso alla sanità sono 600 mila le
donne che muoiono durante il parto.
“Se la violenza non ha sesso, ha però un genere” (Francoise Gaspard)
La violenza domestica nel rapporto dell’ISTAT sulla
Sicurezza dei cittadini reso noto nel dicembre 2004 (periodo
di riferimento anno 2002)
Il 5.9%
in un
locale
pubblico
Il 25.8%
a casa della
vittima o di
amici o parenti
L’11.8%
in
automobile
Il 4.3%
in un
parco
pubblico
Il 28.8%
in
strada
Il 9.9%
al lavoro
Il 12.4%
tutti i giorni
Il 20.1%
più volte
alla
settimana
Il 17.5%
qualche
volta al
mese
Il 12.6%
una volta alla
settimana
Il 90%
non ha mai denunciato la
violenza subita per paura
di essere giudicata male o
di non essere creduta
oppure per un senso di
vergogna o di colpa
Il 16.8%
ha dichiarato
che il fatto non
è stato
abbastanza
grave
Il 14.3%
non ha denunciato
la violenza perché
ha agito per suo
conto o con l’aiuto
dei suoi familiari
Il 48.9%
è divenuta più
diffidente e
fredda
L’11.7%
non è più
tranquilla
quando esce
Il 2.7%
non esce più di
casa
L’8.6%
ha difficoltà
ad instaurare
relazioni
Il 7.7%
evita strade
isolate quando
esce
LE DONNE
STORIA
POLITICA
FAMIGLIA
SOCIETA’
Deputate a Montecitorio
Senatrici a Palazzo Madama
Senato, approvate quote rosa
ma il ddl non andrà alla Camera
PRESTIGIACOMO:
“Dedico questa vittoria a tutte le donne
italiane”
Mancano i tempi tecnici, il
provvedimento si ferma a
Palazzo Madama
Deputate a Montecitorio
Senatrici a Palazzo Madama
LE DONNE
STORIA
POLITICA
FAMIGLIA
SOCIETA’
L’epoca delle rivoluzioni, che ebbe inizio nell’America del Nord
nel 1776 e si concluse con le rivoluzioni europee del 1848, non
sconvolse soltanto l’ordinamento politico, ma anche quello dei
sessi.
_________________________________________________________________
_________________________________________________________________
Con la Rivoluzione francese vennero posti, in Francia e in
tutta Europa, i fondamenti del mondo moderno. Per le donne
la rivoluzione ebbe una grande importanza: il loro modo di
pensare, di esprimersi e di agire fu strettamente collegato ai
drammatici eventi verificatisi in quegli anni e poi fino al
termine dell’età napoleonica.
In Inghilterra, nel 1792, Mary Wollstonecraft
(1759-1797) scrisse Vindication of the Rights
of Woman.
Diverse ricerche inoltre documentano l'esistenza di
donne che hanno vissuto e rappresentato il mondo
al femminile a partire dalla propria esperienza.
Al momento della Rivoluzione Francese,
quando si posero le categorie di
uguaglianza tra gli individui, Olympe de
Gouges (1748- 1793) nell'opuscolo Les
droits de la femme e de la
citoyenne del 1792 rivendicò l'accesso ai
diritti politici per le donne.
Art. III
Il principio di ogni
sovranità risiede
essenzialmente
nella Nazione, che è
l’unione della Donna
e dell’Uomo:
Nessun organo,
nessun individuo
può esercitare
autorità che non
Art. 1
provenga
La donna nasce libera e
espressamente da
ha gli stessi diritti
loro
dell’uomo.
Le distinzioni sociali
non possono essere
fondate che
sull’interesse comune
Olympe
de Gouges
DICHIARAZIONE
DEI DIRITTI
DELLA DONNA
E DELLA
CITTADINA
Art.XI
La libera comunicazione dei
pensieri e delle opinioni è uno
dei diritti più preziosi della
donna poiché questa libertà
assicura la legittimità dei padri
verso i figli.
Ogni cittadina può dunque dire
liberamente, io sono la madre
di un figlio vostro, senza che
un pregiudizio barbaro la forzi
a nascondere la verità, salvo a
rispondere dell’abuso di
questa libertà nei casi stabiliti
dalla legge.
Art. VI
La legge deve essere
espressione della volontà
generale; tutte le Cittadine e i
Cittadini devono concorrere
personalmente o con i loro
rappresentanti alla sua
formazione; essa deve essere
uguale per tutti.
Tutte le cittadine e tutti i
cittadini essendo uguali ai
suoi occhi,devono essere
ugualmente ammessi a tutte le
sue dignità, posti e impieghi
pubblici, secondo le loro
capacità e senza altra
distinzione che quella delle loro
virtù e dei loro talenti.
IL SECOLO
DELLE DONNE
Nel Novecento un numero sempre maggiore di donne
ha sentito il desiderio di esistere liberamente in
una società fatta di uomini e di donne.
Le donne hanno dimostrato di avere
quindi un grande sogno…. Quello di agire,
di credere e di amare seguendo il proprio
cuore, la propria anima, la propria mente,
senza più essere vincolate al capriccio di un
padre o di un marito…
Per realizzare il loro sogno hanno dimostrato di essere
disposte anche a rischiare la vita:
MORIRE PERCHE’ LE ALTRE INIZINO
A VIVERE
Nel Novecento un insieme di
pratiche e riflessioni di donne, il
Femminismo, ha generato la diffusa
consapevolezza della necessità
della libertà femminile nel mondo.
In Italia dopo la prima guerra mondiale sembra che stia
per concludersi positivamente la battaglia per il suffragio
femminile, in un primo momento limitato al voto
amministrativo - approvazione della legge il 30/7/1919 da
parte della Camera - con la prospettiva di diventare
completo dopo due legislazioni.
La caduta del Governo e i successivi
avvenimenti impediscono l'approvazione
della legge da parte del Senato.
Successivamente alcune fra le più attive
esponenti del movimento
emancipazionista aderiscono al fascismo,
illuse dall'apparente "rottura di schemi"
che Mussolini va propagandando.
L'accesso delle donne italiane alla piena
cittadinanza politica si attua con un decreto del
Consiglio dei ministri del 31 gennaio del 1945,
anche come riconoscimento della funzione
Il 2 giugno del 1946 le donne partecipano per la esercitata dalle donne nel corso della Resistenza.
prima volta al voto in occasione dello svolgimento
del Referendum istituzionale e della elezione
dell’Assemblea Costituente, l’organismo
rappresentativo del popolo che avrà il compito di
redigere la nuova Costituzione.
Art.3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono
eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso,
di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di
ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la
libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.
Art.29 La Repubblica riconosce i diritti della famiglia
come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e
giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a
garanzia dell’unità familiare.
Art.37 La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a
parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al
lavoratore.
Le condizioni di lavoro devono consentire
l’adempimento della sua essenziale funzione
famigliare e assicurare alla madre e al bambino una
speciale adeguata protezione.
Art.51 Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso
possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche
elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i
requisiti stabiliti dalla legge. La legge può, per
l’ammissione ai pubblici uffici e alle cariche
elettive, parificare ai cittadini gli italiani non
appartenenti alla Repubblica. Chi è chiamato a
funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del
tempo necessario al loro adempimento e di
conservare il suo posto di lavoro.
LA RIFORMA DEL DIRITTO DI
LA NORMATIVA SUL LAVORO
FAMIGLIA
DELLE LAVORATRICI
LEGGE 19 MAGGIO 1975, "TUTELA
n. 151
MADRI“
LEGGE 1204/71
PIANO QUINQUENNALE PER
L’ISTITUZIONE DEGLI ASILI-NIDO
COMUNALI CON IL CONCORSO
DELLO STATO
LEGGE 6 DICEMBRE 1971 n . 1044.
PARITÀ DI TRATTAMENTO
TRA UOMINI E DONNE IN MATERIA
DI LAVORO
LEGGE 9 DICEMBRE 1977 n. 903
Legge sul divorzio: alla Camera “ha
fortuna” LORIS FORTUNA del PSI con
il collega BASLINI; la loro proposta
viene approvata con 325 sì e 283 no.
Ci si straccia le vesti in alcuni partiti
democristiani e di destra.
Dalla Chiesa vengono
anatemi per i cristiani che vi
ricorreranno.
Prima che la legge 194/78 venisse
approvata dal Parlamento italiano gli aborti
clandestini venivano stimati in oltre
Grazie alla
leggeall'anno.
del 1978, le donne
250.000
hannoricordare
potuto accedere
ai servizi
del
Bisogna
che le leggi
in vigore
Sistema Sanitario
Nazionale
anche
precedentemente
a quell'anno
erano
quelle
per
abortire,
superando
la
del famigerato codice Rocco, dell'epoca
clandestinita'
a cuisia
fino
ad allora
fascista,
che vietavano
l'aborto
che la
erano
costrette.
contraccezione come delitti contro la stirpe,
tanto che la pillola veniva presentata come
regolatore del ciclo mestruale e
non come contraccettivo.
La donna poteva
essere imputata del
reato di aborto e
quindi molte donne
che effettuavano
l'aborto clandestino
Oggi molte donne in
Italia richiedono che sia
riconosciuta loro la
possibilità di abortire
usando la nuova tecnica
farmacologica della
pillola RU486
LE DONNE
STORIA
POLITICA
FAMIGLIA
SOCIETA’
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