by Mariapia Vittorio
Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, nasce a Milano nel 1571. Si forma presso la bottega del
pittore Simone Peterzano, nella città di Milano dove recepisce i modi di due tradizioni diverse: da
un lato il realismo lombardo, dall'altro il rinascimento veneto, con il quale viene in contatto
quando Peterzano lo porta con se in alcuni viaggi a Venezia, dove conosce l'arte del Tintoretto. A
vent'anni si trasferisce a Roma, prima presso Lorenzo Siciliano, di seguito presso Antiveduto
Gramatica, poi presso il Cavalier d'Arpino. Costui gli affida l'esecuzione di quadri di genere,
rappresentanti fiori o frutta, genere disprezzato dagli accademici del tempo perchè ritenuti
soggetti inferiori rispetto a dipinti in cui venivano rappresentate figure umane. Egli inventa un
suo particolare repertorio dipingendo giovani presi dalla strada, messi in posa, accompagnati da
cesti di frutta, calici e oggetti di vetro. Caratteristica innovatrice della sua pittura è la funzione
della luce, che fa emergere le cose dall'ombra e costruisce i volumi. Questi elementi maturarono
a Roma intorno al 1593. Alcune opere si riferiscono agli anni che seguirono il periodo di
alunnato presso la bottega del pittore bergamasco S. Peterzano e che l'artista eseguì prima del
suo viaggio a Roma: "Bacco" negli Uffizi di Firenze; "Fanciullo morso da un ramarro" collezione
di R. Longhi; "Buona ventura" esposto al Louvre di Parigi; "Il Riposo nella fuga in Egitto e la
Maddalena" esposto nella Galleria Borghese di Roma. Ai primi brani di realismo quotidiano "Il
Bacchino malato" esposto nella Galleria Borghese di Roma, il più tardo "I bari" esposto nella
Galleria Sciarra di Roma e il bellissimo "Canestro di frutta" esposto nella Pinacoteca ambrosiana
di Milano, succedono composizioni più complesse che culminano nel ciclo per la cappella
Contarelli in S. Luigi dei Francesi. Queste opere "S. Matteo e l'angelo" e "Vocazione e Martirio di
S. Matteo" suscitarono scandalo per l'ardita interpretazione realistica degli episodi religiosi,
narrati con drammatico linguaggio chiaroscurale. Forte ed essenziale l'impianto dei dipinti per S.
Maria del Popolo: la"Crocifissione di S. Pietro" e la "Conversione di S. Paolo" che segnarono il
culmine della sua maturità artistica. Le ultime opere romane la "Madonna di Loreto", la
"Madonna del serpe", "La cena in Emmaus, e "La morte della Vergine" furono aspramente
criticate per il crudo realismo. Coinvolto nel 1606 in una rissa mortale, fu colpito da bando
capitale e riparò a Napoli. Le opere eseguite "La Madonna del Rosario“ e le "Sette opere della
Misericordia” mostrano un ulteriore frantumarsi della luce e un accentuarsi del movimento delle
figure. Da Napoli la sua fuga passò a Malta e di qui si recò in Sicilia. Nelle sue opere l'estro
dell'artista diviene sempre più tragico come testimonia infine il "Seppellimento di S. Lucia".
GIOVANE CON
CANESTRO DI FRUTTA
BACCHINO MALATO
MUSICANTI
FORTUNA TELLER
CANESTRO DI FRUTTA
Caravaggio ha assunto il ruolo di Pittore ribelle,
Artista Maledetto, per la tormentata odissea della
sua vita e per la rivoluzionaria caratteristica artistica
rispetto agli stili precedenti. Le sue opere sono una
radicale rivoluzione nella storia dell’arte, per il
carattere naturista negli oggetti e per il luminismo,
ottenuto con giochi di luce che movimentano il
soggetto.
IL BACCO
Il Bacco apre la fase matura dell’artista, eseguito
tra il 1596 e il 1597. Rappresenta un giovane che
porge un calice di vino allo spettatore, mentre poggia col gomito sul letto accanto al tavolo su cui
vediamo una caraffa di vino e un cesto di frutta.
Tra i capelli una composizione di grappoli d’uva e
foglie di vite. L’altra mano si poggia sul fiocco nero
della veste e il corpo ha un colorito chiaro che
contrasta col viso paonazzo, le palpebre pesanti e
lo sguardo appannato, a supporre che il modello
avesse davvero bevuto. L’espressione torpida è
l’elemento di contatto emozionale con lo spettatore
e il gesto del calice ha un significato simbolico. Alla
rievocazione del Bacco, divinità pagana, si contrappone la realistica, chiara atmosfera luminosa data
dai colori, dalle guance paonazze, dalle unghie
sporche, dai particolari della natura morta. I frutti
sono perfettamente riprodotti, alcuni anche guasti.
Molti riconoscono nei tratti del giovane il ritratto
dell’autore stesso. Il dipinto si trova agli uffizi di
Firenze.
RIPOSO NELLA FUGA IN EGITTO
Il quadro ha un panorama ridotto, in primo piano l’angelo splende colpito dalla luce per evidenziarne l’aspetto divino, mentre Giuseppe e Maria assumono un atteggiamento umano. Si sono
fermati a riposare dopo una giornata di marcia e Giuseppe regge il libro di musica da cui l’angelo
legge la melodia che esegue al violino. Intanto Maria dorme esausta abbracciando il piccolo.
Caravaggio rappresenta una famiglia povera vinta dalla stanchezza.
Caravaggio ebbe l’incarico, probabilmente dal
cardinale Dal Monte, di
dipingere le storie di S.
Matteo per la Cappella
Contarelli. Il S. Matteo in
bianco e nero venne rifiutato dai preti, perchè
con le gambe accavallate
e i piedi rozzi era poco
decoroso. Infatti volutamente appariva come un
povero vecchio rozzo e
analfabeta a cui l’angelo
doveva guidare la mano
per poter scrivere.
San Matteo
nella Cappella Contarelli
IL PRIMO S. MATTEO
L’opera fu sostituita
con una seconda versione, che tutt’ora si
trova all’interno della
cappella Contarelli in
San Luigi dei Francesi.
IL SECONDO S. MATTEO
IL MARTIRIO DI S. MATTEO
LA VOCAZIONE DI S. MATTEO
In questo dipinto esprime nella
piena naturalezza umana il passo
evangelico in cui si narra la chiamata di Matteo da parte di Gesù.
Mentre egli svolge la sua funzione peccaminosa di estortore di
denaro Gesù lo chiama alla guarigione.
L’ambiente è buio e squallido, alcuni uomini seduti intorno ad un
tavolo contano del denaro in riscossione di tasse, mentre dall’ombra compare improvvisamente Gesù accompagnato da
Pietro, che indica Matteo, ed egli
stesso risponde indicandosi stupefatto. Solo lui si accorge e risponde immediatamente alla
chiamata, mentre i due giovani si
volgono solo incuriositi dai nuovi venuti, e gli altri chinati continuano avidamente a contare le
monete.
Il fatto soprannaturale si avverte
dal fascio di luce innaturale che
irrompe come da una porta a
livello più alto, rimasta aperta
nell’entrare. Non proviene dalla
finestra ed è quasi irreale, mirata
ad evidenziare il volto e la mano
di cristo, i volti dei presenti, come a fermare l’istante dell’atto
che si stà compiendo.
CONVERSIONE DI S. PAOLO
CROCIFISSIONE DI S. PIETRO
DEPOSIZIONE NEL SEPOLCRO
I BARI
NARCISO
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