Qualche pagina
dell’album dei ricordi
del secolo scorso
(piccola quotidianità)
Fa uno strano effetto pensare
“secolo scorso” quando sono
passati soltanto pochi anni!
Tante cose della piccola quotidianità,
sopravvissute al loro tempo, le ho
conosciute, altre le ho vissute, altre
sono passate nel “dimenticatoio”,
soppiantate da nuove tecnologie…
E voi ricordate o vi hanno
raccontato qualcosa?
Eravamo più semplici, allora, ci bastava una
barchetta come questa (o anche di carta, che
importa, la fantasia non affonda) per salirci
sopra con l’immaginazione e ritrovarsi lontano
nel mondo e nel tempo.
Trascorsi l’infanzia a giocare nei prati, alle prese con le
spine di rovo o con le punture di vespe (che fanno un
male terribile!).
“Volevo raccogliere la menta, ma come distinguerla
dall’ortica: le foglie sembrano uguali”.
E la mamma: “Toccala” .
Grazie mamma, per avermi permesso di sperimentare e
capire da me, questo e tanto altro ancora.
Cominciai a scrivere con la
Biro, ma in casa c’erano
ancora i quaderni neri coi bordi
rossi, pennino e calamaio .
Leggevo ancora a stento ma le
figure dei fotoromanzi aiutavano:
le storie finivano col matrimonio ,
poi nasceva un bel bambino...
Romanzi rosa, mitologia… Gli eroi belli e perseguitati mi
colpivano e tendevo a trasferirne il mito sui ragazzi.
Mia madre, puntualmente, mi riportava con i piedi
per terra: “l’uomo mangia e s’abbuffa, suda , è
rumoroso e puzza”.
Il giorno dopo pensavo: “alla larga da ‘sto mostro!”
Ma, così preparata, poi ho sposato un uomo
trovandolo di gran lunga migliore : grazie mamma.
Le figurine Panini
dei calciatori
Se noi femminucce sognavamo sui
fotoromanzi, i maschi, invece, erano
attratti dai giornalini a fumetti e dalla
raccolta delle figurine dei calciatori,
oggetto di scambio.
Ma il “clou” del divertimento era il cinema
domenicale.
Mio padre mi portava a vedere Kolossal, gladiatori, Franco e Ciccio, Totò,
Fabrizi, Peppino ed Eduardo: Forse da questi assorbii il senso
dell’umorismo come “valore”, un punto di forza nei momenti critici,
inevitabili, della vita.
C’erano anche, è vero, “La dolce vita” e “La ciociara”, ma
quando uscirono erano vietati ai minori. Potei vederli solo più avanti.
A poco a poco, però, persi interesse per il cinema, attratta dai “quattro
salti in famiglia”.
Eravamo ancora al ballo della mattonella e
spegnere la luce per vedere se i genitori erano
all’erta era un classico: lo erano!
La luce veniva riaccesa in un nano-secondo.
Resistemmo per un po’, ma poi capitolammo
tutti, lasciandoci travolgere dai nuovi ritmi beat
e dall’ondata di novità conseguente che segnò la
fine di un’epoca e l’inizio di un’altra.
Bellissimi ricordi per me, insieme alla neve a
Roma, ai francobolli e alla Lira.
Questo è un evento talmente raro che ho annotato le
date:
30/12/1939 ma non ero nata;
9/2/1965 che festa: scuole chiuse;
5, 6, 7/3/1971: città paralizzata;
17 e 18/3/1985: dopo 14 anni, abbiamo festeggiato!
10 e 11/2/1986 poi più nulla tranne nevischio.
I saluti e baci delle cartoline li
spedivamo con i francobolli della
serie “Turrita”, prima dell’avvento
della nuova serie “castelli”.
Che tenerezza questa passeggiata nella piccola quotidianità, indietro nel tempo e
all’ombra della storia (volutamente tralasciata): certo eravamo più ingenui, meno
tecnologici ma, soprattutto, eravamo giovani… è questo il vero motivo della nostalgia.
Qualcuno ha detto: “la giovinezza è un periodo troppo
importante per essere affidato ai giovani”
Forse non aveva del tutto torto
Musica: “Amarcord” – Nino Rota
Immagini trovate nel web e rielaborate
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