La progettazione integrata:
prospettive e opportunità per il periodo
di programmazione
2007-2013
Catia Zumpano
Basilicata 2 febbraio 2006
1
Struttura dell’intervento
• La progettazione integrata: principi basilari
• Quadro della situazione attuale
• Prospettive e potenzialità offerte dalla
prossima programmazione
2
I principi basilari della progettazione
integrata
CONCENTRAZIONE
coerenza tra la dimensione delle risorse finanziarie
coinvolte e gli obiettivi programmatici (massa critica)
INTEGRAZIONE
Impiego coordinato e sinergico di strumenti
programmazione e/o di strumenti finanziari
di
PARTENARIATO
Concertazione fra soggetti locali e presenza o meno di
un’azione congiunta e concertata tra questi soggetti
3
CONCENTRAZIONE …. finalizzata a
• Favorire e promuovere lo sviluppo di determinati
territori (concentrazione territoriale)
• Aggredire e rimuovere determinate problematiche
orizzontali (concentrazione tematica)
• Identificare soggetti sociali o fasce di popolazione
che possano beneficiare di politiche redistributive
(concentrazione per tipo di beneficiari)
4
INTEGRAZIONE …. Livelli di articolazione
• Un insieme di settori interessati nell’ambito di un
territorio
• Un insieme di risorse e vincoli dei quali tener conto
nell’impostazione degli interventi
• Una combinazione di strumenti di sostegno e di
incentivazione
• Una combinazione di risorse finanziarie (provenienti
da diverse fonti)
• Utilizzazione di competenze e professionalità
diversificate necessarie per progettare e realizzare
una serie di interventi nell’economia locale
5
Progettazione integrata:
presupposti per la sua applicazione
• Livello di efficienza delle strutture
amministrative a rispondere alle innovazioni
che la modalità di attuazione della P.I. richiede
o sollecita
• Livello di efficacia con cui i soggetti locali
concentrano la strategia, la traducono in un
progetto e contribuiscono a realizzarla
6
I progetti Integrati e lo sviluppo rurale
Programmazione 2000-2006
Dal QCS ai POR…..Tipologie di progetti integrati adottati
PIT 137(52)
PIR 15 (10)
PROGETTI INTEGRATI SVILUPPO RURALE
137 esperienze
PIAR 42
PIF 33
7
PROGETTI INTEGRATI TERRITORIALI
RISORSE
- 52 esperienze in corso
- 380 meuro (FEOGA)
(8% totale risorse PIT)
REGIONI INTERESSATE: 5 su 7 (fanno eccezione la
Campania e la Calabria)
IDEE-FORZA
• tematica (turismo e cultura)
• generalista (valorizzazione integrata delle risorse endogene)
8
PIANI INTEGRATI DI FILIERA
(Calabria)
113 pervenute
33 in fase di realizzazione
Comparti interessati
Ortofrutticolo (15)
Olivicolo (5)
Vitivinicolo (5) Florovivaismo (1)
Beneficiari 1.650
Uomini (60%)
Progetti
1760
Risorse
258 meuro (impegni)
Zootecnico (6)
donne (25%)
161 meuro (spesa)9
PIAR
(Calabria)
45 proposte PIAR pervenute
41 PIAR dichiarati ammissibili
108 meuro risorse finanziarie
10
PROGETTI INTEGRATI RURALI
(Campania)
- Utilizzo della nuova misura introdotta dal Reg. CE
1783/2003
- Finalità “organizzativa” far funzionare, in una logica di
insieme, le misure del FEGA
- Individuati 15 ambiti di intervento per un totale di 150
comuni
- 10 territori sono stati ammessi
- Risorse finanziarie: 100 meuro (10 per ciascun PIR)
- Temi: valorizzazione prodotti qualità, riconversione
produttiva aree in crisi, valorizzazione turistica, azioni di
sistema per migliorare livello servizi e competitività
11
Approccio integrato: alcune criticità
 Strumenti innovativi: complessità di gestione a livello
istituzionale e locale
 Complessità procedurale: “ingessatura” istituzionale
 Insufficiente raccordo fra i vari settori regionali
coinvolti
 Scarsa concentrazione su tematiche prioritarie
Individuazione di temi catalizzatori molto ampi e generici
 Forte enfasi data alla componente pubblica del partenariato (PIT)
 Scarsa presenza di complementarietà con altri programmi
Scarsa cooperazione con soggetti gestori di altri programmi
Scarsa attenzione alle sinergie con altri fondi
 Strumenti e procedure specifiche per il FEOGA
 Meccanismo del disimpegno automatico
12
Quale valore aggiunto?
Sperimentazione di nuovi modelli di governance
attraverso partenariati istituzionali e metodi
partecipativi (PIT, Leader, PSRL Toscana, PIR)
Creazione in alcune realtà di soggetti che operano come
vere agenzie di sviluppo
Creazione di una comunità professionale di tecnici con
esperienza di progettazione e gestione di progetti
Valorizzazione delle aree rurali per funzioni finora
trascurate, quali quelle turistiche, sociali, culturali
(Leader e misure art.33)
Ispessimento delle relazioni partenariali a livello locale
13
FATTORI CHIAVE
Vincoli normativi
Maggiore
attenzione
modalità applicative
alle
Efficienza delle strutture
amministrative
Potenziamento del processo
di apprendimento a livello
istituzionale
Capacità di risposta dei
contesti locali
Rafforzamento delle azioni
di assistenza tecnica verso i
territori più deboli
Governance dei processi
Dinamiche partenariali
intese
tra
settori
istituzioni locali
Dimensione finanziaria
Risorse certe e adeguate
sinergie e complementarità
14
e
e
PROGRAMMAZIONE 2007-2013
Riferimenti normativi comunitari
Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale, n.
1698/2005 approvato il 20 settembre 2005
Orientamenti strategici comunitari: approvati
presumibilmente a marzo 2006
Regolamento applicativo: prima presentazione entro
febbraio 2006
15
Risorse finanziarie 2007-2013
L’obbligo di conseguire gli obiettivi fissati, tramite un
ammontare di risorse ridotto, aumenta la necessità di
concentrare le risorse e migliorare l’efficacia della
spesa, in particolare attraverso
Concentrazione
territoriale degli
interventi
Integrazione degli
interventi
16
Integrazione degli interventi
L’integrazione degli interventi dovrà essere
ricercata a diversi livelli:
• Nazionale
• Regionale
• Locale
17
Integrazione a livello nazionale
Quali criteri di demarcazione sono
possibili?
•
•
•
La scala degli interventi
La tipologia di beneficiari e/o di area
interessata
La tipologia di approccio adottato
18
Integrazione degli interventi
A livello regionale
Coerenza e sinergia fra il PSR ed il
POR
Coerenza all’interno del PSR
19
Integrazione degli interventi
Coerenza interna al PSR
Assicurare la coerenza interna di ciascun Asse, fra gli
Assi attraverso modalità e strumenti che consentano
di migliorare la programmazione e la gestione degli
interventi promossi.
Assicurare una migliore integrazione fra le diverse
misure presenti nel Regolamento, sia a livello di
singola impresa che a livello di territorio.
20
Modalità di integrazione degli interventi
Dall’esperienza della passata programmazione si
possono estrapolare diverse possibili modalità di
integrazione che rispondano alle diverse esigenze
delle imprese e dei territori
Strumenti diversi, ma non alternativi tra loro
Possono essere impiegati anche in
complementare per migliorarne l’efficacia
modo
21
Modalità di integrazione degli interventi
Pacchetti di misura per l’impresa
Integrazione di filiera
Priorità territoriali (PIT, PIAR)
Strategie locali (asse III)
L’approccio Leader
22
Pacchetti di misura per l’impresa
Necessità di mobilitare misure e strumenti che
travalicano le competenze del singolo Asse per
realizzare alcuni obiettivi prioritari degli stessi Assi
Permettere alla singola impresa di ricorrere, attraverso
domanda unica, all’uso combinato di una serie di
misure, anche se previste in Assi differenti (PIA).
Beneficiare contemporaneamente di un supporto
finanziario a carico di più misure per il raggiungimento
di obiettivi congiunti.
23
Pacchetti di misura per l’impresa
“Pacchetto misure per la qualità”
Attivazione da parte dell’impresa di tutte le misure
e le azioni previste per la qualità (ad eccezione di
quelle destinate alle associazioni dei produttori),
gli investimenti aziendali, l’utilizzo dei servizi di
consulenza, i pagamenti agro e silvo-ambientali.
24
Pacchetto di misura per l’impresa
“Pacchetto di misure per i giovani”
Insieme di incentivi specifici volti ai giovani che
desiderano insediarsi in azienda.
Non solo il premio di insediamento, ma anche un
sostegno al piano di investimenti aziendale, il supporto
del servizio di assistenza e l’aiuto per la consulenza
aziendale, la formazione, l’accesso alle misure finalizzate
alla diversificazione aziendale
25
Pacchetto di misura per l’impresa
“Pacchetto di misure per le donne”
Insieme di incentivi specifici volti al sostegno
dell’imprenditoria femminile (nuova ed esistente)
Sostegno al piano di investimenti aziendale, il supporto
del servizio di assistenza e l’aiuto per la consulenza
aziendale, la formazione, l’accesso alle misure finalizzate
alla diversificazione aziendale
Attenzione ai servizi alla popolazione (servizi di
sostituzione, assistenza anziani e minori etc.) tramite Asse
III, ma anche tramite le misure attivabili attraverso il
FERS ed il FSE
26
Integrazione di filiera
I Progetti Integrati di Filiera (PIF) possono essere lo
strumento ideale per favorire l’aggregazione fra le
imprese, favorendo l’integrazione tra le misure di
incentivazione agli investimenti e quelle finalizzate a
migliorare la qualità dei prodotti agro-alimentari.
27
Integrazione di filiera
- individuazione, a livello regionale, delle filiere produttive
che richiedono prioritariamente un’azione di stimolo e di
supporto pubblico (concentrazione su settori strategici)
individuazione di modalità e strumenti che permettano di
travalicare, in alcuni casi, il territorio regionale (processo di
concertazione tra le regioni interessate)
- sostegno a progetti di filiera che coinvolgano le principali
problematiche delle filiere interessate (concentrazione per
tipologia di interventi)
- sostegno a progetti di filiera ricadenti in determinati territori
(concentrazione territoriale)
- dimostrazione del valore aggiunto delle filiere rispetto agli
strumenti di progettazione integrata in atto (contratti di filiera,
etc.)
28
Priorità territoriali
Principio base:
L’efficacia delle misure, nonché di gruppi di misure, aumenta
se si ha la concentrazione territoriale.
Necessità
Individuare delle priorità territoriali in relazione alle diverse
problematiche regionali
PIT, Leader: combinazione di priorità territoriali con priorità
tematiche........
29
Strategie di sviluppo locale
“L’attuazione di strategie di sviluppo può rafforzare la
coerenza territoriale e stimolare sinergie tra le misure
rivolte all’economia rurale in generale e alla
popolazione. Pertanto le misure concernenti l’economia
rurale in generale vanno attuate di preferenza attraverso
strategie di sviluppo locale.”
(Considerando (48) del Reg (CE) n. 1698/2005)
30
Strategie di sviluppo locale
Asse III (art. 59)
Misura finalizzata all’animazione e all’acquisizione di
competenze in vista dell’elaborazione e attuazione di
strategie di sviluppo locale........
----- attuazione da parte di altri partenariati pubbliciprivati rispetto a quelli definiti dall’articolo 62, par.1,
lettera b (GAL o simili), della strategia di sviluppo locale
che comprende una o più misure di cui all’art. 52
(diversificazione economia rurale, interventi per
migliorare la qualità della vita, Formazione e informazione
per gli operatori economici
31
L’APPROCCIO LEADER
- Esteso all’intero PSR
- Adozione approccio Leader attraverso un’Asse
- Combinazione di misure appartenenti ad Assi
differenti
32
Scarica

Lo Sviluppo Rurale Nella Revisione Di Medio Termine