Calvino ha pubblicato questo libro nel 1963. Egli aveva già compreso l’impatto che l’uomo avrebbe avuto sull’ambiente negli anni seguenti. “ Marcovaldo è costretto a vivere in un mondo che non sente più suo. Nelle città, le trasformazioni sono evidenti; sempre meno persone si accorgono della natura che cambia e delle stagioni che si rinnovano. L’ambiente delle grandi città si è trasformato: dove prima c’erano spazi verdi ora c’è solo grigio e tristezza, dove una volta c’era un paesaggio incontaminato ora ci sono solo strade e grandi caseggiati… E Marcovaldo si trova imprigionato proprio in questo mondo che sembra aver perso ogni colore … Primavera “Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. Invece, una foglia che ingiallisse sul ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non gli sfuggivano mai…” (Primavera, Funghi in città) Estate “Marcovaldo a guardare quella stretta riva di luna tagliata là tra ombra e luce, provava una nostalgia come di raggiungere una spiaggia remota miracolosamente rimasta soleggiata (Estate, Luna e Gnac) nella notte.” Autunno “Ma già ormai da più generazioni i felini domestici sono prigionieri di una città inabitabile: le vie ininterrottamente sono corse dal traffico mortale delle macchine schiaccia gatti; in ogni metro quadrato di terreno dove s’apriva un giardino o una area sgombra o i ruderi di una vecchia demolizione ora torreggiano condomini, caseggiati popolari, grattacieli nuovi fiammanti” (Autunno, Il giardino dei gatti ostinati) Inverno “Ai lati dell’autostrada, i bambini videro il bosco: una folta vegetazione di strani alberi copriva la vista della pianura. Avevano i tronchi fini fini, dritti o obliqui; e chiome piatte e estese, dalle più strane forme e dai più strani colori, quando un’auto passando le illuminava con i fanali. Rami a forma di dentifricio, di faccia, di formaggio, di mano, di rasoio, di bottiglia, di mucca, di pneumatico, costellate da un fogliame di lettere dell’alfabeto.” (Inverno, Il bosco sull’autostrada)