Avanzamento automatico
Erano lì,
immobili nella ressa
e isolati dal mondo,
come se un alone impenetrabile
li custodisse
dagli sguardi distratti dei turisti.
Una coppia non più giovane
che si scambiava un abbraccio
tenero e struggente
al fischio del capostazione.
E poco dopo con sorpresa,
mi ritrovai la donna
seduta accanto
nello scomparto del treno.
Fissava ansiosamente
fuori dal finestrino e, istintivamente,
ne seguii lo sguardo dolce e disperato,
rivolto all' uomo
rimasto sul marciapiede.
Lei partiva e lui restava ancora,
a guardare quel treno
che la portava via, che la allontanava,
mimando una parola
Nel frastuono concitato
di chi va e chi arriva,
non udivo,
ma immaginai
quel silenzioso urlo …
“ TI AMO“!
Poi giunse le mani
come in preghiera,
in segno di ringraziamento
e mentre il treno
iniziava la sua corsa,
un ultimo bacio
lanciato a fior di dita.
Mi sorprese
vedere l’angoscia
nel volto di lei
in quegli istanti così intensi
e quasi parlando a se stessa,
mi raccontò
quel desiderio
di trattenersi ancora vicini,
quegli attimi
di amore autentico
avvolti
dalla malinconia del distacco,
e già colmi di nostalgia.
…quella lacrima quieta
asciugata di nascosto,
che le feriva il viso,
rivelava che qualcosa di lacerante
stava avvenendo:
Intuiva che da quel momento
nulla sarebbe stato più uguale:
quel giorno alla stazione
percepì che era di nuovo sola.
Il tempo le confermò
quelle sensazioni :
lui cambiò all'improvviso,
i suoi sentimenti erano svaniti.
Ma non vi fu
inganno voluto,
per nessuno dei due.
Solo per un attimo,
un amore troppo grande
a cui forse non avevano diritto
era sceso sulla terra,
giusto il tempo per rivelarsi,
farsi riconoscere, accarezzare
e poi...
Poi svanire nell'aria,
non senza lasciare ferite
e cicatrici profonde,
dietro di sé.
Non avrebbe mai potuto essere
un "amorazzo" di stagione,
mai,
era sciocco crederlo!
Ma di aria e di sogni
era fatto …
E all'aria e al sogno
apparteneva.
Così mi disse,
quando la rincontrai
dopo tanto tempo
e la voce le tremava un poco,
di emozione e pianto trattenuto.
E subito aggiunse,
tristemente:
“che stupenda opportunità
perduta!
Io che conoscevo
l’amore
allora,
per la prima volta
e lui che lo incontrava ancora,
forse per l'ultima,
nella sua vita …!
Quel giorno alla stazione
lui preferì riportare a casa
il suo bagaglio di disillusioni
mentre su quel vagone
si allontanavano
i suoi sogni di felicità,
per non tornare
mai più.
Su quel marciapiede
rimasero i rimpianti
per qualcosa di grande
che avrebbe potuto essere
e a lei restò nel cuore,
con dolore non ancora rappreso,
il ricordo
di quel bacio a fior di dita,
velato da una lacrima quieta …
…mentre il treno partiva.
Quel giorno
alla stazione.
Musica
“Quelques note pour Anna”
Nicolas De Angelis
Testo scritto in collaborazione con
[email protected]
Realizzazione e grafica
[email protected]
[email protected]
Scarica

Quel giorno alla stazione