UN MONDO D’ ACQUA Percorso multimedialeinterdisciplinare della 1°C ITI 1 La carta dell’ acqua proclamata dal consiglio d’ Europa-1 Non c’è vita senz’ acqua Le disponibilità d’acqua dolce non sono inesauribili. E’ indispensabile preservarle,controllarle e,se è possibile accrescerle Alterare le qualità dell’ acqua significa nuocere alla vita dell’ uomo e degli altri esseri viventi che da essa dipendono La qualità dell’ acqua deve essere mantenuta in modo da poter soddisfare le esigenze delle utilizzazioni previste. Specialmente per i bisogni della salute pubblica Quando l’acqua, dopo essere stata utilizzata viene restituita all’ ambiente naturale, deve essere in condizioni da non compromettere i possibili usi, sia pubblici che privati. La conservazione di una copertura vegetale,appropriata di preferenza forestale,è essenziale per la conservazione delle risorse idriche Le risorse idriche devono essere accuratamente inventariate La buona gestione dell’acqua deve essere materia di pianificazione da parte La salvaguardia dell’acqua implica uno sforzo importante di ricerca scientifica ,di formazione di specialisti e di formazione pubblica L'acqua è un patrimonio comune il cui valore deve essere riconosciuto da tutti. Ciascuno ha il dovere di economizzarla e utilizzarla con cura La gestione delle risorse dovrebbe essere inquadrata nel bacino naturale piuttosto che entro frontiere amministrative e politiche. L'acqua non ha frontiere. Essa è una risorsa comune la cui tutela richiede la cooperazione internazionale. 2 La carta dell’ acqua proclamata dal consiglio d’ Europa-2 • Sul nostro pianeta non ci sarebbe la vita se non ci fosse l'acqua. Nonostante tutti siano consapevoli di ciò, ancora oggi c'è chi fatica a comprendere l'importanza degli aspetti legati alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento e ancor meno a quelli riguardanti la salvaguardia della qualità delle acque: mentre da un lato occorre infatti rilevare che stiamo assistendo ad un progressivo impoverimento della quantità, non possiamo dall'altro dimenticare che da più parti ne viene anche denunciato il deterioramento qualitativo. Dopo gli scempi accaduti in un recente passato che hanno obiettivamente contribuito ad abbassare la qualità della vita, l'accresciuta coscienza ecologica impone una scelta precisa per tutti. La corretta gestione delle acque è l'obiettivo primario per qualunque processo che intenda mantenere costante il controllo sulla salute umana ed il rispetto dell'ambiente, questo anche in relazione al fatto che non è possibile pensare di avere buona qualità per l'acqua destinata unicamente al consumo umano vista la correlazione esistente con quella destinata all'agricoltura, all'industria, ai servizi, ecc. Riveste quindi particolare importanza evitare gli sprechi, preservare le acque da ogni tipo d'inquinamento, recuperare il massimo delle acque di processo riducendo il più possibile la necessità di trattamenti in modo da poterne disporre senza eccessive manipolazioni. In questo contesto assumono quindi una particolare importanza tutte quelle tecnologie capaci non solo di risolvere problemi contingenti ma anche capaci di non crearne, sicure, poco costose e in grado di agire su ogni tipo di acqua, civile, agricola, reflua, industriale, di processo; tecnologie innovative capaci di contrastare, invece che aggravare ulteriormente, il grado di inquinamento, sia batterico che chimico delle acque. 3 4 L’ACQUA DELLE CIVILTA’ L'acqua ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo delle prime civiltà antiche, che erano localizzate lungo i grandi fiumi dell'Oriente: il Nilo per la civiltà egizia, il Tigri e l'Eufrate per le civiltà mesopotamiche (Sumeri, Babilonesi e Assiri), lo Huang Ho (Fiume Giallo) per la Cina, l'Indo e il Gange per l'India. I grandi bacini fluviali costituivano un'opportunità per la maggior fertilità del suolo e per la facilità dei trasporti, ma determinavano un'organizzazione sociale più complessa necessaria per gestire i conflitti per le risorse e per affrontare la costruzione e manutenzione di imponenti sistemi di irrigazione e di protezione dalle alluvioni. Minore, ma tutt'altro che trascurabile, fu anche l'importanza dei mari interni, soprattutto il mare Mediterraneo, che facilitavano i commerci e i contatti culturali fra popoli lontani, con la formazione di civiltà prevalentemente dedicate al commercio (anzitutto i Fenici). 5 L’ACQUA DELLE CIVILTA’ L'importanza dell'acqua è riconosciuta nelle religioni e nei sistemi filosofici sin dai tempi antichi. Molte religioni venerano dei legati all'acqua o i corsi d'acqua stessi (ad esempio, il Gange è una dea per primigenio presso molti popoli, anche molto lontani fra loro; ad esempio in Cina venne identificata con il caos, da cui ha avuto origine l'universo, mentre nella Genesi compare già nel secondo versetto, prima della luce e delle terre emerse. Anche il filosofo greco Talete associò l'acqua all'origine di tutte le cose e asserì che la sua scorrevolezza è in grado di spiegare anche i mutamenti delle cose stesse. Anche in Polinesia l'acqua venne considerata la materia prima fondamentale. Con lo sviluppo dei primi sistemi filosofici, l'acqua venne affiancata da pochi altri elementi primigeni senza perdere la sua importanza. In tutte le civiltà antiche era molto diffusa la convinzione che la molteplicità della natura potesse essere ricondotta alla combinazione di pochissimi elementi costitutivi: l'acqua, appunto, il fuoco, la terra e l'aria (o il legno) ed eventualmente una quinta essenza. Così ad esempio in oriente il taoismo cinese include l'acqua fra i suoi cinque elementi con terra, fuoco, legno e metallo. In Occidente anche Empedocle (492 a.C. circa – 430 a.C. circa) annoverò l'acqua fra i quattro elementii fondamentali, ai quali Platone nel Timeo aggiunse l'etere. Lo stesso Aristotele (384 a.C. 322 a.C.) sosteneva che la materia fosse formata dall'interazione dei quattro elementi citati da Empedocle. 6 L’ACQUA NELLA STORIA La tradizione sapienzale mistica ebraica della Qabbalah individua nell'acqua il simbolo della Sefirah Chessed indicante la qualità divina della Misericordia, della gentilezza e della grandezza; molti i riferimenti della Torah all'acqua, anche suo simbolo. Secondo l'esegesi ebraica lo stesso termine Ebreo, in Ebraico Yivrì, significa colui che viene da oltre il fiume ed è presente nella Bibbia ebraica usato per la prima volta riguardo ad Avraham. Il termine ebraico che traduce la parola acqua, Maim, se associato al termine Esh, fuoco, forma la parola Shamaim che significa Cielo: si ritiene infatti che i Cieli presentino l'unione di acqua e fuoco. L'attribuzione all'acqua di caratteristiche negative è molto più rara e recente. Nel XVI secolo, durante l'epidemia della peste, si pensò che l'acqua favorisse il contagio Ipori della pelle attraverso cui si sarebbero infiltrati i presunti agenti patogeni, chiamati seminaria, per cui si riteneva che il lavaggio del corpo indebolisse l'organismo, ed era pertanto sconsigliato. L'indispensabilità dell'acqua per il fiorire della vita colpì molte civiltà. Ad esempio, nella lingua sumera "a" significa sia "acqua" sia "generazione". Nella maggior parte delle religioni, quindi, l'acqua è diventata un simbolo di rinnovamento e perciò di benedizione di Dio.Essa compare logicamente nei riti di "purificazione" e di rinascita di molti culti, ad esempio nei riti di immersione del battesimo cristiano e nelle abluzioni dell'ebraismo e dell'islam. Anche nello scintoismo l'acqua è usata nei rituali di purificazione di persone o luoghi. 7 8 L’Acqua H H O L'acqua è un composto chimico di formula molecolare H2O. In condizioni di temperatura e pressione normali si presenta come un sistema bifase, composto da un liquido incolore e insapore (che viene chiamato "acqua" in senso stretto) e un gas invisibile (detto vapore acqueo); il suo punto di fusione è a 0 °C (273,15 K), mentre il suo punto di ebollizione è a 100 °C (373,15 K). L'acqua è un ottimo solvente, per cui le acque naturali contengono disciolte moltissime altre sostanze. Per questo motivo con il termine "acqua" si intende comunemente sia il composto chimico puro di formula H2O (che in generale può presentarsi allo stato aeriforme, liquido, solido o come sistema composto da più fasi) sia la miscela (liquida) formata dallo stesso composto chimico con altre sostanze disciolte al suo interno. L'acqua in natura è tra i principali costituenti degli ecosistemi ed è alla base di tutte le forme di vita conosciute, uomo compreso; la stessa origine della vita è dovuta alla presenza di acqua nel nostro pianeta. 9 Tabella Dell’Acqua Altri nomi: monossido di di idrogeno idrossido di idrogeno ossano acido ossidrilico Caratteristiche generali Formula bruta o molecolare H2O Massa molecolare (u) Aspetto Numero CAS Densità (g/l, in c.s.) a 4 °C Indice di rifrazione 18,0153 g/mol liquido incolore 7732-18-5 999,972 a 277,15 K 1,3330 Temperatura di fusione (K) 273,15 (0,00 °C) Temperatura di ebollizione (K) 373,15 (100,00 °C) Punto triplo Punto critico 273,16 K (0,01 °C) 611,73 Pa 647 K (374 °C) 2,2064 × 107 Pa Tensione di vapore (Pa) a 293,15 K 2338,54 Sistema cristallino esagonale (vedi ghiaccio) Viscosità dinamica (mPa.s a 20 °C) 1 10 Ghiaccio: L'acqua allo stato liquido presenta diverse anomalie: punto di ebollizione molto alto; volume molare piuttosto basso; calore specifico elevato con un minimo a 35 °C; viscosità che presenta un minimo alle alte pressioni; un punto di massimo nel diagramma densità-temperatura, per cui al di sotto della temperatura di massimo il liquido diminuisce di volume all'aumentare della temperatura. Inoltre durante il processo di congelamento si ha un notevole aumento di volume, per cui a differenza della maggior parte delle altre sostanze, per le quali la forma solida presenta una densità maggiore rispetto alla forma liquida, il ghiaccio è meno denso dell'acqua liquida. Le condizioni di temperatura e pressione in cui le fasi solida, liquida e gassosa di una sostanza coesistono in equilibrio tra loro è detta punto triplo. Per l'acqua il punto triplo viene assunto come riferimento per la misurazione della temperatura, avendo fissato per convenzione che questi è a 273,16 K (e a 0,01 °C). 11 L'acqua possiede un'elevata tensione superficiale, osservabile dalla geometria sferica delle gocce d'acqua e dal fatto che alcuni oggetti (ad esempio un ago) o insetti riescono a galleggiare sulla superficie dell'acqua. La tensione superficiale svolge un ruolo fondamentale nelle funzioni di molti organismi viventi. L'acqua pura, detta acqua distillata è un buon isolante elettrico, cioè un cattivo conduttore. Ma, essendo anche un buon solvente, spesso reca in sé tracce di sali disciolti in essa, che, con i loro ioni la rendono un buon conduttore di elettricità. Date le sue buone capacità solventi, l'acqua pura è difficile da trovare in natura. Analogamente le gocce di pioggia presentano sempre una seppur minima acidità. La presenza di ossidi di zolfo o di azoto nell'atmosfera, tramite la loro dissoluzione nelle gocce di pioggia, porta a piogge acide aventi valori di pH minori di 5. In Italia si sono registrati anche piogge acide con valori di pH intorno a 3,5 , i cui effetti sull'ambiente sono ben più seri. Il pH dell'acqua di mare è tra 7,7 e 8,4. 12 Un'importante caratteristica dell'acqua è data dalla polarità della sua molecola, con momento di dipolo molecolare pari a 1,847 D. La molecola dell'acqua forma un angolo di 104,5° con l'atomo di ossigeno al vertice e i due atomi di idrogeno alle due estremità. Dato che l'ossigeno ha una elettronegatività maggiore, il vertice della molecola ospita una parziale carica elettrica negativa (δ-), mentre le estremità recano una parziale carica elettrica positiva (δ+). Una molecola che presenta questo squilibrio di cariche elettriche è detta essere un dipolo elettrico. 13 La presenza del legame idrogeno spiega ad esempio i valori relativamente alti del punto di fusione e del punto di ebollizione dell'acqua: è necessaria infatti una maggiore energia, rispetto a sostanze meno polari, per rompere i legami idrogeno che tengono unite le molecole le une alle altre. Il legame idrogeno spiega anche l'insolito comportamento dell'acqua quando questa congela: a causa di questo legame, quando la temperatura si abbassa fino al punto di congelamento, le molecole di acqua si organizzano in una struttura cristallina dalla simmetria esagonale tipica del ghiaccio, che risulta essere meno densa dell'acqua liquida. Dal fatto che il ghiaccio sia meno denso dell'acqua liquida discende che il ghiaccio può essere fuso anche in seguito ad un aumento di pressione. Tale pressione risulta essere piuttosto elevata. 14 Chimicamente l'acqua è un buon solvente. Le proprietà solventi dell'acqua sono essenziali per gli esseri viventi. Il comportamento di solvente dell'acqua è determinato dalla polarità della sua molecola: quando un composto ionico o polare viene disciolto in acqua, viene circondato dalle molecole di acqua, le quali, si inseriscono tra uno ione e l'altro o tra una molecola e l'altra di soluto (grazie alle loro piccole dimensioni), orientandosi in modo da presentare ad ogni ione (o estremità polare) del soluto la parte di sé che reca la carica opposta; ogni ione (o ogni molecola polare) si ritrova quindi solvatato (o idratato), cioè circondato completamente da molecole d'acqua che interagiscono con esso. Un esempio di soluto ionico è il comune sale da cucina (cloruro di sodio), un esempio di soluto molecolare polare è lo zucchero. In generale, le sostanze ioniche polari (quali acidi, alcoli e sali) sono abbastanza solubili in acqua, mentre non lo sono le sostanze non polari (quali grassi ed oli). 15 16 L’ Acqua Marina e Le Acque Dolci • L’acqua marina rappresenta il 97% del totale. Tuttavia, l’alta percentuale di sali minerali che vi è contenuta (3,6% circa) la rende utilizzabile dall’uomo soltanto per la pesca, la navigazione e per pochi altri impieghi. Le acque dolci continentali, utilizzabili dalla vegetazione e dall’uomo, non rappresentano che il 3% del totale. Inoltre, la massima parte di queste acque, pari al 90%, è immobilizzata nei ghiacciai in zone periferiche all’ecumene, e quindi poco sfruttabile. A reale disposizione dell’uomo restano l’acqua che cade sui continenti sotto forma di precipitazioni, che in parte defluisce in superficie verso il mare, e l’acqua conservata nelle falde sotterranee. Le risorse idriche sono distribuite sui continenti in modo non uniforme. In alcune aree l’acqua a disposizione è anche troppo abbondante, mentre altre zone sono eccessivamente aride. 17 LE ZONE UMIDE E ARIDE Zone Aride Zone Umide • • Le zone umide corrispondono in genere: a) alle zone costiere, dove sono più frequenti le precipitazioni data la forte evaporazione della superficie marina; b) alle fasce equatoriali, dove le piogge abbondano durante tutti i mesi dell’anno e spesso superano i 2000 mm annui; c) ai grandi delta fluviali, come l’intero territorio del Bangladesh, che corrisponde alla zona di sbocco in mare del Gange e del Brahmaputra, i due maggiori fiumi della regione. Le zone aride in genere si trovano: a) nelle parti interne dei continenti, dove le masse d’aria umida di provenienza oceanica penetrano difficilmente; b) nelle aree interessate dal carsismo, dove l’acqua delle precipitazioni percola rapidamente nel sottosuolo attraverso le fratture della roccia calcarea ed è evacuata attraverso condotti sotterranei. La penetrazione dell’acqua al di sotto della superficie è tanto rapida che il liquido può essere utilizzato dalla vegetazione e dall’uomo soltanto in minima parte. 18 DISTRIBUZIONE DELL’ACQUA SULLA TERRA Il volume di acqua presente sulla Terra è stimato in 1 360 000 000 km3; di questi: • 1 320 000 000 km3 (pari a circa il 97% del totale) sono acque marine (in maggioranza oceano). • 25 000 000 km3 (pari a circa il 2% del totale) sono nei ghiacciai e nelle calotte polari. • 13 000 000 km3 (pari a circa l'1% del totale) sono nel suolo, nelle falde acquifere. • 250 000 km3 (pari a circa lo 0,02% del totale) sono acque dolci nei laghi, nei mari interni e nei fiumi. • 13 000 km3 sono vapore acqueo nell‘atmosfera. • L'acqua dolce rappresenta solo il 2,5% del volume totale presente sulla Terra per più dei 2⁄3 si trova in pochi ghiacciai, in particolare nell‘ Antartide e in Groenlandia, i quali sono quindi la principale riserva di acqua dolce nel nostro pianeta. • Un ulteriore 30% di acqua dolce si trova in riserve sotterranee e solo meno dell'1% dell'acqua dolce si trova in laghi, fiumi o bacini ed è quindi facilmente accessibile. 19 DISTRIBUZIONE DELL’ACQUA SULLA TERRA 20 DISTRIBUZIONE ED UTILIZZO DELL’ACQUA La fusione dei ghiacciai a causa dell'effetto serra e dell'aumento delle temperature ha un forte impatto ambientale, sia per l'innalzamento del livello dei mari ma anche per la scomparsa di questa riserva. Durante la fusione dei ghiacci, infatti, l'acqua dolce si mescola a quella salata del mare, divenendo inutilizzabile dall'uomo. In uno studio pubblicato nel 1996 dalla rivista Science si stimava che: il ciclo dell'acqua genera un totale di acqua dolce rinnovabile pari a circa 110 300 km3/anno; circa 69 600 km3/anno delle precipitazioni evapora a sua volta (ma consente la vita di forme importanti di vegetazione, quali le foreste, non irrigate dall'uomo); 21 • • • DISTRIBUZIONE ED UTILIZZO DELL’ACQUA Rimangono circa 40 700 km3/anno, che ritornano nei mari e negli oceani; di tale acqua: 7 774 km3/anno sono in zone di difficile accesso e, in pratica, non utilizzate (circa il 95% del Rio delle Amazzoni, metà del Congo, buona parte dei fiumi nelle terre più settentrionali); 29 600 km3/anno finiscono in mare senza essere utilizzati mediante dighe; 12 500 km3/anno possono essere utilizzati dall'uomo; di questi: 4 430 km3/anno vengono direttamente utilizzati nell'agricoltura (2880 km3/anno), nell'industria (975 km3/anno) e nelle città (300 km3/anno); il dato comprende, peraltro, anche la perdita di riserve per evaporazione (275); 2 350 km3/anno vengono utilizzati "così come sono", ad esempio per navigazione, pesca e parchi; la costruzione di dighe può aumentare di circa il 10% la disponibilità di acqua dolce utilizzabile dall'uomo nel 2025, ma si prevede che per quel tempo la popolazione potrebbe aumentare di circa il 45%; l'aumento stimato dell'acqua disponibile può inoltre risultare ottimistico, a causa del crescente inquinamento e del riscaldamento globale 22 23 Ciclo Idrologico • • • Il ciclo idrologico non ha un punto di partenza, ma un buon posto da dove cominciare è il mare. Il sole, che attiva il ciclo dell’acqua, riscalda l’acqua del mare. Parte di essa evapora nell’aria. Una piccola quantità d’acqua nell’atmosfera proviene dalla sublimazione. Le correnti d’aria ascensionali sollevano il vapore in alto nell’atmosfera dove la temperatura più bassa ne provoca la condensazione in goccioline microscopiche che formano le nuvole. I venti trasportano le nubi per il mondo, e le particelle delle nubi collidono, si accrescono, e cadono dal cielo come precipitazione. Nella precipitazione si può verificare la caduta della neve, essa nelle zone più calde si scioglie in acqua che fluisce come ruscellamento della neve. Gran parte scende nel mare, nelle terre emerse. Nelle terre emerse l’acqua si muove come ruscellamento superficiale, esso si muove come flusso incanalato verso il mare. Non tutto il ruscellamento score in corpi idrici superficiali. Molto se ne infiltra nel terreno. Gran parte dell’acqua si infiltra in profondità nel terreno ed alimenta gli acquiferi. Parte dell’acqua sotterranea sta vicino alla superficie terrestre e può filtrare di nuovo entro corpi idrici superficiali, mentre parte trova vie d’uscita nella superficie della terra ed emerge come sorgenti d’acqua dolce. Nel tempo, tuttavia, quest’acqua continua a muoversi, e parte rientra nel mare dove il ciclo termina e ricomincia. 24 Il Ciclo Idrologico 25 L’Idrosfera La parte di crosta terrestre occupata dall'acqua si chiama idrosfera. Fanno quindi parte dell'idrosfera gli oceani, i mari, i fiumi, i laghi, i ghiacciai e le acque sotterranee. Il 94% dell'idrosfera è costituito da acqua salata, Il restante 6% è costituito da: acqua sotterranea, per circa il 4,3%; ghiaccio - sotto forma di calotte polari e ghiacciai, per circa l’ '1,7%; laghi, fiumi e acqua dispersa nell‘atmosfera rappresentano soltanto lo 0,03%. L'acqua circola continuamente: dal suolo, dagli oceani e dai mari evapora e sale nell'atmosfera. Anche in superficie circola continuamente, attraverso i fiumi e i laghi, o infiltrandosi sottoterra, dove fluisce e talora provoca curiosi fenomeni come la formazione di grotte o di geyser. 26 27 Le Forme di Inquinamento • L'inquinamento idrico è un'alterazione degli ecosistemi che hanno come componente fondamentale l'acqua. Può essere: 1. CIVILE: deriva dagli scarichi delle città, quando l'acqua si riversa senza alcun trattamento di depurazione nei fiumi o direttamente nel mare; 2. INDUSTRIALE: formato da sostanze diverse che dipendono dalla produzione industriale; 3. AGRICOLO: legato all'uso eccessivo e scorretto di fertilizzanti e pesticidi, che essendo generalmente idrosolubili, penetrano nel terreno e contaminano le falde acquifere. 4. L'inquinamento delle acque può derivare anche da cause accidentali, ad esempio gli incidenti alle petroliere. 28 Gli agenti inquinanti delle acque-1 • L'acqua usata in campo domestico, industriale, agricolo o zootecnico spesso contiene sostanze che alterano l'ecosistema, per cui non possono essere scaricate direttamente nei corsi d'acqua, in quanto contribuirebbero ad inquinare le acque superficiali ed il suolo. • Gli agenti inquinanti delle acque più comuni sono: inquinamento fecale provocato dagli escrementi animali e da i residui alimentari. Sostanze organiche non naturali: come ad esempio i diserbanti, gli antiparassitari, gli insetticidi, portano vantaggi all'agricoltura ma possono inquinare sia le acque che il suolo. 29 Gli agenti inquinanti delle acque-2 • Inquinanti fecali: derivano dagli escrementi animali e dai residui alimentari. In condizioni aerobiche consumano O2 per formare CO2, NO3-, PO34-, SO2, mentre in condizioni anaerobiche formano CH4, NH3, H2S, PH3. Nel caso ci sia un forte inquinamento di tipo fecale, si può avere la presenza nell'acqua di microrganismi patogeni (tifo, colera, epatite virale, ecc.). • Sostanze inorganiche tossiche: sono costituite dagli ioni dei metalli pesanti (come ad esempio Cr6+, Hg2+, Cd2+, Cu2+, CN-) che possono bloccare l'azione catalitica degli enzimi dell'organismo determinando avvelenamenti o la morte. Le industrie che usano questi metalli nelle loro lavorazioni, prima di scaricare le acque, devono eliminarli con i loro impianti di depurazione. 30 Gli agenti inquinanti delle acque-3 • Sostanze inorganiche nocive: sono costituite dai fosfati ed i polifosfati presenti nei fertilizzanti, detersivi, composti fosforati ed azotati ed in alcuni scarichi industriali. Queste provocano l'eutrofizzazione, ovvero un enorme sviluppo della flora acquatica che in gran parte muore depositandosi sul fondo decomponendosi e perciò consumando notevoli quantità di ossigeno. Quando nella massa d'acqua si determina un deficit di ossigeno, si iniziano a liberare i prodotti della decomposizione anaerobica con conseguente morte della fauna per asfissia. Il corso d'acqua così si intorbidisce limitando la penetrazione della luce in profondità peggiorando 31 ulteriormente la situazione L’Inquinamento Idrico nelle acque marine • L'inquinamento delle acque oceaniche è sviluppato oltre che dalla dispersione di idrocarburi (provocati dal rovesciamento di cisterne navali), anche da alcuni sottomarini a propulsione nucleare che, rimasti affondati sui fondali, col passare del tempo verranno corrosi dalla salsedine, con conseguente rilascio di sostanze radioattive. È anche causato da petroliere che nei giorni di nebbia vengono portate a largo dove vengono ripulite da cima a fondo. Tutto il petrolio rimasto nella nave viene rigettato in acqua. L'ecosistema viene intaccato da ciò che l'uomo rifiuta e adopera: le grandi navi e gli yacht sono responsabili del 77% di tutti gli scarichi in mare, percentuale che include liquami vari, plastiche, residui di carburante, acque di zavorra e gas di scarico. 32 L’Inquinamento Idrico Fluviale • L'inquinamento fluviale da parte degli scarichi agricoli causa l'eutrofizzazione dove i fosfati e i nitrati rilasciati alimentano le alghe che consumano ossigeno e soffocano la vita animale e vegetale. 33 Sostanze chimiche nell’acqua • Alcune sostanze chimiche presenti nell'acqua sono particolarmente pericolose per la salute dell'uomo e per la sopravvivenza di numerose specie viventi. Per esempio il cromo, il mercurio e i solventi clorurati, che rendono tossici e nocivi tutti i rifiuti che li contengono. 34 Fertilizzanti chimici • I fertilizzanti chimici usati in agricoltura e i liquami prodotti dagli allevamenti sono ricchi di sostanze organiche che, dilavate dalla pioggia, vanno a riversarsi nelle falde acquifere o nei corpi idrici superficiali. A queste sostanze si aggiungono spesso detriti più o meno grossi, che si depositano sul fondo dei fiumi. 35 Le piogge acide • Il fenomeno delle piogge acide, che consiste nella contaminazione dell'acqua piovana da parte delle sostanze tossiche presenti nell'atmosfera ha effetti devastanti su foreste. 36 Le due soluzioni all’inquinamento dell’acqua:Naturale;Umano • • NATURALE: ad esempio i fiumi che sono sempre stati in grado di depurarsi autonomamente perchè contengono dei batteri che decompongono le sostanze organiche provenienti dai resti di esseri viventi morti. L'acqua, in condizioni normali, è in grado di autodepurarsi grazie ad una certa quantità di ossigeno disciolto (la solubilità di O2 in acqua è di 9 ppm a 20 °C con pressione pari ad 1 atm) che trasforma le sostanze, grazie alla decomposizione aerobica (ossidazione), in composti non inquinanti (come l'anidride carbonica, i nitrati, i fosfati, i solfati). Se l'ossigeno disciolto in acqua non è sufficiente per ossidare tutte le sostanze inquinanti presenti, si formano prodotti come il metano, l'ammoniaca, la fosfina-PH3-, acido solfidrico che fanno scomparire ogni forma di vita nell'acqua. UMANE:si potrebbero costruire depuratori efficenti alla pulizia dei fiumi dato che le centrali che si trovano vicino i fiumi scaricano rifiuti tossici nelle acque del torrente. 37 38 Non lasciamo che il WTO decida sull’ erogazione dell’ acqua • • Il WTO (World Trade Organization)vorrebbe proseguire "la progressiva liberalizzazione del prezzo delle acque” con la conseguente privatizzazione di tutti i servizi, inclusi i servizi pubblici. The General Agreement on Trade in Services (GATS), (gli Accordi Generali delle Agevolazioni Commerciali), adottate per la prima volta nel 1994, comprende l'impegno a negoziare ulteriori liberalizzazioni partendo dal 2000. Ora i negoziatori europei vogliono includere l'acqua potabile negli accordi del GATTS. Gli Europei hanno grandi profitti con le TNC come Suez Lyonnaise des Eaux che sono coinvolti nei servizi della privatizzazione municipale nel mondo, inclusa la città di Indianapolis, così che è nel loro interesse avere acqua per essere parte del GATS. I negoziatori degli Stati Uniti stanno pensando come rispondere. Essi sanno che c'è una controversia negli Stati Uniti sull'ottenere una copertura del GATS sull'acqua. Le corporazioni americane vorrebbero limitare le coperture in aree dove essi sono competitivi con le corporazioni Europee. I sostenitori dell'ambiente e della giustizia non vogliono l'acqua compresa nel GATS. Gli Stati Uniti stanno cercando una posizione di compromesso. Essi sono premurosi di proporre che il GATS "intacca" esclude, il trasporto della maggior parte dell'acqua attraverso le frontiere internazionali da parte delle compagnie private. (l'operazione di oleodotti è un servizio). Questo potrebbe essere buono dalla prospettiva di cittadini e organizzazioni che credono che l'acqua è un diritto non una necessità che deve essere fornita dai mercati del profitto. L’Acqua rappresenta il diritto alla vita di tutta l’umanità, occorre che i paesi occidentali decidano di sfruttarla razionalmente onde garantire la possibilità di accesso anche a tutti i popoli del terzo e quarto mondo. 39 40 LE GUERRE PER L’ACQUA 41 42 43 44 QUALCHE ARTICOLO… L’acqua: un diritto o solo un bisogno? 45 A mani nude sull'acqua, dopo Istanbul di Emilio Molinari 15/05/2009 Il Forum mondiale nega il diritto umano all'acqua, l'Italia marcia verso l'obbligo di privatizzare i servizi idrici. Riflessioni sulle strategie del movimento 46 La legge 133/08 contenente la manovra 2009-2013, all'art. 23 bis, ha chiuso per il Movimento Italiano dell'acqua la fase della legge d'iniziativa popolare. Il rifiuto, per la quinta volta, di dichiarare l'acqua diritto umano, pronunciato dal Forum Mondiale di Istanbul ha chiuso, per il movimento internazionale, un'altra fase, quella dei Forum Mondiali e dei Controforum. I due eventi messi assieme, rispecchiano paradossalmente la medesima cultura giuridico legislativa verso la quale ci avviamo. A Istanbul, negando il diritto umano all'acqua, si è negato l'obbligo per tutte le istituzioni a legiferare al fine di garantire, a tutti i cittadini del mondo, l'accesso a tale diritto. In Italia, d'altro canto, obbligando per legge tutte le istituzioni locali a privatizzare i servizi idrici, si è resa obbligatoria la negazione di tale diritto. Questo impone alcune serie riflessioni su come procedere. 47 I successi ottenuti ad Istanbul sono innegabili: - 26 paesi hanno dichiarato che l'acqua è un diritto umano e 16 di questi hanno sostenuto che l'Onu deve gestire direttamente i prossimi Forum Mondiali. - Il movimento ha dettato i punti essenziali dell'agenda del Forum Mondiale. Eppure le difficoltà sono sostanzialmente nostre. I successi infatti registrano solo quanto abbiamo inciso nelle istituzioni mondiali. Ma sono le multinazionali che hanno vinto, riuscendo nell'intento di far negare alla «politica» il più elementare e naturale dei principi: l'acqua è un diritto umano. Loro hanno l'iniziativa politica. Può darsi che il movimento italiano non sia d'accordo, ma i punti a favore delle multinazionali sono tanti: - l'Italia, con la legge 133 art. 23 bis del 6 Agosto, obbliga i comuni a privatizzare i servizi idrici entro il 2010. - il sistema politico, con i ricatti economici, sta in questi giorni piegando i comuni riottosi o dubbiosi a privatizzare, oppure procede con fusioni societarie (Iride/Enia, A2A che assorbe Lecco, Pavia ecc..) che preludono alla nascita di una grande multiutility italo-francese di tutti i servizi pubblici. - l'Europa definisce l'acqua un bene di “interesse generale a prevalenza economica”; il parlamento europeo assume tale posizione e legittima il Forum mondiale dell'acqua. - l'ONU rinvia di tre anni il rapporto sul diritto all’acqua, legittima il Forum Mondiale e permette che l'acqua sia dichiarata un bisogno e non un diritto. - nel World Economic Forum di Davos, si è costituita una lobby definita “Patto per l'acqua” formata dalle multinazionali: Nestlè, Coca Cola, Pepsi Cola, Unilever, General Electric, Levi Strauss, alla quale l'Onu ha delegato la definizione delle linee guida della politica mondiale dell'acqua; - in Italia la lobby ha costituito una fondazione dal nome: Food and Water for Live, con Nestlè, Giulio Tremonti e Marco Tronchetti Provera alla guida; - tutta la politica ambientale mondiale ha assunto come priorità totalizzante i mutamenti climatici e la riduzione delle emissioni di gas serra; così facendo nega l'esistenza di una specifica “crisi mondiale dell'acqua”, con il risultato che per ridurre i gas serra, si indica nella produzione di energia, la priorità nell'uso dell'acqua dando impulso, con veste ambientalista, al proliferare delle dighe e alle coltivazioni degli agrocarburanti. E’ quanto il ministro turco ha dichiarato al Forum Mondiale di Istanbul ed è un terribile cambio di paradigma che determinerà: l'aumento degli assetati, degli affamati, l'espulsione di un miliardo di contadini della sussistenza, nuovi slum, nuova emigrazione, il passaggio alla mercificazione/ commercializzazione di tutta l'acqua del pianeta e la definizione del suo prezzo al “barile”; - le multinazionali, nelle loro sedi, decidono la priorità degli obiettivi, si danno una strategia unitaria per realizzarli, concentrano gli sforzi e coordinano le istituzioni. Il movimento dei Forum Sociali invece, si riunisce da ben 10 anni, ma non decide nulla, non concentra gli sforzi di tutte le realtà associative e la politica delle istituzioni che l’animano, non crea sinergie, non indica impegnative priorità. Questa a me sembra la realtà dopo Istanbul, che ci obbliga a riaggiornare la nostra strategia in due direzioni apparentemente contrastanti. Prima conviene fare un passo indietro. -Tornare tra la gente normale, quella che di solito non si raggiunge. -Tornare a formare cultura dell'acqua e del diritto, riprendere i valori originari della nostra narrazione, che forse abbiamo perso per strada, presi dalla necessità di affrontare tecnicismi contabili e contingenze da associazione dei consumatori. Per poi fare due passi avanti. Il primo, dandoci l’obiettivo di «conquistare» ai contenuti dell'acqua tutto il movimento di Porto Alegre. Il movimento sembra incapace di battaglie mirate, in cui tutte le realtà decidono di impegnarsi senza per questo venir meno alla loro vocazione. Ognuno persegue la propria missione e le proprie priorità, trascurando l'emergenza che vale per tutti. Inoltre molte realtà che partecipano ai Social Forum non si sono pronunciate contro la privatizzazione dell'acqua, anzi talvolta la sposano. E questo è un ostacolo da rimuovere da parte nostra. Il secondo, puntando la nostra iniziativa in alto, interloquendo direttamente con alcuni governi (penso ai governi Latino Americani), lavorando sui rapporti che si sono stabiliti tra essi e i movimenti, con le carovane che abbiamo fatto, attraverso i forum che intendiamo promuovere in Centro America. Occorre determinare strategie che rendano tali governi protagonisti non saltuari verso il resto delle istituzioni: i governi incerti, gli appuntamenti dell'Onu, i vari G8, G20, affinché si diano degli obiettivi e propongano un'agenda in tal senso. Prima però mi permetto di indicare, per la situazione italiana, il compito di accumulare forze nuove al fine di modificare la legge 133/08 art, 23 bis. Togliendo ogni riferimento all'obbligatorietà alla privatizzazione, permettendo ai 61 Ato che ancora detengono la totalità delle azioni di competenza, di scegliere liberamente la gestione in house, tra le tre varianti ammesse dall'Europa e introducendo bensì criteri tali da impedire che attraverso le fusioni societarie determinate da politica e multinazionali, si sottraggano alla direttiva di scegliere tra la gara e la gestione in house. Una azione questa, possibile attraverso emendamenti nella prossima finanziaria, creando una mobilitazione delle coscienze, degli intellettuali, informando l'opinione pubblica, costruendo un rapporto speciale con i sindaci e con alcuni parlamentari di tutti i partiti. Tenendo conto di entrambi gli obiettivi, occorre completare il quadro: 1. Finora abbiamo raggiunto una piccola parte dei cittadini, spesso nella indispensabile forma della mobilitazione contro le tariffe, secondo il principio che la gente si muove solo quando è toccata nel portafoglio. Abbiamo agito per affinità politiche, rivolgendoci al popolo di alcuni partiti. Ma non basta più, occorre parlare anche alla gente che non ci è affine. Senza deflettere dai nostri principi di fondo, il consenso va cercato nelle sedi del popolo di centro destra, della Lega in particolare. Parlare nelle università all'insieme degli studenti non attraverso qualche frazione di sinistra. Parlare ai fedeli sul terreno della spiritualità e con l'idea di coinvolgere le alte sfere della Chiesa. Cercare gli uomini di cultura, dell'arte e dello spettacolo per portarli a scelte di campo costanti. Promuovere iniziative con associazioni lontane dalla nostra missione. 2. Le istituzioni internazionali hanno risucchiato la crisi dell'acqua dentro i mutamenti climatici, dando priorità alla produzione idroelettrica e dei biocombustibili. Così, hanno definito l'agenda, gli appuntamenti internazionali e i contenuti da negoziare da qui al 2012, nell’ambito del post /Kyoto. Questa dimensione dei negoziati sul protocollo, non è più eludibile da parte nostra. E’ il momento di una strategia complessiva sull’acqua, con al centro il diritto, ma non limitata al servizio idrico. Occorre una nostra agenda fatta di contenuti e di appuntamenti. Copenhagen 2009 diventa un appuntamento obbligatorio in tal senso. Inserire un protocollo sull'acqua dentro ai negoziati sul clima, in discussione a Copenhagen è un modo per riprendere l'iniziativa dopo Istanbul. In questa prospettiva, il nuovo rapporto, tutto da costruire, con i governi diventa oltre che determinante, urgente. Così dicasi per il rapporto tra i due movimenti, i soli internazionalmente organizzati, dell'acqua e della terra/cibo: diventa strategico. Lo stesso rapporto va perseguito e costruito con i numerosi movimenti che in tutto il mondo: Turchia, Centro America, Brasile, India, Cina ecc.. si battono contro le grandi dighe, la canalizzazione e derivazione dei fiumi. Questi movimenti non sono ancora coordinati tra loro e nella prospettiva di Copenhagen, l'agenda del movimento dell'acqua deve arricchirsi di incontri in tal senso, di contenuti da trovare assieme e da rovesciare dentro ai negoziati. Il G8 diverso A luglio in Italia si svolgerà il primo G8 dell'era Obama. La domanda che sorge spontanea è: questo fatto cambia qualcosa? Cambia anche per noi del movimento? Oggi, secondo una prassi immutabile, stiamo discutendo di seminari nei quali le diverse realtà potranno riproporre i temi preferiti e ribadire le proposte. Stiamo anche discutendo dove riunirci, visto che il G8 si tiene all'Aquila e dobbiamo tener conto di una città sconvolta dal terremoto e del disagio delle persone sopravvissute a una tragedia. Si sta già discutendo delle aree tematiche da affrontare con maggior risalto. Si discuterà, perché qualcuno lo riproporrà sicuramente, di fare una improponibile manifestazione in Abruzzo contro gli otto grandi che si arrogano il diritto di decidere le sorti del mondo. Certo, i seminari vanno fatti e i problemi affrontati. Il movimento dell'acqua dovrà presentare le sue proposte per contrastare la dichiarata Crisi Mondiale dell'Acqua oggi più che mai, dopo che il Forum Mondiale di Istanbul si è rifiutato, per la quinta volta!, di dichiarare che l'acqua è un diritto umano e un bene comune, mentre nel pianeta se ne afferma la mercificazione universale. E' tutto giusto, ma è tutto scontato. Questa prospettiva di lavoro è davvero al passo con i tempi? Non si ripropone come una abitudine nel pensare e nell'agire? Come un rito che non tiene conto dei cambiamenti politici avvenuti? Mentre nell'era Obama a cambiare, se non tutto, sono molte cose. Senza enfatizzare e senza farmi illusioni, penso stiano cambiando le relazioni internazionali, il modo di affrontare certi conflitti. Negli Usa cambia persino il modo di affrontare la difficile realtà dell'emigrazione o dei problemi ambientali, finora ridicolizzati. La sanità pubblica viene chiamata con il termine bene comune. Cambiano le politiche verso governi che fino ad ieri erano al bando e cambia anche il loro atteggiamento verso la grande potenza imperialista. L'era Obama sembra quella in cui i problemi si affrontano con il : parliamone. Perché non pensare che anche il movimento, portatore di grandi problemi, possa essere un soggetto del parliamone? Perché non metterci in questa ambiziosa dimensione e pensare di poterci rivolgere al Presidente degli USA ponendo i problemi e chiedendo risposte? E' così velleitario, così sopra le righe? C'è stato un momento in cui, come movimento, ci siamo definiti “potenza mondiale”. Se oggi cambiano gli atteggiamenti del Venezuela, dell'Iran; se si attivano canali di comunicazione con Cuba, perché non partire da quella presunzione di noi stessi per cercare di aprire canali diretti di confronto? Da una parte ci sono sempre i potenti della terra e dall'altra la società civile,h i movimenti sociali, alternativi e sempre a rischio di venire cooptati nelle logiche della «governance». Ma guardando dall'osservatorio dell'acqua, penso sia questo il momento di osare simili strade per rompere l'impasse che si è determinato dopo Istanbul. Di provare a dire: presidente Obama, agli occhi del mondo Lei rappresenta il cambiamento della politica mondiale. Questa politica si rifiuta di dichiarare la cosa più evidente e cioè che l'acqua è un diritto umano. Poiché gli Usa sono i principali sostenitori di questo rifiuto, cosa intende fare se questa la politica, come per il petrolio, fa governare l'acqua da quel mercato che ha generato la crisi economica che travaglia il mondo? E' giusto che l'ONU deleghi alle multinazionali le scelte mondiali sull'acqua? Parliamone, in concreto, su questi 4 problemi, fondamentali per la pace: - Il diritto umano all'acqua, - la mercificazione di questo bene, - l'assunzione di responsabilità dell'Onu sull'acqua, - l'inserimento della crisi dell'acqua nei negoziati sui mutamenti climatici. Perché non provare? Perché non domandarci se attivando tutte le forze del movimento, le personalità che lo animano, i governi con cui dialoghiamo questa prospettiva non possa diventare realistica? Produrrebbe una amplificazione delle nostre battaglie, una maggiore credibilità dei nostri contenuti. Certo è una strada costellata di forse, se, ma, di rotture con abitudini consolidate, di rischi di essere cooptati nel sistema, ma è anche vero che con Obama tutto non sarà più come prima...anche per noi. Presidente Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull'Acqua ( le parti in grassetto sono state evidenziate dalla classe I C, in sede di lettura e di analisi del testo) Nestlè è il numero 1 mondiale nel mercato dell'acqua in bottiglia Quale ruolo gioca Nestlè in questo enorme mercato dell'oro blu? La multinazionale svizzera è il numero 1 mondiale nel mercato dell'acqua in bottiglia. L'impresa possiede di fatto più o meno il 16% del mercato mondiale, seguita da Danone con pressappoco il 12%. Vengono poi CocaCola Co. e PepsiCo. Questo mercato rappresenta oggi 36 miliardi di Euro e gli esperti contano su una progressione media tra il 7 e l'8% all'anno fino al 2010, il che significa che la domanda dovrebbe raddoppiare in meno di 10 anni.. Nestlè Waters, gruppo di imprese che organizza i suoi interessi nelle acque, è molto redditizia: piu del 6% di benefici netti di Nestlè sono stati realizzati in questo settore nel 2003. Un altro indice dimostra che l'acqua è un settore molto interessante per la multinazionale di Vevey: quasi il 20% dei suoi investimenti nel 2003 sono stati fatti in questo settore! Nestlè gestisce decine di marchi d'acqua, di cui le più conosciute sono Perrier, Vittel, Contrex, San Pellegrino, Nestlè Pure Life e Nestlè Aquarel. 61 Nestlè compra delle sorgenti private e delle concessioni per pompare milioni di litri d'acqua Per procurarsi la materia prima, Nestlè Waters, l’impresa svizzera, compra nel mondo delle concessioni di prelievo e delle sorgenti privatizzate, dalle quali pompa delle quantità enormi di acqua. Le conseguenze sulle regione circostante sono spesso giudicate catastrofiche. Così, la nappa freatica, es non può rinnovarsi al ritmo dei prelievi, scende, il che può avere delle conseguenze nefaste sull’equilibrio ecologico della regione e può fare prosciugare altre sorgenti vicine. In modo generale, quello che viene messo in causa è la manomissione da parte di una società privata di un bene comune, pagando dei diritti di licenza spesso irrisori, per tirarne dopo enormi benefici. Alcuni movimenti di cittadini in Brasile, negli Stati Uniti si oppongono… Dei gruppi di cittadini, di diversi continenti, si oppongono a questa politica di Nestlè. In Brasile, a Sao Lourenco, i movimenti cittadini per l’acqua denunciano il sovrasfruttamento di una sorgente a 150 metri di profondita da Nestlè in mezzo ad un parco naturale, che avrebbe delle conseguenze disastrose sulla qualità dell’acqua e la fragilità ecologica di questa regione, due sorgenti si sarebbero così esaurite. Di più, Nestlè violerebbe la legge brasiliana demineralizzando l’acqua (di fatto, per produrre Pure Life, Nestlè demineralizza l’acqua per poi reintrodurre i minerali per potere vendere dappertutto nel mondo un'acqua identica). Un processo a questo soggetto è in corso contro la multinazionale. Il movimento brasiliano ha lottato contro il gigante svizzero, anche attraverso i media elvetici, denunciando regolarmente i misfatti della fabbrica brasiliana con articoli e inchieste televisive. Questo modo di agire è stato particolarmente doloroso per Nestlè che tiene a salvaguardare la sua immagine, soprattutto nel paese centro delle sue attività. Così, in un forum organizzato nel gennaio 2004, in parallelo al World Economic Forum di Davos, Peter Brabeck annuncia che Nestlè si ritira dal parco d’acqua di Sao Lourenco. Questo successo, piegare la multinazionale nella sua ricerca di profitti ad ogni costo, può essere interpretato come conseguenza diretta del lavoro di divulgazione messo in opera dal gruppo brasiliano. Però, il rappresentante del gruppo, Franklin Frederick, non si fida: «Non è escluso che l’annuncio del suo padrone non nasconda una manovra per fare un ritorno trionfale sulla scena». Egli si aspetta che l’impresa agiti lo spaventapasseri dei licenziamenti con conseguente chiusura della fabbrica e non si occupi dei danni causati da anni di prelievi eccessivi. Un altro centro di interesse per Nestlè si situa negli Stati Uniti, nella regione dei Grandi Laghi, dove si trova pressappoco un quinto delle riserve mondiali di acqua fresca del mondo. Da qualche anno, il gruppo Nestlè Waters North America (che si chiamava prima Perrier Group of America) tenta di approfittare il più possibile di questo potenziale di acqua per riempire milioni di bottiglie di Ice Mountain e Poland Springs vendute negli Stati Uniti. Il primo tentativo di Nestlè (allora Perrier Group) ha luogo nel Wisconsin. L’impresa ottiene, nel settembre 2000, un permesso di sfruttamento per due sorgenti ad alta capacità vicino a New Haven e si appresta a costruirci una fabbrica per 100 milioni di dollari. Ma la resistenza a questo sfruttamento è reale: si formano diversi movimenti di cittadini per opporsi al pompaggio di quantità gigantesche di acqua che avrebbe delle conseguenze dirette sull’ambiente e sull’equilibrio ecologico. D’altronde, nei pressi delle fabbriche di pompaggio di Nestlè in Texas e in Florida, la popolazione subisce delle interruzioni regolari nella fornitura dell’acqua. Rapidamente, vari referendum sono stati indetti, delle risoluzioni passano, un appello al boicottaggio è lanciato, e finalmente una denuncia è deposta dalla tribù indiana Ho-Chunk che evidenzia i legami culturali della tribù con la sorgente e da un gruppo di cittadini di Newport. La corte mantiene la validità della licenza accordata alla multinazionale, ordinando però dei nuovi studi di impatto ambientale del progetto. Ma, di fronte alle pressioni popolari, Nestlè rinuncia al progetto e si gira verso lo stato vicino, il Michigan. Il portavoce di Perrier Group of America, Kim Jeffrey constata: «la gente nel Michigan è molto piu recettiva. Andremo a realizzare un'operazione coronata di grande successo in un altro stato, il che permetterà alla gente del Wisconsin di vedere chi siamo in realita». Ed è presso le Grandi Cascate, che Nestlè Waters North America ottiene, nel 2000, una licenza di sfruttamento di quattro sorgenti, per le quali avrebbe pagato la somma irrisoria di più o meno 100 dollari! Di fatto, l’amministrazione repubblicana del Michigan, sensibile alle promesse di Nestlè di creare dei posti di lavoro, e molto favorevole al progetto, avrebbe accordato in più al momento della firma quasi 10 milioni di dolalri di riduzione di imposte. L’impresa ha realizzato una fabbrica da 150 milioni di dollari, con una capacità di pompare piu di 881 milioni di litri d’acqua all’anno. Ma, la storia si ripete e tre tribù indiane sporgono denuncia, come l’associazione cittadina di nuova formazione, Michigans Citizens for Water Conservation. Questo gruppo pone alla corte questa domanda di ordine generale per sapere se Perrier o qualsiasi altra impresa ha il diritto di privatizzare l’acqua, prelevarla alla regione dei Grandi Laghi e venderla altrove per il beneficio privato. Nel novembre 2003, il tribunale del Mecosta county circuit Court of Michigan pronuncia un verdetto storico: dà ragione al gruppo di cittadini e ordina a Nestlè di chiudere le fabbriche di pompaggio. Questa decisione -come l’esempio del Brasile- dimostra che i movimenti dei cittadini possono avere una reale influenza sui margini di manovre concesse alle multinazionali. E pure, anche lì non si può cantare vittoria: per il momento Nestlè continua a sfruttare la sorgente (l’impresa ha fatto ricorso e ha ottenuto di sfruttare la sorgente fino al nuovo giudizio). Di più, non bisogna scordarsi che Nestlè sfrutta qualche decina di altre sorgenti negli Stati Uniti, e che nel 2003 le sue vendite di acqua hanno continuato a crescere in questo paese. Annotiamo ancora un altro caso, dove la lotta contro lo sfruttamento di una sorgente d’acqua da parte di Nestlè è stata coronata di successo: in Svizzera, un movimento di resistenza organizzato da AttacNeuchatel ha potuto evitare che Nestle ottenesse una concessione di prelievo d’acqua minerale delle sorgenti a Bevaix, nel cantone di Neuchatel. Il mercato occidentale: fare credere che l’acqua in bottiglia è di qualità superiore all’acqua del rubinetto. Come i suoi concorrenti Danone, Pepsi e Coca-Cola, Nestlè conduce una campagna pubblicitaria offensiva in modo che i consumatori associno l’acqua in bottiglia ad un prodotto superiore all’acqua del rubinetto: campagna di vitale importanza per i profitti della multinazionale visto che l’acqua che vende costa centinaia di volte più cara che l’acqua del rubinetto. Secondo uno studio del World Wildlife Fund oggi la maggioranza della popolazione considera l’acqua in bottiglia più sana, il che è un esempio rivelatore del potere immenso della pubblicità. E pure, la qualità dell’acqua del rubinetto nei paesi occidentali è generalmente buona e non si differenzia veramente nel gusto, è quello che tendono a confermare dei test condotti alla cieca. In piu, la qualità dell’acqua venduta a prezzi moltiplicati non è sempre irreprensibile. Così, il Dipartimento della Sanità del Kansas, Stati Uniti, ha testato un centinaio di marchi di bottiglie d’acqua reperibile in commercio: un terzo delle bottiglie testate riscontrava delle tracce di sostanze indesiderabili. In più, lo stoccaggio e il trasporto delle bottiglie, che può durare dei mesi, hanno lasciato tracce di cloroformio, nitrati e anche di piombo nei campioni testati. Una qualità in contrasto con gli aggettivi purezza, acqua di roccia, etc… riportate sulle etichette. Nel giugno 2003, una denuncia è stata depositata contro Poland Spring (un marchio di Nestlè Waters North America) a Greenwich. Il marchio è accusato di ingannare i consumatori affermando che Poland Spring proviene da «sorgenti protette e pure al centro delle foreste del Maine, quando invece l’acqua sarebbe estratta, di fatto, da sorgenti artificiali, di cui una almeno si trova in un parcheggio vicino alla strada principale. Il mercato dei paesi del sud: dei profitti con la sete dei paesi poveri Con milioni di litri d’acqua prelevati così da diverse sorgenti nel mondo, Nestlè riempie le sue bottiglie di acqua Pure Life. Secondo il PDG di Nestlè, Peter Brabeck: «Pure Life e sensata essere la soluzione al problema dell’acqua nel mondo». Di fatto questo marchio è stato lanciato nel 1998 per diventare a lungo termine il primo marchio mondiale d’acqua. E' stata introdotta progressivamente sui mercati dei paesi del sud cominciando dal Pakistan, dove Pure Life ad oggi ha una parte del mercato superiore al 50%. Lanciando il marchio in quel paese, Nestlè avrebbe, secondo l’Asian Wall Street Journal, usato dei metodi poco ortodossi: l’impresa avrebbe, qualche mese prima del lancio, sensibilizzato la popolazione sulla questione dell’igiene dell’acqua con dei seminari dove dei funzionari pubblici proclamavano che lo stato dell’acqua in Pakistan era catastrofico. Pure Life veniva poi presentata come la presunta alternativa. Però, solo una ristretta parte della popolazione può permettersi quest’acqua. Secondo lo stesso quotidiano, i bisogni di una sola persona in acqua potabile per un anno in Pakistan, ammonterrebbe a 243 dollari comprando Pure Life. Il reddito medio annuale in Pakistan è attorno ai 495 dollari. Pure Life è cosi proposta come falsa alternativa a milioni di persone che soffrono la sete. Più grave ancora, e che il lancio di questo marchio nei paesi così detti del terzo mondo può scoraggiare i poteri pubblici ad investire nel miglioramento della rete di distribuzione pubblica d’acqua potabile.Per Nestlè, questa miseria è una sorgente di profitti: sul suo sito internet, il marchio constata che l’Asia, in materia di consumazione di acqua in bottiglia ha «un importante potenziale di crescita per gli anni a venire». E sul Medio-oriente e l’Africa: «dell’acqua potabile fresca è vitale per questa regione e i nostri concorrenti constatano il valore dell’acqua in bottiglia con delle cifre in crescita». Nestlè dichiara, finalmente, nel suo bilancio di gestione: «le nostre attività sono cresciute in Asia, Medio-Oriente e in Africa, con dei tassi di crescita organici generalmente superiori al 20%». L’accesso all’acqua è un diritto umano Come segnala la Comunità di lavoro delle ONG svizzere, l’acqua non è una merce come le altre, perché non ha sostituti ed è una necessità vitale. L’accesso all’acqua deve essere considerato un diritto umano: non è accettabile che più di un miliardo di persone siano privati di questa risorsa per mancanza di mezzi o perché la multinazionale che ha comprato le concessioni non giudica redditizio distribuire la sua acqua in tale o talaltra regione periferica. La vera risposta alla miseria creata attorno al mondo per la mancanza d’acqua non è la manomissione mercantile o la speculazione in borsa ma l’investimento da parte dei poteri pubblici per il miglioramento della rete di distribuzione dell’acqua, che, ricordiamolo, esiste in modo abbondante su questo pianeta. Privatizzazione dell’ acqua: approvato il decreto Ronchi La riforma dell’ acqua, passata con 302 voti favorevoli e 263 contrari, è contenuta in particolare nell’ articolo 15 del decreto legge. Articolo che da un lato ribadisce come la proprietà dell’ acqua sia pubblica; dall’ altra però manda in soffitta tutte le gestioni in house entro il 31 dicembre 2011 a meno che entro questa data la società che gestisce il servizio non sia per il 40% affidata a privati. LA GESTIONE DELL’ ACQUA La norma, in particolare, prevede due modalità per la gestione dell’ acqua in via ordinaria ed un’altra in via straordinaria. Si stabilisce così che la gestione del servizio idrico debba essere affidato ad un soggetto privato scelto tramite gara ad evidenza pubblica oppure ad una società mista (pubblico-privato) nella quale il privato sia stato scelto con gara. Oppure, ed è il caso straordinario, la gestione del servizio idrico può essere affidata (“in casi eccezionali”) in via diretta, vale a dire senza gara, ad una società privata o pubblica. In tal caso, però, si deve in primo luogo trattare di una società in house, ossia una società su cui l’ ente locale esercita un controllo molto stretto; in secondo luogo, l’ ente locale deve presentare una relazione all’ Antitrust in cui motiva la ragione dell’ affidamento senza gara. In terzo luogo, l’ Antitrust deve dare il proprio parere GLI AFFIDAMENTI IN HOUSE Poiché, come noto, ad oggi sono già moltissimi i casi di affidamento in house, il decreto mette nero su bianco il da farsi nella fase transitoria. Il provvedimento, infatti, prevede nel dettaglio che le gestioni in house debbano tutte decadere entro il 2011, a meno che entro questa data la società che gestisce il servizio non sia per il 40% affidata a privati. Resta comunque possibile per la società spiegare all’Antitrust i motivi per cui ricorra il caso straordinario che permette l’ affidamento diretto Di fatto, con l’ attuale formulazione dell’ articolo 15, si obbligano gli enti locali a mettere sul mercato l’ acqua“. 77 Le conseguenze della scarsità di acqua A causa della crescita delle attività umane, la disponibilità di acqua potabile per persona sta diminuendo. All’inizio del terzo millennio si calcolava che oltre un miliardo di persone non avesse accesso all’acqua potabile e che il 40% della popolazione mondiale non potesse permettersi il lusso dell'acqua dolce per una minima igiene. La conseguenza è che oltre 2 milioni e duecentomila persone, in maggioranza bambini, sono morte nel 2000 per malattie legate alla scarsità di acqua pulita. Nel 2004 l'organizzazione umanitaria britannica "WaterAid" calcolò la morte di un bambino ogni 15 secondi per via di malattie facilmente prevenibili, contratte a causa della scarsità di acqua pulita. Nel 2006 si sono calcolate trentamila persone morte ogni giorno nel mondo per cause riconducibili alla mancanza d'acqua pulita. 78 Inoltre il World Water Development Report dell'UNESCO nel 2003 indica chiaramente che nei prossimi vent'anni la quantità d'acqua disponibile per ogni persona diminuirà del 30%. Per questo l'acqua è una risorsa strategica per molti Paesi. Ismail Serageldin, vicepresidente della Banca mondiale, nel 1995 affermò: “Se le guerre del Ventesimo secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del Ventunesimo avranno come oggetto del contendere l’acqua”. [4] La rivendicazione del diritto all'acqua La gestione pubblica del servizio idrico ha spesso incontrato difficoltà pratiche per una cronica tendenza a non fare necessari investimenti e a non eseguire le necessarie manutenzioni (ad esempio la ricerca delle perdite degli acquedotti e la loro riparazione); molti paesi hanno quindi affidato la gestione del servizio a grandi società private (come le francesi Vivendi Environment, Suez Lyonnaise des Eaux e Saur o la tedesca Rwe/Thames water). 79 IL finanziamento degli investimenti decisi contrattualmente fra governo e gestore è ottenuto in genere tramite considerevoli aumenti delle tariffe di vendita dell'acqua, che gli utenti hanno ritenuto sproporzionati e insostenibili, determinando una forte conflittualità fra la società civile e le compagnie private e spesso una vera e propria rivolta contro la privatizzazione delle risorse idriche e per rivendicare il diritto all'acqua come uno dei fondamentali diritti umani. La trasformazione dell’acqua in merce è la strategia strenuamente perseguita da organismi sovranazionali come il WTO (World Trade Organization), la Banca mondiale e il Fondo Monetario Internazionale che da tempo legano la concessione dei prestiti alla deregulation e alla privatizzazione dei servizi, tra cui anche la fornitura dell'acqua. 80 Durante il round di negoziati del WTO a Doha nel 2001 si parlò esplicitamente di eliminazione delle “barriere tariffarie e non tariffarie sui beni e servizi ambientali”, tra cui ovviamente rientra anche l’acqua. Alle risorse idriche come bene commerciabile fa esplicito riferimento anche il NAFTA (North American Free Trade Agreement). Nel 1998 il "Comitato internazionale per il contratto mondiale sull’acqua" si è riunito a Lisbona e ha proclamato il Manifesto dell'acqua che si conclude con l'affermazione: "L’acqua è patrimonio dell’umanità." Il Parlamento Europeo già nel 2002 aveva recepito queste sollecitazioni, ribadendole nel 2003. Il 15 marzo 2006 è stata approvata una risoluzione in vista del quarto "Forum mondiale dell'acqua", organizzato ogni tre anni dal Consiglio Mondiale sull'Acqua, affermando che "l'acqua è un bene comune dell'umanità e come tale l'accesso all'acqua costituisce un diritto fondamentale della persona umana". Un lungo cammino… 81 I primi tre "Forum mondiali dell'acqua" si sono tenuti a Marrakech (1997), all'Aia (2000) e a Kyoto (2003). Il quarto si è tenuto a Città del Messico dal 16 al 22 marzo del 2006, con la partecipazione di 146 paesi e si è concluso con la "Dichiarazione degli enti locali sull’acqua". Il Forum tuttavia non ha affermato il riconoscimento dell'accesso all'acqua come un diritto fondamentale di ciascun essere umano, stabilendo il livello minimo di 20 litri di acqua al giorno come diritto non commerciabile. Dal 18 al 20 marzo 2007 si è tenuta a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo, l'Assemblea mondiale dei cittadini e degli eletti per l’acqua con 650 partecipanti tra parlamentari, sindaci, amministratori locali, rappresentanti delle imprese pubbliche dell'acqua, responsabili dei sindacati della funzione pubblica e cittadini impegnati nei movimenti in difesa dell'acqua provenienti da tutto il mondo. Nella sessione conclusiva è stata approvata una lettera da inviare a tutti i capi di stato e di governo del mondo, a tutti i presidenti dei parlamenti nazionali e sovranazionali e ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con impegni e richieste concrete. 82 La sesta sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, riunita a settembre 2007, ha discusso un nuovo studio dell'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani sull'obbligo di considerare nel novero dei diritti umani l'accesso all'acqua potabile e l'uso di servizi igienici. In Italia, negli studi giuridici, si è affermata da alcuni anni una dottrina civilistica (Alberto Maria Gambino, professore ordinario di Diritto privato nell'Università Europea di Roma), che ha teorizzato il carattere extramercatorio del bene giuridico acqua, che dunque pur rimanendo oggetto di contratti commerciali non è sottoposto alle stesse regole di mercato degli altri beni di consumo. 83 Diritto all’acqua Il diritto all'acqua risulta quale estensione del diritto alla vita affermato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Esso riflette l'imprescindibilità di questa risorsa relativamente alla vita umana. « "È ormai tempo di considerare l'accesso all'acqua potabile e ai servizi sanitari nel novero dei diritti umani, definito come il diritto uguale per tutti, senza discriminazioni, all'accesso ad una sufficiente quantità di acqua potabile per uso personale e domestico - per bere, lavarsi, lavare i vestiti, cucinare e pulire se stessi e la casa - allo scopo di migliorare la qualità della vita e la salute. Gli Stati nazionali dovrebbero dare priorità all'uso personale e domestico dell'acqua al di sopra di ogni altro uso e dovrebbero fare i passi necessari per assicurare che questo quantità sufficiente di acqua sia di buona qualità, accessibile economicamente a tutti e che ciascuno la possa raccogliere ad una distanza ragionevole dalla propria casa.» 84