Signori, si parte!
Documentazione di Claudia Fanti
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Signori, si parte!
La nostra pedagogia
Lavori di coppia
Autocorrezione
Valutazione formativa
Documentazione di Claudia Fanti
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La nostra pedagogia
•
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•
•
•
•
•
Cooperazione fra pari
Valutazione formativa
Dare valore al tempo
Dare valore al silenzio
Dare valore al parlato
Dare valore alle produzioni
Dare valore a ogni passo verso l’autonomia psicologica,
fisica, di studio e riflessione
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Cooperazione fra pari
•
•
•
•
Lavori di coppia
Lavori di piccolo gruppo
Lavori di recupero compiti fra pari
Aiuto reciproco nelle attività cognitive manuali,
motorie, apprenditive…
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Valutazione formativa
• Non apponiamo giudizi sintetici sugli elaborati
• Riflettiamo con bambini/e sulle difficoltà incontrate, sui successi
e sul come sono avvenuti
• Il successo viene usato come stimolo per ulteriori passi in avanti
• Non usiamo la verifica per valutare l’apprendimento
• Usiamo invece la riflessione sul percorso in itinere di ognuno per
ogni apprendimento nei diversi ambiti
• Riteniamo giusto che la competizione sia con se stessi, non con
gli altri/e al fine di creare un clima di aiuto reciproco
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5
Dare valore al tempo
• Riteniamo produttivo e vincente rispettare il tempo di
ognuno
• Riteniamo costruttiva una metodologia di sereno
approccio alle discipline
• Riteniamo deleterio non rispettare i diversi stili di
apprendimento di bambini/e
• Teniamo in grande considerazione le caratteristiche
individuali di apprendimento
• Aspettiamo che bambini/e arrivino alle mete in
autonomia e consapevolezza, senza assurde
anticipazioni
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6
Dare valore al silenzio
• Abituare bambini/e ad abbassare la voce
• Richiedere rispetto per l’ambiente e per le
altrui esigenze di calma e serenità
• Abituarsi a riflettere nel silenzio
• Abituarsi ad amare la serenità e a gustare,
discriminare i suoni dell’ambiente circostante
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Dare valore al parlato
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Ridare priorità al parlato sullo scritto
Riordinare le proprie idee
Esprimerle con calma
Riprovare nel caso non si sia compresi dall’uditorio
Non temere di esprimere qualsiasi idea
Capire che dialogare è una risorsa per trovare soluzioni, per arricchire
la propria interiorità, per allargare i propri orrizzonti
Capire che scrivere è la conseguenza di idee pensate e ordinate, e non
viceversa
Parlare per raccontare
Parlare per spiegare
Parlare per conoscersi
Parlare per capirsi
Parlare per incoraggiare, per consolare, per confrontarsi, per fare
amicizia…
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Dare valore alle produzioni
• Riteniamo sia metodologicamente produttivo e vincente nel
tempo che l’adulto, genitore o insegnante:
• a) accolga ogni produzione con estrema serietà
• b) che non sottovaluti sforzo e impegno
• c) che esprima riflessioni costruttive, critiche, consenso o
dissenso sempre motivando
• d) che non si dimentichi di valorizzare ogni passo avanti
del bambino/a
• e) che abbia estrema cura di quaderni, disegni, fogli … con
le produzioni del bambino/a
• f) che non si accontenti di dire un “bravo/a” distrattamente
• g) che faccia sentire ogni istante al bambino/a l’importanza
data alla sua crescita intellettiva e psicologica
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Dare valore a ogni passo verso
l’autonomia psicologica, fisica, di studio
e riflessione
• Le bambine e i bambini lavoreranno ricercando soluzioni
autonome e condivise in ogni attività
• Insegnanti (e genitori) avranno cura di creare situazioni
adeguate all’età di bambini/e in modo che essi/e possano
apprendere senza imitazione, bensì con consapevolezza
• In classe gli alunni/e verranno stimolati a lavorare
autonomamente su consegne date sia nel lavoro di coppia sia
in quello individuale
• Verranno stimolati/e a prendersi cura di se stessi per tutto ciò
che riguarda la loro persona (vestiario, materiale personale e
comune, alimentazione e comportamento a tavola)
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Prima classe
OBITETTIVI PRIMARI
Saper conversare
Saper esprimersi a parole
Saper autocorreggersi
Saper pazientare
Saper collaborare
Saper ascoltare
Saper ordinare cose, pensieri, discorsi
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Saper esprimersi a parole
•
•
•
•
•
•
•
•
Raccontare le proprie esperienze
Verbalizzare esperienze vissute
Dare un nome ai propri sentimenti
Dare un nome alle cose
Porre domande per ricevere spiegazioni
Dare risposte pratiche
Dare risposte personali
Riflettere sulle proprie difficoltà espressive
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Saper pazientare
•
•
•
•
•
Attendere una risposta
Attendere il proprio turno
Attendere che gli altri/le altre abbiano finito
Rispettare il tempo proprio e degli altri/e
Controllare la propria fretta di esecuzione per
rielaborare e correggersi
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Saper collaborare
•
•
•
•
•
Rispettare i tempi di compagni/e
Rispettare il loro diritto di parola e opinione
Prestare attenzione alle esigenze degli altri/e
Esprimere le proprie opinioni
Impegnarsi per aiutare i compagni/e a portare a
termine un lavoro
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Saper ascoltare
• Disporsi con attenzione e silenzio
• Attendere il proprio turno per intervenire
• Intervenire per conversare a proposito di un
argomento
• Dimostrare partecipazione con i gesti e
l’espressione
• Dimostrare di aver compreso ripetendo il
contenuto di una attività orale
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Saper ordinare cose, pensieri,
discorsi
•
•
•
•
•
•
Utilizzare in modo appropriato il proprio materiale e quello altrui
Riordinare i materiali e l’aula al termine delle attività
Collaborare alla ricerca e alla sistemazione di oggetti
Rispettare libri, quaderni, astucci
Ricordare semplici consegne
Rispettare l’ ordine cronologico nella rievocazione di esperienze
e storie
• Esprimersi con calma e attenzione per l’interlocutore
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Saper autocorreggersi
AUTOCORREZIONE
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Saper conversare
• Abituarsi a progettare i propri interventi
• Riflettere prima di esporre un pensiero
• Chiedere spiegazioni se non si comprende il pensiero
altrui
• Fornire spiegazioni a chi le chiede
• Fare proposte, fornire soluzioni, esprimere dissenso o
assenso
• Attendere il proprio turno
• Intervenire al momento opportuno
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La nostra pedagogia
Lavori di coppia
Autocorrezione
Valutazione formativa
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VALUTAZIONE
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VALUTAZIONE FORMATIVA
• le ragioni che mi portano a non valutare secondo gli schemi
ministeriali che costringono noi e bambine/i nelle
"categorie" di "non sufficiente", "sufficiente", "buono",
"distinto" e "ottimo". Una didattica (come quella delle
scuole elementari) rispettosa dei ritmi di maturazione, dei
tempi dilatati, del parlato, della creatività (stimolata in
campi che di solito, apparentemente, non lascerebbero
spazio a una costruzione del pensiero autonoma) non può
usare gli stessi strumenti sequenziali di una didattica più
legata alle prestazioni momentanee (unità didattica,
insegnamento-apprendimento, verifica, giudizio espresso
con una parola o un punteggio).
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DIALOGO
• Le/i nostre/i alunne/i sono costantemente "in dialogo"
con noi e con le/i compagne/i a proposito dei "risultati
conseguiti", perché sono stimolate/i a farlo dalla
situazione didattica in cui le/li facciamo lavorare che
prevede anche molti momenti di cooperazione nella fase
dell’ apprendimento. Se vogliamo una didattica che tenti di
porre rimedio ai soliti mali che vediamo imperversare:
disturbi dell’attenzione, dell’ascolto, della conservazione
delle informazioni, della concentrazione individuale, dello
studio e della memorizzazione, della relazione,ecc…, non
possiamo fare finta che le/i bambine/i siano quelle/i di un
altro tipo di società. Allora non si possono giudicare i
bambini dimenticando il perché sono in un certo modo. Un
atteggiamento di fiducia unito a un ferrea pretesa di
rispetto delle regole e dell’ impegno nella relazione è
premessa indispensabile e preparatoria per qualsiasi
apprendimento.
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•
APPRENDIMENTO
MEDIATO
Inoltre, se ci interessano più i percorsi mentali che
conducono agli apprendimenti che non essi stessi,
accetteremo più di buon grado gli errori, quindi non
potremo apporre un "voto", punteggio o altro, perché sarà
più importante che l’alunna/o abbia ricercato possibili
soluzioni, abbia esplorato gli strumenti che le/ gli sono
stati forniti, prima insieme con il gruppo e/o la coppia
delle/dei pari, poi individualmente. Qui interessa che le/gli
alunne/i conservino la disponibilità a imparare e questa
non può essere giudicata con dei parametri standard.
Chiediamoci come sarebbe possibile il giudizio sintetico in
un percorso che prevede un apprendimento mediato dal
rapporto con l’altra/o in situazioni in cui si"perde molto
tempo".
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La nostra pedagogia
Lavori di coppia
Autocorrezione
Valutazione formativa
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AUTOCORREZIONE
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• L'autocorrezione è una pratica, una strategia, un
modo di vivere l'esperienza scolastica in ogni
suo momento...è il passaporto per
l'acquisizione di autonomia in ogni campo,
così anche quando i bambini sono molto piccoli
è fondamentale stimolarla, incentivarla...
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• Nella mia esperienza, ora, in prima elementare,
ho approntato numerose attività che la
consentano...sì, perché il problema di poterla far
decollare è proprio quello della metodologia in
generale che ovviamente deve portare il centro
dall'insegnante al bambino.
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• Organizzare giochi di squadra in palestra per
l'acquisizione della lettura e della scrittura, per esempio,
dà modo ai singoli di misurarsi e confrontarsi con gli
altri sia della propria squadra sia di quella "avversaria"
per risolvere difficoltà di discriminazione visiva e
uditiva e porta alla volontà di "guardare" i grafemi e di
"ascoltare" i fonemi fino alla loro identificazione e nel
caso essa sia errata alla correzione autonoma con il
supporto dei compagni di squadra.
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• In aula, invece, per esempio, dopo un dettato di
grafemi, o di sillabe, o di parole, è importante
offrire ai bambini materiale strutturato a cui essi
possano accedere per confrontare la loro
produzione con i modelli e, infine, correggersi
attivando l'attenzione visiva e una buona dose di
concentrazione sui modelli e sul proprio operato
anche con l'aiuto dei partner della coppia.
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Lavori di coppia
Autocorrezione
Valutazione formativa
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VANTAGGI DEL LAVORO A
COPPIE E DEI PICCOLI
GRUPPI
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• Imparare a "reggere" il conflitto per riemergerne
con soluzioni condivise.
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• Confrontarsi con stili diversi di approccio ai
problemi, quindi imparare strategie diverse dalla
propria per trovare possibili strade
d’apprendimento.
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• Imparare ad attendere ritmi diversi, ma anche
rendersi conto del proprio "valore" riconosciuto
dal piccolo gruppo o dal singolo compagno e
successivamente dalla classe nel momento della
conferenza.
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• Avere, nel futuro degli apprendimenti
individuali, punti di riferimento nel ricordo
dell’apprendimento fatto in coppia o nel piccolo
gruppo: una parola detta, una soluzione esatta
condivisa, un sorriso fatto dal compagno a
proposito di una parola detta o di una soluzione
trovata, una disputa nata per una diversità di
vedute su un argomento, ecc…
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• La soddisfazione di essere riusciti a portare a
termine positivamente un lavoro, dopo aver
faticato a condividere un percorso.
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• La condivisione della responsabilità del risultato anche
nel caso in cui non sia un risultato giusto: assunzione
della propria responsabilità anche nel caso in cui si
ritenga di non avere la "colpa" del risultato; quindi
acquisizione della consapevolezza che per convincere
gli altri o l’altro della bontà di un’idea , bisogna saper
ben argomentare e sostenere le proprie posizioni
suffragandole di "prove", "esempi", ecc…
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• La presa di coscienza: a) che pure senza l’aiuto
dell’adulto si possono trovare soluzioni e
strategie, anche impreviste; b) che non sono il
solo ad avere delle difficoltà; c) che di fronte alle
difficoltà si può trovare sempre una via d’uscita.
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NOTA FINALE
1) I bambini, nella fase della correzione e dell’aiuto
reciproco, durante la ricerca dell’errore, accettano di
buon grado che il compagno abbia commesso qualche
sbaglio, anche quello più strampalato, cosa che,
difficilmente, fa l’insegnante, la quale, istintivamente,
tende a "drammatizzare" quelli che chiama "sempre gli
stessi errori" ( drammatizzare non soltanto a parole,
bensì con l’espressione del viso!).
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2) I bambini, spesso, invece, intervengono ridendo di
gusto davanti agli stessi errori! Correggono il
compagno sbadato, il quale, solitamente, si
schermisce, corregge e, intanto, apprende!
-----------------------------C’è un indubbio calo dell’ansia da prestazione: non è
importante soltanto la prestazione, ma ha molto
valore lo sforzo per dare insieme il meglio di sé!
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