A Cia Amadora de
Teatro Virtual
apresenta:
de Oswaldo Montenegro
META’
Che la forza della paura che provo non mi
impedisca di vedere quello che anelo.
Che la morte di tutto quello in cui credo non
mi tappi gli occhi e la bocca.
Perché metà di me é quello che grido, ma
l’altra metà é silenzio.
Che la musica che io sento in lontananza sia bella,
ancora che triste.
Che la donna che io amo sia sempre amata, anche
se lontana.
Perché metà di me é partenza e l’altra metà é
nostalgia.
Che le parole che dico non
siano sentite come preghiera nè
ripetute con fervore.
Appena rispettate come l’unica
cosa che resta di un uomo
inondato di sentimento.
Perché metà di me é quello che
io sento, ma l’altra metà é
quella che io taccio.
Che questa mia volontà di andare via si
trasformi nella calma e nella pace che io
merito.
Che questa tensione che mi corrode
dentro sia un giorno ricompensata.
Perché metà di me é quello che io penso
e l’altra metà é un vulcano.
Che la paura della solitudine si allontani, che la
convívenza con me stesso si faccia più
sopportabile.
Che lo specchio rifletta nel mio viso il dolce sorriso
che mi ricordo di avere avuto nell’infanzia.
Perché metà di me é il ricordo di quello che fui, e
l’altra metà io non so..
Che non abbia più bisogno di una semplice allegria
per farmi aquietare lo spirito.
E che il tuo silenzio mi parli ogni volta di più.
Perchè metà di me é riparo, ma l’altra metà é
stanchezza.
Che l’arte ci additi una risposta, anche se non
la conosce, e che nessuno tenti
Di complicarla perché ha bisogno di
semplicità per fiorire.
Perché metà di me é la platea e l’altra metà,è
canzone.
E che il mio annuncio sia perdonato
Perchè metà di me è amore el’altra metà...
Anche.
fim
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metà