La pubblica amministrazione. Una riforma permanente senza un paradigma stabile Obiettivi del capitolo VIII • Sintetizzare le tappe che hanno portato allo sviluppo della pubblica amministrazione (PA) italiana • Analizzare la configurazione attuale della PA – Il suo assetto amministrativo – I modelli di carriera dei burocrati – Le relazioni tra questi e i politici • Illustrare i tentativi di riforma della PA e le prospettive di cambiamento nel medio periodo 2 Il carattere originario della PA italiana • I tratti fondamentali della PA italiana derivano dall'amministrazione del regno di Sardegna • Modello continentale-napoleonico – Sistema strutturato di ministeri, preferiti alla pluralità di agenzie e dipartimenti – Modello verticale di relazioni tra vertici politici (ministri) e vertici amministrativi (segretario generale) La crescita della PA nell'Italia liberale 1861 Lo stato italiano eredita la struttura amministrativa del regno di Sardegna 1887/8 Riforme Crispi. Il governo può mutare la struttura dei ministeri 1889 Nasce il ministero delle “Poste e Telegrafi” 1911 Nascono i ministeri per le Colonie e per i Trasporti 1917 Creazione dei ministeri di Agricoltura e per l'Industria, commercio e lavoro Nel 1910 la PA aveva triplicato il numero dei dipendenti rispetto a venti anni prima La PA nel periodo fascista • Obiettivi: centralizzare e rafforzare la PA • Tre parole chiave: dirigismo, interventismo e assistenzialismo • I maggiori programmi: – creazione dei provveditorati e standardizzazione dei programmi scolastici (riforma Gentile) – creazione di Imi e Iri – introduzione di un sistema di assistenza e previdenza sociale • Alla fine del ventennio la PA contava su 1.500.000 dipendenti La PA Italiana dopo il 1945 • Crescita dei ministeri (19 alla metà degli anni '50) • Espansione delle partecipazioni statali e dell'intervento pubblico nell'economia – Eni, Ina-Casa, Cassa per il mezzogiorno, Monopoli di Stato, Poste, Anas, FS – A metà degli anni '70 le aziende pubbliche davano lavoro a 700.000 persone • Negli anni '80 i dipendenti “ministeriali” superavano i 2.000.000 Caratteristiche del sistema amministrativo italiano • La grande crescita dei dipendenti si è verificata anche in altre democrazie avanzate, ma la burocrazia italiana si è distinta per alcuni aspetti: – il modello di carriera dei burocrati era basato esclusivamente sull'anzianità – i dipendenti erano prevalentemente meridionali – i vertici erano composti prevalentemente da giuristi (mancanza di altre competenze) e da uomini – la burocrazia denunciava una produttività decrescente nel tempo Le interpretazioni • Due modelli di interazione tra gruppi di interesse, politici e PA italiana (La Palombara 1966): – clientela – parentela • Spartizione partitica dei vertici amministrativi (Amato 1976) • Macchina statale come “equilibratore sociale” • Macchina senza testa e senza corpo (Cassese 2002) Il lungo processo di riforma 1990 L. 142 di riforma del governo locale e l.241 sulla trasparenza degli atti 1990/1993 D.lgs. 29 sulla privatizzazione del pubblico impiego e la riorganizzazione dei servizi 19911997 L.127 introduce l'autocertificazione e la semplificazione degli atti amministrativi 1999 L. 50 introduce una prima semplificazione amministrativa 2001 D.lgs. 165: testo unico sul pubblico impiego 2002L.145: disposizioni sulla dirigenza statale 2009 Riforma Brunetta. Varie misure di razionalizzazione e riorganizzazione. Non completate! 2012 Provvedimenti emergenziali del governo Monti: introduzione di una autorità per la spending review e varie misure di taglio/accorpamento di enti (Riforma amministrativa perseguita in sede di bilancio) Settori e contenuti delle riforme • Struttura dell'amministrazione – Riforma Bassanini e privatizzazioni • Funzioni e procedure amministrative – Nuovo modello organizzativo: il New public management. Ma rimangono ministeri organizzati in forme tradizionali • Controlli amministrativi – Introduzione del controllo amministrativo – Nuove facoltà della Corte dei Conti (Riforma Brunetta 2009) • Processo di bilancio – Dal modello incrementale al modello “a base zero” • Pubblico impiego – Maggiore flessibilità degli organici – Premialità e incentivi di mobillità (Riforma Brunetta) Il ruolo dei nuovi manager pubblici • La scarsa responsabilizzazione dei dirigenti ha costituito un tradizionale limite della PA italiana • L.29/1993: tentativo di trasformare i dirigenti in un corpo di manager (obiettivi, salari flessibili) • Alcuni cambiamenti: compaiono gli high flyers, dirigenti che passano da un settore all'altro, e i manager esterni alla PA • Mobilità, flessibilità e salari legati agli obiettivi rimangono solo sulla carta (resistenze burocratiche e sindacali) Crescita delle istituzioni regolative 1990 Autorità garante della concorrenza e del mercato 1995 Autorità per l'energia elettrica e il gas 1996 Garante per la protezione dei dati personali 1997 Autorità per le garanzie delle comunicazioni 2006 Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture 2009 Annuncio di una nuova riforma che il governo Berlusconi non completa Personale in servizio a tempo indeterminato nella PA (2013) Scuola Servizio sanitario nazionale Regioni e autonomie locali Polizia Personale presso ministeri Forze armate Università Agenzie fiscali Enti pubblici non economici Enti di ricerca Aziende autonome Magistratura Presidenza del Consiglio Diplomatici e prefetti Autorità indipendenti Totale N 1.027.863 670.240 577.629 316.717 202.785 185.325 103.692 52.529 46.961 20.905 11.021 10.425 2.272 2.187 2.043 3.232.954 % 31,80 20,73 17,87 9,80 6,27 5,73 3,21 1,62 1,45 0,65 0,34 0,32 0,07 0,07 0,06 100 13 Rivoluzione senza Punizione La riforma secondo il Governo Renzi Luca Verzichelli Sistema Politico Italiano • Consultazione pubblica • Enfasi su agenda digitale e nuovi rapporti intergenerazionali • Collegamento con democrazia deliberativa e trasparenza • Diverso atteggiamento rispetto ai sindacati • L. 124/2015: nuova serie di deleghe, orientate a semplificare le strutture, ridurre il personale (anche i prefetti!), rilanciare l’agenda digitale e contingentare i contratti dirigenziali. 14 Eredità della “riforma permanente”: Policy changes (parziali) Problemi irrisolti • Privatizzazioni • Autorità regolative • Scarsa fiducia dell'opinione pubblica • Devoluzione locale • Scarsa mobilità delle I processi di riforma non hanno ancora dispiegato tutti i loro effetti carriere burocratiche Cambiamenti di paradigma con l’alternanza (tra managerialismo • Resistenza radicale e governance mista) all'implementazione delle Significativo cambiamento di stile con riforme il governo Renzi, che rimane tuttavia ambivalente nel paradigma di policy” prescelto (tagli da new management liberista e enfasi su governance welfarista). Continuità nella scelta della legge delega