Tra pittura e cinema
la storia interminabile delle immagini
a cura di
Marina Pellanda
Il cinema è un’arte del XX secolo ma soprattutto,
è l’ultimo anello di un percorso di creazione
dell’immagine il cui apogeo si situa nel secolo
precedente.
Pittura e cinema hanno ingaggiato tra loro una corsa
per raccontare il movimento e per inserirlo
nelle coordinate spazio temporali
in cui si verifica ed evolve.
Il movimento
Le narrazioni immobili di Giotto
e le sequenze narrative
di Masolino e Masaccio
Giotto rinato, che muove dal punto in cui la morte
ne aveva frenato il cammino, facendo proprio all’istante
tutto quanto era stato conseguito durante la sua
assenza e approfittando delle nuove richieste:
immaginatevi un simile evento e comprenderete
Masaccio.
(Bernard Berenson, Florentine Painters, 1896)
Il passaggio dal latino medioevale
di Cimabue, sia pur così potentemente rinnovato e
personalizzato, percorso e scosso da così inusitata
forza di umana passione, e lo “stilnovo” di Giotto, la sua
improvvisamente chiara e serena conquista di una
nuova realtà, di una nuova dimensione umana, si
presenta qui nella forma quasi di un miracolo.
(Cesare Gnudi, Giotto, 1958)
Giotto, Predica agli uccelli, Assisi, Basilica di S. Francesco
Giotto, La rinuncia ai beni paterni, Assisi, Basilica di San Francesco
Giotto, I diavoli cacciati da Arezzo, Assisi, Basilica di S. Francesco
Masaccio, San Pietro risana gli infermi con la sua ombra,
Firenze, Cappella Brancacci
Masaccio, Madonna con bambino e Sant’Anna, Firenze, Uffizi
Masaccio, Il polittico di Pisa, Napoli, Museo di Capodimonte
Masolino, Paradiso Terrestre, Firenze, Cappella Brancacci
Masaccio, La cacciata dal Paradiso, Firenze, Cappella Brancacci
Anche a non conoscere il temperamento di Masolino, è
corrente constatare che un uomo di quarant’anni si
arrischia spessa in uno “short” o in una tuta, come in
qualunque nuova moda, combinandola, ahimè col viso
vecchio, quanto al giovane che ha inteso trattarsi di un
modo e non di una moda, egli vive in esso e non sa
più nulla del passato, e meno che mai del passato
recente.
(Roberto Longhi, Fatti di Masolino e Masaccio)
Confondere pertanto la splendente sequenza ch’è in
Masolino dei particolari di un mondo di tardo
“tesoretto”, di Vangelo fiorito, di Genesi cortese in uno
spazio luminoso e impreciso con la convinzione
masaccesca di una “natura”, di una vita che è cosa
seria e grave, dramma quotidiano di forme e di gesti
stabiliti in uno spazio inconfutabile, sotto una luce
radente e quasi accusatrice, è scambio così banale
che non sembrerebbe ormai abbisognare che di
commiserazione.
(Roberto Longhi, Fatti di Masolino e Masaccio)
Masaccio, Il Tributo, Cappella Brancacci, Firenze
Francisco Goya
Il 3 maggio 1808: fucilazione alla Montaña del principe Pio
(1814), olio su tela, 266 x 345 cm Madrid, Museo del Prado
Gustave Courbet
Funerale a Ornans
(1849-1850), olio su tela, 313 x 664 cm Parigi, Musée d’Orsay
Se il tentativo a cui partecipa Courbet,
è quello di sottolineare la ricchezza del reale in modo
che lo spazio tra la vita e il quadro diventi nulla,
il neorealismo cinematografico è uno stile che racconta
la realtà come se fosse una storia, ma nel momento in
cui, quest’assunto cade, avviene una dissoluzione che
dal realismo porta al melodramma.
Nadar è il risultato coevo a Courbet e al Realismo: i
realisti che considerano la pittura un linguaggio
concreto che richiede un linguaggio visivo altrettanto
concreto, danno del mondo una rappresentazione
fedele, oggettiva e imparziale usando il pennello.
Nadar, invece, fonda la sua meticolosa osservazione
della vita contemporanea, sull’artificio della fotografia.
Leonardo da Vinci
Codice sul volo degli uccelli, (1505 circa), Torino,Biblioteca reale
Andrej Tarkovskij, Andrej Rublëv, (1966)
L’acqua è una sostanza molto viva, che cambia
continuamente, che si muove.
È un elemento molto cinematografico e suo tramite ho
cercato di esprimere l’idea del tempo,
del movimento del tempo…
È una delle cose più belle di questo mondo e io
non riesco a pensare a un mio film dove non sia
presente l’acqua.
Andrej Tarkovskij
William Turner,
Pioggia, vapore e velocità, (1844 circa), olio su tela,
89 x 122 cm Londra, National Gallery
Edouard Manét, La gare St. Lazare, (1872-1873), olio su tela,
93,5 x 114,5 cm Washington, National Gallery
Claude Monet, La gare St. Lazare, (1877), olio su tela,
75 x 104 cm Parigi, Musée d’Orsay
La riproduzione schematica e successiva
della statica e del moto.
Umberto Boccioni
Il film di un bassotto che zampetta.
Emilio Cecchi
Giacomo Balla, Guinzaglio in moto, (1912), olio su tela
90 x 110 cm, New York The Museum of Modern Art
Giacomo Balla, Bambina che corre sul balcone, (1912), olio su tela
125 x 125 cm, Milano, Galleria d’Arte Moderna
Un cavallo in corsa non ha quattro gambe,
ne ha venti e i loro movimenti sono triangolari.
Manifesto tecnico della pittura futurista (1910)
Per Balla il problema del dinamismo coincide con quello
della quarta dimensione dello spazio, cioè il tempo.
La sua opera che apre lo spazio del quadro sia al
movimento sia alla coordinata temporale e non più solo
spaziale, chiude la gara che pittori e cineasti hanno
ingaggiato per conquistare il movimento nel tempo e,
fatalmente, anticipa il concorso da essi ingaggiato per
tentare di dare invece movimento al tempo.
Filmografia
L’arrivée d’un train en gare de la Ciotat (1895)
di Luis e Auguste Lumière
La sortie del usines Lumière (1895)
di Luis e Auguste Lumière
Roma città aperta (1945)
di Roberto Rossellini
Ladri di biciclette (1948)
di Vittorio De Sica
L’infanzia di Ivan (1962)
Andrej Rϋblev (1966)
Solaris (1972)
Lo specchio (1974)
Sacrificio (1986)
di Andrej Tarkovskij
The Falls (1986)
di Peter Greenaway
Bibliografia
C. Gnudi, Giotto, Milano, Aldo Martella Editore, 1958.
W. Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità
tecnica, Torino, Einaudi, 1966.
Z. Birolli (a cura di), Umberto Boccioni. Gli scritti editi e inediti,
Milano, Feltrinelli, 1971.
R. Longhi, Fatti di Masolino e Masaccio, in Da Cimabue a Morandi,
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1973.
D. Del Giudice, Staccando l’ombra da terra, Torino, Einaudi, 1994.
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