I MISTERI DEL TEMPO
Gli orologi
molli di Dalì
Alla domanda "cosa è il Tempo?“ forse
ognuno di noi darebbe la risposta di
S.Agostino
"Sinceramente se nessuno mi fa tale
domanda sono sicuro di sapere cosa sia il
tempo, se però qualcuno me lo domanda non
so cosa rispondergli".
Vediamo se riusciamo a chiarirci un pochino le
idee o…a confonderle ancora di più
Noterella per iniziare
Il tempo che usiamo noi sulla terra per tutte le
nostre attività è regolato secondo una rete
di orologi basati sulle oscillazioni dell’atomo
di cesio.
(Un secondo corrisponde a 9.192.631.770 oscillazioni).
Ma i nostri orologi ogni tanto devono essere
regolati di un secondo per adeguarsi alle
variazioni della velocità della terra.
L’ultima aggiunta di un secondo è stata fatta il
30/06/1994…
Ma allora che tempo misuriamo noi?
Il tempo, questo flusso inesauribile,
ha tanto poco a che fare con
l’esistenza degli orologi,
quanto con quella delle salsicce
(H. Dingle)
BREVISSIMA STORIA DEL TEMPO
Il tempo ha sempre posto all’uomo vari
problemi,
non
ultimo
quello
dell’irreversibilità.
Nelle culture antiche l’uomo è ricorso alle
mitologie e al concetto di ciclicità per
rendere il tempo inoffensivo.
La ciclicità cosmica affermata da Platone
ha avuto una grande influenza sul
pensiero greco e poi su quello romano.
Il concetto occidentale del tempo
lineare deriva dalla religione ebraica
ed è stato ripreso poi sia dall’Islam, che
dal Cristianesimo.
Il concetto di tempo lineare implica una
direzione privilegiata della sequenza
degli eventi.
Per Aristotele il tempo era movimento
(Tempus item per se non est. Lucrezio
Natura, I, 459 )
De Rerum
Solo nel medioevo emerse il concetto di tempo
come di una cosa dotata di una esistenza
indipendente.
Galileo fu il primo a considerare il tempo come
quantità misurabile essenziale nell’attività
ordinata del cosmo.
Ma solo nella seconda metà del XVII sec. con
Newton si chiarì la posizione fondamentale del
tempo. Con lui si concepì un tempo assoluto,
universale, essenzialmente matematico.
A partire da Galileo e Newton, e lungo tutto il corso
del positivismo, le importanti conquiste della fisica
avevano evidenziato che le leggi della meccanica
sono indipendenti dal tempo e che possono
spiegare tutti i fenomeni osservati.
Il determinismo meccanicistico era diventato un
modello di pensiero: passato, presente e futuro di
ogni evento fisico sono perfettamente descrivibili in
ogni momento, a condizione che sia conosciuta la
posizione e la velocità di tutti i corpi dell'evento.
Di conseguenza, in questa visione, la percezione
umana di una direzione privilegiata del tempo è
un'illusione creata dalla nostra mente.
Si può verificare che la legge di
gravitazione universale, le leggi
dell’elettromagnetismo, le leggi delle
collisioni molecolari sono reversibili
nel tempo.
Paradossalmente è permesso dalle
leggi dell’elettromagnetismo che le
onde radio emesse da una emittente
arrivino
prima
che
vengano
trasmesse.
Ma i fenomeni del mondo sono chiaramente
irreversibili: le cose accadono in un verso e
non in quello inverso.
La
compatibilità
qualitativa
fra
l'irreversibilità
macroscopica
e
la
dinamica microscopica perfettamente
reversibile
appare
manifestamente
assurda
Il mondo è fatto di atomi, noi siamo fatti di
atomi e obbediamo alle leggi fisiche.
Dovrebbe esserci da qualche parte un
principio secondo il quale certe cose
accadono solo in un verso e non nell’altro
Questo principio, dice Feynman, non è stato
trovato, anche se è vero che la
Termodinamica introduce nel 2° principio la
freccia del tempo
Freccia del tempo
Ad essere precisi esistono tre frecce del tempo
Freccia psicologica: quella da cui deriva la
nostra percezione di passato, presente, futuro
Freccia
cosmologica:
quella
legata
all’evoluzione dell’universo
Freccia termodinamica: la direzione in cui
aumenta il disordine o entropia
…e tutte puntano nella stessa direzione
Termodinamica
Studia le leggi che regolano le trasformazioni
dell’energia da una forma all’altra, la
direzione in cui fluisce il calore e la quantità
di energia necessaria per compiere lavoro.
Studia perciò le macchine termiche, ma
anche tutti i processi naturali .
Il 2° principio della termodinamica, in una
delle sue formulazioni, introduce la freccia
del tempo, ovvero una direzione privilegiata
dell’evolversi dei processi naturali
Dice: in un sistema isolato, l’entropia (ovvero
l’energia non più in grado di compiere lavoro),
non può diminuire.
Dunque dati due stati qualsiasi di un sistema
isolato, ovvero che non ha scambi di energia di
nessuna forma con l’esterno, lo stato a cui
compete entropia maggiore è futuro rispetto
all’altro.
E le trasformazioni in cui l’entropia aumenta sono i
processi che avvengono spontaneamente in
natura, ad es. tutti i fenomeni di diffusione, quelli
in cui c’è presenza di attriti, gli urti con
deformazione...
Se l’irreversibilità della natura non proviene
dall’irreversibilità delle leggi fondamentali
della fisica, dove cercarne la causa?
Per la Meccanica Statistica l’interpretazione è che
le cose potrebbero anche evolversi nel verso
opposto, ma che ciò è estremamente
improbabile.
Non osserviamo mai certe strane cose, come i
cocci che si ricompongono a formare una
tazzina, non perché sono impossibili (cioè
vietati da qualche legge fisica) ma solo perché
sono estremamente improbabili.
Interpretazione data dalla meccanica statistica
Consideriamo un recipiente inizialmente suddiviso in
due metà ed immaginiamo di lanciarvi dentro, a caso,
dieci palline. E' chiaro che la distribuzione finale più
probabile è quella in cui vi sono cinque palline in
ciascuna delle due metà.
Al contrario, è molto
improbabile che tutte le palline vadano a finire in una
sola metà, a meno che non vi siano lanciate
intenzionalmente
Giochiamo insieme
• Vediamo in quanti modi si possono distribuire
nelle due parti della scatola 4 palline,
considerandole una diversa dall’altra e perciò
indicandole per es. con a,b,c,d.
• Quanti sono i microstati?
• Poi ciascuno di questi microstati li raggruppiamo
in macrostati a seconda che il numero delle
palline nella prima metà sia
4(M1),3(M2),2(M3),1(M4),0(M5).
• In quanti modi diversi possiamo ottenere ad es.
il macrostato M2?
Se invece di avere le palline abbiamo un centimetro cubo di aria,
considerando che, a pressione ordinaria, vi sono circa N = 1019
molecole, la possibilità che il gas si ritiri spontaneamente in metà
recipiente è virtualmente assente, mentre possiamo avere una
certezza pressoché assoluta che un gas inizialmente compresso
in metà recipiente andrà a riempirlo tutto.
Il numero dei modi in cui si realizza la configurazione di massimo
disordine è enormemente maggiore del numero dei modi in cui si
realizza una situazione di ordine, anche parziale.
Consideriamo i pezzi di puzzle in una scatola. Mentre esiste uno e
uno solo ordinamento in cui tutti i pezzi formano una figura
completa, di contro esiste un numero grandissimo di disposizioni
in cui i pezzi sono disordinati e non compongono nessuna
immagine.
Un sistema termodinamico isolato,quando il suo
equilibrio iniziale viene rotto per qualche ragione,
evolve spontaneamente verso un nuovo stato di
equilibrio, ed è in equilibrio quando si trova nella
configurazione di massimo disordine, di distribuzione
uniforme ovvero quando è nella configurazione a cui
compete il massimo numero di modi microscopici di
realizzazione.
Boltzmann collegò questo comportamento
microscopico all’andamento dell’entropia S, come
misura del disordine
entropia
l’entropia di un sistema fisico macroscopico è
proporzionale al logaritmo naturale della
probabilità di una data configurazione di un
sistema
S=k ln p.
( k è detta costante di Boltzmann).
La probabilità di una data configurazione di un
sistema è data dal rapporto tra il numero dei
modi in cui tale configurazione si può realizzare
e il numero totale di modi in cui il sistema può
esistere.
Prigogine
Ebbe il premio Nobel per la chimica nel 1977 per
gli studi sulla termodinamica.
Mentre la termodinamica classica si interessava
alle proprietà dei sistemi negli stati di equilibrio,
egli volse i suoi interessi alle situazioni in cui il
sistema va evolvendo, essendo in stato di non
equilibrio
Importante è la sua concezione del tempo: per lui
diventava un elemento essenziale della fisica
dell'universo.
Diceva se parliamo di un universo che si evolve,
ciò è la dimostrazione che la direzione del
tempo non è una costruzione dell'uomo, ma è
insita nella natura.
Nella sua impostazione alcuni tipi di sistemi
hanno un comportamento reversibile, mentre
per altri l’irreversibilità poteva essere
incorporata nelle espressioni fondamentali
della meccanica classica e quantistica.
In pratica proprio le leggi che mantengono
l'isotropia temporale (Dinamica o Meccanica
quantistica) rappresentano dei casi limite.
I sistemi lontani dal punto di equilibrio
consentirebbero di introdurre il tempo alla
base stessa della descrizione.
Egli riteneva si dovesse costruire una Matematica e una
Fisica del cambiamento e del tempo.
Pensava comunque, si dovesse conservare
un'interazione costante tra la visione scientifica e le
conseguenze filosofiche che se ne possono trarre.
Il suo punto di vista fu accolto con scetticismo da una
parte del mondo scientifico. Secondo lui non solo
perchè la matematica da sviluppare per incorporare la
direzione del tempo è molto difficile, ma soprattutto
perchè il punto di vista deterministico implica che si
possa tenere tutto sotto controllo cambiando solo le
condizioni iniziali, quindi che la scienza produce la
certezza.
Al contrario, introducendo l’irreversibilità temporale, si
introduce anche la probabilità. Si arriva alla fine della
certezza, ma la fine della certezza comporta la
possibilità della novità, dell’evoluzione
Prigogine introdusse un nuovo punto di vista: il mondo
non è più considerato in termini di meccanicismo, ma
come un caos che genera ordine, un possibile
meccanismo per la creazione di ordine a partire dal
disordine, come si osserva in molti fenomeni biologici.
La vita, allora, non sarebbe nata dal caso ma costituisce
l'evento finale di una tendenza fondamentale
all'ordine.
Fisica agli inizi del ‘900
La fisica era una disciplina matura con
procedure ben collaudate e si pensava che con
pochi altri principi sarebbe stata in grado di
spiegare in modo soddisfacente tutti i fenomeni
fisici.
Si ipotizzava di essere vicini alla teoria del
Tutto.
Grande slancio le era venuto alla fine dell’800
dall'elettromagnetismo, branca della fisica che
studia i fenomeni di natura elettrica e
magnetica, tra cui i campi magnetici prodotti
dalle correnti elettriche, e le correnti elettriche
prodotte dai campi magnetici variabili.
Maxwell con le sue equazioni era riuscito a
costruire una unica teoria che spiegava i
fenomeni elettrici e magnetici
Ma c’erano alcuni problemi irrisolti, soprattutto
delle gravi incongruenze all’interno delle stesse
teorie fondamentali
Prima questione
Riguardava la conciliazione tra la teoria della
radiazione elettromagnetica e la
termodinamica, anche se ambedue queste
discipline risultavano straordinariamente efficaci
nei loro rispettivi ambiti.
Seconda questione
Era legata ad una sottile, ma profonda non
corrispondenza matematica fra la teoria di
Maxwell e le leggi del moto di Newton.
Le leggi di Newton erano considerate come un
postulato della scienza fisica, eppure entravano
in conflitto con la teoria elettromagnetica per il
concetto di moto che vi era sotteso.
Le equazioni di Maxwell non erano invarianti
rispetto le trasfomazioni di Galilei
Apparentemente tutto ciò non riguarda il
nostro discorso, ma in realtà ambedue
riguardano la natura del tempo.
La prima è scaturita dal tentativo di
spiegare la freccia del tempo.
La seconda dal contrasto tra il tempo
newtoniano assoluto e la relatività del
moto attribuita alle particelle cariche
Da queste due questioni all’inizio del
XX secolo nacquero la teoria
quantistica e la teoria della relatività,
e in entrambe un ruolo fondamentale
lo ebbe Einstein
Principio di Relatività
La relatività del moto, ovvia e incontestabile, era
già nota a Galilei e fu incorporata nelle leggi del
moto di Newton.
Esso afferma che le leggi del moto sono le stesse
indipendentemente dal sistema di riferimento
inerziale che si utilizza.
Ovvero tutti gli infiniti sistemi inerziali sono
equivalenti per la descrizione dei fenomeni
dinamici .
Galileo, Dialogo, giornata seconda)
Riserratevi con qualche amico nella maggior stanza
che sia sotto coverta di alcun gran naviglio, e quivi
fate d'aver mosche, farfalle e simili animaletti volanti
[...] e stando ferma la nave, osservate diligentemente
come quelli animaletti volanti con pari velocità vanno
verso tutte le parti della stanza[...] e voi, gettando
all'amico alcuna cosa, non più gagliardamente la
dovrete gettare verso quella parte che verso questa,
quando le lontananze sieno eguali; e saltando voi,
come si dice, a piè giunti, eguali spazi passerete verso
tutte le parti. Osservate che avrete diligentemente
tutte queste cose [...] fate muover la nave con quanta
si voglia velocità: che (pur che il moto sia uniforme e
non fluttuante in qua e in là) voi non riconoscerete una
minima mutazione in tutti li nominati effetti, né da
alcuno di quelli potrete comprender se la nave
cammina o pure sta ferma
Sistema Inerziale: un sistema di riferimento
tale che, rispetto ad esso,vale il principio di
inerzia ovvero un corpo permane nel suo stato
di moto imperturbato (stato di quiete o di moto
rettilineo uniforme), se non è sottoposto a forze
esterne.
Vediamo che per definire un sistema inerziale
devo mettere in relazione i concetti di spazio e
tempo.
Per passare da un sistema inerziale ad un altro si
utilizzano le trasformazioni di Galileo che
presuppongono
- Esistenza di un tempo assoluto
- La reciprocità del moto, (ovvero è indifferente tra due
sistemi inerziali A e B ,considerare A in moto rispetto B o
viceversa.)
x’= x - v0t
y’ = y
z’ = z
t’= t
In pratica su una dimensione si aggiunge il moto uniforme
Il principio di relatività galileiano
S
S’
L’asse z esce
dal foglio
P (x,y)
V0
(x’,y’)
velocità di
v 0t
t = t’
S’ rispetto a S
x’
O
O’
x
All’istante iniziale
Dopo il tempo t
O coincide O’
x’ = x e y’ = y
x’ = x - v0t
y’=y
La trasformazione galileiana è formulata in
modo che
• lascia invarianti le distanze;
• trasforma un moto uniforme in un altro moto
uniforme, dove la velocità di un oggetto è
differente, ma si ottiene da una semplice
legge di composizione delle velocità
v’=v+u
Secondo il principio di relatività, la velocità della
luce dovrebbe variare a seconda del moto
dell’osservatore rispetto l’impulso luminoso e
perciò essere relativa al sistema di riferimento.
D’altra parte la teoria elettromagnetica, che
abbiamo detto, descrive il comportamento delle
onde elettromagnetiche, come la luce e le onde
radio, fissava per la luce un valore determinato
di circa 300.000 Km/sec.
Dunque il metodo di propagazione della luce
contrastava col principio di relatività
newtoniano
.
La soluzione consiste
-o nel modificare le equazioni di Maxwell in modo che esse
soddisfino le trasformazioni di Galilei,
- o trovare un nuovo tipo di trasformazione.
La prima via si è dimostrata non percorribile. È stato perciò
trovato un nuovo tipo di trasformazioni, dette di Lorentz, che
soddisfano a quanto richiesto.
Utilizzando queste trasformazioni la meccanica classica,
quella newtoniana, non è invariante. Era quindi necessario
cercare anche una nuova meccanica!!!
Per giustificare il fatto che la meccanica newtoniana dia buone
previsioni quando le velocità in gioco sono molto minori di c,
deve valere un “principio di corrispondenza”: la nuova
meccanica, quando le velocità sono piccole rispetto a c, dovrà
dare le stesse previsioni della meccanica newtoniana.
Trasformazioni di Lorentz
dove
è chiamato fattore di Lorentz e c è la velocità
della luce nel vuoto
Lorentz scoprì nel 1900 che le trasformazioni
erano compatibile con le equazioni di Maxwell,
ma egli le inserì in una propria “teoria
dell’etere”; in particolare, secondo Lorentz, le
trasformazioni esprimevano il fatto che un
oggetto, viaggiando a grandi velocità all’interno
di un etere, si contraesse concretamente,
come“schiacciato”.
L’etere era una sostanza dalle non ben definite
caratteristiche che avrebbe dovuto permeare
tutto lo spazio e essere il mezzo necessario alla
propagazione delle onde elettromagnetiche e
perciò essere un sistema di riferimento
assoluto.
Esperimento di Michelson-Morley
I due fisici americani nel 1897 volevano misurare
la velocità della terra attraverso l’etere.
Credevano di dimostrare che la velocità della luce
nella direzione della rotazione terrestre era
diversa da quella nella direzione perpendicolare
Invece
inaspettatamente
il
risultato
della
misurazione nel loro esperimento era lo stesso.
A quel punto o la terra era ferma rispetto l’etere o
l’etere doveva essere abbandonato.
E cosa c’entra tutto ciò col tempo?
Teoria relatività ristretta
A questo punto Einstein ebbe il colpo di genio e
riuscì a dare un appropriato fondamento teorico
alle trasformazioni di Lorents
Per riuscire a conciliare il principio della costanza
della velocità della luce e il principio di relatività
del moto uniforme,
decise di rinunciare a
qualcosa che era stato dato per scontato fin
dall’inizio della scienza: l’universalità dello
spazio e del tempo.
Solo così due osservatori in moto relativo potevano
vedere lo stesso impulso luminoso muoversi
rispetto ognuno di essi con la stessa velocità.
Se la velocità è lo spazio percorso nell’unità di
tempo e la velocità della luce è costante per
tutti i sistemi
di riferimento e tutti gli
osservatori, le distanze e gli intervalli di
tempo devono essere diversi per i vari
osservatori, a seconda del loro stato di
moto.
Le distorsioni spaziali e temporali sono legate
dallo stesso gruppo di formule.
Minkowsky
sottolineò
che
esisteva
un’unica
entità
spazio-temporale
unificata in cui gli aspetti puramente
spaziali non potevano essere districati
da quelli temporali.
Einstein giunse a questa conclusione paradossale di
tempo flessibile e spazio elastico, per via
deduttiva/abduttiva, ma certamente serviva la
verifica sperimentale
La prima grossolana verifica fu fatta nel 1941, ad
essa ne seguirono altre, ma fu nel 1971 che si ebbe
la verifica decisiva con 4 orologi atomici che
viaggiando su aerei di linea perciò con velocità
meno di un milionesimo di quella della luce,
dimostrarono perfetta coincidenza con le previsioni
eisteniane.
Senza utilizzare i complicati orologi reali altri
significativi esperimenti sono stati fatti con i muoni
negli acceleratori di particelle
Acceleratori
I Sincrotroni fanno girare particelle nucleari e
subnucleari in un anello circolare nel quale è stato
creato il vuoto.
Tali particelle costrette a muoversi su una traiettoria
circolare
emettono una intensa radiazione
elettromagnetica concentrata in un raggio sottile (luce
di sincrotrone)
Tale radiazione è molto intensa e abbraccia con
continuità tutte le frequenze da quella visibile ai raggi
X e può essere facilmente maneggiata.
Inoltre viaggiando a velocità prossime a quella della luce
(99,99999%), la frequenza di radiazione, per il fattore di
dilatazione temporale, aumenta enormemente e
permette utilissime applicazioni nello studio della
struttura dei materiali, in campo diagnostico e per
la produzione di chip per computer.
Il colore dell’oro
Il suo luccichio caratteristico e allettante
può essere ricondotto al moto degli
elettroni, più vicini al nucleo che sono
responsabili della riflessione della luce:
essi, viaggiando ad una velocità che è una
frazione apprezzabile di quella della luce,
risentono in modo consistente degli effetti
relativistici e della dilatazione temporale.
Simultaneità
Dobbiamo prima domandarci quando due
eventi sono contemporanei .
Lo possiamo accertare in maniera diretta, solo
se ci troviamo nello stesso luogo e in quiete
l'uno rispetto all'altro.
Negli altri casi dobbiamo utilizzare segnali.
Immaginiamo una lunga serie di chiatte B, C, D,
trainate sul mare da un rimorchiatore A, Supponiamo
che non ci sia vento, ma che la nebbia sia così fitta
che ciascuna imbarcazione non sia visibile dalle
altre.
Ora, se vogliamo coordinare gli orologi sulle chiatte a
quelli sul rimorchiatore, dovremo usare segnali
sonori. Il rimorchiatore A suona la sirena alle 12, e
quando il suono viene udito sulle chiatte, le persone
su di esse mettono a posto i loro orologi sulle 12.
Ma è chiaro che così facendo essi commettono un
piccolo errore, in quanto il suono impiega un certo
intervallo di tempo per arrivare da A fino a B, C, D. Si
può eliminare questo errore tenendo conto della
velocità e del suono( circa 340 m/s)
Se la chiatta B si trova ad es. ad una distanza di 170m
dietro A, un orologio su B deve essere posto mezzo
secondo dopo le 12.
Ma di nuovo questa correzione è giusta solo se sia il
rimorchiatore sia le chiatte sono fermi. Dal momento
che essi si muovono è chiaro che il suono impiega un
tempo minore per andare da A e B, poiché la chiatta
B si dirige verso l'onda sonora.
Se vogliamo apportare la correzione esatta dobbiamo
conoscere la velocità assoluta delle imbarcazioni
rispetto all'aria e se non la conosciamo non è
possibile con l'aiuto del suono paragonare intervalli di
tempo in maniera assoluta.
Vediamo cosa accade se utilizziamo segnali
luminosi per paragonare intervalli di tempo
Un confronto tra intervalli di tempo, valido in
assoluto, potrebbe essere effettuato per sistemi
in moto solo se noi conoscessimo tale moto
rispetto all'etere. Ma il risultato delle ricerche
sperimentali è stato che è impossibile rivelare il
moto rispetto all'etere.
Non possiamo perciò giungere a un concetto
assoluto dì simultaneità, tuttavia è possibile,
come ha dimostrato Einstein, definire una
simultaneità relativa per tutti gli orologi che
sono in quiete gli uni rispetto agli altri senza
conoscere il valore della velocità dei segnali.
Ma in questo modo è chiaro che la
simultaneità ,oltre ad essere relativa è
anche convenzionale (Reichenbach,1927)
Concordiamo che:
Due eventi sono simultanei se i
segnali luminosi che partono dai punti
A e B, dove hanno luogo gli eventi di
cui parliamo, raggiungono
simultaneamente il punto medio di AB
Supponiamo che un treno molto lungo
viaggi su rotaie con la velocità costante v .
Le persone che viaggiano su questo treno
useranno vantaggiosamente il treno come
corpo di riferimento rigido.
Ogni evento poi che ha luogo lungo la linea
ferroviaria ha pure luogo in un determinato
punto del treno.
treno
A
v
M’
M
B
banchina
Ora però si presenta, come conseguenza
naturale, la seguente domanda: due
eventi (ad esempio due colpi di fulmine A
e B che sono simultanei rispetto alla
banchina ferroviaria), saranno tali anche
rispetto al treno?
Ma gli eventi A e B corrispondono anche alle
posizioni A e B sul treno. Sia M' il punto medio
dell'intervallo A  B sul treno in moto.
Proprio quando si verificano i bagliori (giudicati
dalla banchina) del fulmine, questo punto M'
coincide naturalmente con il punto M, ma esso
si muove verso la destra del diagramma con la
velocità v del treno.
Se un osservatore seduto in treno nella posizione
M' non possedesse questa velocità, allora egli
rimarrebbe permanentemente in M e i raggi di
luce emessi dai bagliori del fulmine A e B lo
raggiungerebbero simultaneamente, vale a dire
si incontrerebbero proprio dove egli è situato.
Tuttavia nella realtà (considerata con riferimento
alla banchina ferroviaria), egli si muove
rapidamente verso il raggio di luce che proviene
da B, mentre corre avanti al raggio di luce che
proviene da A.
Pertanto l'osservatore vedrà il raggio di luce
emesso da B prima di vedere quello emesso da
A.
Gli osservatori che assumono il treno come loro
corpo di riferimento debbono perciò giungere
alla conclusione che il lampo di luce B ha avuto
luogo prima del lampo di luce A.
Gli eventi che sono simultanei rispetto alla
banchina non sono simultanei rispetto al
treno e viceversa.
Non abbiamo però nessun motivo di ritenere
preferibile il sistema di riferimento banchina a
quello treno o viceversa, non c’è in questo caso
un riferimento assoluto a cui riferirsi e dunque
nessun confronto è possibile.
Ma se la contemporaneità è un concetto
relativo al sistema di riferimento, non ha più
senso dire ora, perché in realtà esistono una
molteplicità di ora, allora, come disse Einstein
la distinzione fra passato, presente e
futuro è solo una illusione, anche se
ostinata.
PER CONCLUDERE
Fine prima puntata
Bibliografia essenziale
P.Davis I misteri del tempo Arnoldo
Mondadori
R. Feynman. La legge Fisica Boringhieri
A. Einstein, Relatività: esposizione
divulgativa, Newton Compton Italiana
S. Hawking Dal big bang ai buchi neri
Rizzoli
fine
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