_IUAV_a.a. 2004/2005 _corso di laurea specialistica in architettura per la sostenibilità _laboratorio integrato 3 _tecnologia dell’architettura _prof. Manfron_arch. Vanzan _studenti: Francesca Boninsegna, Lisa Grassivaro VISTA DAL LAGO DI COSTANZA Bregenz, capoluogo del Vorarlberg (stato dell’Austria occidentale), è sede del governo regionale e importante centro economico e culturale. Il dibattito politico e culturale degli anno ’90 nello stato di Vorarlberg, dopo le elezioni del 25. stato parlamentare, vede l’incentivarsi di una propensione allo sviluppo culturale. Nel 1991 viene aperto il museo ebraico, nel 1993 si rinnova la libreria di stato, nel 1994 viene approvato l’accesso in Europa tramite un referendum e si tiene la conferenza internazionale del lago di Costanza. In questo contesto si comincia a concepire la necessità di un museo d’arte nella città di Bregenz. Il clima del Vorarlberg, di tipo influenzato dai venti dai venti freddi è dell'anticiclone siberiano. In questa piuttosto mentre le CATENE MONTUOSE LOCALI alpino, la media delle bassa (5°C) e le sono più frequenti rispetto alle regioni orientali (circa 1000 mm annui). La l’autunno è umidi portati dal ciclone atlantico e regione montuosa si ha un clima temperature precipitazioni continentale, primavera e sono generalmente miti in tutto il paese, estati sono brevi con temperature moderate. Nelle regioni montuose alla fine dell'inverno soffia spesso DIAGRAMMA CLIMATICO il föhn, un vento tiepido e secco proveniente da sud che, generando foschie e improvvisi disgeli, è spesso causa di pericolose valanghe. LAGO DI COSTANZA _progettista_Peter Zumthor 1943: nato a Basilea 1968: laurea in architettura 1979: apertura di uno studio personale a Haldenstein professore in varie università all’estero _progetti 1996: terme di Vals, Graubuenden, Svizzera 1997: Galleria d’arte, Bregenz, Austria topography of terror, Berlino 2000: padiglione Svizzero, Expo 2000, Hannover ARCH. PETER ZUMTHOR _collaboratori: Daniel Bosshard, Jürg Bumann, Rowitha Büsser, Katja Dambacher, Thomas Durisch, Marlene Gujan, Thomas Kämpfer committenza_Land Vorarlberg (amministrazione di Bregenz) obiettivi_offrire uno cittadinanza incentivare ed spazio lo espositivo sviluppo alla dell’arte contemporanea costo_ca. 37.000.000 € (museo + edificio di servizio) consumo energetico_30 kWh/m² ingegnere strutturista_R. Manhal fondazioni_Enercret Ingegneri per le facciate_E. Wälchli, R. Hess Ingegnere impiantista_ Meierhans and Partner Consulente per illuminotecnica (luce naturale)_Hanns Freymuth Ingegnere per gli impianti VISTA DAL LAGO elettrici_Gmeiner/Bell fisica tecnica_F. Stadlin Direzione lavori_ ufficio tecnico Feldkirch, Martin Zerlaut supervisore in loco: Siegfried Wäger, Feldkirch ALLESTIMENTO NELLA GALLERIA D’ARTE 1989_iniziano le negoziazioni e la presentazione per i progetti preliminari 1993_l’ufficio di amministrazione di Bregenz dà il permesso di costruire l’edificio istituzione di un concorso d’idee, vinto da Zumthor 1994_inizio dei lavori 1996_celebrazione del montaggio del tetto 1997_il 25 luglio l’edificio era concluso mostra di inaugurazione manutenzione_attualmente curata Unterkirchner, Markus Tembl e Stefan Voner gestione_Karl Tizian direttore del museo_Eckhard Schneider curatore_dott Rudolf Sagmeister da Markus DISEGNI DEL PROGETTO PRELIMINARE stato_Austria regione_Vorarlberg città_Bregenz posizione_integrazione e autonomia nel contesto tra il teatro “Korntheater” e le rive del lago di Costanza bassa fascia posteriore_ l’edificio di servizio riprende le altezze degli edifici circostanti alla Kornmarktstraβe ed è orientato verso la città ma volutamente isolato. torre_la torre isolata dell’edificio espositivo dichiara la sua importanza con il suo effetto a distanza e si allinea agli altri edifici che si affacciano sul lago piazza_i due edifici delimitano una zona che diviene piazza per il visitatore del museo edificio_ingombro esterno 26,57 x 26,57 x 30 m superficie espositiva_3.344 m², di cui 464 m² per piano superficie totale area_1554,8 m² PLANIMETRIA funzioni_al piano terra si trova il foyer, il guardaroba e le biglietteria. Al primo piano interrato, accessibile dal pubblico, c’è la sala di lettura, e il centro educativo, e i servizi igienici. Al secondo piano interrato, privato, ci sono gli archivi, zone workshop, ripostigli, e locali tecnici. Ai piani superiori solo gli spazi espositivi. 3 SPAZIO ESPOSITIVO 1 FOYER GUARDAROBA BIGLIETTERIA 0 organizzazione mostra_data la piccola dimensione del sito è stato impossibile un’organizzazione orizzontale delle sale espositive. La successione classica avviene verticalmente non alterando Il principio dell’attraversamento degli spazi. 0 SPAZIO ESPOSITIVO 2 L’edificio ha quattro piani fuori terra e due interrati. piani_le altezze dei piani si differenziano: piano terra: 6,60 m; 1. e 2. piano: 4 m; ultimo piano: 4,60 m. -1 SPAZIO ESPOSITIVO -1 SALA LETTURA SERVIZI -2 PRIVATO SEZIONE LONGITUDINALE_FUNZIONI 1 2 3 funzioni_al primo piano interrato, accessibile dal pubblico, c’è la sala di lettura, e il centro educativo, e i servizi igienici. _al secondo piano interrato, SEZIONE VERTICALE privato, ci sono gli archivi, zone workshop, ripostigli, e locali tecnici SCALE PRINCIPALI SERVIZI PRIVATI SALA LETTURA MONTACARICHI SERVIZI CENTRO EDUCATIVO ASCENSORE E SCALE DI EMERGENZA PIANTA PIANO INTERRATO funzioni_al piano terra si trova il foyer, il guardaroba e le biglietteria. SEZIONE LONGITUDINALE ingresso_l’accesso avviene dalla piazza antistante ed è fuori asse. INGRESSO biglietteria_la biglietteria è localizzata proprio di fronte SCALE PRINCIPALI all’ingresso. percorso verso l’esposizione_per raggiungere il piano superiore, il visitatore può scegliere tra l’ascensore e le scale. BIGLIETTERIA MONTACARICHI ASCENSORE E SCALE DI EMERGENZA PIANTA PIANO TERRA funzioni_ai piani superiori si trovano gli spazi espositivi. creazione dello spazio_le pareti portanti delimitano SEZIONE LONGITUDINALE un quadrato interno, vera superficie espositiva accesso_le scale e gli ascensori si trovano dietro i setti, in modo da lasciare libero lo spazio espositivo percorsi_il SCALE PRINCIPALI visitatore segue un movimento a spirale verso l’alto. concentrazione sull’arte_negli spazi espositivi non c’è nessuna visuale verso l’esterno. Il visitatore deve potersi concentrare esclusivamente sull’arte QUADRATO CENTRALE MONTACARICHI ASCENSORE E SCALE DI EMERGENZA PIANTA PIANO PRIMO, SECONDO E TERZO fondamenta geotermiche _(tramite l’inserimento di tubi pieni d’acqua nelle strutture di fondazione in calcestruzzo si accumula energia termica presente nel sottosuolo; l’energia viene estratta dal circuito primario) _nel caso specifico per progettare le fondazioni è stato fatto uno scavo di fondazione rettangolare (1) profondo 11 m e perforazioni (2) profonde 25 m. Alla cassaforma sono stati legati 24.000 m lineari di tubazioni successivamente in PE DN-25/2,3 mm, nelle quali scorre dell’acqua. Il tutto è stato inglobato in 4.500 m³ di calcestruzzo. Le fondazioni vengono lambite da acque sotterranee che scorrono verso il lago (tecnologia già usata nel luogo) che hanno una temperatura costante di circa 15°C. - 11 M - 25 M (1) SCAVO DI FONDAZIONE (2) PERFORAZIONI CASSEFORMI IMPIANTO GEOTERMICO_SEZIONE VERTICALE _3 setti in cemento armato sorreggono i piani e il soffitto strutturando lo spazio interno in area espositiva e di servizio (vani scale, uscite di sicurezza, ascensori e montacarichi). PIANTA PIANI SUPERIORI VANO SCALA PIANO TERRA SPAZIO ESPOSITIVO solai poggiano sui setti e sono anch’essi in calcestruzzo, il loro profilo è a sbalzo. Tutti i piani _I superiori sono concepiti come contenitori aperti e lo si vede dalle sezione. _Per caratterizzare i singoli pavimentazioni in graniglia di di giunti hanno diverse colorazioni. Il soffitto del piano ambienti: le cemento prive terra, senza rivestimenti, rimane in cemento a vista, con lampade semisferiche. piani successivi è rivestito in vetrocamera satinato sulla parte interna (due lastre Il soffitto dei SEZIONE VERTICALE da 6 mm con doppio strato di PVB da 0,375 mm); è smontabile; è sorretto da aste in acciaio del diametro di 6mm, alle quali sono agganciate lampade fluorescenti. SPAZIO ESPOSITIVO La facciata è autoportante e ancorata all’edificio solo per scaricare i carichi del vento. Funge da protezione contro le intemperie, da modulatrice di luce diurna, da protezione solare e da isolamento termico. struttura composta da prefabbricati in acciaio di 27 m La sua un telaio in elementi di lunghezza, 4,5 m di altezza e 0,9 m di profondità. Questi sorreggono i due (1)_SCANDOLE DI VETRO OPACO (2)_TELAIO IN ACCIAIO (3)_LANA DI ROCCIA strati del rivestimento. Il rivestimento interno è formato da: _pannelli di calcestruzzo faccia a vista, non portanti _isolamento termico in lana di roccia di 160 mm _vetrocamera da 2 x 6 mm, con una conduttività k di 1,3 (6)_PANNELLO IN CALCESTRUZZO (4)_PROTEZIONE SOLARE MOBILE (5)_VETROCAMERA Wm²/K _protezioni solari mobili. TELAIO IN ACCIAIO (1) (2) VETROCAMERA_PRIMO PIANO (4) (3) (6) (5) SEZIONE VERTICALE SEZIONE ORIZZONTALE esterno è formato da: _712 scandole di vetro satinato (1,72 Il rivestimento x 0,93 m) del peso di 25,2 kg appoggiate su mensole. Il suo aspetto dà l’illusione di fluttuare, non si vede la struttura portante e le scandole di vetro, distanziate tra loro ed inclinate, la rendono una facciata ventilata. Tra il rivestimento e le pareti interne sono zone di servizio tecnico e gli impianti per PROSPETTIVA FACCIATA integrati le la pulizia (ascensori e passerelle). PROSPETTO SEZIONE ORIZZONTALE ATTACCO SCANDOLE SEZIONE VETRICALE ATTACCO SCANDOLE PARTICOLARE ATTACCO SCANDOLE Al piano terra e nei piani espositivi, le partizioni interne sono in pannelli di calcestruzzo e delimitano il perimetro della pianta. Il resto della superficie è a pianta libera. Nei piani piani interrati, muri in vetro cemento suddividono i singoli ambienti di servizio. MURI IN VETROCEMENTO PANNELLI DI CALCESTRUZZO_SPAZI ESPOSITIVI PANNELLI DI CALCESTRUZZO_PIANO TERRA luce zenitale_nell’edificio entra solo luce zenitale, attraverso una fascia perimetrale di due metri. convogliamento_la luce penetra più in profondità grazie all’inclinazione terminale dei solai. LUCE ZENITALE fosso di luce_il piano interrato viene in parte illuminato dalla luce diurna grazie ad una fessura di 0,9 m anima luminsa_di notte, attraverso le fasce luminose, il Kunsthaus emana luce propria e mostra timidamente la sua vita interna. CONVOGLIAMENTO ANIMA LUMINOSA FOSSO DI LUCE Il tipo piano. di luce varia a seconda delle funzioni di ogni Al piano terra e ai piani interrati, la luce è puntuale, ILUMINAZIONE PIANO INTERRATO mentre ai piani superiori la luce è diffusa. Questa diversità si riflette nel tipo di lampade utilizzate e nella loro disposizione. ILUMINAZIONE PIANO TERRA DISPOSIZIONE LUCI PUNTUALI PIANO TERRA DISPOSIZIONE LUCI DIFFUSE PIANI SUPERIORI ILUMINAZIONE SPAZI ESPOSITIVI struttura_Il soffitto in vetro satinato è appeso e lascia uno “spazio di luce” alto 2 m, nel quale si mescolano luce naturale ed artificiale che viene poi diffusa nell’edificio. luce artificiale_la luce artificiale integra quella naturale nella fascia “interstiziale”. Viene accesa all’aumentare dell’oscurità esterna e mescolata a quella naturale, per una visione indisturbata dell’arte durante tutta la giornata. Un misuratore di luce, posto sul tetto, gestisce attraverso un apposito programma la regolazione della luce artificiale. TUBI FLUORESCENTI luce costante_durante tutto l’arco della giornata, negli spazi espositivi, rimane la stessa intensità di luce diffusa. SOFFITTO DI VETRO ZONE DI LUCE DELL’ALTEZZA DI 2 M SEZIONE VETRICALE LUCE ZENITALE contorni di luce_è stata sviluppata una particolare lampada fluorescente con riflettori prismatici, con un diffusore ottico, capace di rendere invisibili i singoli elementi illuminanti e creare quindi un soffitto di luce. oscuramenti_in ogni piano sono presenti dei sistemi di oscuramento a lamelle, manovrabili manualmente o attraverso un computer. SOFFITTO DI VETRO APPESO TUBI FLUORESCENTI CON RIFLETTORI PRISMATICI APPOGGI PUNTUALI DEL SOFFITTO DI VETRO LUCE DIFFUSA NEGLI AMBIENTI ESPOSITIVI AMBIENTI CON LUCE DIFFUSA DETTAGLIO ILLUMINAZIONE SEZIONE VETRICALE SOFFITTO VANO SCALA °C ESTATE INVERNO % 42 72 40 68 38 64 36 60 34 56 32 52 30 48 28 44 _ne risulta la determinazione delle 26 40 invernali_18°C estive_ 28°C. 24 36 22 32 20 28 18 24 16 20 14 16 12 12 10 8 impianto climatico_due sono stati i punti di partenza determinanti per la scelta dell’impianto climatico: variabili fondamentali per gli spazi espositivi: temperatura dell’aria e umidità relativa. _definizione delle due _studio degli sbalzi massimi consentiti dalle opere d’arte: 4°C e 6% di umidità relativa. e delle temperature minime temperature massime capacità di raffrescamento di 120 kWh/m² il suo costo è stato di Il tipo di impianto che è stato scelto ha una 1.5 milioni di euro la meta di un inpianto convenzionale. I costi di manutenzione sono di 24.000 euro un quinto del costo normale. temperatura umidità rel GRAFICO DEGLI SBALZI MASSIMI DI UMIDITA’ E TEMPERATURA, CONSENTITI DURANTE L’ESTATE E L’INVERNO _Struttura geotermica le fondazioni, i muri portanti ed i solai contengono al loro interno tubi in PE in cui scorre acqua che mantiene la temperatura di 15° acquisita tramite le fondazioni profonde 25 m dall’acqua del sottosuolo. in estate attraverso i tubi scorre l’acqua raffrescata dalle fondazioni geotermiche (15°C) e messa in circolo da una pompa. in inverno attraverso le tubazioni scorre acqua riscaldata da un impianto a gasolio che a sua volta utilizza l’acqua preriscaldata dalle fondazioni geotermiche. ACCUMULO CALDAIA A GAS FONDAMENTA GEOTERMICHE REGIME INVERNALE TUBAZIONI INGLOBATE NEL CALCESTRUZZO ISOLAMENTO TERMICO AFFLUSSO D’ARIA ACCUMULO FONDAMENTA GEOTERMICHE REGIME ESTIVO REGIME INVERNALE REGIME ESTIVO _ventilazione naturale (effetto camino) l’involucro esterno dell’edificio è costituito da una doppia pelle di vetro con delle aperture da cui entra l’aria fredda che, scaldandosi a causa dell’effetto serra, tende a salire lasciando spazio di entrare ad altra aria; né nasce un movimento ascensionale. Quest’aria non circola solamente nella parte più esterna dell’edificio ma, attraverso apposite aperture, viene incanalata negli stessi solai in ogni piano. in estate la ventilazione naturale che lambisce i solai a 15° fa si che l’aria si raffreschi naturalmente. in inverno l’aria già parzialmente scaldata dall’effetto serra, lambendo i solai, raggiunge la temperatura di comfort. CONSUMO DI ENERGIA MATERIALE KWh/Kg polistirene valutazione energetica dei materiali si basa sul calcolo del consumo di energia necessaria a produrre 1 kg di materiale e si misura in KWh/kg. _la 27.78 acciaio (riciclato al 20%) 9.72 lana di roccia 8.33 vetro piano satinato 5.28 vetro cemento 4.3 cemento 1.94 cemento armato H-200 0.31 cemento armato H-175 0.29 graniglia di cemento inerti 0.1 0.03 FONTE_UNIVERSITA’ DI ARCHITETTURA DI VALENCIA naturalità curabilità compatibilità ecologica consumo energia radioattività proprietà elettriche proprietà termiche odore resistenza superficiale FIBRE DI VETRO cattivo cattivo cattivo cattivo ottimo medio ottimo cattivo cattivo POLISTIRENE cattivo cattivo cattivo cattivo ottimo cattivo medio cattivo ottimo CEMENTO cattivo cattivo cattivo cattivo medio medio cattivo cattivo cattivo MALTA DI CEMENTO buono buono ottimo buono ottimo ottimo medio VETRO cattivo medio medio cattivo ottimo cattivo cattivo proprietà acustiche resistenza microonde MATERIALI MATERIALI FIBRE DI VETRO ottimo POLISTIRENE cattivo CEMENTO proprietà igroscopicità traspirazione contenuto vapore assorbimento buono ottimo ottimo vapori tossici ECOLOGICITA’ cattivo 0.9 cattivo cattivo ottimo cattivo medio cattivo ottimo cattivo cattivo 0.9 medio cattivo cattivo cattivo cattivo cattivo ottimo 1.1 MALTA DI CEMENTO ottimo buono buono ottimo buono ottimo 2.3 VETRO cattivo ottimo 1.0 cattivo ottimo cattivo FONTE_WORKING PAPERS IN BUIDING BIOLOGY_CAP.8,PARTE II leeds green building rating_il programma valuta l’ edificio secondo cinque categorie ambientali: REQUISITI 1. SOSTENIBILITA’ DEL SITO (da 1 a 14) _energia e atmosfera prerequisito: controllo dell’erosione dei suoli e delle sedimentazione Localizzazione in un Sito di non interesse biotico; già densificato; progetto atto a minimizzare l’impatto fisico e visivo; minimo impatto microclimatico. _materiali e risorse 2. EFFICIENZA DELL’USO DELL’ACQUA (da 1 a 5) _sostenibilità del sito _efficienza dell’uso dell’acqua _qualità dell’aria interna PUNTI riduzione uso acqua 6 3 3. ENERGIA E ATMOSFERA (da 1 a 17) prerequisito 1: progettazione dei sistemi energetici di monitoraggio dell’edificio prerequisito 2: standard energetici minimi prerequisito 3: riduzione di CFC nei sistemi di ventilazione e condizionamento Ottimizzare le performence energetiche_uso di energia rinnovabile geotermica_monitoraggio dell’edificio_ridurre l’emissione di gas serra_piano di verifiche sul corretto funzionamento. 13 REQUISITI PUNTI 4. MATERIALI E RISORSE (da 1 a 12) prerequisito: raccolta differenziata dei materiali e rifiuti riciclabili Utilizzo di materiali e tecnologie locali_uso di materiali riciclabili VOTAZIONE 3 5. QUALITA’ DELL’ARIA INTERNA (da 1 a 15) sufficiente 26 - 32 mediocre 33 - 38 buono 39 - 51 eccellente 52 prerequisito 1: standard minimo di qualità interna dell’aria prerequisito 2: controllo del fumo da tabacco Monitoraggio delle emissioni di CO2_strategie atte a favorire la ventilazione interna degli edifici_piano che assicura il contrallo dell’aria interna all’edificio_uso di materiali non tossici a basse emissioni_controllo chimico dell’aria interna_sistemi di controllo che garantiscono il confort termico_controllo temperatura e umidità_massimizzare l’uso di illuminazione naturale TOTALE 14 39 Peter Zumthor, “Three concepts”, Birkhäuser Verlag, 1997 Peter Zumthor, “Works, buildings and projects, Peter Zumthor”, Lars Müller Publishers, 1998 Peter Zumthor, “Kunsthaus Bregenz”, Archiv Kunstarchitektur Werkdokumente, 1999 Luca Basso Peressut, “Musei, architetture 1990 – 2000”, Federico Motta editore, 1999 Riviste: “Kunsthaus Bregenz” e Beat Pilgram “Schalungs- und Betonarbeiten am Kunsthaus Bregenz” in Detail, 8,1997, pp. 1318-1319, 1387-1388 F. Achleitner, “Museo d’Arte, Bregenz” in Domus, 798, 1997, pp.36-43 W. Bachmann, “Kunsthaus Bregenz” in Baumeister, settembre 1997, pp. 50-57 “Mystical presence” in The architectural review, 1210, 1997, pp.50-57 R. Ingersoll, “Light Box” “Architecture”, ottobre 1997, pp. 90-101 F. Dröge – M. Müller, “Museum als urbaner Raumknoten”, in “Werk, Bauen + Wohnen” dicembre 1997, pp. 6-22 Siti internet: www.kunsthaus-bregenz.at www.nextroom.at www.enercret.com www.geothermie.de www.leeds.org