La parola Buddhismo è di recente creazione, è stata introdotta in Europa nel XIX secolo per riferirsi a ciò che segue agli insegnamenti di Siddhārtha Gautama in quanto Buddha. In realtà un unica parola per esprimere questo concetto non esiste in nessuno dei paesi asiatici originari che seguono questa tradizione religiosa. La traduzione dei termini originari letteralmente va intesa come "insegnamento del Buddha". La storia del Buddhismo inizia nel VI secolo a.C., con la predicazione di Siddhārtha Gautama, nato durante il viaggio della regina Maya. Nel lungo periodo della sua esistenza, la religione si è evoluta adattandosi ai vari Paesi, epoche e culture che ha attraversato, aggiungendo alla sua originale impronta indiana vari elementi culturali. La storia del Buddhismo, come quella delle maggiori religioni, è anche caratterizzata da numerose correnti di pensiero e scismi, con la formazione di varie scuole. Buddha, nacque verso il 465 a.C.. ad egli vennero imposti i nomi di Siddharta e di Gautama, in seguito sarà Buddha che significa: l’Illuminato, il Risvegliato. anche lui incontrò le miserie umane. Queste tristi realtà della vita lo impressionarono. Desideroso di conoscere le cause della miseria presente nel mondo, a circa 30 anni decise di condurre una vita da eremita alla ricerca dello scopo della vita. Capì che la conoscenza della salvezza poteva trovarla solo nella meditazione personale. A 35 anni raggiunse l’illuminazione. Comprese le Quattro nobili verità. Si diresse verso Benares, percorse per oltre quarant’anni il Nord dell’India insegnando e predicando il suo messaggio di speranza e di felicità. Buddha morì all’età di 80 anni. Con la morte di Buddha inizia il vero cammino del buddhismo come movimento religioso. Le quattro nobili verità (verità del dolore, verità dell’origine del dolore, verità della cessazione del dolore e verità della vita che porta alla cessazione del dolore) sono le credenze fondamentali del buddismo dettate dal Buddha a Sartha nel parco delle gazzelle (o dei cervi). Sin dai primi tempi il buddhismo osservò particolari usanze religiose in omaggio al Buddha, alla legge e alla comunità. Culto particolare venne tributato alle reliquie e furono elevati monumenti destinati ad accoglierle o a commemorare avvenimenti della vita e dell'esistenza del Buddha. I buddisti si recano a pregare nei monasteri. La tradizione dei monasteri oltrepassò presto i confini dell'India e si diffuse rapidamente in tutto il mondo buddhista assumendo caratteristiche diverse nelle varie aree geografiche. Nella religione buddista i Lama sono considerati i capi religiosi e poi ci sono i monaci Tre le persone sacre la prima in assoluto è il Buddha, cioè il più importante, poi viene venerato anche il Dalai Lama. Le altre persone sacre vengono ritenute inferiori ad essi Ogni mattina i buddisti invocano così: • si rifugiano nel Buddha • si rifugiano nel Dharma (=dottrina) • si rifugiano Sangha (=comunità) sono i tre Gioielli per raggiungere la liberazione celeste. I testi sacri riconosciuti come autentici dal Buddismo sono raccolti in due Canoni: Pali e Sanscrito. Il Canone Pali rappresenta una sintesi delle dottrine predicate dal Buddha. Questo Canone è composto da tre parti: 1. il Vinaya Pitaka ; 2. il Sutta Pitaka; 3. l'Abhidamma Pitaka. Il Canone Sanscrito varia da Stato a Stato. Questa tradizione sostiene che Buddha avrebbe riservato la sua verità alle generazioni successive. • la festa del Vesak, che ricorda 3 momenti fondamentali della vita del Buddha; • i giorni della luna piena e della luna nuova sono giorni sacri; • la festa del Dharma si festeggia il plenilunio di giugno; • la festa del Sangha, alla fine della stagione delle piogge ad ottobre; • il capodanno alla fine di gennaio; • la festa dell’Illuminazione di Buddha, alla fine di dicembre; • la festa della nascita di Buddha a maggio; • Ullambana, la festa del Sangha e dei defunti; • Cio.trul Du.cen. in cui ogni energia si incrementa di un milione di volte; • il 4° giorno del sesto mese, giorno in cui Buddha insegnò a Sarnath le “Quattro Nobili Verità”; • il 22° giorno del nono mese nel quale si ricorda il giorno in cui Buddha discese dal “Paradiso”. La concezione buddista della vita è racchiusa nelle Quattro Nobili Verità che rappresentano il nucleo della predicazione primitiva e che sono fondamentali per tutte le scuole. L’accertamento dei sintomi della malattia che provocano sofferenza in un malato sta alla base della comprensione del disagio esistenziale dell’individuo. In tale presa di coscienza sono individuate successivamente delle modalità che conducono a comprendere che la nascita stessa è sofferenza, la vecchiaia è sofferenza, la malattia è sofferenza, la morte è sofferenza… La prima nobile verità rimanda, a un livello di maggiore profondità: al principio che la sofferenza è immanente all’esperienza. Le idee buddiste sulla morte sono fondate sull’antica dottrina indiana del samsara. La religione indiana era giunta a ritenere che la vita fosse ciclica: una persona nasce, cresce, muore e quindi rinasce in un altro corpo per ricominciare il processo da capo. La rinascita può avvenire come essere umano, divinità, fantasma o animale. La natura della reincarnazione dipende dal karma o “azione” morale. Rimuovendo l’ignoranza Siddharta fu in grado di porre fine alla sofferenza in quell’esperienza che i buddisti chiamano nirvana. La conchiglia deriva dalle antiche storie indiane che descrivono mitici eroi che in guerra portavano grandi conchiglie. Essa è un simbolo di potere e sovranità, il cui suono si crede che scacci gli spiriti del male, spaventi le creature pericolose e allontani i disastri naturali. Il fiore di loto non cresce in Tibet, per questo viene stilizzato, ma il suo uso, anche in Tibet, mostra quanto sia forte il suo significato simbolico. Lo sviluppo del loto, le sue radici nel fango, che cresce attraverso l'acqua ed emerge come pianta meravigliosa sopra le acque, sono visti come analogie del percorso dell'anima dal fango del materialismo, all'aria dell'illuminazione. Dunque il loto è simbolo di purezza: posto sopra un trono, esso simboleggia l'immacolata concezione e quindi la natura divina. Infatti le divinità sono spesso raffigurate con un fiore di loto in mano, come simbolo della loro purezza, compassione, rinuncia e perfezione. Simbolo indiano di creazione, sovranità e protezione, che rappresenta il movimento e il cambiamento. E' divisa in tre parti, seguendo i tre addestramenti della pratica buddista. Il mozzo rappresenta la disciplina morale che rende stabile la mente; i raggi rappresentano la comprensione della vacuità delle cose, che porta a eliminare alla radice la nostra ignoranza; il cerchio esterno è la concentrazione che permette di tenere salda la pratica della dottrina buddista. Il parasole (o ombrello) è un simbolo indiano sia di protezione che di regalità. La possibilità di proteggersi dal maltempo o dal sole è stata identificata come segno di ricchezza. Per questo il parasole è un simbolo del potere e del rango. È un simbolo di protezione dal calore doloroso della sofferenza e del desiderio, degli ostacoli e della malattia. Esso simboleggia il modo con il quale tutti i fenomeni sono interdipendenti tra loro e dipendono da cause e condizioni, ovvero la continuità degli eventi che sta al di sotto del piano reale dell'esistenza. Non ha inizio nè fine e rappresenta anche l'infinita conoscenza e saggezza del Buddha e l'eternità dei suoi insegnamenti. Essi rappresentano la felicità, dovuta allo loro libertà in acqua, fertilità e abbondanza. Inoltre essi rappresentano l'abbondanza dell'energia del Budda, che non diminuisce mai per quanto ne venga spesa. Normalmente è uno stretto cilindro di tessuto con tre o più strisce di seta e nastri di cinque colori. Ha funzione decorativa e generalmente si trova all'interno di templi e monasteri, sospeso al soffitto, come ornamento dei tetti o all'estremità delle aste di preghiera. E' anche usato per ricordare il trionfo del Budda sulla tentatrice Mara. In generale è un recipiente rotondo con un collo corto e stretto che si allarga di nuovo. Spesso è molto decorato con petali di loto e un grande gioiello chiude il vaso, indicando che si tratta di un vaso della ricchezza.