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Sabato 15 Marzo 2008
abbiamo visitato
Pievi e Conventi
alle porte del Mugello.
La nostra gita è
iniziata da Pratolino
con la visita alla
Pieve di
San Cresci a Macioli.
La Pieve di San Cresci a Macioli si trova a Pratolino.
Si ha memoria di essa fino dal 926 e anticamente era
chiamata San Cresci in Albino. Nel suo campanile c'è
un'iscrizione murata che ne attesta l'origine al 1279.
La piccola pieve, originaria del X secolo, venne completamente ristrutturata
tra il 1448 e il 1466 per volere della famiglia fiorentina dei Neroni, i cui
stemmi gentilizi sono sulla facciata e sugli architravi nella zona presbiterale.
Nota a margine:
Dal 1426 al 1468 fu rettore della pieve Arlotto Mainardi, famoso per le sue burle e i suoi motti.
Al suo interno, presenta tre navate, dove si trovano due ordini di
colonne scannellate con capitelli dorici. Il cancello in stile gotico del
fonte battesimale è in ferro battuto, opera di Battista De Franci.
Terminata la visita alla pieve
di San Cresci a Macioli, ci
siamo diretti verso un’altra
pieve, che per poter essere
raggiunta, è stata fonte di
non pochi guai…
La pieve in questione, è la
PIEVE DI CERCINA.
... Nel programma della gita, era compresa
la visita alla VILLA DEMIDOFF.
Per motivi tecnico-logistici la visita non si
è realizzata.
All’ultimo momento, è stata inserita la
variante della PIEVE DI CERCINA che ha
causato qualche problema ...
Appena abbandonata la via Bolognese, si sono
subito rese evidenti delle problematiche: il
pullman ( lungo 13 metri circa ) ha avuto
grosse difficoltà nel percorrere la stradina
che era impervia e stretta: più di una volta,
è stato necessario far spostare le auto
parcheggiate lungo il ciglio della strada.
Quando siamo arrivati a circa 100 metri dalla
meta, c’era una curva ad angolo retto e di
carreggiata stretta, per le condizioni che si
presentavano era diventato IMPOSSIBILE
andare avanti ed era tanto meno possibile
tornare indietro. L’autista, se pur persona
calma e pacata, si è innervosito non poco…
L’autista è sceso per cercare di capire come fare
ad evitare i rami che intralciavano il passaggio.
Come per incanto o per
MIRACOLO è apparso
un giovanotto che con
una motosega ha tagliato
i rami dell’albero che ci
impediva di proseguire…
Iniziati i lavori, Cristina si è
allontanata per evitare rami in testa…
Quasi tutti i rami che invadevano la strada e
impedivano il passaggio al pullman, sono stati tagliati.
Mentre noi percorrevamo l’ultimo
tratto a piedi, l’autista insieme al
giovane e altri volontari, hanno
liberato e pulito la strada dai rami.
Purtroppo, nei lavori di rifinitura,
il giovanotto mentre stava ancora
usando la motosega, si è ferito
accidentalmente ad una gamba.
Da tutti noi, un augurio di pronta guarigione.
Dopo tutte le peripezie per arrivare alla pieve di
S.Andrea a Cercina, ci siamo subito resi conto di
aver scelto il periodo sbagliato! L’intera Pieve era
in restauro: sia negli esterni che negli interni.
Da Internet, ho ricavato questa immagine per
far vedere la facciata senza restauri in corso.
Causa restauri, anche l’interno della chiesa era tutto
“ingabbiato”. Ad ogni modo, anche se a fatica, dalla foto
si può vedere che la struttura è a tre navate separate
da pilastri, conforme alla tipologia propria del romanico
lombardo, largamente diffusa nel contado fiorentino.
La struttura odierna, dopo varie modifiche, risale al XIV secolo.
Neppure la cappella
della Madonna è stata
risparmiata dalle
impalcature
Nella cappella, si può vedere l’affresco della Natività e
a destra l’antica e miracolosa immagine di Maria Santissima
Nell'abside di destra, c’è un affresco denominato TRE SANTI è
opera di Domenico Bigordi, meglio conosciuto come “Il Ghirlandaio”.
La chiesa è unita alla canonica da un chiostro.
Il chiostro visto dall’ingresso.
Vista del chiostro in direzione dell’uscita.
In un luogo come questo, dove il silenzio regna per lunghi momenti,
50 persone non passano certo inosservate! Un suora è venuta a
chiedere che comitiva eravamo e ci ha messo al corrente che a
S.Andrea a Cercina dopo aver lasciato gli alti incarichi ecclesiastici,
si è ritirato in preghiera e meditazione il CARDINAL PIOVANELLI
Il Cardinale è uscito dalle sue stanze e ci ha accolto
calorosamente. E’ rimasto stupito che siamo arrivati in quel
luogo con un pullman e ha detto che da quando è lì, è stata
la prima volta che ci è arrivato un mezzo così grande!
Ci ha dato udienza in quello che adesso viene denominato “Salone”
Un tempo, questo era il refettorio. Se si guarda attentamente,
in alto a sinistra si può notare un affresco che raffigura
l’ultima cena e a destra, dove è incastonata la cassapanca, si
vede un grande camino che riscaldava l’ambiente comunitario.
Il Cardinale ha citato le origini della pieve e rammentato
racconti popolari, che sicuramente hanno del vero. Anche
la nostra guida ha ascoltato incantata le sue parole.
Ha spiegato il significato di questo quadro che raffigura
un evento IMPORTANTISSIMO nella storia della pieve.
Il quadro illustra la storia del perché l’immagine di Maria Santissima
sia arrivata e rimasta alla pieve di S.Andrea a Cercina:
Questa immagine dimorava in Roma presso un cardinale, che aveva verso di essa
molta devozione. E permettendo Iddio che fosse mandato legato apostolico in
Francia, pensò di trasferire in quelle parti la venerata immagine per quivi
dedicarle un luogo in onore della sua verginità. Partito da Roma e pervenuto a
Firenze, la mattina che la sua reverendissima signoria doveva partire dalla nostra
città per seguire il suo viaggio, mandò avanti tutte le some dei suoi cariaggi, fra
i quali era questa immagine collocata sopra un mulo. Giunti che furono nel popolo
di Sant’Andrea a Cercina per la strada maestra, il mulo si fermò come fosse
inchiodato. Tanto che non riuscirono a rimuoverlo non solo la forza di tutti i
vetturali deputati ai cariaggi, ma nemmeno la violenza degli abitanti circonvicini e
dei passeggeri chiamati in soccorso. Decisero perciò di aspettare il cardinale, il
quale sopraggiunto ed informato del caso, volle rimettere le cose alla decisione
del Cielo. Comandò che fosse messa la cavezza sul collo del mulo, per lasciarlo
andare in libertà ovunque una mano superiore l’avesse guidato. Messo così in
libertà l’animale uscì tosto di strada e indirizzò il cammino verso la Pieve.
Il Cardinale con tutta la sua corte seguì con stupore il mulo che giunto alla Pieve
si fermò. Tutti conobbero che questo era il luogo eletto da Maria per il suo
trono, onde tolsero la venerabile immagine e la collocarono nel Sacro Altare.
(da: Cronaca dell’anno 1488 attribuita al Conte Ugolino di Niccolò Martelli, Pievano di Cercina dal
1450 al 1496 in Atti del Convegno “La Pieve di Sant’Andrea a Cercina e la Valle del Terzolle”)
Quando siamo usciti dalla Pieve, il pullman era ad
attenderci. L’autista era riuscito a compiere l’ultimo
tratto ma il suo malumore non era terminato del tutto…
Tutti questi eventi, hanno causato un notevole ritardo
e ci siamo diretti al ristorante alle 14 passate !
La Z del ristorante
“Zocchi” troneggiava
sulla cappa del camino
(spento). Il cibo, tra
i poteri che ha, è anche
capace di rilassare gli
animi… Tra cui, quello
dell’autista!
Il ristorante “Zocchi” si trova a Pratolino ed è celebre
per la tipica cucina toscana, fiorentina e mugellana
Ma soprattutto, dalle finestre del ristorante, si può godere di una
splendida vista panoramica di una parte del parco di “Villa Demidoff”
Finito di pranzare, ci siamo trasferiti al
Santuario di Monte Senario.
Dopo aver percorso un ripido viale in salita, alla spicciolata
siamo entrati nel piazzale antistante la scalinata d’accesso.
IL SANTUARIO:
Monte Senario, culla dell’Ordine dei Servi di Maria, si
trova su una collina di 817 metri, posta a 18 Km da
Firenze. Inserita nel bellissimo paesaggio toscano, con
ricchissima vegetazione arborea, è situata a prossimità di
altri edifici importanti per la storia dell’architettura
religiosa della Toscana, come la Badia del Buonsollazzo, la
millenaria Prioria di S. Romolo a Bivigliano, la chiesa di
S.Cresci a Macioli, ecc… La storia del santuario ha inizio
nel secolo XIII e il suo sviluppo lungo i secoli è testimoniato
dalle caratteristiche del complesso monumentale. È meta
continua di pellegrini e visitatori italiani ed esteri. Vi sono
venerate le reliquie dei santi Fondatori dell’Ordine dei Servi
di Maria. Il santuario è dedicato alla Madonna Addolorata.
Nota a margine:
Il 23 Giugno 1993 dall’Arcivescovo di Firenze Cardinale Silvano
Piovanelli viene inaugurata e benedetta la nuova porta in bronzo
della chiesa del Senario, realizzata dalla scultrice Nella Aglietti.
La Chiesa è stata edificata nel 1412 e rinnovata nel 1717.
La chiesa di Santa Maria, a navata unica, con cappelle laterali
è riccamente ornata in stile barocco nella volta a botte.
La più importante delle cappelle laterali è la “Cappella dei sette santi”.
La Sagrestia, è stata decorata e arredata nel secolo XVIII
Per l’occasione, un frate
ha fatto da guida, ci ha
introdotti dove non tutti
possono andare , siamo
passati davanti al corridoio
che conduce alle “celle”.
Il frate, ci ha permesso di visitare il “Refettorio”
Prima di uscire, complice l’assenza dei visitatori, ho fatto un’altra foto: si
può ammirare l’affresco del cenacolo realizzato da Matteo Rosselli nel 1634.
Nota a margine:
Osservando bene le tavole da pranzo, solo la parte centrale è apparecchiata, quelle
laterali, sono vuote ad indicare che nel convento ci sono sempre meno frati…
La terrazza panoramica con il pavimento a lastroni di pietra, copre una
grandiosa cisterna per l'acqua piovana voluta dai Medici (1697-1722).
Vista del convento e della terrazza.
Dalla terrazza del convento, si può ammirare un bellissimo panorama:
I monti all’orizzonte, sono la “cresta” della dorsale appenninica. Da
qui, si vede tutta la vallata del Mugello e per dare una dimensione
all’immagine, la distanza da sinistra a destra è di oltre 30 km.
Alla destra della chiesa c’è l'ingresso al Convento (da dove invece siamo
usciti). Fino all'Ottocento, era aperto e formato da un porticato di cui
rimangono visibili le colonne e gli archi che adesso sono inglobati nel muro
di facciata. Dopo l’ingresso, c’è un atrio ornato da medaglioni affrescati
in parte da Antonio Pillori (1750 circa).
La gita volge al termine: il pullman sta partendo per tornare a casa.
Grazie per l’attenzione.
Montaggio e realizzazione
a cura di UMBERTO PANTI
FINE
Altre presentazioni su www.panti.eu
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