Clic per avanzare è martedì 22 dicembre 2015, sono le 12:33 Sabato 15 Marzo 2008 abbiamo visitato Pievi e Conventi alle porte del Mugello. La nostra gita è iniziata da Pratolino con la visita alla Pieve di San Cresci a Macioli. La Pieve di San Cresci a Macioli si trova a Pratolino. Si ha memoria di essa fino dal 926 e anticamente era chiamata San Cresci in Albino. Nel suo campanile c'è un'iscrizione murata che ne attesta l'origine al 1279. La piccola pieve, originaria del X secolo, venne completamente ristrutturata tra il 1448 e il 1466 per volere della famiglia fiorentina dei Neroni, i cui stemmi gentilizi sono sulla facciata e sugli architravi nella zona presbiterale. Nota a margine: Dal 1426 al 1468 fu rettore della pieve Arlotto Mainardi, famoso per le sue burle e i suoi motti. Al suo interno, presenta tre navate, dove si trovano due ordini di colonne scannellate con capitelli dorici. Il cancello in stile gotico del fonte battesimale è in ferro battuto, opera di Battista De Franci. Terminata la visita alla pieve di San Cresci a Macioli, ci siamo diretti verso un’altra pieve, che per poter essere raggiunta, è stata fonte di non pochi guai… La pieve in questione, è la PIEVE DI CERCINA. ... Nel programma della gita, era compresa la visita alla VILLA DEMIDOFF. Per motivi tecnico-logistici la visita non si è realizzata. All’ultimo momento, è stata inserita la variante della PIEVE DI CERCINA che ha causato qualche problema ... Appena abbandonata la via Bolognese, si sono subito rese evidenti delle problematiche: il pullman ( lungo 13 metri circa ) ha avuto grosse difficoltà nel percorrere la stradina che era impervia e stretta: più di una volta, è stato necessario far spostare le auto parcheggiate lungo il ciglio della strada. Quando siamo arrivati a circa 100 metri dalla meta, c’era una curva ad angolo retto e di carreggiata stretta, per le condizioni che si presentavano era diventato IMPOSSIBILE andare avanti ed era tanto meno possibile tornare indietro. L’autista, se pur persona calma e pacata, si è innervosito non poco… L’autista è sceso per cercare di capire come fare ad evitare i rami che intralciavano il passaggio. Come per incanto o per MIRACOLO è apparso un giovanotto che con una motosega ha tagliato i rami dell’albero che ci impediva di proseguire… Iniziati i lavori, Cristina si è allontanata per evitare rami in testa… Quasi tutti i rami che invadevano la strada e impedivano il passaggio al pullman, sono stati tagliati. Mentre noi percorrevamo l’ultimo tratto a piedi, l’autista insieme al giovane e altri volontari, hanno liberato e pulito la strada dai rami. Purtroppo, nei lavori di rifinitura, il giovanotto mentre stava ancora usando la motosega, si è ferito accidentalmente ad una gamba. Da tutti noi, un augurio di pronta guarigione. Dopo tutte le peripezie per arrivare alla pieve di S.Andrea a Cercina, ci siamo subito resi conto di aver scelto il periodo sbagliato! L’intera Pieve era in restauro: sia negli esterni che negli interni. Da Internet, ho ricavato questa immagine per far vedere la facciata senza restauri in corso. Causa restauri, anche l’interno della chiesa era tutto “ingabbiato”. Ad ogni modo, anche se a fatica, dalla foto si può vedere che la struttura è a tre navate separate da pilastri, conforme alla tipologia propria del romanico lombardo, largamente diffusa nel contado fiorentino. La struttura odierna, dopo varie modifiche, risale al XIV secolo. Neppure la cappella della Madonna è stata risparmiata dalle impalcature Nella cappella, si può vedere l’affresco della Natività e a destra l’antica e miracolosa immagine di Maria Santissima Nell'abside di destra, c’è un affresco denominato TRE SANTI è opera di Domenico Bigordi, meglio conosciuto come “Il Ghirlandaio”. La chiesa è unita alla canonica da un chiostro. Il chiostro visto dall’ingresso. Vista del chiostro in direzione dell’uscita. In un luogo come questo, dove il silenzio regna per lunghi momenti, 50 persone non passano certo inosservate! Un suora è venuta a chiedere che comitiva eravamo e ci ha messo al corrente che a S.Andrea a Cercina dopo aver lasciato gli alti incarichi ecclesiastici, si è ritirato in preghiera e meditazione il CARDINAL PIOVANELLI Il Cardinale è uscito dalle sue stanze e ci ha accolto calorosamente. E’ rimasto stupito che siamo arrivati in quel luogo con un pullman e ha detto che da quando è lì, è stata la prima volta che ci è arrivato un mezzo così grande! Ci ha dato udienza in quello che adesso viene denominato “Salone” Un tempo, questo era il refettorio. Se si guarda attentamente, in alto a sinistra si può notare un affresco che raffigura l’ultima cena e a destra, dove è incastonata la cassapanca, si vede un grande camino che riscaldava l’ambiente comunitario. Il Cardinale ha citato le origini della pieve e rammentato racconti popolari, che sicuramente hanno del vero. Anche la nostra guida ha ascoltato incantata le sue parole. Ha spiegato il significato di questo quadro che raffigura un evento IMPORTANTISSIMO nella storia della pieve. Il quadro illustra la storia del perché l’immagine di Maria Santissima sia arrivata e rimasta alla pieve di S.Andrea a Cercina: Questa immagine dimorava in Roma presso un cardinale, che aveva verso di essa molta devozione. E permettendo Iddio che fosse mandato legato apostolico in Francia, pensò di trasferire in quelle parti la venerata immagine per quivi dedicarle un luogo in onore della sua verginità. Partito da Roma e pervenuto a Firenze, la mattina che la sua reverendissima signoria doveva partire dalla nostra città per seguire il suo viaggio, mandò avanti tutte le some dei suoi cariaggi, fra i quali era questa immagine collocata sopra un mulo. Giunti che furono nel popolo di Sant’Andrea a Cercina per la strada maestra, il mulo si fermò come fosse inchiodato. Tanto che non riuscirono a rimuoverlo non solo la forza di tutti i vetturali deputati ai cariaggi, ma nemmeno la violenza degli abitanti circonvicini e dei passeggeri chiamati in soccorso. Decisero perciò di aspettare il cardinale, il quale sopraggiunto ed informato del caso, volle rimettere le cose alla decisione del Cielo. Comandò che fosse messa la cavezza sul collo del mulo, per lasciarlo andare in libertà ovunque una mano superiore l’avesse guidato. Messo così in libertà l’animale uscì tosto di strada e indirizzò il cammino verso la Pieve. Il Cardinale con tutta la sua corte seguì con stupore il mulo che giunto alla Pieve si fermò. Tutti conobbero che questo era il luogo eletto da Maria per il suo trono, onde tolsero la venerabile immagine e la collocarono nel Sacro Altare. (da: Cronaca dell’anno 1488 attribuita al Conte Ugolino di Niccolò Martelli, Pievano di Cercina dal 1450 al 1496 in Atti del Convegno “La Pieve di Sant’Andrea a Cercina e la Valle del Terzolle”) Quando siamo usciti dalla Pieve, il pullman era ad attenderci. L’autista era riuscito a compiere l’ultimo tratto ma il suo malumore non era terminato del tutto… Tutti questi eventi, hanno causato un notevole ritardo e ci siamo diretti al ristorante alle 14 passate ! La Z del ristorante “Zocchi” troneggiava sulla cappa del camino (spento). Il cibo, tra i poteri che ha, è anche capace di rilassare gli animi… Tra cui, quello dell’autista! Il ristorante “Zocchi” si trova a Pratolino ed è celebre per la tipica cucina toscana, fiorentina e mugellana Ma soprattutto, dalle finestre del ristorante, si può godere di una splendida vista panoramica di una parte del parco di “Villa Demidoff” Finito di pranzare, ci siamo trasferiti al Santuario di Monte Senario. Dopo aver percorso un ripido viale in salita, alla spicciolata siamo entrati nel piazzale antistante la scalinata d’accesso. IL SANTUARIO: Monte Senario, culla dell’Ordine dei Servi di Maria, si trova su una collina di 817 metri, posta a 18 Km da Firenze. Inserita nel bellissimo paesaggio toscano, con ricchissima vegetazione arborea, è situata a prossimità di altri edifici importanti per la storia dell’architettura religiosa della Toscana, come la Badia del Buonsollazzo, la millenaria Prioria di S. Romolo a Bivigliano, la chiesa di S.Cresci a Macioli, ecc… La storia del santuario ha inizio nel secolo XIII e il suo sviluppo lungo i secoli è testimoniato dalle caratteristiche del complesso monumentale. È meta continua di pellegrini e visitatori italiani ed esteri. Vi sono venerate le reliquie dei santi Fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria. Il santuario è dedicato alla Madonna Addolorata. Nota a margine: Il 23 Giugno 1993 dall’Arcivescovo di Firenze Cardinale Silvano Piovanelli viene inaugurata e benedetta la nuova porta in bronzo della chiesa del Senario, realizzata dalla scultrice Nella Aglietti. La Chiesa è stata edificata nel 1412 e rinnovata nel 1717. La chiesa di Santa Maria, a navata unica, con cappelle laterali è riccamente ornata in stile barocco nella volta a botte. La più importante delle cappelle laterali è la “Cappella dei sette santi”. La Sagrestia, è stata decorata e arredata nel secolo XVIII Per l’occasione, un frate ha fatto da guida, ci ha introdotti dove non tutti possono andare , siamo passati davanti al corridoio che conduce alle “celle”. Il frate, ci ha permesso di visitare il “Refettorio” Prima di uscire, complice l’assenza dei visitatori, ho fatto un’altra foto: si può ammirare l’affresco del cenacolo realizzato da Matteo Rosselli nel 1634. Nota a margine: Osservando bene le tavole da pranzo, solo la parte centrale è apparecchiata, quelle laterali, sono vuote ad indicare che nel convento ci sono sempre meno frati… La terrazza panoramica con il pavimento a lastroni di pietra, copre una grandiosa cisterna per l'acqua piovana voluta dai Medici (1697-1722). Vista del convento e della terrazza. Dalla terrazza del convento, si può ammirare un bellissimo panorama: I monti all’orizzonte, sono la “cresta” della dorsale appenninica. Da qui, si vede tutta la vallata del Mugello e per dare una dimensione all’immagine, la distanza da sinistra a destra è di oltre 30 km. Alla destra della chiesa c’è l'ingresso al Convento (da dove invece siamo usciti). Fino all'Ottocento, era aperto e formato da un porticato di cui rimangono visibili le colonne e gli archi che adesso sono inglobati nel muro di facciata. Dopo l’ingresso, c’è un atrio ornato da medaglioni affrescati in parte da Antonio Pillori (1750 circa). La gita volge al termine: il pullman sta partendo per tornare a casa. Grazie per l’attenzione. Montaggio e realizzazione a cura di UMBERTO PANTI FINE Altre presentazioni su www.panti.eu