Strade dell’antica Roma Lavoro realizzato da Kevin Panetto Classe 2M CAT ISIS “Mossa-Brunelleschi” Oristano A.S. 2012/2013 Vie e strade di Roma I Romani, per scopi militari, politici e commerciali, iniziarono la costruzione di lunghe strade diritte. Le Strade Romane erano essenziali per la crescita dell’Impero, in quanto consentivano di muovere rapidamente l’esercito. L'enfasi romana sulla costruzione di strade diritte risultò spesso in tratti ripidi, relativamente impraticabili per gran parte del traffico commerciale. Queste lunghe "autostrade" furono molto importanti per il mantenimento della stabilità, e per l'espansione dell'Impero. Con il nome di vie (viae in latino) venivano indicate le strade extraurbane che partivano da Roma. Metodo di costruzione Si ritiene che i romani abbiano ereditato l'arte di costruire le strade dagli Etruschi, e il metodo andò via via migliorando all'acquisire di idee di altre culture. Dopo un sopralluogo dell'architetto, che stabiliva dove doveva passare all'incirca la strada, era il turno degli agrimensori, che individuavano il punto preciso per la costruzione. Essi usavano dei pali e uno strumento chiamato groma, per tracciare angoli retti. I gromatici piazzavano i pali e stabilivano una linea, chiamata rigor. L'architetto cercava di mantenere il tracciato dritto spostando i pali. Poi con la groma si tracciava una griglia sul piano stradale. A questo punto entravano in scena i libratores che, con aratri e aiutati dai legionari con le spade, scavavano il terreno fino allo strato di roccia, o fino a uno strato solido. La profondità di questa fossa variava da terreno a terreno e poteva raggiungere i 6 metri di profondità. Le pietre miliari I romani avevano una spiccata preferenza per la standardizzazione, ove possibile, e Augusto, dopo essere divenuto Commissario permanente alle strade del 20 a.C., piazzò il Miliarum aureum (la pietra miliare aurea) nel foro a Roma, accanto al tempio di Saturno. Si considerava che tutte le strade iniziassero da questo monumento in bronzo. Su di esso era riportata la lista delle maggiori città dell'Impero, e le loro distanze da Roma. Costantino lo chiamò Umbilicus Romae (ombelico di Roma). Le pietre miliari permettevano di conoscere esattamente i luoghi e le loro distanze. Non ci volle molto perché i fatti più importanti venissero registrati riferendosi al miglio in cui accadevano. I ponti Gli architetti dell'Impero preferivano trovare soluzioni dirette per superare gli ostacoli, piuttosto che aggirarli. I ruscelli si potevano superare con un semplice assito, ma per un fiume era necessario costruire un ponte. Gli architetti romani erano maestri in quest'arte, e i progettisti di ponti erano i più stimati nella loro categoria. I ponti venivano costruiti in legno o in pietra, a seconda delle necessità e delle possibilità di approvvigionamento o economiche. I ponti in legno poggiavano su piloni infissi nel letto del fiume, oppure su basamenti in pietra. Il ponte interamente in pietra però richiedeva la costruzione ad arcate, una tecnica che i romani avevano mutuato dagli Etruschi. I ponti romani erano così ben costruiti che molti di essi non solo sono sopravvissuti, ma vengono usati tuttora. Gli itinerari I romani e i viaggiatori antichi in generale non usavano carte stradali né mappe. Probabilmente le carte esistevano, ma erano documenti speciali di alcune biblioteche, erano difficili e care da copiare e non venivano usate. Comunque il viaggiatore, nel sistema stradale romano, doveva avere un'idea di dove stesse andando, di come arrivarci, di quanto tempo ci volesse. Per questo esisteva l'itinerarium. In origine era una semplice lista di città che si incontravano lungo la strada. Poco dopo apparvero le liste generali, che comprendevano le altre liste. Per dare ordine e maggiori spiegazioni, i romani disegnavano dei diagrammi di linee parallele che mostravano le ramificazioni delle strade. Parti di questi diagrammi venivano copiati e venduti ai viaggiatori. I migliori avevano dei simboli per le città, per le stazioni di sosta, per i corsi d'acqua e così via. Questi itineraria però non possono essere considerati mappe, perché non mostrano le forme del terreno. Il servizio postale Nell'Impero Romano esistevano due servizi postali, uno pubblico e uno privato. Il Cursus publicus, fondato da Augusto, portava la posta ufficiale attraverso una rete diffusa su tutto il sistema viario romano. La posta veniva trasportata su di un cisium dotato di una scatola, ma per una consegna più rapida si usavano un cavallo e un corriere. Una rete di corrieri a cavallo riusciva a coprire anche 500 miglia in 24 ore. Il corriere portava un caratteristico berretto in pelle, chiamato petanus. Lavorare come corriere era un'occupazione pericolosa, perché spesso si era bersaglio dei banditi e dei nemici di Roma. I ricchi potevano disporre di una rete postale privata, i tabellarii, un'organizzazione di schiavi che consegnavano la posta con tariffe prestabilite. Via Appia La via Appia Antica è una strada romana che collegava Roma a Brindisi, il più importante porto per la Grecia e l'Oriente nel mondo dell'antica Roma. L'Appia è probabilmente la più famosa strada romana di cui siano rimasti i resti; la sua importanza viene confermata dal soprannome con il quale i Romani la chiamavano: regina viarum. I lavori per la costruzione iniziarono nel 312 a.C., per volere del censore Appio Claudio Cieco che fece ristrutturare ed ampliare una strada preesistente, che collegava Roma alle colline di Albano. I lavori di costruzione si protrassero fino al190 a.C., data in cui la via completò il suo percorso fino al porto di Brindisi. Le strade in Sardegna Gli ingegneri romani realizzarono nell'isola una rete viaria che era molto più razionale ed efficiente di quella costruita precedentemente dai punici. Ancora oggi le principali strade dell'isola seguono lo stesso percorso e molti ponti costruiti dai romani sono rimasti in uso fino ai tempi moderni. I percorsi delle strade romane ci sono noti attraverso gli scritti antichi come l'Itinerarium Antonini, la Geographia di Claudio Ptolomeo ed il lavoro del cosmografo anonimo di Ravenna. Questi trovano conferma nel ritrovamento di oltre 150 pietre miliari (un miglio romano era mille passi, 1478 metri) che recano iscrizioni, e dalla posizione dei tanti ponti romani come per esempio quello di Santa Giusta. Fine