UN MONDO TROPPO VELOCE Riduzione di asini e muli…e non solo. Dal XX secolo, l’utilizzo dei mezzi di trasporto a motore, ha sostituito l’utilizzo degli animali come mezzi di spostamento provocando una drastica diminuzione di alcuni allevamenti. In particolare, ha ridotto il numero di asini e muli. L’asino ha accompagnato l’uomo da molti secoli. Già 3000 anni prima della nascita di Cristo, l’antenato dell’asino domestico era catturato da alcune popolazioni nomadi asiatiche per essere addomesticato, cavalcato, attaccato ai carri per il trasporto di merci e persone. Il primo popolo che ha usato gli asini in guerra è quello degli Sciti. Arrivati in Grecia, dalla Tracia, gli asini furono invece scambiati per creature mostruose. Da allora, l’asino e il suo ibrido, il mulo hanno rappresentato per l’uomo un forte aiuto per alleviare la fatica del lavoro quotidiano. Il mulo è un incrocio fra un asino e una cavalla. Il bardotto è un incrocio tra un cavallo e un’asina. Il mulo e il bardotto non possono riprodursi in quanto sono il risultato di un incrocio tra specie diverse. Specie: “Insieme di tutti gli individui simili tra loro che accoppiandosi generano figli fecondi, cioè capaci a loro volta di generare figli.” L’essere fecondi segna un confine invalicabile tra le specie. I muli, quindi, non formano una specie in senso biologico. Il mulo ricorda l'asino per la forma della testa e delle orecchie e nel carattere paziente e resistente, mentre somiglia al cavallo nel pelo, nella velocità e nel raglio. Un tempo era diffuso come animale da sella, da soma e per trainare i carretti; veniva sfruttato anche per il latte, le carni e la pelle. Oggi è ridotto a pochi esemplari ed è quasi in via d'estinzione. Fino alla metà del secolo scorso, l’asino era considerato dal contadino un componente della famiglia e spesso condivideva con lui l’abitazione. Il suo passo lento e sicuro consentiva inoltre il trasporto su ripidi sentieri e attraverso i valichi alpini, anche con pessime condizioni climatiche e poco cibo. I villaggi alpini, un tempo, erano collegati tra loro e con il fondovalle attraverso una fitta rete di mulattiere e di sentieri. I trasporti erano fatti prima per lo più a spalla. Anche per i passaggi attraverso i valichi, che rappresentavano le principali vie di comunicazione tra il sud e il nord dell’Europa, furono ampiamente e a lungo utilizzati questi animali. Spesso si avanzava a dorso di mulo accanto a baratri che toglievano il respiro. I carri per proseguire dovevano essere imbragati, sollevati ed abbassati dalla forza di un argano. Era questo il momento più solenne e pericoloso di tutto il viaggio perché i carri restavano, per alcuni attimi sospesi sullo strapiombo. Molte volte le funi hanno ceduto e tutto si è frantumato al fondo del baratro con la disperazione di mercanti e servi. Questo modificò la tradizionale economia d’alta quota aggiungendo all’allevamento la someggiatura, il trasporto mercantile a dorso di animale (una “soma” corrispondeva a due balle di merci). Sull’asino si potevano caricare fino a 100 chili di merce: uva, olive, frutta formaggi, sale, legna. L’asino è ritenuto a torto un animale poco intelligente. Si distingue, ad esempio per la buona memoria, superiore a quella del cavallo, così come la capacità di riconoscere le persone e eseguire certi esercizi. La sua indole è mite ed affettuosa ed inoltre è molto resistente alla fatica. Ha un unico difetto: la cocciutaggine. Anche se molti esperti ritengono che si tratti di un eccesso di prudenza. È un animale abbastanza longevo, può raggiungere anche i 25 anni. Spesso asini e muli accompagnavano i pastori lungo i sentieri della transumanza, trasportando vitellini e agnellini appena nati. Molto importante è stato il ruolo di questi animali a seguito dell’esercito, durante la prima e la seconda guerra mondiale. Il mulo, in particolare, è stato ampiamente utilizzato per il trasporto di materiali, necessari per la costruzione di bunker, trincee, strade militari e per portare munizioni, pezzi di artiglieria e cibo per i soldati. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, i mezzi a motore hanno in poco tempo sostituito questi animali come mezzi di spostamento di persone e materiali. Di conseguenza si è avuta una drastica riduzione dell’allevamento di asini e muli. In Europa, in meno di cinquant’anni, si è passati da 3.000.000 di capi a 30.000. Fortunatamente oggi il futuro di questi animali appare migliore. In opposizione ad una vita troppo frenetica e veloce, la proverbiale lentezza dell’asino offre un forte richiamo per coloro che desiderano riappropriarsi di un ritmo di vita più naturale. L’asino, si presta infatti, molto bene a due tipi di attività: la cavalcata, rivolta soprattutto ai bambini e il trekking someggiato. L’asino è ideale, in particolare, per la cavalcatura dei bambini perché è poco impegnativo, lento e molto sicuro. L’andatura lenta consente, inoltre, di apprezzare maggiormente l’ambiente circostante. Da la possibilità di osservare, ascoltare e sentire i profumi. Nel trekking someggiato, asini e muli, sono molto utili per trasportare: zainetti, tende, stoviglie, cibo e altre attrezzature. Il carico viene posto sul “basto”, costituito da due arcioni di legno, armati ed imbottiti, uniti da assicelle sempre di legno. Il basto viene posto sulla schiena dell’animale e fissato tramite cinghie sotto la pancia. Inoltre, questi animali, si prestano a percorsi svariati, dalla pianura all’alta quota, anche su sentieri stretti e scoscesi. Infine, il suo utilizzo, non danneggia l’ambiente, in quanto mezzo ad “ emissione zero”. L’enorme aumento dell’utilizzo di mezzi a motore ha causato negli ultimi decenni migliaia di incidenti dovuti a scontri tra autoveicoli e animali selvatici. Solo in Piemonte, ogni anno, si registrano danni superiori ad un milione di euro. Per non parlare di quanti piccoli animali finiscono schiacciati dalle ruote dei vari veicoli sulle strade provinciali. Ma il pericolo di incidente non riguarda soltanto gli animali in quanto lo scontro tra un auto e un animale, anche di dimensioni modeste, può causare danni e problemi anche per chi si trova sull’automezzo. In questi ultimi anni, nel nostro territorio, gli animali che creano molti problemi per l’attraversamento delle strade sono in particolare i cinghiali. I cinghiali sono, infatti, al contrario della popolazione di asini e muli, in grande aumento. Non sempre un miglioramento dei nostri stili di vita rappresenta un fattore positivo per altre specie o per l’ambiente in cui viviamo. Indubbiamente i mezzi a motore hanno migliorato la nostra vita ma non altrettanto quella di altri animali. BIBLIOGRAFIA A. Boglione, L. Maino, L. Pizzorni – La natura ci insegna – Fratelli Fabbri Ed. L. Leopardi, M. Gariboldi – Scienze Base moduli 1-15 – Garzanti Scuola A. Pesce – Lento come un mulo (o un asino) – da Piemonte Parchi http://www.ips.it/scuola/concorso/ambiente/mulo.htm E. Biggi, F. Pupin – Animali sulle strade: che succede in Italia? – da Piemonte Parchi Autore: Andrea classe 1 media Piancavallo Fotografie: prof. Rita Torelli, Massimo Sotto