Sassari 11 Novembre 2003
Aperti e mescolati.
Le Comunità di
apprendimento
Apprendere da vicino e da
lontano, senza soluzioni di
continuità
Arnaldo “Bibo” Cecchini
A
Parlare di modelli didattici e di tecniche educative
ci impone di parlare di apprendimento e ci impone
di parlare di mestieri. Parlare di apprendimento e
di mestieri implica occuparsi di alcune questioni
che molti di noi sanno importanti, ma che spesso
vengono rimosse dal nostro dibattito scientifico,
che tuttavia sono cruciali:
• La questione dell’organizzazione degli studi.
• La questione dell’apprendimento e delle tecniche
educative.
• La questione del rapporto didattica / ricerca /
professioni.
• La questione del rapporto Università / mercato.
B
La questione dell’organizzazione degli studi,
che poco più poco meno coincide con il
destino dell’Università e della Ricerca (la
Riforma ormai in fase avanzata di attuazione
può avere esiti molto diversi e sta avendo
esiti molto diversi) implica una scelta radicale
sui riferimenti culturali.
La mia ipotesi particolare l’ho battezzata
“criterio della nonna” e vale la pena fare due
o tre discorsi su quel che vuol dire.
C
La questione dell’apprendimento e delle tecniche educative.
IT
EN
D
La questione del rapporto didattica / ricerca / professioni.
E
La questione del rapporto Università / Mercato.
F
Alcuni Principi metodologici: Affordance
La parola "affordance" è stata
inventata dallo psicologo della
percezione J. J. Gibson (1977,
1979) per riferirsi alle proprietà di
interazione fra il mondo e un attore
(una persona o un animale). Per
Gibson, le affordances sono
relazioni. Essi esse esistono
naturalmente: non devono essere
visibili, conosciute o desiderabili.
Devono darsi di per sé.
G
Alcuni principi metodologici: continuum
Un termine molto usato oggi è
blended learning che potrebbe stare
per “apprendimento combinato”, in
realtà
andrebbe
sottolineato
l’aspetto di continuum
delle
modalità di apprendimento efficaci,
nessun apprendimento può fare a
meno delle reti telematiche e di
tecniche educative basate sulle
Nuove
Tecnologie,
nessun
apprendimento può fare a meno
della relazione diretta fra studenti e
studenti, fra studenti e studenti, fra
docenti e docenti.
H
Alcuni principi metodologici: Open Content
MIT Open Courseware
http://ocw.mit.edu/index.html
The Public Library of Science (PLoS)
http://www.plos.org
Preprint server arXiv
http://arXiv.org
Project Gutenberg
http://gutenberg.net
British Library
http://www.bl.uk
I
Alcuni
principi
apprendimento
COL
metodologici:
Le
Comunità
di
L
Alcuni principi operativi: Open Source
Accanto alle ragioni generali che mostrano come
l’innovazione non sia favorita dalla difesa rigida dei
brevetti
(si
veda
Petra
Moser
http://www.nber.org/papers/w9909)
o
come
l’innovazione è creata dalla condivisione della conoscenza
(si
veda
Josh
Lerner
e
Jean
Tirole
http://www.nber.org/papers/w7600), vi è una ragione
specifica legata alla grande flessibilità e articolazione che
deve avere un sistema che integri i pacchetti e le
piattaforme necessarie per un’attività così complessa,
variabile, a volte “umorale” come è l’insegnamento
universitario: lavorare con sistemi proprietari sarebbe
comunque inefficiente.
M
Alcuni principi operativi: Oggetti di apprendimento e
classificazione delle conoscenze
Un oggetto di apprendimento (learning object) è
qualsiasi oggetto (digitale o no) che sia parte di un
processo formativo attraverso qualsiasi tipo di tecnologia.
Un oggetto è un’unità di base e deve poter essere
riusabile e componibile con altri oggetti.
Fattore chiave della riusabilità degli oggetti è la loro
classificazione che deve sicuramente obbedire a degli
standard e la loro portabilità che anche essa impone degli
standard.
Gli strumenti di connessione fra gli oggetti devono essere
“aperti” (motori di ricerca, mappe concettuali).
N
Alcuni principi operativi: Cosa deve essere standard e
cosa non deve esserlo
No call center!
No ECDL!
O
Alcuni principi generali: come si crea sviluppo
Non con i
pedaggi.
Non con i sistemi
chiusi.
Non con la
subordinazione.
P
Alcuni principi generali: Non autarchia, ma autonomia
La cooperazione con i “produttori” non deve
essere pigra e
non deve basarsi sulle
esperienze “mature”.
Deve investire:
• il Progetto educativo
• gli Strumenti
• la Progettazione
UN ESEMPIO CHE CONOSCO UN PO’
Può la città futura esistere
senza pianificazione?
E che tipo di pianificazione
per la città futura?
Ma possiamo essere certi che la città
del futuro sarà una città in cui
“il confine fra i computer usati per
aiutarci a capire la città e quelli usati per
lavorare e controllare le città si è
praticamente dissolto.” (Batty, 1995)
Per il
momento
nessuno sa
come sarà la
città futura
esattamente
Q
UN ESEMPIO CHE CONOSCO UN PO’
Le NTIC
modificano
a il modo in cui si analizza, pianifica e governa
la trasformazione del territorio per quanto
riguarda
1 processo
2 partecipazione
3 dati
4 reale/virtuale
b il rapporto con la committenza, l’utenza e con
gli altri specialisti
c le tecniche ed i modelli
ed anche
d costringono le specializzazioni a convergere e
dialogare
R
UN ESEMPIO CHE CONOSCO UN PO’
1 processo / della pianificazione in continuo progresso, meno rigido…influisce sulla
natura dei progetti
2 partecipazione / possibilità “tecnica” di attivare una effettiva e fattiva
partecipazione
3 dati / diventa molto più semplice confrontare esperienze, modelli, proposte
4 reale/virtuale/ la telematica ci permette di avere simultaneamente in linea
• dati e informazioni sulla città "reale";
• modelli e simulazioni di città possibili;
• luoghi di apprendimento sulla città;
• interazioni "reali" nella città virtuale.
La realtà diviene operativamente una sintesi di mondo fisico e
sua rappresentazione
S
UN ESEMPIO CHE CONOSCO UN PO’
Le NTIC modificano il rapporto del pianificatore con
committenti ed utenti (un insieme di persone ed istituzioni che
potremmo dire costituisce congiuntamente il "cliente"
dell'urbanista).
La disponibilità per tutti di tecnologie e di ambienti di lavoro
amichevoli, a basso prezzo, accessibili cambia il rapporto fra
progettisti, utenti e committenti, che diventa più stretto, più
interattivo, più interdipendente, più intercambiabile e cambia
anche il rapporto con i tecnici specialisti in NTIC.
T
UN ESEMPIO CHE CONOSCO UN PO’
Le NTIC modificano i modelli e gli strumenti con cui
si analizzano, pianificano e governano le
trasformazioni del territorio.
Questo è in effetti il tema di fondo di questo
intervento e ci torneremo nel dettaglio.
U
UN ESEMPIO CHE CONOSCO UN PO’
Le NTIC costringono costringono le specializzazioni a
convergere e dialogare.
Al di là dell’opinione corrente lo sviluppo delle nuove
tecnologie nella loro forma moderna orientata all’utente
e la disponibilità di strumenti sempre più raffinati di
raccolta, trattamento, elaborazione e diffusione
dell’informazione non specialisti che si differenziano fra
di loro nella comprensione del processo “produttivo” che
– ad esempio - produce un Piano.
Certo nella redazione del Piano
debbono essere coinvolti
specialisti diversi con competenze
raffinate ed esclusive, ma – in
linea di principio – ciascuno sarà
in grado di capire la natura e le
motivazioni delle scelte degli altri
tecnici e di integrarle nel processo
di scelta
V
ALCUNI ELEMENTI DI PROPOSTA
Z1
Ecco da dove la miscela ecco perché il continuum
Un po’ di conti
Le ore in un anno di Laboratorio sono
400
Ragionevolmente la metà
devono essere in presenza
di
esse
200 ore sono circa 24 giorni, di essi
14 possono essere compresi in una
scuola estiva e gli altri 10 fanno 5
fine settimana un un anno in
corrispondenza di ciascun blocco
ALCUNI ELEMENTI DI PROPOSTA
Z2
Ecco da dove la miscela ecco perché il continuum
Un po’ di conti
Circa 100 studenti per due classi
intrecciate
Ragionevolmente servono 6 tutor e un
paio di mentori
Il sistema di gestione sarà costituito
da una comunità di apprendimento
che collega percorsi ed oggetti
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Le Comunità di apprendimento