L’emergenza contenitori
vuoti.
• La presenza di immobili dismessi in centro
storico (Clinica San Giuseppe, San Secondo,
Vecchio Ospedale, Caserma dei Carabinieri,
Ambulatori di via Orfanotrofio, Maternità,
Politema, Upim, Caserma Colli di Felizzano,
etc.) sta assumendo proporzioni mai viste in
passato nella nostra Città, e neppure in altre
realtà territoriali.
• Si può ormai parlare di una vera e propria
emergenza, perché questi contenitori vuoti
concorrono alla morte del commercio e a
compromettere la sicurezza dei cittadini, perché
la desertificazione dei quartieri lascia spazio alla
microcriminalità
Assumere la soluzione di questo problema
come priorità nell’amministrazione della Città.
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•
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Occorre quindi assumere un impegno politico chiaro,
indicando la soluzione di questo problema come una
delle priorità per l’amministrazione comunale nei
prossimi anni.
Non è accettabile l’atteggiamento di rassegnazione
che, purtroppo, vediamo negli amministratori su questo
tema, come se lo svuotamento del centro cittadino
fosse una maledizione piovuta dal cielo che non può
essere contrastato: la chiusura della Caserma Colli di
Felizzano risale a oltre vent’anni fa, il trasferimento
dell’ospedale era annunciato da almeno quindici anni e
così via.
Il Partito Democratico assume questo impegno: la
rivitalizzazione e la riconversione dei contenitori vuoti
sarà ai primissimi posti delle priorità della nostra
azione amministrativa.
Perché partire dalla San Giuseppe.
• perché è un luogo simbolo, di un quartiere che nel giro di pochi anni
ha perso gli ambulatori Asl di via Orfanotrofio, la Caserma dei
Carabinieri, ora il CDC: perdite solo parzialmente compensate dalla
scelta di portare gli uffici comunali nell’ex Tribunale di piazza Catena
(scelta che un’amministrazione saggia, guidata dal Sindaco Voglino,
attuò tempestivamente, lasciando l’immobile vuoto per il solo tempo
necessario a ristrutturarlo, impedendo così che si creasse un altro
buco nero);
• perché la San Giuseppe ha pesato tantissimo sull’utenza: si è tolto
un servizio importante per i cittadini, che erano abituati a fruire di
prestazioni sanitarie e ambulatoriali in centro e ora sono costretti a
fare lunghe code al Cardinal Massaja: si è tolta ai cittadini una
possibilità di scelta e gli ambulatori dell’ospedale sono andati in
sofferenza per far fronte a queste nuove esigenze;
• nello specifico si è privata la città di un servizio di Psichiatria: oggi il
reparto dell’ospedale, è attrezzato per le situazioni acute (trattamenti
sanitari obbligatori), mentre un paziente astigiano, non in stato di
acuzie, che necessiti di un intervento terapeutico in regime di
ricovero in una struttura psichiatrica specializzata deve rivolgersi
alle cliniche di Bra o della provincia di Torino, con disagio per sé e i
familiari.
Cosa fare per la San Giuseppe.
• Il Comune dovrebbe innanzi tutto prendere
contatto con la proprietà e con la Regione per
verificare lo stato della permuta che, secondo le
informazioni dell’epoca, avrebbe dovuto
attribuire la proprietà dell’Asl 1 di Torino
– se l’immobile effettivamente diventerà di proprietà
della Regione (ancorché tramite l’Asl di Torino) si può
avviare la prospettiva che la stessa Asl di Asti possa
decentrare dei servizi dal Massaja alla San Giuseppe;
– se la permuta non verrà realizzata occorrerà
verificare con la proprietà e l’Asl la possibilità che una
quota di servizi venga decentrata in regime di
convenzionamento.
Le proposte per la generalità dei
contenitori vuoti.
• La Clinica San Giuseppe, come detto prima, deve essere trattata se
possibile in funzione di un ripristino di servizi sanitari.
• Se questo non risultasse possibile si dovrà pensare a destinazioni
alternative.
• La precedente amministrazione Voglino il 3 aprile 2007 (delibera n.
49/2007) aveva votato in prima lettura una variante al piano
regolatore per la riconversione dei contenitori vuoti del centro
storico.
• Si è letto sui giornali che l’attuale assessore all’urbanistica non
condivide quell’impostazione e che assumerà delle delibere diverse.
Ovviamente ogni soluzione è perfettibile: non si può però non
rilevare che dall’aprile 2007 ad oggi sono passati quattro anni senza
che si sia fatto nulla.
• La proposta della precedente amministrazione sarà certo
migliorabile (e sicuramente deve essere adeguata ai tempi) ma per
“difettosa” che fosse sarebbe stata certamente migliore del nulla che
è stato fatto in questi anni e che ha determinato un’ulteriore
aggravamento della situazione.
• In concreto quindi la variante va ripresa, migliorata, cambiata, ma
portata immediatamente in consiglio comunale.
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