Da piccola osservavo affascinata gli uccellini, dapprima per il loro piumaggio delicato e colorato, poi per l’eleganza del loro volteggiare nell’aria scambiandosi un saluto in uno sfiorarsi leggero e gentile al passaggio e, ancora la gioiosa festosità dei loro richiami il loro stare vicini, posandosi quasi sempre appaiati sullo stesso ramo così simili nell’insieme all’umano “essere presenza” l’uno per l’altro. In seguito mi resi conto che ciò che spinge queste gentili creature, non solo a cercare il cibo per sé ma ad offrirlo alla compagna, non può essere spiegato semplicemente come parte della “conservazione della specie” o all’istinto di sopravvivenza, ma è una scambievole cortesia, perché il cibo viene offerto anche quando è alla portata di entrambi. E non è solo il “senso del dovere” che, pure, li spinge a tornare al nido a portare il cibo alla nidiata sempre affamata ma anche, e soprattutto, affetto. Il comportamento così protettivo tra loro la tenerezza delle loro scambievoli coccole mi fecero scoprire, con grande stupore, che il loro piccolissimo cuore è colmo d’amore! Ne fui ammirata e definitivamente conquistata, tanto da desiderare di averli come amici. Non fu semplice ottenere la loro fiducia, come sempre quando si è così diversi: a loro, sia pure bambina, dovevo sembrare gigantesca ed è normale che avessero un po’ paura! Ma, poco a poco, cominciai a capire che dovevo restare immobile e porgere la mia offerta amichevole di cibo dall’incavo della mano a palma in su senza assolutamente tentare di chiuderla per catturarli, privandoli della loro libertà e quando cominciarono a conoscermi ed accettarmi senza timore nei fui tanto felice! Soltanto nel tempo compresi che quegli uccellini, così piccoli, fragili e delicati, mi avevano dato una grandissima lezione: mi avevano insegnato che l’amicizia è una conquista, che non può essere mai imposta, né pretesa, e che quando si stabilisce tra le persone in modo naturale è sempre una cosa bellissima anche se a volte può essere fugace e durare soltanto quanto “un battito d’ali”. L’importante è che derivi da due scelte libere, dalla fiducia e dal rispetto soltanto così il rapporto che si instaura sarà spontaneo, gradito e sincero. E, come agli uccellini, anche tra umani deve essere offerta porgendola “nell’incavo della mano aperta”, senza alcuna costrizione, o sopraffazione e nel pieno rispetto delle scelte di ognuno: di allontanarsi, se le circostanze lo richiedono, ma anche tornare quando possibile , se veramente lo desiderano. Il tempo e l’esperienza mi hanno insegnato che, se non c’è stata offesa, la maggior parte delle volte torneranno, e sarà come se non vi fosse mai stata interruzione … … perché nessuno fugge mai da chi conservi per gli amici un affetto sincero e ne rispetti la libertà! Testo e grafica: [email protected]