Filosofia e letteratura prof. Gian Paolo Terravecchia Le questioni che contano, Firenze, 12 marzo 2009 Stuttura del percorso probemi teoretici circa il rapporto tra filosofia e letteratua dalla letteratura alla filsofia dalla filosofia alle letteratura problemi di ontologia esempi di utilizzo del testo la letteratura nella filosofia dal mito all'esperimento mentale problemi di estetica Manzoni Platone Tomada l'Utopia Calvino Popper e i "3 mondi" Putnam: terra gemella Prima parte - La filosofia è un genere letterario? - problemi di ontologia dell’opera letteraria - che cos’è un’opera letteraria? - che cos’è un’opera filosofica? - che rapporto c’è tra filosofia e letteratura? Continuità? Completa alterità? Coincidenza? 5 possibili strade per un percorso 1. 2. 3. 4. 5. affrontare direttamente un classico (p.e. Fedro); affrontare direttamente un testo di critica (p.e. Danto); fornire una scheda sintetica su un classico e lavorarci (p.e. Fenomenologia dell’opera letteraria di Ingarden); organizzare un forum avendo come ospiti un letterato e un filosofo che discutono del tema; fornire una sintesi personale e lavorarci. problemi e temi della sintesi questioni introduttive - chi ha l’onere della giustificazione? - con quale metodo si può procedere? - discussione di alcuni influenti modelli che negano la continuità (Platone, Croce). il “mito” del bibliotecario - la prassi della classificazione; - casi chiari e casi dubbi; - l’emergere della zona di vaghezza. la verità come elemento di continuità - letteratura e verità; - filosofia e verità; - verità vs. verosimiglianza; - libertà e scrittura. tassonomie per la zona vaga - ci sono dei criteri per normare il vago? - quali sono? il “punto di non ritorno” il test di veridicità come criterio di demarcazione Lavoro didattico sulla sintesi - dividere la classe in due gruppi: uno difende la tesi platonica (crociana) circa la non continuità, l’altro la critica. - distribuire agli alunni i testi della “zona di passaggio” e farli presentare, chiedendo ai relatori di prendere una posizione motivata circa la classificazione di ciascuno; - stilare una lista di opere (letterarie e filosofiche), descrivendo in che rapporto sta ciascuna di loro con la verità. Seconda parte - Dalla letteratura alla filosofia - I - L’analisi del testo Manzoni, I promessi sposi Dice adunque che, al primo parlar che si fece di peste, don Ferrante fu uno de' più risoluti a negarla, e che sostenne costantemente fino all'ultimo, quell'opinione; non già con ischiamazzi, come il popolo; ma con ragionamenti, ai quali nessuno potrà dire almeno che mancasse la concatenazione.- In rerum natura, - diceva, - non ci son che due generi di cose: sostanze e accidenti; e se io provo che il contagio non può esser né l'uno né l'altro, avrò provato che non esiste, che è una chimera. E son qui. Le sostanze sono, o spirituali, o materiali. Che il contagio sia sostanza spirituale, è uno sproposito che nessuno vorrebbe sostenere; sicché è inutile parlarne. Le sostanze materiali sono, o semplici, o composte. Ora, sostanza semplice il contagio non è; e si dimostra in quattro parole. Non è sostanza aerea; perché, se fosse tale, in vece di passar da un corpo all'altro, volerebbe subito alla sua sfera. Non è acquea; perché bagnerebbe, e verrebbe asciugata da' venti. Non è ignea; perché brucerebbe. Non è terrea; perché sarebbe visibile. Sostanza composta, neppure; perché a ogni modo dovrebbe esser sensibile all'occhio o al tatto; e questo contagio, chi l'ha veduto? chi l'ha toccato? Manzoni, I promessi sposi Riman da vedere se possa essere accidente. Peggio che peggio. Ci dicono questi signori dottori che si comunica da un corpo all'altro; ché questo è il loro achille, questo il pretesto per far tante prescrizioni senza costrutto. Ora, supponendolo accidente, verrebbe a essere un accidente trasportato: due parole che fanno ai calci, non essendoci, in tutta la filosofia, cosa più chiara, più liquida di questa: che un accidente non può passar da un soggetto all'altro. Che se, per evitar questa Scilla, si riducono a dire che sia accidente prodotto, dànno in Cariddi: perché, se è prodotto, dunque non si comunica, non si propaga, come vanno blaterando. Posti questi princìpi, cosa serve venirci tanto a parlare di vibici, d'esantemi, d'antraci?- Tutte corbellerie, - scappò fuori una volta un tale.- No, no, - riprese don Ferrante: - non dico questo: la scienza è scienza; solo bisogna saperla adoprare. Vibici, esantemi, antraci, parotidi, bubboni violacei, furoncoli nigricanti, son tutte parole rispettabili, che hanno il loro significato bell'e buono; ma dico che non han che fare con la questione. Chi nega che ci possa essere di queste cose, anzi che ce ne sia? Tutto sta a veder di dove vengano. alcuni elementi meritevoli di approfondimento - ironia manzoniana vs ironia socratica; “In rerum natura”; sostanza: aerea, acquea, ignea, terrea; “son tutte parole rispettabili, che hanno il loro significato bell’e buono” (fil. del linguaggio, strumentalismo in epistemologia). ontologia accidenti sostanze trasportato spirituali materiali semplici aerea ignea composte terrea acquea prodotto da una tautologia alla filosofia della scienza “la scienza è scienza” la tautologia come forma ma questa è una tautologia? disambiguazione delle due occorrenze del termine la scienza del Seicento e don Ferrante “la scienza è scienza” prima facie ci potrebbe sembrare un asserto scientista di tipo (neo)positivistico la scienza è conoscenza delle cause (Arist., Metafisica A) ma in cosa don Ferrante sbagliava? - approccio diretto: ricostruita l’argomentazione, mostrare il punto debole e la soluzione; - approccio maieutico: aprire un dibattito e guidarlo; - approccio meditato: invitare lo studente a scrivere un saggio in cui egli cerca di fornire una risposta. II - Il testo come pretesto Il negativo e l’immagine Quando i bambini di qui fanno la guerra bastano quattro cuscini sul letto per costruire una base tutti hanno pistole o fucili con il tappo colorato in rosso alcuni perfino bombe di gommapiuma allora mi chiedo se i bambini di Beirut giocano alla pace e come ci riescono perché non ci sono case giardini genitori di plastica e morire per finta è facile ma vivere per finta non si può Francesco Tomada, da A ogni cosa il suo nome l’empatia - Ich und Du (Buber): pensiero dialogico - Edith Stein e la fenomenologia dell’atto empatico; - Riferimenti a Scheler; - I neuroni specchio: neuroscienze (Giacomo Rizzolatti). III - Testo e contesto Calvino su “Il niente e il poco” - il nichilismo Nulla1 come un assoluto: “Il niente aveva in sé un’assolutezza, un rigore, una tenuta da fare apparire approssimativo, limitato, traballante tutti ciò che pretendeva di possedere i requisiti dell’esistenza” (p. 368). Nulla2 come personificazione: “Tutto il nulla che potevamo trovare stava lì, nel relativo di ciò che è, perché anche il nulla non era stato altro che un nulla relativo, un nulla segretamente percorso da venature e tentazioni d’essere qualcosa, se è vero che in un momento di crisi della propria nullità aveva potuto dar luogo all’universo” (p. 370). Novecento e nichilismo - La radice storica del nichilismo (Turgénev) - Nietzsche, Hidegger; - Sartre, Camus; - nichilismo e pensiero debole; - l’esito postmoderno (Lyotard, Rorty). Terza parte - Dalla filosofia alla letteratura - Elementi letterari nel testo filosofico Sono rinvenibili diverse forme tipicamente letterarie nel testo filosofico, le più rilevanti e quelle di maggior impatto sono forse: il mito l’utopia l’esperimento mentale esperimenti mentali - gli zombie In filosofia della mente, argomento di tipo modus tollens* per cui la possibilità logica dell’esistenza di Z* falsifica le soluzioni fisicaliste esplicative della coscienza*. Infatti, se una descrizione fisicalista è accettabile da essa segue che, dato il sostrato materiale, la coscienza sopravviene in modo necessario e gli Z sarebbero logicamente impossibili. esperimenti mentali - terra gemella Esperimento mentale*, ideato da Putnam, per dimostrare che una differenza di estensione* è ipso facto una differenza di significato* e che, quindi, i significati non possono essere esclusivamente enti mentali. Supponiamo che la Terra Gemella (TG) sia identica alla Terra (T), se non per il fatto* che l’acqua su T ha una formula chimica (H2O) diversa da quella su TG (XYZ). Anche se un terrestre O e il suo gemello OG, che abita la TG, sono uguali in ogni aspetto, siccome per O la parola “acqua” si riferisce a H2O e per OG a XYZ, i due significati di “acqua” differiscono.