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Olivotta
L’Olivotta Nefertiti
un viaggio vuole fare
per andare a trovare
Akenaton, il marito,
che l’ha lasciata da
pochito.
Or la mummia ben fasciata
nel sarcofago posata
resta sola, circondata
da preziosi ornamenti.
Nefertiti, pel suo sposo,
nella tomba porta oli e unguenti,
ma il suo cuore, stanco e affranto,
piange, soffre e si dispera.
Al dio Aton, la consorte, ogni sera,
innalza un’umile preghiera:
“Fa’, o mio divino,
che il suo cuore sempre resti a me
vicino;
mai un ladro o serpente
svegli il suo sonno eternamente.
La piramide innalzata
sia da tutti venerata
e protegga la sua mummia
imbalsamata.
Sia per lui dimora perenne,
testimone per la gente
dell’impero suo divino
bello e forte come l’olio Carlino”.
L’Olivotta babilonese
sta studiando da più di un
mese
di Hammurabi il gran codice
che il dio Sahmash al re diede,
da scolpire con la pietra e lo
scalpello
per difender la vedova,
l’oppresso e l’orfanello.
Ogni sforzo però è vano:
troppo dure son le leggi
che prevedon di tagliar
al più povero e meschino
una parte del suo corpo
poverino.
Pensa subito l’Olivotta:
non è giusto che l’offesa
ricevuta
non sia ugualmente valutata
dalla legge che il divino ha
voluta.
Perché fare un taglione
anziché una buona azione?
Dice allora l’Olivotta:
Hammurabi, mio divino,
tu che dell’uom decidi il destino
non permettere alla gente
di tornar “occhio per occhio,
dente per dente”.
Queste leggi così violente
non rispettano
e non amano la gente.
O mio sire, tu che il popolo conosci,
ogni cuore ammorbidisci,
ogni dolor suo lenisci
con il succo mio prezioso:
l’olio dolce che convince
il nemico a cercare
il perdono e la pietà.
Quattro anni son passati
e la guerra ormai tace
per permettere alle genti
di giocar in santa pace.
Ad Olimpia son riuniti
tutti i Greci di nuovo amici.
Qui le gare svolgeranno
in fraterna unità:
il migliore vincerà.
L’Olivotta olimpionica
presso i Greci se n’è andata
per portar i suoi unguenti
a sportivi e concorrenti.
Forti e belli son gli atleti
dagli spalti applauditi
con il corpo ben oliato
per la gara preparato.
Zeus, il gran padre degli dei,
guarda e ammira stupefatto
ogni uom giù nell’arena
con il corpo nudo e pronto,
tutto teso nello sforzo
delle gare d’affrontar.
Giavellotto, disco e lotta
son per lor cosa fatta.
Or la guerra l’ han scordata,
per lo sport dimenticata.
Non c’è trucco, non c’è
inganno,
c’è soltanto l’olio Carlo
che permette agli eroi
di mostrar la perfezione
del bel corpo e dell’azione.
Giunta infine la tenzon,
son felici vinti e vincitor.
Alza il calice l’Olivotta
con l’atleta eroico e bello
ammirato e applaudito
alla fine della festa
con l’ulivo cinto in testa.
L’Olivotta ateniese
per stuzzicare il palato
non bada a spese:
impasti, sughi e salse
prepara ogni mese.
Atena e Ares, Era e Apollo
lesti lesti prendon l’olio;
da Afrodite se ne vanno
per donar il condimento
che rallegra il palato
degli dei il firmamento.
Quando il banchetto è
bell’ e pronto
gli Dei chiama dall’Olimpo
all’Ellesponto.
Dice:”Su, venite e
degustate
le frittelle preparate.
Con olio, aceto,
porri e sale
ecco a voi il desinare”.
OLIVOTTA
ITALICA
Per preparare uno sfizioso spuntino,
affetta per bene un lungo panino.
Poi metti le fette a tostare,
ma senza farle bruciare.
Disponi ogni fetta ordinata
su un piatto di portata
e versaci sopra l’olio fruttato
che da Carli hai comperato.
Cospargi con miele goloso
e con pezzi di noci sgusciate.
Ed ora gusta il sapore delizioso
di queste bruschette prelibate!
Ai sensi del D.L.gvo N°196 del 30.06.2003
la riproduzione delle immagini
contenute in questo cd rom
è stata autorizzata dai genitori di ciascun alunno.
Le immagini non possono essere utilizzate
al di fuori della scuola
e/o degli Enti ad essa correlati.
Anno scolastico 2009 - 2010
Istituto Comprensivo di Almenno San Bartolomeo (Bg)
Scuola Primaria Salvatore Quasimodo - Via Ca’ Curti, 16 Palazzago
Realizzazione a cura delle insegnanti:
Panza Ornella (storia- italiano)
Scotti Angela Patrizia (informatica - educazione alimentare)
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