Laboratorio di scrittura creativa Un nuovo caso per il commissario Montalbano….. Racconto ideato dalla Classe II Versione digitale di Alessandro Lambruschini e Diego Picetti Una vecchia storia Era una domenica molto calda a Vigata ed erano pochi i devoti che volevano sentire la messa. La chiesa barocca di San Giacomo era semi deserta, solo alcune donnine vestite di nero aspettavano il prete in ritardo. Temevamo che si fosse sentito male e una di loro, la Signora Concettina Giacalone si decide a cercarlo. La porta della canonica era socchiusa, Concettina la spalancò: Don Giovanni era riverso in un lago di sangue. 1 Montalbano stava mangiando un piatto di ottime ostriche nel ristorante “da Gino” quando improvvisamente venne raggiunto da Mimì Augello. - Mi dispiace disturbarti Salvo, ma abbiamo un cadavere. Hanno ammazzato don Giovanni. Montalbano e Mimì si precipitarono nella chiesa di S. Giacomo. In canonica il dottor Pasquano stava facendo i suoi rilievi. - È stato ucciso a coltellate, otto per la precisione- disse il medico legale mentre con un fazzoletto si asciugava il sudore. - Non è morto da tanto, da cinque o sei ore direi… è stato ucciso all’alba. Montalbano era davvero sconcertato: chi mai poteva avere motivo di uccidere un prete? 2 Don Giovanni era un uomo sulla quarantina con i capelli grigi, gli occhi nerissimi dall’aspetto mite e gentile, con un fisico molto sportivo ed era ben visto da tutti. -Si vede che era un bell’ uomo – aggiunse Mimì - Qualche giorno fa il don ha detto dall’altare che bisogna combattere la mafia, me lo ha detto mia moglie che va regolarmente a messa. Sta a vedere che il clan Dei Cuffaro gliel'ha fatta pagare... – -- Questo delitto non mi sembra di stampo mafioso… Otto coltellate…. sembra più una vendetta - rispose Montalbano. -Tu interroga questa donna (la signora Giacalone che stava lì, seduta con la testa tra le mani, sconvolta e terrorizzata) io vado a dare un’occhiata in giro. 3 Montalbano frugò dappertutto. Nulla, nulla che potesse dare un appiglio, un indizio. I due poliziotti tornarono in caserma. Montalbano si chiuse nel suo ufficio, sollevò la cornetta del telefono e chiamò Gegè – Pronto, sei tu Montalbano? – chiese Gegè - Si, sono io, vediamoci stasera al solito posto.La sera lontani dalle luci del porto si chiusero in macchina. - Allora?- disse Montalbano – Cosa si dice in giro?- Niente di nuovo- rispose l’informatore – Te lo confermo, i Cuffaro non c’entrano niente con l’ammazzatina del prete. Era quello che pensava ma era stato giusto non escludere nessuna ipotesi. Ora bisognava indagare meglio nella vita di don Giovanni. 4 Montalbano tornò in canonica e ricominciò a cercare. In una scatola sopra un armadio, vide qualcosa di interessante: erano ritagli ingialliti di vecchi giornali. Un triste fatto di cronaca: una ricca ragazza brianzola morta di overdose, risaliva a 15 anni prima. Montalbano si domandava in che rapporto potesse essere il prete di Vigata con quel fatto remoto. Poi ebbe un’intuizione. Fece convocare la signora Giacalone. - Signora Giacalone - le spiò il commissario - Lei frequenta la chiesa abitualmente, vero?- Si - annuì la vecchietta – Da circa settant’anni - Quindi forse lei ricorda da quanti anni è qui don Giovanni? 5 - Me lo ricordo perfettamente - disse la signora – Quindici anni fa battezzò mio nipote Nicola Giacalone, ed era appena arrivato- Ottimo, signora, lei ricorda magari da dove viene? - Ha un accento del nord, anzi volevo dire… aveva un accento del nord - Aggiunse Mimì - Credo che venisse da Lecco - disse la vecchina. - Tombola - disse Montalbano. Lecco è una città della Brianza e il prete era in Sicilia giusto da 15 anni. Restava da capire che tipo di rapporto c’era stato tra i due morti. La ragazza si chiamava Emma Brambilla e considerato che don Giovanni era un uomo sulla quarantina Salvo ipotizzò che potesse essere il fratello o magari il fidanzato. Gli venne un’idea: controllare tramite la questura di Vigata, se in quei giorni qualcuno di nome Brambilla avesse preso alloggio in città. 6 Salvo Montalbano e il suo aiutante erano davanti alla pensione “Trinacria” e chiesero al portiere il numero della stanza del signor Attilio Brambilla: era un signore basso di statura e dall’aspetto mite, sedeva sul letto con le mani incrociate sulle ginocchia. 7 – Vi stavo aspettando - mormorò. I suoi occhi vagavano nel vuoto, sembrava che tutto quello che poteva succedere non lo riguardasse. – Questa era mia figlia - sussurrò l’uomo mostrando una polaroid risalente a 15 anni prima - Era bellissima ,vedete? e lui l'ha distrutta. Si era innamorata di lui, un drogato, altro che un prete, e si era drogata anche lei. Dopo la sua morte fuggì senza lasciare tracce, è da quindici anni che lo cerco.. mia moglie nel frattempo è morta di crepacuore. Ho fatto bene, no? - 8